Capitolo 37
Contro la mia volontà, le catene mi depositarono su quell'oscuro altare di pietra gelata, facendomi distendere sulla lastra.
《Quando il tuo sangue scorrerà, Marduk risorgerà...》m'informò quella strana donna, che stavo iniziando a vedere sotto una luce molto diversa.
Ormai la mia testa era diventata un calderone di visioni folli ed assurde: nella mia mente si stavano riversando immagini di un futuro truculento e sanguinario che mai avrei voluto vivere.
《Cosa...》Non riuscivo quasi a parlare tanto mi risultava difficile pensare con quel groviglio di tenebre in testa.《Cosa mi... stai facendo?》
Dopo un paio di tentativi, riuscii finalmente a porre la mia domanda, ma in cambio ricevetti una risatina infantile ed irritante.
《L'essenza di Marduk sta iniziando ad entrare in te...》mi avvisò gentilmente la donna che credevo essere la mia Aysa.
Cominciavo a sentirmi strana: ero sdraiata su una lastra di pietra eppure non percepivo il freddo, ma un caldo infernale che mi ribolliva dentro.
《E... cosa...》Parlare risultava sempre più complicato, però non volevo dargliela vinta: doveva liberarmi e salvare la mia famiglia.
《Marduk sta divorando la tua anima, ben presto non sentirai più nulla》mi consolò lei, agitando la mani destra nell'aria.
Dal nulla apparve un pugnale dalla lama nera con l'elsa rosso sangue, a dir la verità non possedeva un'aria molto minacciosa, ma io ero incatenata quindi...
Presi a dimenarmi con le poche forze che Marduk non mi aveva ancora rubato, però le catene non cedettero di un millimetro, anzi rinserrarono la presa, ferendomi polsi e caviglie a sangue.
《Fermati...》pregai la donna con un filo di voce mentre lei mi si avvicinava, brandendo il pugnale da cerimonia.
《Mi fermerò solamente quando Marduk me l'ordinerà》rispose così alla mia supplica ed io girai il volto dall'altra parte.
Se dovevo morire, preferivo farlo contemplando il viso dei miei cari.
Mi dispiace...
Io...
Non ce l'ho fatta...
I miei occhi si riempiono di lacrime che scivolarono lungo le guance per poi evaporare a contatto con la fredda pietra incandescente.
Lee, Nadja, mi dispiace avervi coinvolti in tutta questa storia. Per colpa mia la vostra bambina non rivedrà più i suoi genitori...
Padre, sei sempre stato così paziente ed amorevole con me mentre io... Ti davo solamente problemi... Il mio più grande rimpianto è quello di averti detto troppo tardi quanto ti amavo...
E tu, mio dolce Valek, mio unico compagno...
La prima volta che ci siamo incontrati volevi uccidermi eppure io non ho mai creduto a quella facciata impenetrabile e priva di sentimenti che tu sbandieravi ai quattro venti. Sapevo che dentro di te si nascondeva lo spirito di un guerriero forte ed indomito, ma anche un cuore puro e colmo d'amore... Ti chiedo scusa... Non sono riuscita a salvare la nostra bambina dalle grinfie delle tenebre, io... Dopotutto non sono così forte come voglio far credere...
《Tu!》mi apostrofò una voce stridula, richiamandomi a forza dalle nebbie dall'incoscienza.《Cosa stai facendo?!》
I miei occhi si riaprirono con molta fatica, non ricordavo neppure di averli chiusi, ed il volto di una donna con le iride verde e nere mi si parò davanti. I suoi lineamenti erano distorti dalla sofferenza e dal terrore, anche se non ne comprendevo il motivo.
《Io?》gracchiai con voce roca ed inconsistente, cercando di capire dove mi trovavo.
Ero destabilizzata: nella mia testa le immagini di morte continuavano a seminare orrore e paura mentre il mio cuore era racchiuso in una morsa di dolore puro e cieco.
《Quella canzone!》sbraitò la donna, gettando a terra il pugnale e portandosi le mani alle orecchie come se provasse un'immensa sofferenza.
Canzone...
Quale canzone?
Cercai di far funzionare il cervello e, lentamente, riuscii ad udire anch'io ciò che spaventava tanto la mia nemica.
Era la melodia che canticchiava sempre Valek quando è incinta: man mano che la pancia cresceva, lui si faceva sempre più premuroso ed amorevole ed ogni notte si addormentava con una mano sul mio ventre fischiettando un allegro motivetto. Un giorno gli chiesi spiegazioni e lui mi rispose, imbarazzato e triste, che quella canzone era uno dei pochi ricordi che possedeva di sua madre: lei la cantava sempre a Mina e Valek l'ascoltava per ore intere senza stancarsi.
Quando me lo dissi, mi vennero le lacrime agli occhi e piansi, abbracciata a lui, anche se quello, per lui, doveva essere un ricordo felice, a me pareva solamente straziante.
Però...
Chi stava cantando in quel momento?
《Finiscila! Mi stai facendo impazzire!》urlò la donna dagli occhi bicolore, allentando la morsa delle catene.
Riuscii a muovere braccia e gambe, ma la mia testa era talmente frastornata che non mi serviva a niente liberare il corpo.
《Non sono io...》mormorai senza fiato.
Ogni respiro era un'agonia senza pari.
《La canzone... è Valek...》
Ogni parola era una pugnalata al cuore.
《La... riconosci?》
Ero in bilico fra realtà e follia, ma cercavo di resistere: Marduk stava entrando dentro di me, lo sentivo sempre più forte, però...
Se davvero quella donna era la mia Aysa, non potevo mollare...
《Io... io...》balbettò la donna confusa e sconvolta. Aveva gli occhi arrossati come se avesse pianto ed il suo volto aveva perso tutta la crudeltà di prima, rivelando il viso di una ragazzina spaventata.
《Dimmi... La riconosci?》
Mi accorsi immediatamente quando la consapevolezza tornò ad illuminare i suoi occhi: prima erano perle colorate e cuore mentre dopo...
L'iride scuro si colmò di forza ed oscurità mentre quello smeraldo di determinazione e tenacia.
《S-sì... La riconosco...》mi rispose in tono molto più pacato e calmo come se la guerra dentro di lei fosse cessata.
Non avevo più l'energia necessaria per parlare, ma volevo farle sapere che l'amavo, nonostante tutto quello che le avevano fatto.
La guardai negli occhi, così simili ai miei ed a quelli del mio unico amore, e le feci un sorriso: ero felice di sapere che era viva, ero felice di sapere che lei sarebbe vissuta, ero felice di averla ritrovata.
《No... Non può finire così... Io...》
La udii gridare, disperata ed impotente, ma ormai non possedevo le forze necessarie per tenere gli occhi aperti e neppure per oppormi alla presenza malefica di Marduk.
Mi abbandonai alla corrente di malvagità e fuoco che mi scorreva dentro mentre venivo inghiottita nelle tenebre più oscure ed il mondo cessava di esistere.
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