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Maestro

Il giorno dopo, la sveglia era suonata all'alba. Allora Eliza era scesa giù nell'atrio, con ancora i vestiti del giorno prima indosso, e aveva trovato gli altri che la guardavano, assonnati e confusi quanto lei. Allora era entrato l'anziano, già vestito e con un sorriso affabile in volto.
《Buongiorno ragazzi. In sala da pranzo- indicò una porta tra la scalinata da cui era scesa Eliza e un'altra- è già pronta la colazione. Fate pure con calma. Stanotte ho fatto sistemare alcuni vestiti nei vostri armadi, spero siano di vostro gradimento. Fatevi trovare qui alle sette e mezza va bene?》
Eliza aveva smesso di ascoltare alla parola "colazione". Non aveva cenato la sera prima, e ogni cellula del suo corpo reclamava cibo e caffé. Era troppo presto, e non aveva neanche dormito granché la sera prima.
Si era avverata la sua più grande paura. Perché il suo più grande terrore era proprio quello di scomparire. Di essere invisibile, insignificante. Aveva il terrore di non trovare mai qualcuno che la amasse, di rimanere sola per sempre. Era la sua più grande paura.
E poi era successo. Andrea le si era avvicinata e lei era diventata invisibile, anche a se stessa, e si era ritrovata nel suo peggior incubo, che l'aveva tenuta sveglia a lungo, finché non era crollata per la stanchezza.
Perdersi. Perdere se stessa, non trovarsi più e non farsi più trovare più dagli altri. Perché Eliza vuole esistere, vuole essere importante, vuole essere apprezzata e soprattutto vuole, con tutta se stessa, essere amata.
Ne avevo già parlato. Lei sogna il principe azzurro. Ma non è solo per un sogno infantile cresciuto con lei. La questione è molto più profonda di così.
Eliza non riesce ad amarsi. È come tante, troppe persone che non riescono ad amare se stessi. Eliza è così. Ha un autostima bassissima, e per non autocommiserarsi del tutto ha bisogno dell'approvazione degli altri. Come la quasi totalità degli adolescenti, ma non solo. Viviamo in branco, e per stare in branco devi adattarti ad esso. Devi essere accettato dal branco, o ne vieni escluso e muori. In fondo abbiamo ancora tutti i nostri istinti primordiali, solo più evoluti. Siamo come lupi. Nel branco sopravviviamo. Viviamo. Abbiamo un disperato bisogno recondito di essere accettati dal branco, soprattutto in adolescenza. C'è anche chi impara a fregarsene, chi riesce ad amarsi, indipendentemente dal giudizio altrui. Chi si accetta e se ne frega, ma stiamo parlando di Eliza, ed Eliza non è così. Andrea lo è. Andrea è se stessx, ma in fondo anche lxi fa parte di un branco, fa parte della comunità LGBT+, ma se ne frega altamente del giudizio di chiunque ed è come è, indipendentemente da chi o cosa pensano gli altri. È uno dei suoi più grandi pregi e dei suoi peggiori difetti. Infatti Andrea tende a non ascoltare nessuno, anche se magari sono delle critiche costruttive o dei consigli, in qualsiasi campo. Difficilmente ascolta Esme, altrimenti è quasi impossibile farsi ascoltare. Mentre facevano colazione, Andrea andò a parlarle.
《Come stai?》esordì sedendosi nel posto libero accanto a lei.
《Ho sonno》
《Riguardo a ieri?》
《Se ti senti in colpa, non devi. Hai fatto quello che dovevi. È solo che è... una volta che sono diventata invisibile, è diventato tutto così reale che mi sono spaventata. Sì, avevo visto delle magie, ma... quello l'avevo fatto proprio io. Se avrei potuto pensare di non c'entrare niente con questa storia, quella era la prova che invece ci sono dentro tanto quanto voi. Ma tu non... non è colpa tua. Anzi hai fatto bene》ad Eliza dava fastidio la presenza di Andrea. C'era qualcosa che la infastidiva.
