Capitolo 7
A quelle parole scese il silenzio, nessuno di noi sapeva cosa intendeva dire lo Sciamano. Scoccai un'occhiata allo zio Stefan e notai che non si era mosso per nulla: forse lui ne sapeva più di tutti noi.
《Cosa intendi, Ike?》domandò Valek, rinserrando la presa sulla mia mano.
Il mio compagno era uno dei pochi che poteva fregiarsi del diritto di chiamare il mio ex mentore col nome di battesimo. Io ancora non capivo come dovevo rivolgermi a lui, da quando era diventato Sciamano ci eravamo un po' allontanati e questo mi dispiaceva enormemente.
《Ho mandato varie squadre di Sentinelle, ma non hanno trovato alcuna traccia. E, senza un punto di partenza, capirete anche voi la difficoltà di stendere un piano: non sappiamo chi sia l'Incappucciato, né la motivazione dietro il suo gesto.》Lo Sciamano ci spiegò la situazione senza giri di parole ed io mi sentii morire dentro: non avevamo niente in mano.《Però... Esiste una sola persona che potrebbe aiutarci in questo delicato frangente.》aggiunse, passandosi una mano fra i folti capelli.
La striatura bianca era ancora lì, brillante, a ricordo di una nostra avventura "giovanile".
《Chi? Di chi si tratta?》chiesi, stanca di tutto quel procrastinare.
《Ellis, l'Oracolo del Clan dei Sogni.》rispose l'uomo, fissandomi con occhi troppo seri.
Mi nasconde qualcosa...
《Dovrebbe essere una bella notizia, no? Perché lei non ne sembra convinto?》Detesto il lieve tremito che odo nella mia voce, ma non riesco a trattenerlo. Quell'attesa, quell'inattività mi stava logorando i nervi.
《Pochi sono a conoscenza di quel Clan e pochi sono sopravvissuti dopo averne incontrato i membri.》mi spiegò lo Sciamano, continuando a guardarmi.
Gli altri rimasero in silenzio come se non volessero schierarsi.
《Quindi?》ringhiai a denti stretti.《Sono disposta a qualsiasi cosa per ritrovare la mia bambina.》
《Kira. Calmati.》mi sussurrò Valek ad un orecchio.《I tuoi poteri...》aggiunse quando capì che non l'avevo sentito.
Mi voltai per un istante, interrompendo il contatto visivo con Ike, e realizzai quello che stavo facendo.
Mi ero arrabbiata e non era un bene per chi possedeva il potere di comandare le ombre. Lo sapevo, Valek me l'aveva ripetuto un milione di volte durante i nostri allenamenti, eppure avevo perso il controllo, evocando un paio di lupi d'ombra che stavano cercando di azzannare i miei amici.
Ops...
《Scusate... Io...》mormorai, scioccata, riassorbendo immediatamente le tenebre dentro di me.
《Tranquilla, Kira. Nessun problema.》Nadja alzò il pollice per farmi capire che stava bene.《Mi piacciono i tuoi animaletti.》
Lee scosse la testa, esasperato dal comportamento della sua compagna.
《Il Clan dei Sogni è un gruppo nomade. Ci vorrà un po' per rintracciarlo.》ci comunicò lo Sciamano, ponendo fine a quella situazione imbarazzante.
《Quanto?》domandò Valek, riportando la mia attenzione al problema principale, ovvero trovare l'Incappucciato.
《Un paio di giorni al massimo.》lo rassicurò Ike, con un'ombra negli occhi.
《D'accordo.》dissi controvoglia.
Sentivo che lo Sciamano ci stava nascondendo qualcos'altro, ma ci avrebbero reso partecipe delle sue riflessioni nel momento più opportuno.
Sulla strada di casa, condivisi i miei dubbi con Valek, che mi ascoltò in silenzio.
《Non credo sia una cosa di cui preoccuparsi.》affermò sicuro, camminando più lentamente, come faceva sempre quando rifletteva.《Dopotutto lui è stato il tuo Maestro, ti ha cresciuta, protetta ed amata, quindi penso che non ti nasconderebbe nulla di vitale. Aspettiamo che rintraccino il Clan dei Sogni e poi vediamo il dà farsi.》
La soluzione di Valek non mi allettava più di tanto: volevo tornare indietro e scrollare lo Sciamano perché sputasse il rospo, ma...
Ero maturata in tutti quegli anni.
《D'accordo, faremo a modo tuo.》mugugnai, guadagnandomi un fugace sorriso da parte sua.
Quando tornammo a casa, fummo accolti da un profumino davvero allettante: Mina ci aveva preparato la cena.
Era passato un giorno e non avevo combinato nulla.
Mi sentivo così... inutile.
《Siamo tornati.》annunciò Valek a voce alta, andando in cerca di sua sorella.
Io, invece, rimasi lì, immobile sull'uscio, in bilico fra sofferenza e disgusto verso me stessa.
《Kira. Vieni?》
A quella domanda, alzai gli occhi di scatto, sobbalzando leggermente, e mi trovai davanti il mio compagno con un'espressione preoccupata in volto.
《S-sì... Arrivo...》balbettai, chiudendo la porta ed incamminandomi in direzione della cucina.
《Aspetta un attimo.》Valek mi prese per un braccio quando gli passai accanto e frenò la mia fuga. Con una specie di giravolta, mi ritrovai imprigionata fra le sue braccia.《So che sei una donna tosta, ma con me puoi parlare di qualsiasi cosa. Lo sai. Soprattutto in un momento come questo.》Le sue parole dolci mi fecero capitolare definitivamente.
《Da quando è stata rapita non ho combinato nulla: per la maggior parte del tempo ho dormito oppure pianto. Mi sento inutile e... Valek, possibile che io non possa fare nulla, se non aspettare?》Tutto ciò che pensavo si riversò fuori dalla mia bocca in un secondo, lasciandomi tremante e senza fiato.
Non sarei riuscita a resistere un altro minuto.
《Oh, amore mio...》Valek mi abbracciò forte, appoggiando la guancia sulla mia testa.《Anch'io vorrei agire, non sopporto di starmene qui con le mani in mano mentre Aysa è imprigionata chissà dove, ma... Dobbiamo aspettare. È necessario aspettare. Quando Ike avrà trovato quella Ellis, partiremo e, finalmente, avremo le risposte che cerchiamo. So che le mie parole non ti piacciono, non piacciono neppure a me, ma abbiamo le mani legate. Ora come ora non possiamo fare nulla se non attendere.》
《Io... Non credo di farcela...》sussurrai la mia debolezza, affondando il volto nel suo petto.
Mi detestavo per quelle parole, per il mio comportamento, ma la verità era che mi sentivo vulnerabile e fragile. Ero alla deriva in un oceano di sofferenza e lacrime.
《Ho bisogno di te.》aggiunsi, scostandomi un poco da lui ed alzandomi sulle punte per baciarlo dolcemente.
Gli occhi verdi di Valek mi fissarono, studiando la mia espressione, la mia disperazione, e poi, lentamente, abbassò il viso, ricambiando il mio bacio e trasformandolo in qualcosa di famelico e divorante.
Gli agganciai le gambe ai fianchi e lui mi sostenne senza sforzo. In pochi passi, arrivammo in camera, dove il mio compagno mi spogliò con mani delicate e mi amò teneramente, tenendomi stretta a sé per tutta la notte.
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