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Capitolo 15

Pessima idea.
Mandare Kira e Nadja da Ellis era stata una pessima idea.
Sospirai sconsolato, continuando a fissare il panorama notturno dalla finestra del mio ufficio.
Erano passate ore da quando le ragazze erano partite ed io non sapevo che pensare.
Molto probabilmente avrei dovuto raccontare alle ragazze tutta la storia, ma...
Non volevo che...
Sei uno stupido!
Mi presi la testa fra le mani e gemetti, depresso dalla mia vigliaccheria.
Io e Kira ci eravamo promessi sincerità reciproca ed io ero venuto meno all'impegno.
E perché, poi?
Il periodo che avevo passato con Ellis mi era servito per uscire dalla disperazione che mi aveva causato la perdita di Anya e, anche se sapevo che nessuna ragazza poteva sostituirla, avevo cercato conforto in quella fanciulla aggredita dai banditi.
Mi ero comportato in modo scorretto, illudendola per poi scappare, ma...
No.
Non avevo scusanti.
《Ehm... Sciamano...》Una voce mi chiamò, incerta, ed io dovetti tornare ad interpretare il mio ruolo.
Girai la poltrona, dando le spalle alla finestra, e guardai il mio ospite. Si trattava di Jonah, una Sentinella con capacità telepatiche molto spiccate che volevo promuovere al grado di Maestro.
《Dimmi. Ci sono problemi?》domandai, sperando in una risposta negativa.
Avevamo già abbastanza guai che non né volevo altri.
《No. Sono solo venuto a dirle che ho piazzato un paio di uomini ai confini del villaggio per avvisarci quando Kira e Nadja torneranno. Ormai è trascorso un pomeriggio, non vorrei che... Sa, che venissero attaccate...》mi rispose Jonah, in tono accorato, con sguardo preoccupato.
Mi spuntò un sorriso in volto: quello era un ragazzo d'oro.
《Ottima idea.》approvai, guardandolo con orgoglio. Era arrivato al mio Clan un paio di anni fa, fuggendo dal suo piccolo villaggio perché raso al suolo da un paio di Sentinelle ribelli. Ovviamente l'avevamo accolto con circospezione, ma, dopo un po' di tempo, Jonah aveva dimostrato il suo coraggio e la sua rettitudine quindi stavo pensando di promuoverlo a Maestro.
《Sono felice di sentirglielo dire.》Il ragazzo incrociò le braccia al petto e mi rivolse uno sguardo furbo come se sapesse qualcosa più di me. Un brivido gelido mi percorse la schiena mentre un campanello d'allarme risuonava nella mia testa.《Ho un'altra idea che spero le piacerà...》
Lo guardai, confuso da questo cambio repentino sia d'espressione che di voce: se prima pareva preoccupato per mia figlia e Nadja, ora sembrava un predatore all'attacco.
《Che intendi, Jonah?》chiesi, tranquillo, riflettendo sulle mie possibilità.
《Oh, stia pure comodo.》disse quando notò la mia intenzione.《Le spiegherò tutto, Sciamano, non si preoccupi, ma... Non qui. Ora dobbiamo andare.》
All'improvviso sentii un dolore acuto ad una caviglia, mi scostai dalla scrivania ed abbassai lo sguardo sul pavimento, giusto in tempo per scorgere la coda di un serpente rosso corallo.
《Ma che diavolo...》borbottai, confuso ed arrabbiato.
Che sta succedendo?
Io...
Mi sento strano...
《Non si preoccupi non è velenoso.》Jonah si avvicinò a me ed io non riuscii a muovere un muscolo.
Volevo attaccarlo, scuoterlo fino a fargli sputare la verità, ma il mio corpo non rispondeva.《Il mio amichetto le ha iniettato una tossina paralizzante. Sa, per il viaggio?》
Lo fissai con odio sempre più crescente mentre il suo tradimento mi faceva sanguinare il cuore.
Noi l'avevamo accolto in un momento di bisogno ed ora lui ci tradiva?!
《Non mi guardi così, caro Sciamano. Le ho detto qualche bugia, ma... Erano a fin di bene. Il mio bene.》commentò Jonah, ridacchiando come un folle.
Senza aggiungere altro, il ragazzo si posizionò al centro della stanza, sfoderò un pugnale dall'aria con alcune incisioni sulla lama e chiuse gli occhi. Aguzzando la vista, notai le sue labbra muoversi, ma non udii alcun suono uscire dalla sua bocca.
Con un movimento fulmineo, Jonah riaprì gli occhi e menò un fendente, squarciando l'aria. Nel punto in cui aveva colpito, potei notare uno sfarfallio, una sorta di disturbo, come se qualcuno avesse aperto un portale, cosa impossibile visto che tutti quelli abbastanza potenti per fare una cosa del genere erano morti moltissimi anni fa.
《Stupito, vero?》sogghignò Jonah, voltandosi verso di me. Con un leggero sussulto, fissai inorridito le sue iridi diventare rosso fuoco, esattamente come Kira mi aveva descritto gli occhi del rapitore di Aysa.《So cosa stai pensando, ma... No, non ho preso io la piccola.》Il ragazzo scosse la testa e fece un cenno con la mano nella mia direzione.
Subito il mio corpo rispose al suo ordine silenzioso ed io mi alzai dalla poltrona, raggiungendolo al centro della stanza.
Provai con tutte le mie forze a sottrarmi a quella vincolante magia, ma non ottenni alcun risultato. Potevo solamente respirare.
《Puoi provarci quanto vuoi. Non riuscirai a spezzare il mio incantesimo.》Jonah confermò la mia ipotesi prima d'infilare una mano in quello strano sfarfallio e tirare.
Sotto il mio sguardo attonito, davanti a noi, si aprì uno squarcio che collegava il mio ufficio ad una grotta ampia e mal illuminata.
《Comodo, vero?》commentò Jonah per poi attraversare il portale con me al seguito.
Tentai ancora una volta di liberarmi dal suo giogo, ma fallii miseramente. Non avevo scelta.
La grotta in cui giungemmo era enorme, grande quasi quanto il Clan; ai lati notai alcuni braciere accesi che, però, non riuscivano a garantire una buona illuminazione.
Jonah ed io camminammo per una decina di minuti prima di arrivare a destinazione, ossia di fronte ad un'alta  porta rossa, sigillata con vari strati di catene.
《Eccoci qui.》Il ragazzo si sfregò le mani e poi si diresse in un punto alla mia destra.
Non potevo muovermi quindi non sapevo che stava facendo, ma quando tornò non era solo: in braccio a Jonah dormiva la piccola Aysa.
《Hai visto il nostro ospite, piccolina? Il caro Sciamano rimarrà con noi per un po'...》disse in tono fintamente gioioso quel traditore, ma la bambina, fortunamtente, continuava a riposare.
Maledetto!
《Come sei testardo...》commentò sbuffando il ragazzo, reggendo la figlia di Kira con una mano.
Usò l'altra per ordinare al mio corpo di raggiungere la colonna di marmo nero che si trovava a destra della maestosa porta. Mi fece appoggiare la schiena contro la fredda parete e, lentamente, gelidi viticci scuri mi inchiodarono alla colonna.
《Ora aspetteremo pazienti l'arrivo di tua figlia.》disse Jonah, cullando la bimba.《Ma, nel frattempo, mettiti comodo.》sghignazzò follemente.
Capii cosa intendeva solo dopo qualche secondo: il marmo freddo stava inglobando il mio corpo senza che io potessi fare nulla per ribellarmi.
Il mio ultimo pensiero, prima che la vista mi si oscurasse, andò alla persona più importante della mia vita.
Kira...

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