Capitolo 20
Mi ero trasferito in quel posto tranquillo e poco frequentato da quando avevo lasciato il mio ruolo di Sciamano.
Un incarico che avevo accettato per vendetta.
Un incarico che diventava sempre più pesante ogni giorno che passava.
Un incarico che avevo, felicemente, lasciato ad Ike, un uomo sicuramente migliore di me.
Lui era una delle poche persone che potevo chiamare amico.
Sospirai affranto, rialzandomi da terra: mi trovavo ai piedi della stele commemorativa di mia sorella Val, la madre di Kira. Era lucida e nera come le altre, ma avevo fatto incidere alcuni fiori selvatici, i suoi preferiti, per renderla speciale.
《Sorellina...》mormorai, sconsolato, lasciando un fascio di rose azzurre sulla sua tomba.《Nonostante siano passati, ormai, molti anni, mi manchi immensamente... Tua figlia Kira è diventata madre... Forse Valek non è il compagno che avresti voluto per lei, ma è perfetto... Si compensano a vicenda...》
Un'unica lacrima scivolò lungo il mio volto, cadendo a terra e perdendosi fra l'erba bassa che ricopriva il Cimitero degli Eroi.
《Ora devo andare, dolcezza... Ma tornerò a trovarmi molto presto...》Le mie parole furono inghiottite dal vento e trasportate verso il luogo dove si trovava la mia dolce sorellina.
Camminai lentamente, guardando tutte quelle lapidi.
Quante persone hanno perso la vita...
Molti erano periti durante la battaglia in cui era morta Val, combattendo contro il demone che era stato rinchiuso nel corpo di Kira, anche se per tutta una strana serie di cause ora apparteneva a Valek, mentre altri eseguendo i miei ordini, cosa di cui porterò il peso per tutto il resto della mia vita.
Tornai alla mia silenziosa dimora, pronto ad iniziare un'altra giornata di solitudine, ma, non appena cominciai a cucinare, arte in cui, modestamente, eccellevo, qualcuno bussò alla mia porta.
Strano...
Nessuno veniva a trovarmi, a parte Ike ed i suoi allievi. Con mia nipote, i rapporti erano quasi inesistenti dato che avevo torturato il suo compagno tempo addietro, cosa per cui non mi perdonava ancora nonostante affermasse il contrario.
Mi concentrai per un istante e percepii la presenza di Kira, del suo compagno e della sorellina Mina quindi gli diedi il permesso di entrare, curioso di sapere che il motivo di quella visita. Sapevo che Aysa era stata rapita e non comprendevo il perché di quell'improvvisata: io non conoscevo i fatti, ma avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per aiutarli.
Aspettando che i ragazzi entrassero, mi rimisi all'opera: stavo cucinando uno stufato seguendo una nuova ricetta di mia invenzione.
D'un tratto avvertii una presenza alle mie spalle, mi girai col mestolo in mano e trovai Kira, fissarmi sospettosa.
I suoi occhi scuri erano penetranti ed insondabili, decisamente più inquietanti delle iridi verdi che la contraddistinguevano una volta.
《Ciao.》la salutai tranquillamente, non capendo il motivo di tutta quella circospezione.
《Ciao. Sei solo?》mi domandò, studiando a fondo la mia cucina come se si aspettasse un attacco da un momento all'altro.
《Beh... Sì, come sempre.》le risposi, tornando al mio stufato. Non volevo farlo bruciare così abbassai la fiamma e riportai la mia attenzione su Kira.
《Quindi non sai cos'è successo...》osservò lei, fissandomi negli occhi per studiare la mia reazione.
《So solo che la piccola Aysa è stata rapita. Avete novità?》chiesi, confuso dalle sue parole.
《Venite, ragazzi.》gridò, affacciandosi alla porta della cucina e subito comparvero Valek e Mina.《Zio Stefan è pulito.》
《Almeno lui...》borbottò il ragazzo, sedendosi a tavola subito imitato dalla sorella.
Ma che diavolo sta succedendo?
《Ho capito.》dissi quando, finalmente, Kira mi spiegò tutta la situazione.《Quindi volete andare al Clan del Fuoco per ritrovare Aysa, Nadja e probabilmente Ike.》
《Esatto.》asserì lei, iniziando a divorare il mio stufato.《Tu sai dove si trova?》chiese con la bocca piena.
Valek e Mina erano molto più educati a tavola, ma adoravo la spontaneità di mia nipote.
《Domanda difficile visto che non si tratta proprio di un Clan...》risposi, riempiendo una seconda volta la ciotola della giovane Mina per poi sedermi accanto a loro.
《In che senso?》mi chiese Valek, perplesso dalla mia affermazione.
《Più che un Clan si tratta di una setta, i membri sono adoratori del demone Marduk.》iniziai a spiegare loro, ricordando quello che avevo letto in uno dei miei libri.《Già sapete che il nostro mondo non è l'unico possibile, ma forse non sapete che alcune persone possono creare portali, ossia varchi nello spazio e, probabilmente, anche nel tempo, sebbene questo non sia mai stato appurato.》
《Scusi, ma... Cosa c'entra questo col fatto che nessuno sa dove si trovi il Clan?》domandò Mina con sguardo confuso, mettendo da parte la ciotola ormai vuota.
《C'entra moltissimo, invece, visto che la loro... sede, diciamo, non esiste.》
Angolo dell'autrice:
Buondì! 😀
Ecco un altro personaggio che probabilmente ho lasciato in disparte 😟
Il caro zietto non è l'uomo forte ed invincibile che tutti credono,
anzi... 😯
Se continuo così, dovrò scrivere un altro libro! 🙄
Buona lettura! 😄
Alla prossima! 🌟
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