SOUKOKU
Chuya aveva deciso che quel giorno, non avendo alcun lavoro urgente da fare, si sarebbe finalmente riposato un po', iniziando con il dormire fino a tardi.
Come sempre però, i suoi piani vennero sventati; mentre dormiva beatamente, iniziò a sentire il corpo strano.
Si dimenò appena, cercando di tornare comodo, ma sentì qualcosa che lo bloccava.
Leggermente confuso, aprì gli occhi, cercando di riprendere un po' la concezione della realtà.
- Ciao, Chuya-.
Il rosso sbarró gli occhi trovandosi di fronte il volto di Dazai.
- Che cazzo ci fai qui?!- provò a tirargli un pugno, ma aveva le braccia bloccate.
Guardò in alto: aveva i polsi legati insieme da una corda, ed un'altra corda li legava alla testata del letto.
- Che cazzo hai fatto? Liberami!- sbuffò.
- Non dimenarti tanto Chuya, rischi di farti male-.
Chuya sentì qualcosa spingersi leggermente in lui, e d'un tratto si rese conto che Dazai era già dentro di lui probabilmente da prima che si svegliasse.
Teneva le sue gambe sulle spalle ed il suo bacino leggermente sollevato, in modo da essere più comodo a penetrarlo.
- Dazai porca puttana, questo è uno stupro! È tanto anche per te!- esclamò Chuya.
- Come se fosse la prima volta- rise Dazai, per.pii fissarlo negli occhi - mi hai dato il permesso di farlo quando volevo tanto tempo fa Chuya, ricordi?- sussurrò, prima di riprendere a muoversi dentro di lui.
Chuya iniziò ad ansimare; a giudicare dal piacere che stava provando, Dazai lo aveva stranamente preparato a dovere... Era fin troppo strano.
Le spinte del moro continuarono ad aumentare, e così il piacere di Chuya, che però sentiva qualcosa di strano.
Se ne rese conto mentre Dazai si riversava dentro di lui: gli aveva messo un tappo, in modo da impedirgli di venire.
- Tu sei fuori di testa... Liberami!- ringhiò Chuya.
- Se ti libero poi mi cacci- commentó Dazai, uscendo dal ragazzo ed appoggiandogli le gambe sul letto.
- L'idea è quella!- sbuffò Chuya - mi spieghi che cazzo ci fai qui?!-.
Con calma, Dazai si alzò e si avvicinó alla scrivania della stanza.
- Volevo passare il San Valentino con te-.
Chuya gli lanciò un'occhiataccia.
- Quindi se ti chiamo non rispondi, ma dopo mesi che te ne sei andato ti presenti tranquillamente qui per stuprarmi mentre dormo in onore di San Valentino?- ringhiò.
- Indovinato. Ora, quale vuoi che usi?- Dazai si voltò con in mano due oggetti.
Il primo era un vibratore fin troppo grande, il secondo era un frustino che sembrava fin troppo duro.
- Nessuno dei due, liberami maniaco del cazzo!- ringhiò Chuya.
Dazai osservò per un attimo gli oggetti che aveva in mano; dopodiché, lasciò giù il vibratore.
- Con questo posso farti molto più male- affermò, dirigendosi verso il ragazzo - da bravo Chuya, mettiti a quattro zampe-.
- Tu sei malato- ringhiò Chuya, mentre Dazai si avvicinava a lui.
- Lo hai sempre saputo no? Hai scelto tu di innamorarti di me- commentó il moro, allungandosi per slacciare la corda che teneva il rosso legato alla testata del letto.
- Non sono innamorato di te- ringhió Chuya, pensando già a come mettere ko il moro una volta avute le mani più libere.
- Davvero? È un peccato- Dazai sciolse il nodo con una mano e portò l'altra sotto il mento di Chuya, facendogli sollevare il volto verso di lui - perché io invece ti amo- sussurró, prima di baciarlo.
Chuya rimase bloccato, non riuscí a fare niente, tutto il suo corpo sembrava avvertire solo le labbra morbide del moro sulle sue e la sua lingua calda che esplorava l'interno della sua bocca, incontrandosi ogni tanto con la sua lingua.
Poteva dire di odiare quel ragazzo quanto voleva, ma la verità è che anche solo la sua presenza gli faceva un effetto che non riusciva a controllare: più voleva odiarlo, più era spinto ad amarlo.
Non riusciva a ribellarsi a lui di solito, figuriamoci quando lo baciava con quella passione; perché per quanto fingesse di non saperlo, Chuya era certo che quel ragazzo lo amasse.
Per questo non si oppose quando lo trascinò verso la fine del letto; in fondo, lo voleva anche lui.
Dazai si staccò dolcemente dalle sue labbra, spostandosi in fondo al letto.
- Alza le gambe- gli sussurró.
Chuya non sapeva perché finiva sempre per ubbidirgli in quel modo, ma non era quello il momento per farsi queste domande.
