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L'illusione di essere forti

Helen voleva provare a integrarsi.
Quando si era svegliata nella stanza che le avevano assegnato in quella strana villa, aveva preso una decisione. Avrebbe provato a fare amicizia.
Così si era vestita ed era scesa a fare colazione. Ma giunta nell'atrio già trovo le prime difficoltà. Dove diamine si mangiava?
Per fortuna passò il ragazzino biondo, che la vide in difficoltà e, balbettando, le chiese se avesse bisogno di aiuto.
《La colazione dove si... aspetta ma la fate la colazione?》
《Oh sì certo. Si fa in sala da pranzo》
《La sala da pranzo sarebbe...》
《Quella》 indicò una porta in mezzo a due torri.
《Ah perfetto. Grazie mille》gli sorrise e poi andò a mangiare.
Una volta entrata, aveva trovato altre cose che non le piacevano per niente.
Erano sei ragazzi. Sei. Erano pochissimi. Quindi perché erano tutti divisi?!
C'erano le due ragazze e xlx ragazzx (aveva intuito non fosse né femmina né maschio da come gli altri xlx parlavano) che parlavano per gli affari propri. Nel tavolo affianco, il moro gentile che l'aveva aiutata mangiava in silenzio. Il biondino, una volta entrato, era andato ad un terzo tavolo dopo essersi preso da mangiare.
Tutto quello le dava decisamente sui nervi. Andò a prendersi da mangiare, poi si sedette di fronte al ragazzo moro.
《Ciao》
《Eh? Ah ciao》 rispose lui 《posso aiutarti?》
《Sì. Mi spieghi perché siete così divisi? Siamo pochi e questi tavoli sono grandi, tanto vale stare tutti in un tavolo unico》
《Oh... non lo so. È così》
《Hai un motivo per non sederti con loro? Non so, ansia, problemi a socializzare, ti stanno sulle palle...?》
《Uhm no non direi》
Helen roteò gli occhi, si alzò, lo prese per il polso costringendolo a fare lo stesso, afferrò il suo piatto e il suo bicchiere di succo e andò verso l'altro tavolo.
《Ehi gente, non vi dispiace se ci sediamo qui vero?》lasciò le sue cose in un posto a caso e andò dal biondino.
《Ehi. Ci siamo seduti tutti insieme. Vuoi venire?》
《Eh?!》
《Sì insomma, siamo solo in sei e dobbiamo collaborare, quindi tanto vale andare d'accordo e fare amicizia no?》
《Uhm penso tu abbia ragione》
《Quindi ti siedi con noi?》
《Se agli altri non dà fastidio...》
Helen si voltò verso l'altro tavolo.
《Vi dà fastidio se si siede con noi?》tutti negarono.
《Allora... p-penso di venire con voi...》
《Fantastico!》

Erano ragazzi abbastanza simpatici, ed Helen stava iniziando ad imparare i nomi, quando entrò il vecchio che la sera prima li aveva accolti.
《Pronti ragazzi?》
《Per cosa?》sussurrò Helen a Sebastiano, seduto affianco a lei.
《Ci alleniamo con i nostri poteri》sussurò di rimando lui.
《Ma io non so usare i miei poteri!》Helen realizzò di averlo detto a voce alta quando si accorse di avere gli occhi di tutti puntati addosso.
《È normale cara. Sono qui proprio per insegnartelo. Io sono Mordecai comunque》
《Helen》
《Piacere, Helen. Adesso andiamo》
Helen seguì gli altri in una stanza nascosta. Una volta lì, ognuno andò in un posto diverso a fare cose diverse. Rimase solo lei, ferma sulla porta.
《Vieni qui figliola》la chiamò Mordecai. Helen lo raggiunse al centro della stanza 《fai un passo indietro... ecco, perfetto》dei spuntoni spuntarono proprio davanti ad Helen, che per lo spavento urlò e cadde a terra. Si rialzò spaventata e imbarazzata e aspettò che Mordecai dicesse qualcosa. Quando sentì l'alito freddo di Sebastiano sul collo, istintivamente si voltò e gli tirò un pugno in faccia.
《Ahia》
《Non spaventarmi così!》
《Volevo solo darti qualche consiglio》
《Fallo stando lontano》 Helen fece un passo indietro 《ecco. Parla》
《Rimani in tensione ma non troppo, il tuo corpo deve essere pronto a reagire al minimo segnale di pericolo. Lascia che il potere fluisca dalle tue mani. È parte di te, come un braccio o una gamba, non devi avere paura di usarlo》
《Bei consigli. Ora mi spieghi come dovrei fare?》
《Non... non è qualcosa che si possa spiegare》
《Bello pararsi il culo così》
Sebastiano arrossì.
《Tu sapresti spiegare quello che hai fatto per salvare il tuo drago》
《No ma...》
《Drago? Quale drago?》intervenne Mordecai.
《È un drago che ho da quando ero piccola. Cioé non è che ce l'ho, è che quando sono in pericolo di vita interviene e mi viene a salvare》mentì Helen.
《È un Syracard trasformato?》
《No. È solo un drago. Non è che tutto il ghiaccio è così perché uno Tsor l'ha reso così》
Mordecai sembrava tutto meno che tranquillo, ma in quel momento Eric perse il controllo su una pianta che stava controllando, facendo allungare troppo un ramo appuntito come un coltello che si dirigeva verso di loro. Sebastiano era di spalle a spiegare all'anziano la questione del drago, Mordecai era troppo concentrato su di lui per accorgersene... ma Helen sentiva che stava per arrivando. In un attimo escluse che qualcun altro potesse intervenire, così capì che doveva essere lei a occuparsene. Si voltò e allungò il braccio e... lingue di fiamme circondarono il ramo, salendo lungo di esso fino alla radice.
Il ramo si bloccò. Helen capì con un terrore freddo che le fiamme aspettavano solo i suoi ordini. Aveva voluto immobilizzare il ramo e quelle lo avevano fatto. Che altro dovevano fare ora?
Estinguersi
Era convinta di averlo solo pensato, ma a quanto pare l'aveva anche detto, visto che Sebastiano e Mordecai ora la stavano guardando. Ma lei era concentrata sulla pianta. Sollevò lo sguardo e guardò Eric con una domanda negli occhi. Il biondò capì.
《È viva. È solo... ferma. Non capisco perché, ma è viva》
In quel momento Helen capì la vera portata del suo potere. Le fiamme non erano parte di lei. Lei non possedeva il fuoco. Lei aveva solo il potere di controllarlo. Così come gli altri Syracard. Anche gli Tsor. Non possedevano il ghiaccio, lo controllavano. Sebastiano si sbagliava. Non potevano possedere del fuoco o del ghiaccio, il loro potere con era quello. Il loro potere era controllarlo. Così come i Reniv controllavano la natura, gli Atsiv la percezione che gli altri avevano di loro stessi e gli Dni la mente degli esseri. Non la possedevano, la controllavano.
Forse era da questo preconcetto che derivava il potere degli Tsor e dei Syracard. Dall'illusione del possesso. Dall'illusione di essere forti.
Forse era per quello che i Syracard diventavano draghi. Perché le fiamme li plasmavano come tali. Si guardo una mano. Sarebbe stata in grado di controllare il fuoco affinché la plasmasse? L'unica cosa che era riuscita a fare era stata bloccare una pianta.
Doveva parlarne con Mishal. In quel momento avrebbe tanto voluto che il gemello fosse lì. Avrebbe saputo spiegarglielo. O forse no, ma di sicuro ne sapeva più di lei. Lui riusciva a trasformarsi.
《Helen? Stai bene? Sei stata brava, hai bloccato la pianta... anche se ancora non mi è chiaro come》sollevò lo sguardo su Sebastiano. Non poteva parlargliene. Non poteva dirlo a nessuno. Non ancora. Doveva essere cauta e aspettare Mishal.
《Sì. Sto bene, grazie》

