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Buonanotte sorellina

Mordecai non aveva dato loro indicazioni, se non un semplice "andate nella foresta che vi indicherò e camminate finché non trovate qualcosa". Utile, davvero.
Stavano camminando da ore e ancora niente.
Ad un tratto, stanchi, decisero di fermarsi. Sebastiano stava mangiando uno dei panini che si era portato dietro quando Eric si sedette accanto a lui.
《So che puoi pensare che... tuo nonno abbia preferito crescere me piuttosto che te. Ma non è così》
《Ah no?》
《N-no. Ha dovuto lasciarvi. Desmonion stava iniziando a cercare tutti i discendenti delle Famiglie, e stando con voi vi avrebbe solo messi in pericolo. Qualche anno dopo mi ha trovato per strada, mi avevano abbandonato, così mi ha preso con sé e mi ha cresciuto. Ma non ha mai smesso di amarvi. Tiene una vostra foto sul comodino e non faceva altro che parlare di voi e di te》
Sebastiano si morse il labbro per non urlare.
《Grazie di avermene parlato》
《F-Figurati》 Eric rimase lì fermo per un po', poi si alzò e se ne andò.

E fu in quel momento che Sebastiano sentì qualcosa. Percepì una forte, fortissima presenza a nord di lì. Lo urlò agli altri, velocemente si radunarono e so dirisero verso nord. Dopo un po' raggiunsero una foresta di fitti alberi neri e arbusti bruciati e lentamente riuscirono a passare. Sebastiano scostò una tenda fatta di foglie carbonizzate e...

Quando vide il castello rimase per un attimo a bocca aperta. Poi i rumori della battaglia lo fecero riscuotere. Si guardò intorno, controllò i compagni dietro di sé e poi vide i nemici che assediavano il castello.
E poi, da dietro le torri del castello, si erse in tutta la sua magnificenza un drago. Sebastiano sgranò gli occhi, sforzandosi di non scappare a gambe levate. La creatura si alzò in volo e plano sui nemici, bruciandoli, ma qualcuno tra i superstiti lo colpì all'ala con una freccia forse avvelenata, costringendolo ad atterrare. Una volta a terra, continuò a dare fuoco a chi si avvicinava, ma lentamente le frecce iniziavano a farsi troppe e il drago a stancarsi, mentre i nemici erano sempre di più.
Sebastiano andò nel panico. Lui non avrebbe potuto aiutarlo, ma anzi, se avesse colpito il drago per sbaglio avrebbe solo peggiorato la situazione, e non era ancora così bravo da essere certo di non colpirlo. I soldati erano simili a degli zombie, gli disse Andrea, spiegandogli che non percepiva delle coscienze, non avevano un cervello che lxi o Esme potessero controllare e la natura intorno a loro era quasi completamente bruciata, quindi neanche Eric avrebbe potuto fare qualcosa. Eliza avrebbe potuto rendersi invisibile, ma per fare cosa?
Ma prima che potesse ideare qualcosa, i portoni del palazzo vennero spalancati e una ragazza corse fuori da lì, correndo fino a mettersi davanti al drago per difenderlo. Poi, all'improvviso, dalla ragazza fuoriuscì un'onda di fuoco di bruciò completamente tutti i soldati, rendendoli cenere. Andrea ebbe il buonsenso di spingere fuori dalla linea di tiro tutti loro, in special modo Sebastiano.
《Grazie》ansimò rialzandosi.
《Pensavo ci fosse un solo sangue di drago che non fosse nostro nemico》protestò Eliza.
《Se sono dalla nostra parte ben venga》 ribatté Andrea.
《Il drago. Sta volando via》fece notare Eric.
《Porca merda. Andiamo dalla ragazza》rispose Sebastiano uscendo dal masso dietro cui erano nascosti e dirigendosi verso la ragazza, che era inginocchiata a terra con le guance bagnate di lacrime.
《Ehi...》 si inginocchiò accanto a lei 《ho visto che hai fatto. Sei stata grande. So tutta la questione delle Famiglie... te l'hanno spiegato?》parlò con dolcezza, e la ragazza sollevò gli occhi lucidi su di lui e annuì《bene. Io sono uno Tsor, ma non sono tuo nemico. Non voglio farti del male. Voglio portarti in un posto sicuro. Con noi ci sono due Dni, un Reniv e un Atsiv, insieme a mio... ad uno Tsor anziano che ci fa da insegnante. Io sono Sebastiano. Tu come ti chiami?》aveva parlato con gentilezza, come con un animale spaventato, facendo attenzione a non toccarla mai. L'incontro tra i loro poteri avrebbe potuto essere pericoloso o lei si sarebbe potuto spaventare. Ma la ragazza si alzò in piedi, a testa alta, e parlò con voce ferrea.
《Io sono Helen della Famiglia Syracard, sangue di drago》

Torniamo indietro. Alla sera prima. Dentro il castello, Helen osservava preoccupata le orde di soldati accampati dalla finestra della sua camera, quando Mishal aveva bussato alla sua porta.
《Avanti》
《Ehi》 si sdraiò nel letto affianco a lei 《penso sia giunta l'ora di raccontarti tutto. Ci sono sei Famiglie magiche, fin dall'alba dei tempi. E io e te siamo parte della Famiglia dei Syracard. Siamo sangue di drago. Devi andarne fiera. Il nostro è un retaggio antico e potente》le accarezzò una guancia 《anzi... io e te in realtà siamo parenti molto stretti. Siamo fratelli. Gemelli per essere precisi. Nostra madre morì di parto e nostro padre era stato ucciso poco prima, così siamo stati affidati dall'ospedale a due famiglie di comuni mortali. Io ho riscoperto le mie origini fin da subito, ma non ho voglia di raccontarti tutta la mia storia. È solo passato, non ha importanza. Hai delle domande?》Helen scosse la testa. Di nuovo, le sembrava tutto una vecchia fiaba che aveva dimenticato, nonostante fosse scioccata dalla scoperta che i suoi genitori non erano tali《penso tu abbia notato le orde di soldati-zombie qua fuori che ci assediano da qualche giorno. Sono venuti qui per me. La nostra nascita non rimase un segreto. Era risaputo che nostra madre fosse incinta e che un nuovo sangue di drago stesse per nascere. Ma nessuno pensò che potessero essere due gemelli. Infatti nessuno sapeva di te. Ma non potevo correre il rischio che tu venissi scoperta》le scostò amorevolmente una ciocca di capelli dalla fronte 《c'è un altro sangue di drago. Ma ti spiegheranno tutto. Ascoltami. Uno della Famiglia Tsor verra a prenderti e ti porterà in un posto. Tu seguilo. È un brav'uomo. Lui o un suo inviato. Io ti raggiungerò appena possibile. Ti spiegherà lui tutto quello che sa》 prese un respiro profondo 《ma ci sono cose che non sa》 le prese le mani 《dentro di te c'è un grandissimo potere Helen. Dentro noi due. Io posso trasformarmi in drago. Anche tu hai dei poteri nascosti, lì dentro, da qualche parte. Lo Tsor di insegnerà ad usarli, ma lui non sa niente dei nostri poteri. Lui ha il potere opposto al nostro, non è adatto ad istruirti, ma cercherà di fare del suo meglio. Ma tutto deve partire da te. Ti raggiungerò il prima possibile per prendermi cura di te, ma nel frattempo tu allenati. Inizia con cose semplici, impara a usare il fuoco. Ci vuole tempo e fatica per riuscire a trasformarsi, ma nel mentre fai quello che riesci a fare. Devi essere consapevole e orgogliosa del tuo potere. Devi sapere che tu sei Helen della Famiglia Syracard, sangue di drago. Il fuoco è nel tuo sangue e nelle tue ossa, e sei tu in primis a doverlo sapere. È tutto lì, dentro di te, devi solo accettarlo e sfruttarlo a tuo vantaggio. Ah, un'altra cosa. Non devono sapere di me. Di' che ero un drago di cui ti sei presa cura fin da piccola o inventati qualcosa. Ma non devono sapere che io sono un sangue di drago. Pensano che tu sia figlia unica e devono continuare a pensarlo. Io ho degli affari da sbrigare. Quando sarò di ritorno potremo dire tutta la verità. Non ho tempo di spiegarti tutto. Domani mi occuperò di quelli là. Poi volerò via. Allora tu dovrai uscire e aspettare che lo Tsor ti trovi. Ma non uscire prima, per nessun motivo, chiaro? Se mi uccidessero, c'è un passaggio segreto sotto il tuo letto. Esci da lì e scappa più in fretta che puoi nella foresta. Chiaro?》 Helen annuì, poi lasciò che il fratello ritrovato la abbracciasse 《Buonanotte, sorellina, a domani》

