BOKUAKA
Seduto alla scrivania della sua stanza d'università, con indosso un paio di occhiali e vestito in modo leggermente elegante, Akashi stava sistemando alcuni dei compiti che avrebbe dovuto consegnare a breve.
Si sentiva leggermente nervoso: sapeva bene che quella non era una sera di studio come le altre.
Infatti, poco dopo sentì bussare alla porta.
Fece un respiro profondo mentre si alzava per andare ad aprire; fuori c'era Bokuto, un sorriso in volto, vestito con la divisa scolastica.
- Buonasera, sensei; mi scusi se la disturbo, avrei bisogno di parlarle. Posso entrare?- chiese.
- Ma certo, vieni pure- disse Keiji, spostandosi per farlo entrare, il cuore che batteva a mille.
- Che bella stanza ha, sensei!- commentó Koutaro, entrando in stanza, mentre Akashi chiudeva la porta.
- Kou, dobbiamo farlo davvero?- mormorò Keiji.
- Andiamo Agashi, avevi detto che se mi fossi impegnato nello studio, a San Valentino avremmo fatto ciò che volevo io! Non preoccuparti, vedrai che sarò uno studente modello- affermò Koutaro, facendo un sorriso; uno di quei sorrisi da cui Akashi si sentiva sempre rassicurato.
Annuì, facendo capire che potevano riprendere.
- Cosa ti serve? Sono un po' impegnato- affermò Keiji, tornando a sedersi alla sua scrivania.
- Ma come, non ha niente da fare a San Valentino, Sensei?- chiese Koutaro, andando a sedersi sulla scrivania ed osservando il moro.
- Purtroppo no- confermò Keiji.
- Ma come, un bell'uomo come lei!- esclamò Koutaro.
Akashi sapeva che era una recita, ma gli capitava sempre di arrossire ai complimenti di Bokuto e quella volta non fece eccezione.
- Non mi hai ancora detto per quale motivo sei qui- fece notare, fingendo indifferenza.
- Veramente... Sono qui perché sapevo che lei ci sarebbe stato, sensei- ammise Koutaro.
Akashi aggrottó la fronte e si voltò verso il maggiore.
- Cosa intendi?- chiese.
- Sensei, come ben sa, io sono all'ultimo anno, e presto non avrò più l'occasione per partecipare alle sue lezioni; per questo ho pensato di approfittare di questa ultima opportunità, prima di andarmene- continuó Koutaro.
Akashi si alzò.
- Se non sei qui per motivi di studio, ti chiedo di andarmene- affermò, andando verso la porta.
Poggiò la mano sulla maniglia, ma la grossa mano di Bokuto si poggiò sulla sua, impedendogli di aprire la porta.
- Ma io sono qui per motivi di studio: non immagina quante volte io l'abbia studiata a lezione, quante volte abbia immaginato di sfiorarle la mano...- Koutaro strinse appena la mano di Akashi - di potermi avvicinare a lei...- avvicinó il corpo a quello del minore - di poterle baciare il collo...- sussurró, vicino al corpo del corvino... - di fare l'amore con lei...- poggiò l'altra mano sul fianco di Akashi.
Per il moro era davvero difficile resistere a Bokuto, ma era lui che gliel'aveva chiesto, per cui cercó di stare al gioco.
- Smettila, per favore- disse, voltandosi per guardarlo con espressione seria; ma i suoi occhi azzurri furono catturati da quelli color miele del maggiore.
- Non mi dica che lei non mi ha mai pensato, sensei- sussurró Koutaro.
Akashi deglutì.
- Sei un mio studente- affermò.
- Ma tra pochi mesi non lo sarò più. Non possiamo semplicemente affrettare un pochino le cose?- chiese Koutaro, avvicinando il volto a quello del minore.
Akashi gli mise tre dita sulle labbra per fermarlo.
- Non sarebbe giusto- sussurró.
Bokuto fece un piccolo sorriso, dopodiché iniziò a baciare la mano di Akashi.
- Eppure... Sarebbe giusto per noi no?- Koutaro prese dolcemente la mano del minore, stringendola nella sua - lascia che le mostri che studente modello sono-.
E di fronte a quello sguardo, Akashi non riuscí più a dire niente; lasciò che le labbra di Bokuto si posassero sulle sue, dolci e sicure come sempre.
Bokuto gli accarezzó delicatamente il fianco, togliendogli la mano dalla maniglia della porta e camminando lentamente verso la scrivania alle due spalle, senza smettere di baciarlo.
Akashi lo seguì; come sempre, era rimasto incredibilmente stregato da quel ragazzo.
