Capitolo 32
Più nuotavo e più andavo a fondo, il che era teoricamente impossibile, eppure...
Non vedevo nulla, l'acqua era troppo torbida e scura, però sentivo ed era molto peggio.
《Hai le mani sporche di sangue...》
《Cosa si prova ad aver ucciso la propria famiglia?》
《Non li rivedrai mai più!》
Avevo una vaga idea a chi appartenessero quelle voci, ma si trattava di uno scenario che non volevo prendere in considerazione, neppure se fosse stato l'unico possibile.
Cercando di escluderle dalla mia mente, mi concentrai sul mio corpo: i miei arti eseguivano i giusti movimenti però non mi stavo avvicinando alla superficie.
Sempre se esiste...
I miei polmoni erano in fiamme e non sapevo quanto a lungo sarei riuscita a trattenere il fiato, ma non potevo arrendermi.
I miei amici, la mia famiglia, contavano tutti su di me.
Ed io non li avrei delusi.
Rinfrancata da questi pensieri, scalciai con rinnovata determinazione e mi accorsi, un poco stupita, di riuscire, finalmente, a muovermi.
Certo, erano bracciate un po' sconnesse, però, riuscivo ad intravedere una timida lucina, qualche metro sopra la mia testa, che mi faceva ben sperare.
Ancora un poco...
Devo resistere ancora un poco...
All'improvviso avvertii una mano gelida sulla caviglia che strinse ed iniziò a trascinarmi lentamente sul fondo.
No!
Maledizione!
Provai a dimenarmi, ma quelle fredde dita parevano incollate alla mia pelle e non riuscii a liberarmi. Decisi, allora, di cambiare strategia: mi arresi, smettendo di nuotare, e feci dietrofront, pronta ad affrontare il nemico, sperando che la poca aria contenuta nei miei polmoni bastasse.
Peccato che non fossi preparata a ciò che mi aspettava.
La mano che aveva ghermito la mia caviglia apparteneva alla mia più cara amica che ora mi fissava con occhi vacui e morti mentre i suoi capelli, un volta biondi, fluttuavano nell'acqua, incorniciandole il volto scarno ed in putrefazione.
Dallo spavento, aprii la bocca per gridare il suo nome, ma riuscii solamente ad intaccare la mia, già povera, riserva d'aria.
Ma che sta succedendo?!
Cercai, comunque, di liberarmi dalla sua ferrea presa, però tutti i miei sforzi furono vani: lei possedeva una forza che a me mancava ed io non potei fare altro che farmi trascinare negli abissi da quella che, in vita, era stata uno dei pilastri della mia esistenza.
Mi risvegliai tossendo e sputacchiando acqua torbida e con un pessimo sapore. I miei pensieri erano inceppati su ciò che avevo visto, ma, fortunatamente, il mio corpo reagì istantaneamente, grazie agli intensi allenamenti a cui mi sottoponevo continuamente.
Ancora intontita e confusa, riuscii a balzare lontano dalla crepa che si era aperta dove mi ero risvegliata giusto due attimi prima.
Mi ritrovai su un pezzo di roccia che andava alla deriva in un mare di fuoco e magma: l'intenso calore sprigionato da quel luogo era diametralmente opposto al profondo gelo degli abissi che avevo appena sperimentato.
Rimasi in ginocchio qualche secondo per ritrovare un po' di lucidità mentale e ne approfittai per guardarmi in giro.
I vestiti mi si asciugarono addosso mentre i miei occhi studiano l'inquietante ambiente in cui ero capitata: mi trovavo letteralmente in mezzo ad un fiume di lava, dove poche rocce riuscivano a stare a galla qualche secondo prima di finire sciolte dal magma che ribolliva minaccioso.
Quella su cui ero saltata stava tenendo duro, ma sapevo che era solamente questione di minuti e sarei dovuta balzare su un'altra roccia per non finire liquefatta.
《Ma che razza di posto è questo?!》brontolai, schiarendomi la gola ed elimando le ultime tracce della mia nuotata.
Fortunatamente non ero ferita.
Non nel corpo, almeno.
《Questa è l'Unica Via...》mi rispose una voce forte e potente che rimbombò sulle pareti rocciose che racchiudevano quel fiume.《E ti trovi al cospetto di Colec, il Guardiano del Portale...》aggiunse la stessa voce con uno strano tono come se dovessi inchinarmi davanti a tanto sfoggio di potere.
Se lo può scordare!
Mi rialzai, sciogliendo i muscoli ancora irrigiditi dal freddo, e compii un giro su me stessa, cercando di snidare quel tipo, ma non trovai nulla che assomigliasse ad un nascondiglio.
C'eravamo solamente io, le rocce ed il fiume di magma.
《Fatti vedere!》esclamai, balzammo su un masso di fronte a me giusto un attimo prima che la piccola piattaforma dove mi trovavo venisse fagocitata dalla lava.
《Ne sei sicura, piccola mortale?》chiese quella voce, deridendomi e facendomi arrabbiare.
《Certo che ne sono sicura! Soltanto i vigliacchi non mostrano il proprio volto》commentai, acida, sperando di non aver tirato troppo la corda.
《Come preferisci...》
All'improvviso il fiume s'ingrossò ed alte onde di magma si abbatterono sulle povere rocce che già faticavano a stare a galla, sciogliendone la maggior parte e frantumando le altre sulle pareti. Cercai con tutta le mie forze di mantenere l'equilibrio, ma fui sbattuta a terra, dove battei violentemente il volto, anche se ero riuscita a girarmi all'ultimo secondo.
Mi verrà un livido...
La parte destra, dal mento alla tempia, mi doleva enormemente, però, strinsi i denti e mi rialzai, seppur dolorante, sgranando gli occhi davanti allo spaventoso spettacolo che mi si parava di fronte.
Emerse lentamente dal fiume, cosicché io avessi il tempo necessario per studiarlo e memorizzarne gli orribili lineamenti. Le prime a fuoriuscire dal magma furono le corna: imponenti, maestose e ricurve, di un color pece intenso e brillante. Poi fu la volta degli occhi: due braci ardenti in cui potei distinguere le facce di persone piangenti e dolenti.
Quando il volto fu totalmente fuori dal fiume riuscii a stento a non gridare tanto ero agghiacciata: la carne colava dalle ossa bianche come la cera di una candela e scopriva un ghigno così malefico che mi fece tremare da capo a piedi.
《Sei ancora convinta della tua scelta?》Quell'essere non possedeva labbra eppure la sua voce risuonò forte e chiara in quel luogo oscuro e mefitico.
Per la prima volta nella mia vita non riuscii a ribattere.
Provavo un terrore viscerale, mi sentivo piccola ed indifesa al suo cospetto.
Non mi accorsi di essere caduta in ginocchio finché lui non lo disse.
《Brava! Prostrati dinnanzi a Colec!》
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