《Sappiamo entrambi che c'è di più. Ma se non ne vuoi parlare non ti posso certo costringere. Lo capisco, davvero, neanch'io mi fiderei di uno sconosciuto. O conosciuto solo ieri. È comprensibile. Ma ci ho provato. Di solito è più facile confidarsi con i conosciuti-solo-ieri, lo so per esperienza. Quindi se vuoi parlarne con qualcuno, sai dove trovarmi》si alzò e fece per andarsene, ma Eliza lx trattenne prendendolx per un braccio.
《Aspetta- prese un respiro profondo- hai ragione. C'è dell'altro》
Andrea si sedette affianco a lei, in attesa.
《Ho paura. Sia per quello che ti ho detto, sia perché... mi sento così sola. Sempre. Mi sento perennemente sola. Sono circondata da persone ma mi sento sola. È come se non ci fosse nessuno e al tempo stesso fossi circondata da così tante persone da togliermi il respiro. E queste persone mi spaventano. Voglio essere accettata. Ho una paura fottuta di non essere amata e rimanere sola, ma è come se lo fossi già, ma al tempo stesso lo voglio, perché odio quelle persone, le odio così tanto, e vorrei solo che sparissero e mi lasciassero in pace, però non voglio restare sola e vorrei solo che quelle persone la smettessero di giudicarmi e criticarmi e mi apprezzassero... quindi mi faccio sempre in quattro per accontentare tutti, ma ho il costante terrore cha facendo così perderò la vera me. Anzi... ho la paura di averla già persa. Chi è Eliza? Non lo so. Non ho la più pallida idea di chi sia la vera Eliza, oppure lo so e questa Eliza non va bene e devo cambiarla, ma se la avessi già cambiata e ormai fosse impossibile ritornare me stessa?》
Andrea era rimastx in silenzio durante tutto il suo discorso, ad ascoltare. Rimase in silenzio per qualche altro secondo, a mettere insieme i pensieri, e poi parlò.
《Bel discorso. Davvero. E mi dispiace rispondere così, perché erano veramente belle parole, ma non saprei che altro dirti. È solo un consiglio: fregatene. Sul serio. A quelle persone non andrà mai bene niente. Quindi perché cercare di accontentarle? Non ha senso. Tanto vale fare come vuoi, tanto non andrà bene comunque. Ma la sai una cosa? A chi importa? A nessuno! Fai come ti pare, la vita è tua, non è la loro》Andrea si alzò 《merda, Esme mi sta chiamando e sembra incazzata. Vuoi venire a fare colazione con noi? Non restare qui tutta sola. Siamo in pochi, tanto vale essere amici》
《Oh... certo》 Eliza si alzò e lx seguì fino a raggiungere un altro tavolo, con Esme che guardava male Andrea.
《Dovevi per forza importunarla? Scusalx》
《L'ho solo...》
《Figurati. Voleva solo fare amicizia》 Eliza sorrise e si sedette davanti ad Esme.

Un'ora dopo, tutti ormai svegli e con indosso le tuniche di lino bianche fornite da Mordecai, si erano ritrovati nell'atrio. L'anziano era già lì quando Eliza era arrivata.
《Venite ragazzi. Oggi abbiamo diverse cose di cui parlare》 entrò in sala da pranzo e li fece passare per una porta nascosta in fondo alla stanza, sbucando in un'ampia sala con alcuni divanetti di velluto rosso stipati lungo le pareti.
