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Capitolo 35

Ripresi i sensi di colpo: mi alzai a sedere di scatto, annaspando in cerca d'aria e tossendo ferocemente.
Ma che diavolo...?
I ricordi tornarono prepotentemente alla mia memoria: avevo avuto un'alterco, chiamiamolo così, con Colec e l'avevo spuntata io.
Non sapevo se esserne contenta oppure no.
Man mano che mi riprendevo, riuscivo a pensare con maggior lucidità ed anche il mio corpo ne traeva vantaggio: la tosse si spense velocemente, i polmoni tornarono funzionanti e la vista mi si schiarì.
Ci volle solamente un'occhiata per capire dov'ero finita.
《Ma questa... È la grotta della mia visione...》mormorai, senza fiato dallo sconcerto.
Mi rialzai da terra, un pochino barcollante, ma pronta a dar battaglia a chiunque si fosse messo fra me e la mia famiglia.
La maestosa porta che congiungeva i mondi era lì, di fronte a me: alta e magnifica con un solo catenaccio a frenare l'invasione di demoni.
Il mio sguardo, però, non si soffermò a lungo su di essa, ma vagò fino a trovare le colonne di marmo in cui erano rinchiusi i miei amici.
Senza indugi e senza fermarmi a pensare, mi misi a correre verso di loro: volevo vedere i loro volti, volevo toccarli, volevo salvarli.
Arrivai, col fiato corto e quasi stremata: mai distanza fu più letale.
Appoggiai le mani alle ginocchia e cercai di riprendermi per la seconda volta nel giro di pochi minuti.
Spero che non diventi un'abitudine...
Solitamente ero forte e veloce, però l'atmosfera di quel posto fiaccava anche il mio corpo, oltre al mio spirito: l'aria era intrisa di rassegnazione e pena e trovavo difficile perfino mettere insieme un pensiero coerente.
Lentamente raddrizzai la schiena e scrutai i volti della mia famiglia: parevano sereni, avvolti da una patina di calma.
《Lee... Nadja...》Pronunciai i loro nomi mentre con dita leggere e tremanti sfioravo i loro lineamenti lisci e privi d'imperfezioni.《Padre... Valek...》Le lacrime scorrevano senza freni sulle mie gote ed un nodo alla gola m'impediva quasi di respirare.
《Come posso salvarvi? Ditemelo voi. Io... Ho sfidato la morte per venire qui ed ora...》
La vista fu offuscata dal pianto e dal dolore: mi accartocciai su me stessa in preda alla sofferenza più atroce.
Mi trovavo ad un passo dai miei affetti più cari eppure non potevo fare nulla.
Io non sapevo come liberarli da quella marmorea prigione.
《Che spettacolo patetico》commentò una voce melodiosa e femminile.《La grande e potente Kira messa in ginocchio da una banale magia demoniaca.》
Mi passai una mano sul volto arrossato prima di rialzarmi in piedi: dal dolore stavo passando alla rabbia, un'emozione a me molto più congeniale.
Senza riflettere evocai un lupo d'ombra, alto quanto me però molto più massiccio, ed insieme fronteggiammo la nuova minaccia.
Mi aspettavo un altro essere ributtante come Colec oppure infido come Jonah, ma quando mi voltai non trovai nulla di tutto questo.
Lei era semplicemente stupenda.
Il suo corpo era flessuoso ed esile, fasciato da un vestito rosso sangue che ne sottolineava le curve e la potenza. Possedeva capelli così lunghi che spazzavano il pavimento roccioso: erano scuri come ali di corvo ma con sfumature cobalto.
Un colore unico ed inimitabile.
Riuscivo a scorgere solamente metà del suo volto dall'incarnato candido: due labbra carnose ed un nasino aristocratico.
Gli occhi erano celati da un immenso velo che le fluiva alle spalle confondendosi fra le ciocche scure.
《Chi sei?》le domandai con voce arrochita dal pianto.
Aveva parlato di magia demoniaca, ma...
Di cosa si trattava?
Era reversibile?
《Io?》ribattè lei con una risatina.《Solo un mero strumento del grande Marduk. E la persona che ti ucciderà.》
Quasi mi cadde la mandibola a terra non appena udii quelle sfrontate parole: molti avevano provato a farmi fuori durante le varie Missioni a cui avevo partecipato, però mai nessuno mi aveva parlato con un tono del genere.
Assoluto e privo di umanità.
Quella donna mi faceva venire i brividi eppure...
Il mio sesto senso mi diceva che qualcosa non tornava: a quel puzzle intricato e mostruoso mancava un tassello, anche se non capivo quale.
《Mi vuoi uccidere?》la sfottei io, stampandomi in volto un ghigno divertito.《Puoi provarci, ma dubito che ci riuscirai!》
All'improvviso si levò un vento gelido che m'intorpidì le membra all'istante: il lupo d'ombra scattò all'attacco, però una barriera invisibile lo scaraventò contro la colonna di marmo dov'erano prigionieri Nadja e Lee.
《No!》esclamai, spaventata dalla prospettiva di arrecare qualche danno al marmo.
Richiamai il lupo dentro di me e decisi di affrontare la donna misteriosa senza l'aiuto di ombre e tenebre.
《Maledetta...》ringhiai prima di lanciarmi all'attacco.
Cercai di mandarla al tappeto con un calcio, ma la barriera respinse anche me, gettandomi a terra. Il fiato mi uscì di colpo e ci volle qualche istante perché io potessi riprendermi.
Quando mi alzai, portai una mano al petto e sentii che un paio di costole si erano incrinate, il che non doveva succedere. Ero uno spirito: il mio corpo si trovava nello studio di Nikolas, al sicuro, sorvegliato da Mina.
《Sorpresa?》domandò la donna, deliziare dalla mia confusione.《Teoricamente non dovresti provare dolore né dovresti ferirti però... Sai... Ci serve un sacrificio e le regole si possono... interpretare, diciamo...》
Le sue labbra s'incurvarono in un affascinante sorriso mentre il vento mi feriva il volto, lasciandomi graffi sanguinanti su entrambe le guance.
《Non credere che questo piccolo particolare mi fermi》affermai, asciugandomi il sangue dal viso con un gesto sprezzante.《Io salverò la mia famiglia!》
Mi lanciai nuovamente all'attacco, ma, stavolta, non appena arrivai alla barriera, evocai una lancia d'ombra a cui infusi tutta la mia energia.
《Vediamo se riderai ancora!》
Brandii la lancia e la piantai con tutte le mie forze nella cupola invisibile che circondava quel maledetta donna, incontrai resistenza, però non mi fermai ed affondai l'arma quanto più potei.
Con un rumore di vetri infranti, la barriera venne distrutta dalla mia lancia di tenebre ed io giunsi di fronte alla mia avversaria che fece istintivamente un passo indietro.
Il velo le cadde dal capo rivelando i suoi occhi: ne possedeva uno verde ed uno nero.
《Non... è... possibile...》

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