《Ragazzi》esordì Mordecai entrando in sala da pranzo 《forse so dove si nasconde Desmonios》
Era passata circa una settimana dall'incidente della pianta, e da allora Helen aveva fatto ben pochi miglioramenti e suo fratello le mancava sempre di più. Aveva bisogno di qualcuno che sapesse cosa fare, e Mordecai, per quanto ci provasse, non era in grado di aiutarla al meglio. Aveva bisogno di una guida sicura, e quella solo suo fratello avrebbe saputo dargliela.
《Delle voci mi hanno indicato due posti. Oggi andrete a controllare quello più vicino. Non attaccate, andate solo a vedere se c'è qualcuno. Helen, il nostro nemico fa parte della tua Famiglia, dovresti percepire subito la sua eventuale presenza. Meglio non andare in tanti, potrebbe percepirvi. Sebastiano, va' con lei. Le vostre presenze dovrebbero annullarsi a vicenda. Voi altri restate qui a prepararvi. Se fosse lì, tornate subito indietro》
《Come ci arriviamo?》domandò Sebastiano.
《Con la metro. Eric vi accompagnerà davanti alla fermata, prendete la linea rossa e scendete a Rockland》
《Oh. Ok》Helen alzò le spalle e riprese a mangiare tranquilla.
《Da lì in caso ci sia qualcosa, Helen lo sentirà. Ma in ogni caso il posto dovrebbe trovarlo. Storicamente è pieno di magia, soprattutto da parte dei Syracard》
《Okay》Helen alzò le spalle 《quindi andiamo a controllare e torniamo. Facile》
Sebastiano sembrava nervoso.
《Se non ci sgamano》
《Ma non ci sgameranno》
《Come fai a dirlo?》
《Cerco di pensare positivo》
《Cerca di essere realista piuttosto》
《Penso in maniera realisticamente positiva》
Sebastiano roteò gli occhi con un leggero sorriso.
《Dai, andrà tutto bene》
《È la tipica frase che dicono nei film prima di schiattare》
《Ma questo non è un film. Quindi non schiatteremo》

Ma Sebastiano non riusciva a calmarsi.
Seduto sulla metro affianco a Helen, si sentiva come un condannato a morte che va verso la ghigliottina. Per contro, Helen sembrava sempre più rilassata man a mano che si avvicivano al posto. E a pensarci bene aveva perfettamente senso. Si stavano avvicinando ad un luogo intriso di magia Syracard. Lui era uno Tsor. Si stava avvicinando ad un posto a lui ostile. Helen, invece, in quanto Syracard, lo percepiva come un luogo sicuro, quasi un ritorno a casa.
Sospirò passandosi una mano tra i capelli. Quella ragazza lo avrebbe fatto impazzire. Sembrava vivere in un mondo tutto suo, un mondo a cui nessuno aveva totale accesso tranne lei. E tutto ciò lo intrigava da impazzire. Voleva conoscere quel mondo, voleva capire cosa passasse in quella testa ricoperta di capelli mori. Voleva capire come pensava, come ragionava, come vedeva il mondo. Si era sempre reputato bravo a capire le persone, ma per lui quella ragazza rimaneva un mistero.
Sorrise leggermente, immerso nei suoi pensieri, fin quando una voce metallica non annunciò che la loro sarebbe stata la prossima fermata.

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