Helen si era ripromessa che non avrebbe disubbidito agli ordini del fratello. Ma in quel tempo trascorso insieme gli si era affezionata e non riusciva a sopportare di vederlo morire davanti ai suoi occhi. Così era corsa fuori.
Per fare cosa poi? Morire insieme? Non sapeva usare i suoi poteri, non poteva aiutarlo, non...
Prese un respiro profondo e sollevò la mano.
Non doveva sapere nulla. Era tutto dentro di lei. Doveva solo tirarlo fuori.
Sollevò anche l'altra mano ed espirò, e insieme al suo fiato un cerchio di fiamme si espanse da lei tutto intorno, bruciando tutti i soldati e rendendoli cenere che si sparse nel vento.
Poi le sue ginocchia cedettero ed Helen crollò a terra.
Sentì il muso di Mishal contro i suoi capelli e incontrò il suo sguardo.
Ti avevo detto di non intervenire
Da quando lo capiva quando era drago? Non stava neanche emettendo un suono, si stavano solo guardando negli occhi.
Ma grazie. Sei stata brava, sorellina.
Siamo gemelli, non siamo nati lo stesso giorno?
Sì ma rimani la mia sorellina. Questa è una telepatia Syracard-drago. E col fatto che siamo gemelli, questo legame è ancora più forte. Comunque adesso devo andare. Ricordati quello che ti ho detto. Nessuno deve sapere di me. Ci vediamo sorellina, ti voglio bene.
Fece qualche passo indietro e aprì le ali, le scrollò facendo cadere parte delle frecce e volò via.
Helen realizzò allora di star piangendo. Ma perché piangeva? Si sarebbero rivisti. Era solo un arrivederci. Raccolse una lacrima sul dito e la studiò, capendo che non era una lacrima. Era argentata. Si sfiorò gli occhi e sentì della pelle ruvida e delle fessure, simili a scaglie. Allora capì. Mentre evocava il fuoco, si era parzialmente trasformata in drago. La pelle sotto gli occhi almeno. E, una volta finita la magia, quelle poche scaglie si erano liquefatte, e ora le colavano sulle guance.
Poi era arrivato quel ragazzo. Era stato gentile. E, ricordandosi le parole di Mishal, lo aveva seguito, raggiungendo un piccolo gruppo di persone.
《Il drago?》chiese una ragazza bionda 《l'altro Syracard?》
《È il mio animale domestico》mentì Helen 《è volato via. Va e viene quando sono in pericolo, per proteggermi. L'aveva addestrato mia madre mentre era incinta di me》
Le dispiaceva mentire, soprattutto a quel ragazzo moro, ma doveva farlo.
Non aveva altra scelta. Sperava solo che Mishal si sbrigasse a fare quel che doveva fare e tornasse da lei. Aveva paura di sbagliare qualcosa, non sapeva cosa fare, stava per andare nel panico. Poi si tranquillizzò. Non erano dei nemici quei ragazzi. Doveva solo dire una bugia, e quello lo sapeva fare, fino a quando il fratello non sarebbe tornato.
Ce la poteva fare.

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