KAGEHINA
QUESTA STORIA SI SVOLGE QUANDO ENTRAMBI HANNO 18 ANNI
- Ti ho detto che ho vinto io- affermò Tobio.
- Ti sbagli, il migliore sono stato io!- esclamò Shoyo.
- Andiamo Bokè: ti ho riempito la palestra di palloni colorati, che una volta schiacciati si rompono e contengono caramelle!- esclamò Tobio.
- Ed è stato veramente tanto apprezzato! Ma che ne dici della mia idea di farti fare il bagno nel latte e regalarti un pacco pieno di cartoni di latte di ogni sapore?-.
- Che è il regalo migliore che abbia mai avuto! Ma la tua gioia era decisamente più palese- affermò Tobio.
- Per forza, tu sai a malapena sorridere!-.
I due continuarono a bisticciare mentre raggiungevano la casa di Hinata.
Come si erano trovati in quella situazione? Semplice: stanchi che i due non si accorgessero dei loro sentimenti, Nishinoya e Tanaka avevano pagato Tsukishima per lanciare ai due ragazzi una sfida: ovvero, chi di loro due sarebbe stato in grado di organizzare il miglior "San Valentino"?
Inutile dire che Hinata e Kageyama si erano impegnati come non mai per riuscire a vincere, ed il risultato era che adesso erano entrambi più che felici dei regali ricevuti, ma non volevano ammettere che forse l'idea dell'altro era stata migliore della loro.
Dato che la madre di Hinata non era in casa, il ragazzo fece entrare il moro senza problemi e continuarono a bisticciare; fin quando, arrivati in camera di Hinata, i loro occhi non si posarono sul letto dell'arancione.
Dopodiché, tornarono a fissarsi, e sul volto di entrambi si dipinse un sorriso di sfida.
- Vediamo chi è più bravo?- chiese Tobio.
- Su cosa ci basiamo?-.
- Chi viene prima?-.
- Ma questo dipende dalla durata di ognuno, da quanto è bravo l'altro...- fece notare Shoyo.
- Possiamo vedere chi è più bravo in ogni ambito- propose Tobio.
- Ci sto!- esclamò Shoyo.
Entrambi non persero tempo a sfilarsi la maglietta.
- Sei vergine vero? Altrimenti è una falsa partenza sappilo- affermò Tobio, andando ad appoggiare la maglietta sulla scrivania dell'arancione.
Hinata si sentì improvvisamente arrossire.
- Certo che sono vergine! Non ho mai fatto niente! Tu piuttosto... Non è che...- mormorò Shoyo.
Troppo concentrato sulla pallavolo per pensare a certe cose, non si era mai fatto domande del genere; ma Kageyama era un bel ragazzo, non si sarebbe stupito di sapere che aveva avuto delle relazioni.
- Tsk, batterti richiede tutta la mia attenzione, non ho tempo per certe cose- affermò Tobio, voltandosi verso l'arancione.
Solo nel notare il lieve rossore sulle sue guance si rese conto di cosa effettivamente stessero per fare, e si sentì arrossire anche lui.
- Se... Se ti vuoi tirare indietro, la prendo come una mia vittoria- affermò, distogliendo lo sguardo.
Eppure, sapeva bene quale sarebbe stata la risposta ad una frase simile.
- Te lo puoi scordare! Non mi tiro certo indietro. Forza, chi inizia?- chiese Shoyo, andando verso il letto.
- Come pensi di farlo con i pantaloni addosso?- sbuffò Tobio.
Hinata arrossí leggermente.
- Oh, hai ragione-.
Con una certa esitazione, entrambi si slacciarono i pantaloni; erano abituati a cambiarsi davanti all'altro, ma quella volta era completamente diverso.
Hinata decise di mandare via subito tutto l'imbarazzo e si sfilò velocemente sia pantaloni che boxer.
- Muoviti, San Valentino non dura finché ti senti pronto- dichiaró, dandogli le spalle.
- Io sono sempre pronto bokè!- esclamò Tobio, spogliandosi anche lui.
Nel farlo, il suo sguardo si posò sulle natiche dell'arancione; quella breve vista bastó per sentire già il sangue confluire più in basso.
Cercò di non pensarci e poggiò i vestiti sulla scrivania.
Fece un respiro profondo, dopodiché andò verso Hinata; senza preavviso, gli poggiò una mano sul fianco e l'altra sul ventre.
