Capitolo 17
《Come... Cosa... Nadja è scomparsa?!》balbettai mentre la paura ed il panico si mescolavano dentro di me.
《Hai capito bene.》affermò mio padre tetramente.《Quando vi siete separate, hai notato nulla di strano?》
A quella domanda, feci mente locale, ripercorrendo gli ultimi momenti passati con la mia amica.
《Jonah.》chiamai in causa l'unica persona che avevo incontrato quando eravamo tornate.《Tu non hai visto niente?》
Mi girai verso di lui, sperando in una risposta positiva, ma lui scosse la testa in segno di diniego.
Accidenti...
Prima il rapimento di Aysa poi la scomparsa di Nadja.
Che stava succedendo?
All'improvviso percepii una presenza accanto a me e mi voltai pronta a combattere, ma mi bloccai rendendomi conto che si trattava di mio padre. Si era alzato ed ora mi stava abbracciando dolcemente, come faceva ogni volta che mi sentivo triste.
Ma allora...
Perché ho reagito così?
Stavo davvero per attaccarlo e non né capivo la ragione: lui era mio padre, la persona che amavo ed ammiravo di più al mondo.
Chiusi gli occhi e mi abbandonai al suo abbraccio, posando la testa sul suo petto, ma, appena lo feci, accadde qualcosa di strano.
La mia mente fu invasa da una marea di immagini senza senso: una grotta buia, una porta chiusa da vari catenacci, una colonna di marmo intagliata.
Ma che diavolo...?
Quella colonna aveva qualcosa di familiare.
L'immagine cambiò ed io mi ritrovai a fissare il volto di mio padre.
《No!》esclamai, rompendo il contatto e scostandomi da lui.
Cos'è successo?
Quelle immagini... Erano vere?
Avevo il respiro affannoso, come se avessi corso per chilometri, ed il cuore che mi martellava nel petto, quasi volesse balzar fuori dalla cassa toracica.
Lo Sciamano e Jonah mi fissavano perplessi e confusi dalla mia reazione così cercai di calmarmi, ma evidentemente i miei sforzi non ebbero successo.
《Stai bene, Kira? Sembri... sconvolta...》osservò il ragazzo con sguardo interessato.
Forse troppo interessato.
《Io... Sì, certo... Ma... Ora devo andare.》farfugliai ancora sconcertata dalla valanga d'immagini che vagavano per la mia testa.《Da Lee. Voglio chiedergli un paio di cose.》aggiunsi, appena vidi che mio padre stava per parlare.
《D'accordo. Andiamo da lui.》si aggregò Jonah, aprendo la porta dell'ufficio.
《No!》dissi, forse un po' troppo forte.《Ehm... Preferisco andarci da sola... Sai com'è... Siamo amici...》balbettai la prima scusa che mi era venuta in mente.
Non volevo che lui mi seguisse.
C'erano troppi quesiti senza risposta.
Troppe stranezze.
Iniziavo a pensare che le parole di Ellis contenessero un filo di verità.
Potrebbero essere chiunque, anche un tuo amico.
《Come preferisci, ma stai attenta.》mi raccomandò mio padre prima che io uscissi, anzi scappassi da loro.
Lo sguardo perforante di Jonah mi accompagnò finché non guadagnai l'uscita. Dopodiché mi chiusi la porta alle spalle ed iniziai a correre.
Arrivai a casa dei miei amici senza fiato, con mille dubbi che mi ronzavano in testa ed una strana sensazione nel cuore.
Aprii il cancellino e mi fiondai in casa senza nemmeno bussare, tanto ero sconvolta.
《Lee!》lo chiamai a gran voce, pregando che, almeno lui, stesse bene.《Lee!》
Scoccai un'occhiata al salotto, ma non vidi nessuno così provai ad andare in cucina, però anche lì trovai solamente silenzio.
Che sia scomparso anche lui?
《Zitta! Ma che gridi?!》Una voce maschile ed irritata interruppe le mie elucubrazioni mentali.
Feci un giro su me stessa e mi trovai faccia a faccia con il mio amico. Il sollievo che mi pervase fu così grande che mi fiondai da lui per abbracciarlo.
《Per fortuna stai bene.》mormorai, stringendo forte come se potesse scomparire da un momento all'altro.
《Hai saputo.》affermò lui, ricambiando la stretta.
Stare fra le braccia di Lee non mi provocò alcuna visione: vicino a lui provai solamente calore ed affetto, come sempre.
Ma allora perché con mio padre avevo avuto una reazione così... diversa?
《Sì, io... Volevo sapere come stavi...》gli dissi, sciogliendo l'abbraccio e scrutandolo preoccupata.
Lee era sempre stato quello più protettivo, fin da quando eravamo bambini, ed ora a stento lo riconobbi. Aveva profonde occhiaie, i vestiti stropicciati come se non avesse chiuso occhio ed i capelli scuri tutti arruffati: ero lo stereotipo dell'angoscia.
《Male.》fu la concisa risposta che mi diede.《Ieri ho messo a letto Alina e poi ho aspettato Nadja, seduto in salotto, ma... Le ore passavano e di lei neppure l'ombra. Alla fine, ho chiesto a mia madre di venire fin qui per badare alla piccola e sono uscito a cercarla, però non ho trovato niente, neppure una traccia o altro. Nadja sembra svanita nel nulla.》
Più o meno era ciò che mi aveva riferito mio padre, ma com'era possibile che la mia amica fosse scomparsa senza che nessuno avesse notato nulla?
《Quando siamo tornate dal Clan dei Sogni, volevo andare subito dallo Sciamano per dirgli le nostre scoperte, ma abbiamo trovato Jonah ad aspettarci. Lui ci disse che mio padre gli aveva chiesto di scortarci fino a casa, però Nadja si era avviata da sola e così Jonah ha seguito me.》raccontai a Lee tutto ciò che era successo mentre ci sedevamo a tavola, dove c'erano ancora i piatti coperti della cena. Lee aveva aspettato Nadja per mangiare assieme, ma qualcuno l'aveva presa.
Ti troverò, amica mia!
《Jonah? E chi sarebbe?》mi domandò Lee, molto interessato.
《Beh... Un allievo di mio padre, però... Non lo conosco molto bene: so solamente che possiede grandi capacità telepatiche.》gli risposi, constatando che, effettivamente, non conoscevo quel ragazzo dall'aria gentile.
《Secondo te c'entra qualcosa?》chiese ancora il mio amico, vagliando tutte le possibilità.
《Non so.》dissi sinceramente.《Ieri mi ha accompagnata a casa e non so dopo dove sia andato quindi potrebbe aver preso lui Nadja, ma...》m'interruppi, ripensando alle strane ed inquietanti immagini che avevo visto abbracciando mio padre.《Devo raccontarti una cosa... bizzarra... che potrebbe non essere collegata alla scomparsa di Nadja...》
O forse sì...
Lee assunse subito un'espressione concentrata ed interessata: sicuramente non mi avrebbe preso per pazza.
《Stamattina sono andata a Palazzo per parlargli e, quando mi ha parlato di Nadja, io ero sconvolta così lui mi ha abbracciato per consolarmi e... Io... Ho avuto delle visioni, credo...》raccontai l'accaduto, tenendo lo sguardo basso. Non volevo sapere cosa pensava Lee di me.《Potrebbero essere state causate dallo stress, ma... Ho visto una porta sbarrata ed una colonna portante aveva lo stesso volto dello Sciamano.》
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro