Helen
Helen viveva nella straziante consapevolezza di sé stessa. Nella consapevolezza di ogni suo gesto, di ogni sua azione, di ogni sfumatura del suo essere. Vedeva come si comportavano le persone e come lei si comportava con esse e capiva, perfettamente, quanto spesso lasciava le persone interdette o a disagio. Lo sapeva, se ne rendeva perfettamente conto, ma non aveva la minima intenzione di cambiare. Lei era così, punto, non sarebbe cambiata perché veniva considerata "strana". E se fosse rimasta sola e senza amici, amen, non voleva amici che non la conoscessero veramente, che apprezzassero solo una parte effimera, finta, minima di lei. Era un po' strana, e allora? Non era meno degli altri e si sarebbe fatta valere.
Che poi, strana, lei non era strana. Non si adeguava alla massa e faceva come le pareva, tutto qui. A volte parlava a voce troppo alta o faceva commenti che nessuno capiva- magari riferiti a qualche film o serie sconosciuta che però lei adorava- o che metteva le persone intorno a lei a disagio, o ancora non si vestiva alla moda, bensì preferiva la comodità. E se la sua comodità consisteva in leggins e maglie di cotone, quelle avrebbe indossato. Non maglie aderenti, quelle la mettevano a disagio, maglie larghe e lunghe abbastanza da coprirle il culo e felpe larghe e comode o maglioncini morbidi per l'inverno. Era quello il suo stile, non l'avrebbe cambiato per stare dietro alle cosìdette "mode". E nemmeno lei sarebbe cambiata, mai, sarebbe rimasta sé stessa, spontanea, non voleva cambiare per niente e nessuno e non l'avrebbe fatto.
Helen aveva i capelli corti, gli occhi grandi ed espressivi, un nasino delicato e la pelle pallida con qualche brufolo che non si preoccupava di coprire. Helen amava le maglie larghe con stampate frasi o immagini buffe sopra. Helen non si preoccupava di piacere agli altri, aveva impiegato così tanto tempo per imparare a piacere a sé stessa che non aveva né la forza né la voglia di impegnarsi per piacere alla gente. Perché dopo mesi di sforzi e di momenti buii non voleva e non poteva permettersi di ricadere in quel paratro.
Non era una tipa particolarmente sociale. Certo, aveva degli amici, ma per lo più restava in casa a studiare o a guardare serie tv o a leggere o più semplicemente a cazzeggiare. Quel giorno tuttavia, dopo scuola aveva deciso di fare un salto in fumetteria per comprare il nuovo volume appena uscito del suo manga preferito. Ma mentre si dirigeva verso il negozio, capitò qualcosa di strano. Si sentì invasa di una strana energia, sentì il cuore batterle veloce e un sorriso spontaneo le formarsi sulle sue labbra. Durò appena un secondo, poi quella sensazione sparì sostituita dal terrore. Urla, un terremoto, il terreno trema, delle pareti di luce verde si formano e Helen ci rimane chiusa dentro mentre queste si stringono sempre di più intorno a lei, formando una gabbia aperta in cima a diversi metri di altezza. E lei urla battendo i pugni contro quella gabbia, cercando di liberarsi, sentendo il cuore esplodere, il respiro farsi affannoso, il terrore prendere il sopravvento sulla parte razionale del cervello finché...
Finché un drago, enorme e bellissimo, con le squame del colore del rame che risplendevano alla luce del sole, non entrò in picchiata dal foro in alto, allargando poi le ali e disintegrando quella barriera come fosse stata di vetro. Helen sgranò gli occhi, paralizzata dalla paura e dal... fascino. Era affascinata da quella creatura, affascinata e attratta al tempo stesso. Non riusciva a muoversi verso di essa (o esso, sempre che i draghi avessero un genere) a causa della paura, ma non riusciva neanche ad allontanarsi. Il drago le si avvicinò lentamente, cauto, come se temesse di vederla andare via. Lentamente, Helen sentì i propri muscoli rilassarsi, il panico andare via, il cuore tornare ad un battito regolare. Capì di riuscire a muoversi nuovamente solo quando la creatura fu esattamente davanti a lei. Lentamente, allungò la mano, fino a posarla sul suo muso, trovandolo caldo.
All'improvviso, la creatura si allontanò e si girò dandole il fianco e abbassandosi, in un chiaro invito a salirgli in groppa. Non saprebbe dire perché, ma Helen lo fece.
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