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Capitolo 34

Le parole di Colec risuonarono a lungo nella mia testa.
Aveva ragione: io non potevo salvarli.
Non riuscivo nemmeno a muovermi.
Percepivo il mio corpo allontanarsi sempre più da me, come se si stesse separando dalla mia mente. E, mentre non possedevo alcun controllo sulle mie membra sempre più stanche, i miei pensieri si facevano offuscati e confusi.
Dovevo fare qualcosa d'mportante, ma...
Non riuscivo a ricordare cosa.
E poi...
Non era così vitale, dopotutto.
Ecco... Così... Abbandonati all'oblio...》La voce di Colec era soffice e suadente: faceva venir voglia di sdraiarsi e dormire.
L'aria calda solleticava piacevolmente la mia pelle mentre tutto intorno a noi si liquefaceva, producendo strani ed inquietanti rumori.
Ma non m'interessava.
Ero troppo stanca e sfiduciata.
Ormai non mi rimaneva più nulla.
Perché avrei dovuto combattere?
Non arrenderti...
Una voce così flebile da somigliare ad un sussurro mi carezzò la mente.
Mi era familiare, ma non riuscivo a concentrarmi abbastanza per ricondurla ad un volto.
Ero in ginocchio ed avevo gli occhi chiusi: dovevo solamente lasciarmi andare e tutto sarebbe finito.
Io ho fiducia in te, piccolo lupo...
Io ti amo...
Ora e per sempre...
"Piccolo lupo"?
Esisteva una persona che mi chiamava in quel modo, però...
Mugolai d'impazienza e frustrazione, cercando negli angoli più remoti della mia anima un ricordo da associare a quel nomignolo.

La sua bocca era sul mio collo ed i suoi baci dolci e leggeri mi facevano il solletico.
《Non ridere! Non puoi farmi questo, piccolo lupo!》esclamò ridendo una voce maschile.
Non potevo vederlo: si trovava alle mie spalle e mi circondava con le braccia, col suo calore.
《È colpa tua! Mi stai facendo il solletico!》ridacchiai, contorcendomi nella sua dolce presa.
《Sei sempre la solita, amore mio...》mormorò lui mentre le sue mani risalivano il mio corpo con venerazione.《Ma ti amo proprio per questo...》
Probabilmente disse qualcos'altro, ma, dopo che ricominciò a baciarmi la pelle accaldata, tutto il resto perse importanza...

Lui era il mio compagno...
La mia metà...
Ricordare mi procurava un dolore immenso: la testa si stava spaccando mentre le lacrime fluivano libere sul mio volto.
Era un ragazzo dolce, gentile, ma forte e tenace.
Più particolari mi ritornavano alla mente più la sofferenza aumentava, però...
Non riuscivo a fermarmi: dovevo dare un volto a quella voce, a volte scherzosa a volte feroce.
Lentamente, dai meandri più oscuri del mio spirito, guizzò una fiamma color smeraldo che iniziò piano piano a riscaldarmi. Possedeva un colore così intenso e brillante, un colore familiare, un colore che mi faceva pensare ad una parola in particolare: casa.
Quel verde, quel calore...
Mi sentivo al sicuro, protetta, amata...
Non appena composi questo pensiero, l'immagine di un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi verdi apparve chiaro nella mia mente.
《Valek...》Sentii la mia voce, roca e stanca, pronunciare quel nome.
Ma certo!
È lui...
Io devo salvarlo...
Tornai in me con un respiro spezzato: spalancai di colpo gli occhi e mi ritrovai sdraiata su una roccia incandescente, circondata da devastazione.
《Ma cosa...?》brontolai, mettendomi a sedere con fatica.
Mi massaggiai le tempie, cercando di rimettere in sesto la mia povera e provata testa: gli ultimi momenti erano solamente una macchia confusa ed indistinta nella mia mente.
Come hai fatto a tornare?》tuonò una voce che mi fece rabbrividire da capo a piedi.
Con un movimento fluido, anche se forse un poco incerto, mi alzai, pronta a fronteggiare la minaccia, e mi accorsi che Colec mi sovrastava, imponente come l'avevo lasciato.
《Tornare da dove?》gli chiesi, anche se, forse, non lo volevo sapere.
In quello strano posto le cose erano confuse, potenzialmente letali e decisamente complicate.
Stavi morendo, mortale. Eri diretta verso il fiume dell'oblio, un luogo da cui non si può tornare...》Stranamente il Guardiano del Portale mi rispose, anche se in tono seccato: guardarlo mentre parlava era uno spettacolo da brivido.
La carne sciolta gocciolava da ogni parte e dovevo dare attenzione a non venire investita dal suo fiato mefitico.
《Ma qualcosa mi ha trattenuto...》continuai il suo ragionamento, con un leggero sorriso che m'incurvava le labbra screpolate.
Valek...
Era stato lui: il suo amore per me era così forte che mi aveva riportata indietro.
Cos'è successo?! Dovevi morire!!》esclamò, decisamente infuriato, Colec mentre il fiume di lava dove eravamo s'ingrossava, diventando impetuoso.
《È stato l'amore a trattenermi. Il sentimento più potente che possa esistere: neppure tu saresti in grado di sconfiggerlo》gli spiegai, calma e pacata nonostante la voglia di combattere che mi pervadeva.《Quindi ti conviene dirmi dov'è la mia famiglia!》
Nonostante Colec fosse una ripugnante creatura, provvista di corna ricurve ed occhi terrificanti, capii che, sotto sotto, era sconcertato dal mio... ritorno, come lo chiamava lui.
E sia...》brontolò il Guardiano di malavoglia.《Ho il divieto di uccidere i viaggiatori come te, a meno che essi stessi non invochino la morte.
Interessante regola, però io volevo andare e non intrattenermi a fare conversazione.
《Tutto questo è molto... affascinante, ma... Vorrei davvero raggiungere la mia famiglia quindi...》lo esortai a continuare nelle sue spiegazioni, ben conscia che ogni minuto perso era un minuto che passavo lontano dal mio Valek.
Non essere così irruente, mortale. Il luogo in cui sei diretta è intriso di morte e sofferenza: chiunque vi abbia nero piede non è mai tornato indietro》continuò Colec, allontanandosi dalla mia, sempre più piccola, roccia.
《Non m'interessa. Io devo raggiungere quella grotta e nulla di ciò che mi dirai, mi potrà far cambiare idea》affermai, decisa, ma soprattutto stanca di tutta quella manfrina.
Parole coraggiose per una ragazza che stava per cadere nell'oblio...》commentò divertito lui.《E sia. Buon viaggio verso la morte.
Alle sue parole, gli ultimi centimetri di roccia che mi erano rimasti sotto i piedi si sciolsero, facendomi cadere in quell'oceano di lava che mi risucchiò senza possibilità di scampo.

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