Hinata si irrigidí leggermente, preso alla sprovvista.
- Stiamo già iniziando?- mormorò.
- Mi è venuta un'idea. Tre round: i primi due decidiamo una volta a testa cosa fare, nel terzo vediamo se uno dei due vuole la rivincita o se vogliamo... Andare fino in fondo-.
Kageyama arrossí appena nel dire l'ultima frase; eppure lui e Hinata, per quanto fossero diversi, erano sulla stessa lunghezza d'onda, e sapeva che l'altro aveva compreso perfettamente i suoi pensieri.
- Ci sto. Ti lascio iniziare- dichiaró infatti Shoyo.
Kageyama sorrise.
- Come se non mi fossi già preso il privilegio da solo- commentó, facendo scendere la mano dal ventre dell'arancione al suo membro.
Sapeva bene che una cosa in cui era bravo era usare le mani: se valeva nella pallavolo... Poteva valere anche lì.
Iniziò con calma, cercando di capire come fare; carezzò lentamente il membro di Hinata, studiandone la forma, cercando di capire come fosse meglio prenderlo, come fosse meglio muoversi.
Lo sentì ingrandirsi leggermente, reagire al suo tocco, e si accorse che anche il suo corpo stava avendo una leggera reazione.
Si avvicinó di più ad Hinata, poggiando il suo ventre contro la schiena del più basso; e non solo, Hinata sentì molto bene anche il membro dell'altro, leggermente duro, contro il suo fondoschiena.
Arrossí appena, ma non aveva molto alto su cui concentrarsi: Kageyama era davvero abile con le mani, lo stava solo sfiorando eppure tutto il suo corpo sembrava reagire a quel tocco.
Si sentiva sempre più accaldato, respirare solo con il naso non gli bastava più, ma non voleva dare a Kageyama la soddisfazione di vederlo cedere così presto.
Eppure, anche la mano che il moro teneva sul suo fianco stava iniziando a farlo percorrere da piccoli brividi di piacere.
Il tocco di Kageyama iniziò a farsi più deciso; invece che accarezzare, adesso stava iniziando a stuzzicare con le dita alcune parti della sua erezione e della zona intorno.
Un piccolo ansimo uscì dalle sue labbra ed il moro sorrise; gli bastó un attimo per capire, grazie ai sospiri dell'arancione, quali zone fosse meglio toccare.
All'improvviso, strinse con più forza il suo fianco e prese in mano il suo membro.
Iniziò a muoverlo con una certa delicatezza, continuando a sfiorare con le dita anche le zone intorno.
Hinata chiuse gli occhi, cercando di non andare oltre agli ansimi; eppure, gli stava piacendo molto più di quanto avrebbe mai potuto pensare.
E sapere che fosse Kageyama a toccarlo, lo stava facendo eccitare ancora di più.
Si maledisse per quei sentimenti che stavano venendo a galla, che per fortuna furono interrotti proprio da Kageyama, che iniziò a muovere la mano con più forza e con più foga.
Gli ansimi di Hinata iniziarono a farsi sempre più forti, non riusciva neanche più a provare a trattenerli, sapeva di non poterlo fare.
Il suo corpo era invaso da brividi di eccitazione, le gambe gli tremavano ed iniziava a sentire il bisogno di riversare fuori quel piacere.
Doveva reagire in qualche modo o sarebbe stato sopraffatto.
- Kage... Yama... Devo... Sedermi- sussurró; ma il moro non lo lasciò andare.
- Aggrappati a me- gli sussurró.
Pensava di sarebbe tenuto ai suoi fianchi, ma Hinata fece passare un braccio attorno al collo di Kageyama, sostenendosi tramite il corpo del moro, e poggiò l'altra mano su quella di Kageyama.
Riprese ad ansimare con forza, e questo spinse Kageyama ad andare ancora più veloce; il liquido preseminale era già sulle sue dita, ed entrambi sapevano che Hinata non avrebbe retto ancora a lungo, non se Kageyama continuava ad aumentare in quel modo il ritmo.
Eppure, proprio mentre Hinata pregustava ormai il momento in cui avrebbe iniziato a venire, Kageyama posó il dito sulla cima del membro dell'arancione, che sbarró gli occhi.
- Che stai facendo?- chiese.
Kageyama non rispose, ma fece un sorriso ed aumentò ancora di più la velocità.
