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Capitolo 2

Non riuscivo a credere ai miei occhi.
Quel frugoletto l'avevo creato io, anzi l'avevamo creato io e Valek.
Il dottor Féas si avvicinò a noi e mi porse quella creaturina piangente che io non sapevo neppure da che parte prendere.
Valek strappò il lenzuolo dal letto e ci avvolse la bambina che agitava i piccoli pugnetti in aria, protestando a gran voce.
《Vuole la sua mamma.》osservò, divertito il Medico, guardandoci con affetto prima di tornare ai suoi compiti.
《È splendida...》mormorò con reverenza Valek, cullando la bimba.
Io ero semplicemente distrutta: provavo una spossatezza infinita, tanto che le palpebre stavano per chiudersi, ma volevo vederla, volevo vedere mia figlia.
Accidenti...
Sono diventata...
Madre...
Era un pensiero terrificante e meraviglioso allo stesso tempo.
《Vieni, tesorino... Ti presento la mamma...》Sentire il mio ragazzo parlare con tono così dolce e carezzevole mi riempì il cuore di gioia, oltre che farmi sorridere.
Facendo forza sugli avambracci, mi alzai un poco e riuscii a sedermi con la schiena appoggiata ai cuscini così da poter tenere poi comodamente la bimba che Valek mi stava passando.
《È... bellissima...》mormorai senza fiato.
Era piccola, con radi capelli scuri e due occhietti vivaci: uno verde e l'altro nero.
Un brivido mi corse lungo la schiena quando capii che un parte del mio incubo si era avverata.
È solo stress...
Per quanto per lo ripetessi, la cosa non mi tranquillizzava per nulla: la brutta sensazione rimaneva lì, in fondo al mio cuore.
《Certo!》asserì Valek con un sorriso radioso.《Dopotutto tu sei la sua mamma.》
Lo fissai divertita mentre aiutavo la piccola Aysa a fare il suo primo pasto. Quando iniziò a succhiare rumorosamente, una risata di pura gioia mi sgorgò dalla cuore: avevo un ragazzo che mi amava ed avevo appena dato alla luce una bambina bellissima.
Ma proprio in quel momento di massima felicità successe l'impensabile.
Percepii un cambiamento nell'atmosfera che mi fece rizzare i capelli; mi strinsi la bimba al petto e scoccai un'occhiata preoccupata a Valek.
Sì, l'aveva percepito anche lui.
Il dottor Féas era uscito pochi istanti prima, dicendo che avrebbe mandato un'infermiera, ma non credevo proprio fosse lei la persona che stava arrivando.
《Valek.》Lo guardai nervosa ed impaurita. Ero debole e sicuramente non sarei riuscita ad evocare nessun animale d'ombra: ero praticamente indifesa.
《Non preoccuparti, Kira. Ci sono io.》mi tranquillizzò lui, avvicinandosi alla finestra e scostando la tenda color panna per dare un'occhiata fuori.《Sembra tutto tranquillo. Però...》aggiunse, aggrottando la fronte in un modo che non mi piacque per niente.
《Però... Cosa?》domandai, sempre più in allarme.
La piccola Aysa era l'unica tranquilla in quella stanza, infatti continuava la sua poppata in serenità.
《Non so... È solo una sensazione... È tutto troppo tranquillo...》La risposta di Valek non fu rassicurante, ma spietatamente sincera.
Abbandonò la finestra, risistemando la tenda, e si avvicinò a me.
《Vado a dare un'occhiata.》mi comunicò, dando un rapido bacio in fronte alla piccola.《Torno subito.》
Volevo fermarlo, dirgli di non andare, di rimanere assieme a noi, ma sapevo che non mi avrebbe ascoltata, era testardo quasi quanto me.
《Stai attento.》gli dissi, guardandolo negli occhi e comunicandogli tutta la mia preoccupazione.
《Sempre.》ribattè Valek con un fugace sorriso prima di uscire dalla stanza.
Sola con la bambina mi sentii ancor più vulnerabile: una sensazione che odiavo dal profondo del cuore.
Mentre la piccola Aysa si addormentava in braccio, io provai a concentrarmi per evocare un lupo d'ombra, ma non successe nulla.
Avevo ragione: i miei poteri erano ancora instabili a causa della gravidanza.
Maledizione!
D'un tratto, un gelo intenso riempì la camera del Medicale, facendomi rabbrividire. Mi rannicchiai sul letto, stringendo Aysa al petto e scrutai la stanza senza trovare niente finché...
Una figura incappucciata comparve dal nulla ed avanzò minacciosa verso di me.
《Chi sei? Che vuoi?》domandai in tono duro, ma lo sconosciuto non rispose e continuò la sua avanzata.
Balzai giù dal letto, ma le gambe non mi ressero e caddi a terra. Protessi Aysa col mio corpo, riuscendo ad attutire l'impatto con la spalla; fortunatamente la piccola non si svegliò.
《Che diavolo vuoi?!》gridai, terrorizzata da quella figura gelida che mi veniva incontro.
Strisciai sul pavimento, scalciando debolmente, ma lui mi raggiunse, si abbassò, piegando le ginocchia, e prese la mia bambina, strappandola con forza dalle mie braccia.
Mentre si rialzava, riuscii a scorgere due occhi rossi fissarmi da sotto quel cappuccio nero come le tenebre e mi sentii morire.
《Ridammi la mia bambina!》esclamai furiosa, agguantandolo per un polso.
Il tizio si bloccò a metà movimento, alzò il braccio a cui ero aggrappata e fece un lieve movimento che, però, mi scaraventò contro il muro della camera.
Sentii un paio di costole rompersi, assieme al braccio, ma non mi arresi e puntai la mano sana a terra, cercando di rialzarmi.
《Maledetto...》mormorai, sputando un grumo di sangue sul pavimento.《Ridammi la mia bambina.》ripetei, guardando furente la figura incappucciata che rimase immobile al centro della stanza.
La rivedrai molto presto.》disse con voce cavernosa prima di scomparire nel nulla, così com'era arrivato.
C-cosa...
《No... Aysa...》balbettai, incapace di credere a ciò che era appena successo.《La mia piccolina... Aysa!!》urlai disperata il suo nome come se potessi riaverla solamente gridando.
La mia vista venne offuscata dai fiotti di lacrime che correvano giù, lungo le mie guance fino al freddo pavimento, dov'ero sdraiata. Battei i palmi, impotente e furiosa, procurandomi solamente dolore, ma non m'importava.
Qualcuno aveva rapito la mia bambina.
La mia piccolina...
《Kira!》Sentii gridare il mio nome, ma non riuscii a capire chi lo pronunciò.
All'improvviso la stanza venne invasa da un sacco di gente e molte volonterose mani mi aiutarono a raggiungere il letto.
《Amore. Guardami.》Due mani calde e familiari mi presero il viso, voltandolo leggermente verso destra.
Al di là delle lacrime, vidi due iridi verdi che mi fissavano preoccupate.
Era Valek.
Lo sapevo, ma non riuscii a dire nulla a parte...
《Ha preso Aysa... Ha rapito la nostra bambina...》continuavo a ripetere come un disco rotto mentre il mio cuore si rompeva in mille pezzi.

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