Capitolo 27
Da una delle molteplici tasche dei suoi pantaloni scuri, la giovane Mina estrasse un coltellino da lancio con la lama luccicante e molto affilata e se l'avvicinò alla mano con aria determinata. Prima che potessi dire o fare alcunché, lei s'incise il palmo diagonalmente, facendo stillare il sangue.
《Mina!》esclamai esterrefatta dal suo gesto.
Lei non disse nulla: mise via il coltellino, intinse due dita nel suo sangue ed iniziò a disegnare degli strani simboli sulla porta.
Dipo qualche secondo, ultimò la sua opera e posò il palmo sano sulla superficie della porta, chiudendo gli occhi.
《Apriti.》ordinò con voce ferma.
Istantaneamente udimmo un rumore soffocato e la porta, che io non ero riuscita ad aprire, lentamente si alzò, scomparendo in una fessura nella parete.
Mentre io fissavo sconcertata tutto quello, Mina tirò fuori dallo zaino una maglietta pulita, dalla quale ricavò una sottile striscia di tessuto con cui si bendò la mano tagliata.
《Come... Come hai fatto?》le chiesi, rimanendo ferma sulla soglia oscura.
La porta si era aperta totalmente ed ora davanti a noi si estendevano le tenebre.
《Io...》La voce della ragazza tornò ad essere fioca ed incerta ed il suo sguardo non incrociò mai il mio.《Credo di... possedere un qualche tipo di potere anch'io...》
Come minimo!
《Tuo fratello... Lo sa?》domandai, sebbene fossi convinta che Valek non ne sapesse nulla.
Ed infatti Mina confermò la mia ipotesi con un cenno della testa.
《Vuoi... Parlarne?》chiesi, in tono titubante.
In quel momento percepii la mancanza di Nadja: era lei quella brava nelle relazioni interpersonali, lei sapeva mettere a proprio agio le persone ed era sempre lei l'amica da cui andavo quando avevo un problema con Valek.
《Io non... Non saprei che dire...》farfugliò Mina, continuando a fissare un punto lontano.《Ti ho già detto che non mi ricordo molto del... periodo trascorso qui sotto... Ma... quando ho visto la porta... Il mio corpo si è praticamente mosso da solo...》
Era una storia inquietante e preoccupante.
Cosa le aveva fatto Nikolas?
Quanto profondamente l'aveva cambiata?
Non possedevo una risposta a quelle terrificanti domande, però di una cosa ero certa.
《Di qualunque cosa si tratti l'affronteremo assieme.》affermai, passandole un braccio attorno alle spalle e stringendola a me.
Mina tremava, forse di paura, forse di freddo, ma appoggiò la testa nell'incavo del mio collo e si lasciò abbracciare.
Chissà cos'altro scopriremo?
Quando la giovane si fu calmata un pochino, decidemmo di varcare la soglia ed addentrarci nelle tenebre.
Dato che le ombre ormai facevano parte del mio essere, avrei dovuto essere immune alla paura del buio e dell'ignoto, ma, in verità, non era per nulla così.
Se prima, lungo il ponte, vi era assenza di odori, là dentro c'erano fin troppi: alcool, metallo, putrefazione, formaldeide.
Mi giunsero uno dopo l'altro al naso, attaccandolo e seviziandolo, tanto che non riuscii a reprimere una smorfia di disgusto.
《Che fetore...》brontolai, mettendomi una mano davanti al naso per evitare di respirare quella puzza.
Mina rimase in silenzio, ma udii dei fruscii e degli strappi provenire dal punto dove si trovava; dopo qualche secondo, sentii la sua mano prendere la mia e poi mi fece stringere le dita su un pezzo di tessuto.
《Copriti naso e bocca con questo.》mi spiegò con voce soffocata.
Velocemente seguii le sue istruzioni e notai con piacere che, grazie a quella maschera antigas improvvisata, riuscivo a sopravvivere meglio all'aggressione odorosa.