Hinata si abbandonò contro il suo corpo, cercando di trattenere i gemiti; dopotutto, la sfida non era fare venire l'altro, era farlo godere il più possibile.
E con la mano di Kageyama che si muoveva in quel modo, con la presenza del suo membro contro la sua entrata, con il corpo del moro premuto contro il suo... Hinata sapeva che non avrebbe retto a lungo.
Doveva arrendersi? Non voleva... Ma voleva venire, iniziava a sentirne il bisogno, voleva lasciarsi andare.
Con la mente offuscata dal piacere, iniziò a gemere, fregandosene della gara.
Kageyama si morse il labbro per evitare di fare sentire quanto quei versi lo eccitassero.
Aumentò il movimento della mano e sentì lo sperma del più basso premere per uscire.
Si voltò ad osservare il volto di Hinata: di più... Voleva vederlo più arrossato, più in preda al piacere.
Di più.
Aumentò ancora di più ed Hinata gemette ancora più forte, non riuscendo più a trattenersi.
Kageyama si rese conto di quanto fosse forte la tentazione di baciarlo, di catturare quei versi nelle sue labbra, di farlo suo.
Prima di combinare qualche guaio, liberò l'erezione di Hinata, che non impiegò molto a venire.
L'arancione rimase per un attimo immobile, aggrappato a Kageyama, nel tentativo di riprendersi.
- Mi sa che il primo punto va a me- dichiaró Tobio, staccando le mani dal ragazzo.
Hinata fece un ultimo, profondo respiro, poi si staccò anche lui; avrebbe mostrato a Kageyama quanto valeva.
Si voltò verso il moro e fece un sorriso furbo.
- Adesso tocca a me- dichiaró, spingendo il moro sul letto.
Kageyama si sedette con la schiena contro il muro e fissò Hinata, che si mise a gattoni sul letto; lentamente, con un'espressione seducente che il moro non pensava fosse in grado di fare, andò verso di lui.
Avvicinó il volto a quello del moro, talmente tanto che Kageyama si ritrovó a deglutire pesantemente per evitare di saltargli addosso.
All'ultimo, Hinata cambiò strada ed iniziò a leccare uno dei capezzoli del ragazzo.
Kageyama si portò una mano alla bocca, fingendo indifferenza; era possibile che solo sfiorandolo con la lingua... Potesse fargli quell'effetto?
Hinata stuzzicó il petto dell'altro con la lingua, per poi iniziare a scendere verso il basso ventre, continuando a carezzare il corpo del moro.
Usó le mani con una delicatezza tale che Kageyama a malapena si accorse che gli aveva aperto le gambe, troppo concentrato sull'osservare quella chioma arancione che scendeva sempre di più.
Hinata iniziò a leccargli il basso ventre, e Kageyama potè avvertire bene il fiato caldo del più basso che sfiorava il suo membro.
Non gli veniva da ansimare, era quasi al contrario: era completamente senza fiato.
I movimenti di Hinata erano talmente delicati ed allo stesso tempo pieni di piacere, che Kageyama quasi non se ne accorgeva, eppure avvertiva ogni minimo particolare, i suoi capelli che gli sfioravano il corpo, la sua lingua calda, il suo respiro.
Hinata iniziò a leccare la zona intorno all'erezione del moro, che iniziò a diventare sempre più grande e pulsante, come in attesa.
Quando l'arancione la sfiorò delicatamente con la lingua, Kageyama si lasciò sfuggire un gemito senza neanche accorgersene.
Hinata fece un piccolo sorriso ed iniziò a lasciare una scia delicata di baci sul membro dell'altro, che si accorgeva appena dei suoi gemiti e non riusciva a fermarli.
L'arancione arrivó alla punta e la prese in bocca dolcemente, succhiando lentamente la cappella.
Kageyama strinse con forza il lenzuolo sotto di lui, iniziando ad ansimare.
Hinata iniziò a spostarsi sempre più avanti: con una calma quasi letale, pian piano iniziò a prendere in bocca tutto il membro di Kageyama, succhiandone ogni centimetro.
Il moro si sentì arrivare fino alla gola di Hinata e non riuscí a fare altro che continuare ad ansimare; si arrischiò ad abbassare lo sguardo, e si accorse troppo tardi del suo errore.