Dazai fece un piccolo sorriso, allungando la mano ed accarezzando dolcemente il ventre del rosso; amava la combattività di Chuya, e amava anche vedere come non riusciva a non sottomettersi a lui.
Strinse il frustino, prima di abbatterlo con forza sulla natica del rosso.
Chuya piegó la testa all'indietro, trattenendo un urlo di dolore, mentre Dazai osservava la sua pelle diventare rossa.
Allungò la mano, posandola sulla natica del più basso ed iniziando a massaggiarla dolcemente.
Chuya riappoggió la schiena al materasso, beandosi di quel massaggio, rilassante quanto eccitante; Dazai spostava la mano sempre più vicina alla sua apertura, senza però arrivare mai a penetrarlo, facendo emettere gemiti di disapprovazione al rosso.
Quando stava iniziando ad abituarsi, arrivò un'altra frustata, più forte della precedente, insieme ad una nuova ondata di dolore misto ad un pizzico di eccitazione.
- Sei veramente uno stronzo- mugugnó Chuya.
- Non dovresti parlarmi così in questa situazione- questa volta, la frustata arrivò sul fianco del ragazzo.
Dazai riportò la mano sulla sua natica, mentre si chinava in avanti a leccare il fianco del ragazzo.
Chuya non potè fare a meno di iniziare ad ansimare, cercando di non dargli la soddisfazione di sentirlo gemere.
Quando stava per abituarsi nuovamente a quel piacere crescente, arrivarono altre due frustate, una sempre sulla natica, l'altra sul petto, seguite da quei massaggi eccitanti.
Il dolore iniziava ad essere anche fin troppo eccitante, soprattutto se contrapposto ai movimenti di Dazai, stranamente dolci per essere suoi, e Chuya iniziava ad avvertire fin troppo fastidio per quel tappo che gli impediva di lasciare uscire alcun liquido.
- Dazai, liberami- disse, muovendo appena i fianchi.
Il moro sorrise: sapeva che doveva essere un ordine, ma al rosso era uscita come una supplica e lui amava sentirlo fare quella voce.
L'erezione tra le gambe del moro stava tornando a crescere sempre di più, ma era ancora presto.
- Non dirmi che non ti piace- commentó Dazai, dandogli l'ennesima frustata sulla natica.
- A quale pazzo piacerebbe una cosa simile?!- sbuffò Chuya.
- A Chanwo-.
- A... Chanwo?-.
- Di BJ-Alex- confermò Dazai.
- Mo ti leggi pure gli Yaoi?- sbuffò Chuya.
- Come sai che è uno Yaoi?-.
Chuya non rispose e Dazai scoppió a ridere.
- Sei veramente unico Chuya- affermò, assestandogli l'ennesima frustata.
Questa volta, il rosso non riuscí a trattenere il gemito che fuoriuscì dalle sue labbra.
- Inizia a piacerti davvero tanto eh? Allora, vediamo di cambiare zona- Dazai lo afferrò per i fianchi e lo fece girare, obbligandolo a mettersi a quattro zampe sul letto.
- Dazai, non provarci minimamente- lo minacciò il rosso, mentre muoveva le mani per cercare di liberarsi dalla corda.
- Altrimenti? Cosa puoi farmi?- commentó Dazai, in tono curioso, mentre l'ennesima frustata arrivava sulle natiche del rosso, seguita da una suolla schiena.
- Dazai! Liberami- gemette il rosso.
Aveva bisogno di muoversi, di stringersi a qualcosa, e soprattutto di venire, non ce la faceva più a resistere.
- Mh? E dove sarebbe il divertimento?- rise Dazai, facendo partire un'altra serie di frustate, che vennero seguire dai gemiti del rosso.
Ormai il bruciore svaniva subito, sostituito dall'eccitazione sempre crescente, che però il rosso non poteva sfogare in alcun modo.
- Dazai- mosse appena il bacino, sperando che il moro accogliesse il suo invito.
Ma Dazai, per quanto la proposta fosse allettante, non intendeva cedere così presto.
- Dovrai pregarmi meglio di così, Chuya- affermò Dazai, ripartendo a lasciargli una serie di frustate.
Il rosso gettò all'indietro la testa, iniziando a gemere; le braccia gli tremavano leggermente, ormai era allo stremo delle forze, ne aveva bisogno.
- Dazai- lo pregò - almeno liberami le mani-.
- E dopo che divertimento ci sarebbe?- commentó il moro, lasciandogli un'ennesima frustata sulla natica ed un'altra sul fianco.
Invece che con la mano però, stavolta scese a massaggiare la zona colpita con la bocca.
Leccó appena la natica del ragazzo, lasciandogli un lieve morso, che fece gemere ancora di più Chuya.
- Ti piace eh?- sussurró Dazai, muovendo la lingua fino ad avvicinarsi alla sua apertura.
Chuya si sentì ansimare sempre di più, sentiva tutto il suo corpo fremere, la sua mente era annebbiata dal piacere e dal desiderio di venire.
Strinse il lenzuolo sotto di lui, ma non bastava più.