《Grazie. Va molto meglio.》le dissi mentre, con la mano, sfioravo la parete in cerca di un interruttore.《Ma non si può fare un po' di luce qui?》borbottai, maledicendo Nikolas e la sua voglia di oscurità.
《Aspetta. Faccio io.》affermò Mina, mettendomi una mano sul braccio per fermarmi.
Non che stessi correndo: dato che il buio era impenetrabile, stavamo camminando piano e con cautela.
《D'accordo, ma niente sangue.》le dissi, fermandomi in mezzo all'oscurità.
《Promesso.》Mina ridacchiò sommessamente e poi l'ambiente fu rischiarato da una fioca illuminazione al neon.
Dovetti sbattere le palpebre un paio di volte per riuscire ad abituarmi alla luce, ma, ben presto, riuscii ad orientarmi.
Ci trovavamo in un anonimo corridoio, infinito e privo di ornamenti.
《Molto meglio, grazie.》Scoccai un sorriso riconoscente a Mina, aggiungendo:《La direzione è obbligatoria quindi...》
La ragazza fissò l'ambiente, pensierosa, e poi annuì, con un secco cenno della testa.
Ci rimettemmo in cammino, con passo più spedito di prima dato che, finalmente, vedevamo dove mettevamo i piedi.
Più andavamo avanti più mi sembrava di scendere nelle viscere della terra.
Provavo uno strano senso di oppressione al petto come se il peggio dovesse ancora accadere, anche se ormai avevo visto abbastanza orrori da riempire le notti a venire.
《Tu sai che c'è alla fine di questo corridoio?》domandai, dopo un po', a Mina, che mi camminava silenziosamente affianco.
《Lo studio.》rispose concisamente lei, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé.
Dovetti mordermi la lingua per non tartassarla di domande.
Che tipo di studio?
Cosa conteneva?
Avremmo trovato altri... fallimenti?
《Una stanza colma di libri e manoscritti antichi.》iniziò a spiegarmi, dopo aver sospirato profondamente.《È lì che Nikolas faceva le sue ricerche.》
《Capisco...》mormorai, leggermente sovrappensiero.
Probabilmente in quello studio avremmo trovato qualche volume riguardante il Clan del Fuoco ed il demone Marduk.
Vale la pena tentare...
《Siamo arrivate.》annunciò Mina di punto in bianco, riscuotendomi dalle mie riflessioni.
La giovane aveva ragione: di fronte a noi, a pochi passi di distanza, una porta in legno con maniglia in ottone faceva bella mostra di sé.
Deglutii rumosamente, ma non feci un passo in direzione di quella porta.
La pelle formicolava come se una miriade d'insetti ci passeggiasse sopra ed il mio stomaco venne stretto in una morsa gelida.
La grotta era immensa, forse persino più grande del villaggio dov'ero cresciuta.
I miei occhi si focalizzarono sull'enorme porta serrata da catenacci, alcuni dei quali, però, erano stati spezzati.
Ai lati di quel portone, notai due colonne in marmo che attirarono immediatamente la mia attenzione.
Neppure il tempo di riflettere che mi ritrovai di fronte ad esse ed il mio cuore si fermò.
I miei amici erano lì, imprigionati per sempre nel marmo, riuscivo a distinguere i loro volti fra le venature della roccia.
Nadja...
Lee...
Mio padre...
Erano tutti morti...
Angolo dell'autrice:
Buongiorno! 😀
Anche se in effetti, qui da me sta diluviando 🌧🌧🌧🌧
Comunque...
Ho due notizie da darvi: una bella ed una brutta. 🙄
Iniziamo con quella brutta così poi vi riprendere 😁
È con immenso dispiacere che vi annuncio la fine di Sangue di Lupo, o meglio la storia di Kira si sta avviando alla fine... 😟😯
Però, la bella notizia è che ho iniziato a pubblicare una nuova storia dal titolo Alla Deriva che spero vi piaccia 😊
Buona lettura a tutti! 😃
Alla prossima! 🌟
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