Hinata lo fissava, come se stesse aspettando solo quello; l'espressione da cucciolo che aveva eccitò Kageyama alla follia, senza contare che aveva una vista perfetta sulle sue natiche, che il ragazzo aveva lasciato bene esposte.
L'arancione sorrise: era il momento.
Iniziò improvvisamente a muovere velocemente la bocca: riuscí a tenere dentro tutto il membro di Kageyama, ed allo stesso tempo muoversi con una velocità incredibile, usando la lingua il più possibile.
Kageyama gettó la testa all'indietro, gemiti sommessi uscirono incontrollabili dalle sue labbra, il corpo scosso da tremiti di piacere, talmente incapace di controllarsi da trovarsi a stringere i capelli di Hinata.
- Di più- imploró; e Hinata lo accontentó, andando ancora più veloce.
Kageyama gemette più forte, e sotto quelle spinte e quello sguardo desideroso impiegò poco a venire.
Come se tutto quello non fosse bastato, Hinata ingoiò tutto, lentamente, delicatamente, sfilandosi dalla bocca il membro del moro con la stessa lentezza con cui l'aveva preso.
Si tirò su e fissò Kageyama con sguardo soddisfatto.
- Direi che mi sono guadagnato il mio punto- affermò.
- Decisamente- sussurró Tobio, fissando il ragazzo e pensando a quanto fosse fantastico.
- Allora, per il terzo punto cosa vuoi fare? Io non penso di poterti eguagliare- affermò Shoyo.
- Neanche io- dichiaró Tobio, riprendendosi leggermente da quello che era appena successo.
- Quindi...- mormorò Shoyo.
- Si va fino in fondo- affermò Tobio.
- Come sempre- rise l'arancione - facciamo chi viene prima?-.
- Ci sto. Ma come decidiamo chi sta sopra?- chiese.
Hinata arrossí leggermente.
- Stai tu- mormorò, voltandosi.
- Strano che tu ti arrenda così facilmente- commentó Tobio.
- Guarda che non mi sono mica arreso! Vuoi farlo o no?- sbuffò Shoyo.
La verità, è che ne sentiva il bisogno, ne avvertiva il desiderio: voleva Kageyama dentro di sé, voleva che fosse lui a prenderlo.
Ma non per questo si sarebbe arreso.
- Bokè, prima devo prepararti. Vieni qui- Tobio indicó lo spazio tra le sue gambe aperte.
Hinata si avvicinó e si voltò, dandogli le spalle e mettendo le sue natiche a disposizione del moro.
- Immagino tu non abbia il lubrificante- commentó il moro.
- No- confermò Shoyo.
- Appunto. Succhia un attimo- Tobio si chinò in avanti, avvicinando la mano alla bocca di Hinata.
- Ma certo, come se niente fosse- borbottó Shoyo, ma prese la mano di Kageyama ed iniziò a succhiargli lentamente le dita.
Al moro venne in mente quello che era successo poco prima, ma decise di non pensarci più di tanto ed iniziò a leccare l'entrata dell'arancione.
Hinata si sentì percorrere da nuovi brividi: quello... Era un piacere completamente nuovo.
Si concentrò su ciò che stava facendo, ma non poteva ignorare la lingua di Kageyama che entrava dentro di lui, calda ed invitante; e di sicuro, non poteva ignorare ciò che quelle dita gli avevano fatto provare poco prima.
Si ritrovó a trattenere i gemiti, fin quando il moro non smise con quel gesto e si riappropriò della sua mano.
Osservò Hinata, un po' esitante.
- So resistere al dolore- affermò l'arancione.
Kageyama annuì e lo penetrò con un dito.
Hinata si morse il labbro: bruciava più di quanto pensasse.
- Continua- disse.
Nonostante la determinazione nella sua voce, Kageyama aveva capito che gli faceva male; per cui, decise di andarci piano.
Iniziò a muovere il dito lentamente, inserendo il secondo solo quando sentì il corpo dell'arancione rilassarsi.
Ripeté la stessa operazione, e quando inserí anche il terzo dito capí che ad Hinata non faceva più male; anzi, iniziava a piacergli.
- Bakageyama, basta così, o parto troppo svantaggiato- affermò l'arancione.
- Va bene- rispose Tobio, togliendo le dita ed evitando di dire che in realtà vederlo così, alla sua mercè, ansimante, con davanti le sue natiche perfette, stava facendo eccitare anche lui.
