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Capitolo 18

Ero semplicemente esausto.
Prima la scomparsa della mia compagna di vita poi la notizia-bomba di Kira.
Che stava succedendo al mio Clan?
《Quindi mi stai dicendo che lo Sciamano è stato rapito?》chiesi, confuso, cercando una logica in quello che stava dicendo la mia amica.
《Beh... No... Ti ho detto che l'ho incontrato...》ribattè, incerta, Kira, alzando lo sguardo.
Le sue iridi intese e scure mi destabilizzarono un attimo: ero così abituato ad i suoi occhi verdi e brillanti che ogni volta che incrociavo il suo sguardo mi occorrevano un paio di secondi prima di riuscire a parlare.
《Però credi che gli sia successo qualcosa...》osservai, sfregandomi le mani sul volto.
Ero così stanco.
《Non lo so... Io... Non lo so...》mormorò la mia amica, con espressione tormentata.
Dopo la battaglia al Clan delle Ombre, speravo di passare un po' di tempo in tranquillità con la mia famiglia ed invece...
L'unica cosa positiva era stato la nascita della mia piccolina, la luce dei miei occhi.
《D'accordo. Facciamo così: io andrò a parlare con lo Sciamano mentre tu tornerai a casa.》decisi dopo qualche istante di riflessione.
Kira mi scrutò per un lungo momento prima di parlare.
《Temevo l'avresti detto...》brontolò, ovviamente contraria alla mia idea. Si alzò ed io l'imitai.《Mi raccomando, però, stai attento. Non mi fido di Jonah.》
L'accompagnai alla porta e l'abbracciai velocemente prima di lasciarla andare dal suo compagno.
Quando chiuso la porta, mi appoggiai e serrai gli occhi: magari quando li avrei riaperti Nadja sarebbe stata lì, pronta a confortarmi.
Sei uno stupido, Lee...
Lo sai che non è possibile...
Infatti non la trovai ed il mio cuore si ruppe ancora un poco.
Sospirai e mi diressi al primo piano: dovevo farmi una doccia, avvisare mia madre e poi andare dallo Sciamano per capirne di più su quella faccenda.
Mi abbandonai al getto di acqua calda, sperando in un effetto benefico che, però, non giunse mai. Mi asciugai rapidamente e, con l'asciugamano ancora annodato in vita, evocai un piccolo passero di fulmini, una tecnica che mi aveva insegnato il mio defunto padre.
《Vai dalla mamma ed avvertila.》gli ordinai prima di aprire la finestra del bagno.
L'uccellino spiccò il volo e sparì rapidamente dal mio campo visivo: sapevo che non appena mia madre l'avesse visto si sarebbe precipitata da me. Quella era una tecnica che usavo solamente in casi d'emergenza.
E questa è fatta...
Uscii velocemente dal bagno, andai in camera e, rapidamente, mi vestii, ma, quando l'occhio mi cadde su un top color ciliegia, mi bloccai. Mi chinai  e lo raccolsi da terra, portandomelo al volto: era ancora intriso del suo profumo, un mix di sole e felicità.
Nadja, amore mio, mi manchi...
Un lieve rumore mi riscosse dalla tristezza: Alina si era svegliata.
Abbandonai l'indumento sul letto, uscii dalla camera e mi recai in quella di mia figlia: un ambiente piccolo, ma accogliente decorato con fiori e farfalle.
《Amore di papà...》la salutai con un bacio in fronte. Era dolcissima mentre sbadigliava, scalciando sotto la copertina rosa.《Hai gli stessi occhi della tua splendida mamma...》
Alina aveva preso il meglio da me e Nadja: possedeva, infatti, capelli neri identici ai miei ed iridi color del cielo come la mia compagna.
《Tesoro! Sono arrivata!》gridò una voce femminile all'improvviso e sentii sbattere una porta.
Mia madre.
Presi in braccio Alina e scesi al piano di sotto dove trovai la mamma intenta a scaldare del latte.
《Ciao. Mi dispiace per averti chiamata in questo modo, ma...》iniziai a scusarmi, però lei mi bloccò subito.
《Non preoccuparti, tesoro.》disse con un dolce sorriso, prendendo la piccola dalle mie braccia.《Se hai usato quella tecnica vuole dire che la situazione è grave quindi non sentirti in colpa.》
Mia madre, Eleanor, era una donna straordinaria: rimasta vedova molto giovane, mi aveva cresciuto da sola ed io l'ammiravo per il suo coraggio.
《Hai ragione.》concordai con lei.《La situazione è... complicata...》Forse era quello il termine più corretto da usare costo che non sapevo che cosa stava accadendo.《Nadja è sparita e probabilmente abbiamo un traditore.》la misi al corrente delle poche cose di cui ero realmente a conoscenza.
《Hai qualche indizio?》mi chiese lei, con voce calma e pacata.
Adorava Nadja e sapevo che stava soffrendo come me però cercava di non far trapelare la sua sofferenza.
《No. Devo parlare con lo Sciamano. È per questo che ti ho chiamato.》risposi, avviandomi verso la porta con lei al seguito.《Non aprire a nessuno tranne a me, Kira o Valek. Mi raccomando.》
Mia madre mi fissò con occhi scuri e determinati ed io seppi che Alina era in buone mani.
《Mi prenderò cura di lei.》affermò decisa.
Diedi un bacio sulla guancia alle mie donne e poi uscii, correndo in direzione del Palazzo.

Come al solito di fronte all'edificio si trovavano due Sentinelle di guardia che, come al solito, mi fecero passare tranquillamente: ormai ero di casa a Palazzo.
Senza guardarmi in giro, percorsi rapidamente l'infinità di corridoi che mi avrebbero condotto fino all'ufficio che m'interessava; mi bloccai solo quando fui davanti alla porta dietro cui si celavano le risposte che cercavo.
《Entra pure.》disse lo Sciamano prima che io riuscissi a bussare.
A noi due!
Spalancai la porta senza tante cerimonie e affrontai l'uomo che mi aveva fatto da Maestro, ed occasionalmente da padre, di petto, evitando inutili giri di parole.
《Che diavolo sta succedendo? Dov'è Nadja?》chiesi con voce ferale, avvicinandomi a lui, che sedeva dietro la scrivania, con le braccia incrociate al petto.
《Quanta irruenza...》commentò una voce sconosciuta alla mia sinistra.
Mi girai rapidamente e trovai un ragazzo dagli occhi chiari fissarmi divertito.
《Chi sei?》domandai, capendo immediatamente la sua identità.
《Jonah.》rispose lui con un sorriso.
Avevo ragione...
Lo ignorai e mi rivolsi allo Sciamano che ci stava guardando con occhi indifferenti. Era così diverso dal solito quasi non fossi lui.
Forse...
È proprio così...
Se davvero fosse un impostore, però, dov'era il vero Sciamano?
Bella domanda.
《Mi vuole rispondere?!》gridai irritato dalla sua indifferenza mentre l'ipotesi che mi era balenata in testa metteva radici sempre più profonde.
Un rumore soffocato mi fece girare nuovamente: Jonah aveva chiuso la porta.
《Risponderò io alle tue domande.》affermò in tono divertito, fissandomi con occhi rossi.
Avevo ragione!
Lo Sciamano è un impostore!

Angolo dell'autrice:

Ciao!!! 😀
Un altro punto di vista: il nostro Lee si è messo ad indagare da solo...
Pessima mossa, ragazzo! 😓
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se non è successo molto, ma volevo farvi vedere uno scorcio di vita di un personaggio che, forse, lascio un po' in disparte... 🤔
Buona lettura 😃
Alla prossima! 🌟

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