La mano di Bokuto si poggiò sotto la sua camicia, carezzando la pelle delicata del moro, che rilasciò un sospiro.
- Bokuto, non dovremmo- sussurró Keiji, cercando di tornare nella parte.
- Perché no? Non mi dica che non le sta piacendo, sensei- sussurró Koutaro, avvicinandosi al suo orecchio.
Akashi dovette aggrapparsi a lui per evitare di crollare sotto il peso di quel piacere che si stava espandendo dentro di lui.
- Si, mi sta piacendo- sussurró, mentre Bokuto iniziava a lasciargli alcuni baci sul collo.
- Dovresti sempre fare ciò che ti piace, sensei- affermò, tornando a guardare il corvino negli occhi.
Akashi non riusciva a dire di no al suo ragazzo in situazioni normali, figuriamoci in quelle; gli occhi di Bokuto erano come una calamita per lui, quel ragazzo era l'unica cosa che gli faceva perdere il controllo, sentiva che non ne avrebbe mai avuto abbastanza.
Così, senza esitare, si fiondó nuovamente sulle sue labbra.
Bokuto lo strinse a sé mentre ricambiava il bacio, chiedendo con la lingua l'accesso alla bocca del minore, che non esitó a lasciarlo passare.
Mentre le loro lingue si incontravano, Bokuto afferrò le gambe di Akashi, sollevandolo e facendolo sedere sulla scrivania.
Continuando a baciarlo, tolse la giacca al minore, che non esitó a fare lo stesso con quella di Bokuto.
Il maggiore fece per sfilarsi la cravatta, ma Akashi lo fermó.
- È raro vederti con la cravatta, tienila- sussurró.
Bokuto fece un sorriso malizioso.
- Allora la tieni anche tu- sussurró, portando la mano sulla cravatta del moro e stringendola leggermente.
Akashi si sentiva sempre più attratto, aveva bisogno di spingersi oltre; Bokuto gli faceva quell'effetto e non poteva ignorarlo.
Portò le mani sulla camicia del ragazzo, iniziando a slacciarla, e Bokuto sorrise.
- Qualcuno è impaziente, eh, sensei?- sussurró Koutaro, divertito, insinuando una mano sotto la camicia del moro.
Akashi sentiva di dover fare qualcosa, prima che l'altro iniziasse a torturalo come solo lui sapeva fare.
Così, afferrò la sua cravatta e lo tirò verso di lui.
- In quanto tuo professore, voglio solo assicurarmi che tu sia in grado di fare i compiti- sussurró, poggiando la mano sull'erezione di Bokuto, che stava iniziando a diventare più evidente.
Il maggiore si fiondó nuovamente sulle labbra del minore, mentre con le mani gli slacciava velocemente i primi bottoni della camicia.
Si fiondó sul suo petto, iniziando a riempirlo di morsi e baci, mentre le sue mani iniziavano a slacciargli la cerniera dei pantaloni.
Akashi si aggrappò alle spalle larghe del maggiore mentre iniziava ad ansimare, travolto da quella foga.
Sentì le mani di Bokuto insinuarsi nei suoi boxer; con una prese a stimolare l'erezione del minore, mentre l'altra la usó per finire di slacciargli la camicia.
Akashi piegò appena la testa all'indietro, lievi ansimi che uscivano dalla sua bocca e che facevano sorridere Bokuto, che aumentó la velocità dei suoi gesti mentre continuava a lasciare segni sul petto e sul collo del moro.
Il minore, cercando di riprendersi per non lasciare fare tutto all'altro, gli slacciò i bottoni della camicia.
- Vuoi che faccia più in fretta così me la può sfilare, sensei?- sussurró Koutaro, aumentando la velocità con cui muoveva la mano.
Akashi non riuscí a ribattere, perché un paio di gemiti uscirono dalle sue labbra.
Appoggió la testa sulla spalla di Bokuto, cercando di avvicinarsi al suo orecchio.
- Io voglio te- sussurró.
Bokuto si bloccò, mentre quelle parole dalle sue orecchie si espandevano in tutto il resto del suo corpo, raggiungendo ogni arto, inonando la sua mente ed anche una zona decisamente più in basso.
Lentamente, Bokuto si staccò dal moro; lo fece scendere dalla scrivania, dopodiché iniziò a tirargli giù i pantaloni ed i boxer, prima di fare lo stesso con i suoi.
Akashi sentiva il suo corpo fremere dall'impazienza; lui sapeva bene cosa stava per succedere, sapeva bene che le poche volte in cui Bokuto era così calmo... Stava per scatenare la tempesta.