- Rimaniamo così?- chiese Tobio, mettendosi in ginocchio.
- Si, così sono già abituato- rispose Shoyo.
Kageyama annuì e poggiò le mani sui fianchi di Hinata; sentiva di dove dire qualcosa, eppure non aveva idea di cosa dire.
Per cui ci rinunció ed appoggiò la sua erezione all'entrata di Hinata; si stupí da solo di quante volte si assicuró che Hinata stesse bene, prima di decidersi a penetrarlo.
L'arancione buttó la testa all'indietro: era completamente diverso dalla lingua o dalle dita... Era una sensazione strana, ed allo stesso tempo era bellissimo.
Kageyama lo penetrò con sicurezza, arrivando dritto al punto più responsabile del piacere, e nel farlo iniziò a sentire una nuova soddisfazione dentro di sé, che prima non aveva mai avvertito.
Si ritrovó a carezzare con gli occhi la pelle candida del ragazzo sotto di lui, e pensò all'improvviso di volerla marchiare.
Scosse la testa: non era lì per quello.
Iniziò pian piano a muoversi, e quella sensazione di piacere e soddisfazione iniziò a farsi largo prepotentemente in lui.
Hinata iniziò già a rilasciare qualche gemito, ormai aveva capito che trattenersi non gli sarebbe servito a niente; anzi, quei versi fecero eccitare ancora di più Kageyama, che si chinò a lasciare un bacio sulla schiena di Hinata.
L'arancione gemette ancosa più forte, stringendo il lenzuolo sotto di lui.
Non aveva mai pensato che potesse essere così bello, sentiva il suo corpo tremare, in balia degli affondi di Kageyama; ne desiderava molto di più, e quei baci sulla schiena non aiutavano di certo.
- Non... Non mi arrenderò, sappilo- gemette.
Arrendersi? Per un attimo, Kageyama non capì.
Poi si ricordò che, in teoria, stavano facendo tutto quello per una scommessa.
Serrò le labbra: una scommessa? No... Ormai non si trattava più solo di quello.
Hinata rimase piuttosto sorpreso nel sentire l'altro uscire.
- Kageyama? Va tutto...- non riuscí a finire la frase: si trovò con la schiena contro il materasso, le cosce sollevate, Kageyama nuovamente dentro di lui.
Questa volta le sue spinte erano meno precise e più forti, più animalesche, passionali.
Kageyama si chinò e lasciò una scia di baci sul collo di Hinata.
- Kage... Ah... Kage... Cosa... Ah... Stai facendo?- gemette Shoyo, confuso, sia dal piacere che dai gesti del moro.
Kageyama avvicinó il volto al suo.
- Baciami- sussurró - baciami e avrai vinto-.
Ormai, non gli importava più di quella scommessa: se lo avesse baciato... Avrebbe vinto lui.
Hinata lo fissò. Non riuscí a dire niente, ma aveva capito; aveva capito, perché pensava lo stesso.
Senza esitazione, intrecció le mani dietro la nuca del moro e lo tirò verso di lui, unendo le loro labbra.
Mentre Kageyama affondava sempre di più dentro Hinata, le loro labbra iniziarono a divorarsi a vicenda, le loro lingue che si cercavano, vogliose, non intendevano lasciarsi andare.
Sentivano entrambi di stare raggiungendo il culmine, quella passione era troppa da sostenere.
- Kage...- Shoyo sentiva di doverlo assolutamente dire prima della fine.
- Che c'è?- gemette il moro, continuando a spingersi dentro di lui.
Anche se a fatica e ansimante, Hinata lo fissò negli occhi.
- Non l'ho fatto per la scommessa- affermò.
Entrambi i ragazzi si scambiarono un sorriso, prima di fiondarsi di nuovo l'uno sulle labbra dell'altro.
Non ricordavano chi fosse venuto prima, perché anche una volta finito Kageyama rimase dentro Hinata, continuando a baciarlo come se fosse l'unica cosa importante in quel momento.
Si staccarono, bisognosi d'aria, e Kageyama accarezzó dolcemente i capelli dell'arancione.
- Buon San Valentino- sussurró.
Hinata sorrise.
- Passiamo insieme anche il prossimo!- esclamò.
Anche Kageyama sorrise.
- Ci puoi giurare: d'ora in poi, li passeremo tutti insieme-.
E quella, fu una scommessa che vinsero entrambi.
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