《Sedetevi forza. Allora... vi ho già spiegato in breve la storia. Ma non vi ho parlato del presente e del perché vi ho riuniti. C'è un Syracard malvagio chiamato Desmonios, che vuole distruggere totalmente le altre Famiglie uccidendo tutti i discendenti che riesca a trovare. Dovete sapere che anni fa, dopo la seconda guerra mondiale, alcuni rappresentanti delle Famiglie si riunirono e decisero che, per non rischiare altre stragi come quella appena conclusa, le nuove generazioni sarebbero state tenute all'oscuro. Io ai tempi ero un bambino, ma ero già stato istruito e sapevo già tutto, ma tenni tua madre, Sebastiano, e i suoi fratelli all'oscuro di tutto quanto. Tuttavia, alcuni Syracard ignorarono questo avvertimento, tra cui gli antenati di Desmonios. Girava voce, anni fa, che una discendente Syracard consapevole di tutto fosse incinta e che fosse morta di parto, ma del bambino non si seppe più nulla. Adesso quel bambino dovrebbe avere circa la vostra età, quindi penso di averlo individuato. Domani andrete a recuperarlo. Io non posso venire. È in una foresta a qualche kilometro da qui e vi sarei solo d'intralcio. Lo troverete, ha un aura molto molto potente. Nel frattempo, forse è il caso che voi impariate qualcosa sui vostri poteri. Questa sala è ideata proprio per questo. Chi vuole cominciare?》tutti tacquero 《Sebastiano vieni tu. Vieni qui, al centro della stanza. Perfetto. Fai un passo indietro. Bravo. Allora》Mordecai batté il bastone per terra, facendo spuntare degli spuntoni a un palmo dalla faccia di Sebastiano, che istintivamente allungò le mani verso di loro, trasformandoli in ghiaccio che si frantumò ai suoi piedi. Guardò il maestro 《scusa》
《Oh no. Lo scopo dell'esercizio era quello. Direi che tu sei a posto, i riflessi ce li hai e riesci a usare i tuoi poteri. Laggiù in fondo, ci sono alcuni oggetti, prova a distruggerli. Andrea, cara, vieni qui, anche tu Esme》
《Carx. Non sono una femmina né un maschio》lo corresse alzandosi e andando davanti a lui, seguitx da Esme.
《Oh. Certo. Perdonami. Bene, dunque... Andrea, prova ad entrare nella mente di Esme e tu, Esme, prova a respingerlx》i due si guardarono negli occhi a lungo, ed Eliza, solo guardandoli, percepì della forte tensione, e un silenzio inquietante crollò nella stanza. Dopo diversi minuti, Andrea sbuffò frustratx distogliendo lo sguardo.
《Che palle》
《Sì!》
《Bene》 intervenne Mordecai 《potete esercitarvi con questo esercizio su uno dei divani, o dove preferite, basta che non diate fastidio agli altri》
Andrea guardò l'amica.
《Sai già la mia risposta》
《Sei schifosamente pigrx》fu la risposta di Esme dirigendosi verso i divanetti.
《Eric vieni》il ragazzo era così silenzioso che Eliza si era quasi dimenticata della sua presenza. Si alzò e andò davanti a Mordecai, che lanciò in aria una moneta. Una piantina sistemata in un angolo della stanza si allungò in un lampo verso di loro, raggiungendo la moneta e bloccandola prima che cadesse. Mordecai sorrise.
《Bravissimo. Sai cosa fare》il biondo andò affianco a Sebastiano, iniziando a lavorare sulla piantina.
《Eliza, vieni qui figliola》la ragazza si alzò e andò davanti all'uomo 《prova a diventare invisibile. La ragazza prese un respiro profondo. Guardò negli occhi Andrea, che le annuì con un leggero sorriso prima di riprendere i suoi esercizi. Eliza chiuse gli occhi, ripensò alle parole di Andrea e li tenne chiusi finché non sentì Mordecai congratularsi con lei.
《Prova a passare da visibile e a invisibile come esercizio, ok? In caso di problemi, sono qui per questo》

Per le successive tre ore, ognuno si esercitò per conto proprio, sotto gli occhi di Mordecai, che girava per la stanza osservando e dando consigli.

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