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Capitolo 25

Il tragitto fino al Clan delle Ombre fu più breve del previsto.
Il mio lupo d'ombra, infatti, era velocissimo ed instancabile come se comprendesse l'enorme importanza del nostro viaggio.
Mina rimase chiusa nel suo silenzio fatto di ricordi, rispondendo ai miei tentativi di conversare solamente con monosillabi. Dopo qualche chilometro, decisi di lasciarla tranquilla: lei non voleva rendermi partecipe del suo dolore ed io non potevo certamente forzarla.
Arrivammo all'ingresso del Clan all'alba del terzo giorno: eravamo stanche e spossate, ma pronte ad affrontare qualsiasi mostro si fosse messo sul nostro cammino.
Smontammo dalla groppa del lupo, che rientrò subito in me, e ci sgranchimmo i muscoli indolenziti prima di stendere un piano.
《Allora, sai se è rimasto qualcuno al villaggio?》domandai a Mina non appena tornò dalla boscaglia.
Aveva l'aria angosciata, ma non commentai in alcun modo: tanto non sarei riuscita a farle cambiare idea.
《Non so... Io... Credo che non sia rimasto nessuno...》mi rispose, incerta, avvicinandosi al burrone in cui dovevamo tuffarci.
《D'accordo, non importa. Teniamo gli occhi aperti ed andrà tutto bene.》cercai di tranquillizzarla, ma non riuscii nel mio intento, sebbene lei mi rivolse un sorriso di ringraziamento.
Cominciamo!
Chiusi gli occhi, concentrandomi sulle ombre che si agitavano dnetro di me, e, quando li riaprii, davanti a noi, vidi uno splendido falcone col piumaggio nero e con due stelle dorate per occhi.
L'animale gracchiò, felice di potersi sgranchire le ali, e si abbassò per agevolare la nostra salita. Appena ci sedemmo a cavalcioni sulla sua schiena, il grande rapace spiegò le ali color pece e si levò in volo, guadagnandosi il cielo in pochi battiti.
《Chiudi gli occhi.》raccomandai a Mina due secondi prima che il falcone si gettasse in picchiata verso la bocca del vulcano inattivo che ospitava il Clan del mio compagno.
Valek...
Spero che tu stia bene...
Trattenni le lacrime e tenni la mente focalizzata sulla nostra Missione: non potevo pensare a lui ed allo zio altrimenti mi sarei distratta ed una distrazione  poteva essermi fatale.

Il villaggio non era cambiato granché dalla mia ultima visita, a parte il fatto che la vegetazione aveva inghiottito quasi interamente quel luogo inospitale.
Le case e le torri erano state avviluppate da piante scure e rampicanti dotate di lunghe spine violacee mentre un edificio basso, lontano un paio di chilometri dal centro del villaggio, non era stato intaccato da quella crescita smisurata di vegetali.
Chissà perché?
《Direi di iniziare da lì.》proposi a Mina, indicando l'edificio in questione.
Il mio istinto mi diceva che quelle quattro mura nascondevano la risposta a tutte le mie domande.
《Io... Va bene... Come vuoi...》sussurrò la ragazza, scrutando i dintorni come se si aspettasse un attacco a sorpresa.
《Non temere, Mina. Ti proteggo io.》le dissi, determinata, ma non riuscii a cancellare le ombre dai suoi occhi.

Camminammo a passo spedito, ma con circospezione: non credevo che le piante potessero attaccarci, però...
Non si sa mai...
Meglio peccare di cautela che trovarsi nei pasticci per incuria.
Man mano che ci avvicinavamo a quell'edificio, Mina rabbrividiva sempre più come se sapesse già cosa celava quel posto.
Forse è proprio così...
Quella rivelazione mi colpì come una mazzata: lei aveva vissuto a stretto contatto con Nikolas quindi doveva essere a conoscenza dei suoi segreti.
Però non aveva mai raccontato nulla né a me né a suo fratello e non capivo il motivo del suo silenzio.
《Arrivate.》affermai, solamente per spezzare il denso silenzio che ci avvolgeva.
La facciata dell'edificio era grigia ed anonima: non comprendevo cosa potesse esserci all'interno, ma presto l'avremmo scoperto.
《Pronta?》chiesi a Mina, che annuì con un lieve cenno della testa.
Posai la mani sulla ruvida maniglia arrugginita, l'abbassai e spalancai la porta con forza.
《Ora capisco... È un laboratorio...》mormorai, studiando le apparecchiature impolverate che tappezzavano l'interno.
Molte non sapevo neppure a che cosa servivano, però, durante il nostro sopralluogo, trovai anche un lettino con cinghie in corrispondenza di polsi e caviglie ed una serie di siringhe contenenti uno strano liquido viola scuro.
Quel posto era immenso e terrificante, ma non riuscii a trovare nulla di utile, finché...
《Hai sentito?》chiesi conferma a Mina, che, però, non mi rispose concentrata com'era nel cercare fra i documenti di Nikolas, che tappezzavano l'unica scrivania presente nell'edificio.
D'accordo.
Faccio da sola...
Tornai sui miei passi e lo risentii: un rumore insolito, vuoto, come se sotto di me ci fosse un altro locale. Localizzato il punto esatto, mi misi a carponi ed iniziai a bussare sulle assi che costituivano il pavimento.
Perfetto!
Chiusi la mano a pugno e colpii il legno con tutta la mia forza, creando un buco abbastanza ampio da poterci passare.
《Ehi! Che combini?!》esclamò Mina, accorrendo al mio fianco.
La guardai sorridendo, felice della mia scoperta, ma lei impallidì non appena vide il passaggio.
《D'accordo. Ora basta.》affermai decisa, alzandomi da terra per fronteggiare la sorellina di Valek.《Dimmi che ti sta succedendo.》
Non devo una domanda, ma le diedi un ordine.
Anche la mia vita non era stata facile, però ero riuscita ad uscire da quel tunnel oscuro ed avevo trovato il valore di una famiglia e l'amore di un uomo.
Per poter andare avanti, anche Mina doveva chiudere i conti col passato, ma doveva confidarsi, non poteva continuare a tenersi tutto dentro altrimenti i suoi demoni l'avrebbero divorata.
《Io...》Sul volto della ragazza si susseguirono una marea di emozioni diverse, fra cui il dolore e la paura, due se timenti che conoscevo molto bene.《Sono già stata qui. Quando ero piccola... Nikolas mi portava qui ogni volta che Valek partiva per una Missione... Poi, però, cancellava i ricordi dalla mia mente cosicché io non potessi parlare dei suoi esperimenti con mio fratello...》
Esperimenti?
《Che genere di...》Non sapevo come porre la domanda senza sembrare insensibile, ma Mina capì al volo e si rabbuiò in volto.
《Voleva creare l'essere perfetto. Una creatura invincibile ed immortale, ma...》Iniziò a tremare mentre ripensava alla sua infanzia.《Erano più numerosi i fallimenti dei successi e... Lui li rinchiudeva qui: nel Limbo.》

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