Rimasti entrambi con indosso solo la cravatta, Bokuto prese delicatamente Akashi per mano, portandolo verso il letto.
Gli lasciò la mano ed Akashi andò ad aprire il cassetto del comodino, tirandone fuori il lubrificante, poi tornò da Bokuto e gli porse la boccetta.
Il maggiore gli lasciò un bacio tra i capelli, prima di aprire la boccetta.
Akashi si sdraió sul letto, mettendosi a pancia in giù, con il bacino leggermente rialzato, in modo da essere più comodo.
Bokuto si mise di fianco a lui, sdraiandosi su un fianco, mentre apriva il lubrificante e se ne spalmava una dose sulle dita.
Allungò la mano, avvicinando le dita all'apertura del minore; senza esitazione vi fece scivolare dentro un dito, iniziando a lubrificarlo.
Sapeva bene come muoversi con Akashi ormai, poteva prepararlo ad occhi chiusi; infatti, inserí anche il secondo dito mentre fissava il corvino negli occhi.
I suoi gesti erano lenti e delicati, muoveva le dita all'interno del ragazzo con agilità, raggiungendo i punti che presto sarebbero stati toccati da qualcosa di ben più grande.
Eppure, nonostante tutta quella tranquillità, Akashi poteva leggere nei suoi occhi il desiderio, la passione quasi animale che di lì a poco avrebbe preso possesso del corpo di Bokuto... E anche del suo.
Iniziò ad ansimare leggermente quando il lieve dolore che sentiva all'inizio iniziò a sparire totalmente; eppure, quegli occhi e la consapevolezza di cosa sarebbe successo di lì a poco lo eccitavano quasi più di quei gesti.
- Koutaro... Sono pronto- gemette.
Bokuto sorrise appena.
- Koutaro? Quante confidenze che si prende, sensei- commentó.
Akashi si morse appena il labbro inferiore.
- Pensavo fossi tu che intendevi prenderti confidenze con il mio corpo, Bokuto-san- Keiji calcò sull'ultima parola, ben sapendo che effetti faceva al maggiore essere chiamato così da lui.
Infatti, Bokuto rimase a fissarlo per un attimo, prima di sfilare le dita.
- Sensei...- si tirò su e prese il lubrificante, spalmandolo sulla sua erezione - lei sa che ha appena dichiarato la fine della lezione?- commentó.
- Eh?- chiese Keiji, confuso, non comprendendo la metafora.
- La lezione è finita, la campanella è suonata, gli alunni sono tutti usciti dalla classe...- mentre parlava, il maggiore si sistemó sopra ad Akashi, facendolo girare dolcemente con la schiena sul materasso.
Automaticamente, il moro portò le mani ai lati della testa, all'altezza delle spalle; Bokuto gli fece aprire le gambe, sollevandogli il bacino ed allineandosi con la sua apertura.
- ... in poche parole, ci siamo solo noi due, Sensei. Lei adesso... È completamente in mio potere- senza esitazione, Koutaro si spinse dentro di lui.
D'un tratto, tutte la calma avvertita fino a quel momento scomparve, lasciando il posso alla passione che aveva dominato gli occhi di Bokuto fino a quel momento.
Iniziò a spingersi velocemente dentro il moro; le sue spinte sembravano incostanti, il suo ritmo cambiava continuamente, così come la profondità delle spinte. Come tutto ciò che faceva Bokuto, agli altri poteva sembrare completamente casuale.
Ma Akashi sapeva bene che quei cambiamenti erano dovuto al fatto che il suo ragazzo si faceva trascinare dal desiderio, dalla passione, dell'amore.
Si muoveva in quel modo perché era così che gli piaceva fare l'amore: con i suoi ritmi, decidendo lui come muoversi, seguendo solo il suo istinto.
Ed ogni volta, Akashi non poteva fare a meno di lasciarsi completamente trasportare da quel ritmo inesistente, sommerso da quei forti sentimenti che solo quel ragazzo liberava dentro di lui.
Agganciò le gambe attorno al corpo di Bokuto, mentre le labbra del maggiore finivano nuovamente sulle sue.
Le mani di Bokuto finirono su quelle di Akashi e le loro dita si intrecciarono, stringendosi con forza mentre Bokuto aumentava il ritmo delle sue spinte.
Il maggiore avvicinó l'orecchio all'orecchio di Akashi.
- Ti amo- sussurró, e Akashi si sentì percorrere da un brivido.
- Tu mi ami, Sensei?- chiese, tornando a guardarlo negli occhi, mentre giocherellava con la sua cravatta.