- E se... Te lo dicessi?- sussurró.
- Dirmi cosa?- chiese Dazai, continuando a lasciargli teneri morsi sulle natiche.
- Se ti dicessi... Che ti amo- mormorò Chuya.
Sentì il moro fermare i suoi gesti e decise di continuare.
- Se ti dicessi... Che mi manchi, che ci sono rimasto male quando te ne sei andato senza dirmi nulla- mentre Chuya parlava, Dazai scivolò sotto di lui, sdraiandosi con la schiena sul materasso in modo da poterlo guardare negli occhi - che avrei voluto che tornassi, che ogni volta che fai cazzate nel nostro territorio sono felice perché significa che ancora ti ricordi di me, di noi- Dazai gli poggiò delicatamente le mani sui fianchi e si tirò su, portando il rosso a sedersi - e che... Ho desiderato questo momento dalla prima mattina in cui mi sono svegliato e tu non eri più al mio fianco-.
Non appena finí di parlare, Dazai, tenendogli saldamente i fianchi, lo fece abbassare, in modo che il suo membro lo penetrasse.
Chuya gettó la testa all'indietro, rilasciando un gemito di piacere più forte degli altri, sentendosi finalmente riempito.
- Adesso sono qui Chuya- sussurró Dazai, prendendogli il mento tra le dita e facendogli abbassare il volto verso di lui.
Unì dolcemente le loro labbra, saggiando quelle del rosso, esplorandole con la lingua per un attimo prima di staccarsi.
- Muoviti- gli sussurró.
- Che stronzo... Devo sempre fare tutto io?- borbottò Chuya, facendo sorridere il moro.
- Fin'ora io ho fatto molto, no?- commentó Dazai.
- Non hai fatto altro che torturarmi- borbottò Chuya, iniziando a muoversi lentamente.
Dazai tenne le mani sui suoi fianchi, seguendo il movimento del suo bacino che andava su e giù, continuando a farlo penetrare dolcemente il rosso.
Forse fin troppo dolcemente, contando che Chuya ormai era allo stremo delle forze e sentiva il bisogno di scaricarsi completamente.
La situazione peggiorò quando Dazai prese in mano la sua erezione e, come se niente fosse, iniziò a muoverla.
Chuya serrò le labbra, i gemiti che ormai erano diventati sempre più forti.
- Che c'è Chuya? Non ti senti bene?- commentó Dazai, con aria divertita.
Chuya lo fissò negli occhi, e Dazai quasi sussultò di fronte a quello sguardo pieno di finto odio, che mal celava tutto l'amore e la passione provate da Chuya in quel momento.
Il moro vi ci perse dentro, ipnotizzato da quei sentimenti e del movimento fluido del ragazzo sopra di lui, così tanto che si accorse tardi che Chuya aveva portato le mani ai denti, riuscendo con un colpo secco a liberarsi della corda che li legava.
Si avventó contro le labbra del moro, attaccandole alle sue con una passione che Dazai non sentiva da tempo; le mani di Chuya finirono tra i suoi capelli, stringendoli con forza, mentre il movimento del suo bacino si faceva sempre più sicuro.
- Mi liberi o devo farlo io?- sussurró Chuya all'orecchio del moro, che non potè evitare di sorridere.
In un attimo, ribaltò la posizione; rimanendo dentro il rosso, lo fece sdraiare con la schiena sul materasso, continuando a baciarlo con foga.
Le gambe di Chuya si serrarono attorno al bacino del moro, che si muoveva sempre più veloce dentro di lui.
Avevano entrambi il respiro pesante, ma non per questo volevano arrendersi e separare le loro labbra, che continuavano a cercarsi, insaziabili, come per recuperare tutto l'amore che avevano perso quando erano lontani.
Le spinte di Dazai aumentarono ancora di ritmo, tanto che Chuya credette sarebbe presto impazzito se non avesse fatto qualcosa.
Inarcò leggermente la schiena, facendo scontrare il suo corpo con quello del moro, che lo strinse con un braccio mentre lo penetrava sempre più forte.
Anche lui al limite, Dazai portò l'altra mano sul membro di Chuya, togliendogli il tappo e permettendo finalmente al rosso di venire con un urlo di piacere, scaricando tutto l'amore e la passione fuori di sé e sporcando lievemente i corpi dei due ragazzi.
Dazai iniziò a venire a sua volta, mordendo con foga le labbra del rosso, che continuó a lottare per tenere il suo ritmo fin quando non fu riempito completamente dal seme del ragazzo che amava.
Si lasciò ricadere sul materasso, stremato, cercando di riprendere fiato.
Alzò appena la testa quando sentì il moro passare il dito sul suo ventre; lo vide raccogliere un pochino del suo seme, prima di portarsi il dito alle labbra e succhiarlo avidamente.
Dazai portò lo sguardo su quello di Chuya e sorrise.
- Oggi sto con te- affermò.
Chuya annuì, incapace di dire altro; almeno per quel giorno, sapeva che Dazai lo amava.
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