Akashi sapeva che con la frase che stava per dire lo avrebbe azionato ancora di più... Ed era ciò che voleva.
- Non dovremmo, Bokuto-san- sussurró.
Bokuto sorrise.
- Dici? Allora...- lasciò le sue mani - andrò avanti finché non ti renderai conto che sono ciò che vuoi- afferrò le gambe di Akashi, aprendogliele il più possibile.
Si mise in ginocchio, alzando il bacino al minore, e lo penetrò nuovamente.
Akashi urlò dal piacere nel senirlo arrivare sempre più in fondo, stringendo il materasso sotto di sé mentre continui gemiti uscivano dalle sue labbra.
Bokuto si spingeva dentro di lui come se cercasse di raggiungere parti del suo corpo impossibili da toccare da fuori, ma lui riusciva a fare sentire Akashi come se potesse arrivarci davvero.
- Sicuro che non le piaccia neanche un po', Sensei?- sussurró in tono sensuale.
Akashi si morse il labbro per non rispondere di getto.
- Non... Dovremmo...- sussurró.
- Ne è sicuro?- Koutaro poggiò le mani sulle cosce del minore, spingendole appena e facendogli portare praticamente le ginocchia al petto, e avvicinandosi anche lui al suo corpo.
Portò le labbra a pochi centimetri da quelle del moro, mentre continuava a spingersi dentro di lui; sentiva il desiderio di Akashi di essere baciato, ma non intendeva accontentarlo così facilmente.
- Dimmi che mi ami- sussurró Koutaro, lasciando un bacio sulla guancia al moro.
Le sue labbra avevano un tocco talmente dolce, completamente contrario alla forza con cui lo stava penetrando, ed il contrasto mandó ancora di più la mente di Akashi in confusione.
Avrebbe voluto dirglielo, ma non voleva rovinare il divertimento al suo ragazzo.
- Non...- sussurró.
Bokuto gli lasciò un altro bacio, e poi un altro, sempre più vicino, arrivando al lato delle sue labbra.
- Dimmi che mi ami- sussurró.
Il suo tono sembrava quasi pregare, i suoi occhi imploravano quelle due parole con tutti loro stessi.
Akashi, davanti a quel ragazzo, non poteva che arrendersi ai sentimenti.
- Ti amo, Koutaro- sussurró.
Il maggiore sorrise; le sue labbra si poggiarono con voracità su quelle del moro, che non esitó a ricambiare.
Mentre le loro lingue si incontravano, il ragazzo fece passare le braccia sotto il minore, stringendolo a sé mentre si spingeva sempre di più dentro di lui.
Akashi si aggrappò al maggiore, senza riuscire a smettere di gemere, rimanendo vicino all'orecchio di Bokuto, sapendo bene quanto gli piacesse.
Infatti, più sentiva quei versi più il maggiore ci metteva forza nelle spinte, ci metteva passione, amore, voleva trasmettere tutti quei sentimenti al ragazzo che amava.
- Kou... Sto...- gemette Keiji, ormai quasi al limite.
- Lasciati andare Agashi- gli sussurró Koutaro, prima di baciarlo nuovamente.
Akashi chiuse gli occhi, abbandonandosi a lui, e lasciando che il suo corpo seguisse l'impulso che aveva di venire.
Strinse le natiche ed inarcò appena la schiena mentre riversava il piacere fuori da lui, accompagnato da un forte gemito; così facendo si attaccó ancora di più al corpo di Bokuto, che non c'era cosa che amasse di più al mondo che avere Akashi così vicino.
Nel vedere il suo volto in preda al piacere, con quei gemiti che risuonavano nella stanza, e nel sentire le natiche nel minore serrarsi attorno alla sua erezione, anche lui non impiegò molto a seguirlo e venire, riversandosi però dentro di lui.
Akashi non si staccò da lui, rimase abbracciato al suo ragazzo mentre riprendeva fiato, con il maggiore che gli baciava dolcemente il volto.
- Agashi- lo chiamò Koutaro, ed il corvino apri gli occhi.
Bokuto sorrise.
- Facciamolo un'altra volta!- esclamò.
Akashi sbarró gli occhi, ma poi sorrise a sua volta.
- E va bene. Lo rifaremo quante volte vuoi, Koutaro- affermò.
- Evviva! È il San Valentino migliore del mondo!- esclamò Koutaro, alzandosi dal letto e correndo a riprendere i suoi vestiti.
Akashi rise leggermente, divertito, mentre lo osserva dal letto; aveva decisamente il ragazzo migliore del mondo.
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