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ASAKISU

QUESTA STORIA SI SVOLGE QUANDO I DUE PERSONAGGI HANNO 18 ANNI

Asahi quella sera aveva deciso di ignorare la festività in corso: sarebbe rimasto sul divano, a guardare qualche film o giocare a qualche videogioco, ignorando che tutti i suoi amici sarebbero stati fuori per qualche appuntamento romantico.

Bè... Quasi tutti.

Si stupí di sentire il campanello di casa sua suonare; seppur controvoglia, si alzò per andare a vedere chi fosse.

Rimase ancora più sorpreso quando, osservando dallo spioncino, notó che fuori c'era Kisumi.

Ancora sorpreso, aprì la porta.

- Ciao Kisumi- disse.

- Asahi, ciao!- il ragazzo dai capelli rosa getto le braccia al collo del rosso, che venne invaso dall'odore di alcool.

- Kisumi, sei ubriaco? Stai bene?- chiese Asahi, proeccupato.

Kisumi era sempre stato un ragazzo allegro e a volte un pochino sconsiderato, ma era raro vederlo ubriaco, se non quando usciva con loro.

- Alla grande! Permesso!- Kisumi si tolse le scarpe ed entrò in casa, andando a sedersi sul divano.

In un altro momento Asahi lo avrebbe preso in giro, ma per qualche motivo era preoccupato.

Cautamente, si sedette sul divano di fianco all'amico.

- Fome mai qui?- si azzardó a chiedergli.

- Bè, il tuo grande amore è fuori per un appuntamento, immaginavo ti saresti sentito solo!- esclamò Kisumi.

Asahi si sentì arrossire.

- Guarda che la cotta per Ikuya mi è passata- affermò.

- Certo, come no- rise il rosa.

Asahi decise di sorvolare sulla questione: non era un argomento da affrontare con l'amico in quello stato.

- Tu non avevi niente da fare?- gli chiese.

- Bè no, dato che il ragazzo che mi piace è in casa da solo a pensare al fatto che il suo grande amore è ad un appuntamento-.

Asahi sbarró gli occhi; all'inizio pensó di aver capito male, ma il dolore negli occhi del rosa era evidente.

- Kisumi, mi stai dicendo che tu...- sussurró.

- Cavoli, mi sa che dovevo essere più discreto. Ops! Bè, è così da anni, prima o poi dovevi scoprirlo- ridacchiò Kisumi.

Asahi sbarró gli occhi: da anni? Ma allora...

- Kisumi, ascolta- si alzò dal divano ed andò a sedersi sul tavolino davanti al rosa, che teneva lo sguardo basso.

Gli prese le mani e riprese a parlare.

- Il motivo per cui sono a casa stasera, non è che Ikuya è con Tono, ma che... Non ho trovato il coraggio di invitarti- ammise.

Gli occhi di Kisumi scattarono sui suoi, e per un attimo di riempirono di speranza; poi, tornarono tristi.

- Non serve che tu faccia gentile Asahi, sto bene- sussurró.

- Non lo dico per essere gentile, io...-.

- Bugiardo!-.

Asahi sussultò appena: non gli era mai capitato di sentire Kisumi arrabbiato.

- Sei un bugiardo! Tu sei innamorato di Ikuya! Non venirmi a dire che non è così! Io...- Kisumi alzò lo sguardo, ed Asahi notó che era pieno di lacrime - io sono sempre la seconda scelta- sussurró.

Asahi scosse la testa con convinzione: era il momento di essere sinceri.

- Kisumi, so che sembra difficile credermi. È vero, per anni sono stato innamorato di Ikuya: ma è da un po' che ho capito che non ricambierà... E che mi sono accorto che al mio fianco c'è qualcuno a cui tengo sempre di più- affermò.

Kisumi lo fissò per un attimo.

- Dici davvero?- sussurró.

Asahi annuì.

Il rosa serrò le labbra: voleva crederci, ma era stanco di illudersi.

- Dimostramelo- disse.

- Come posso fare?- chiese Asahi.

- Fai l'amore con me-.

Asahi sbarró gli occhi.

- Kisumi, non sei assolutamente lucido e...-.

- Lo sono abbastanza. Ti ho amato in segreto per anni Asahi, qualche promessa fatta al vento non mi farà stare meglio. Se devo crederci per stanotte... Allora voglio crederci fino in fondo- affermò Kisumi.

Sapeva che era egoistico da parte sua, ma era stanco di aspettare e di soffrire.

Asahi lo fissò per un attimo: era deciso.

Sospiró.

- Ricordi cosa ti ho detto la prima volta che ho sentito il tuo nome?- chiese.

- Che assomigliava a "Kiss-me"- rispose Kisumi, senza capire.

Almeno fin quando non si trovò le labbra di Asahi sulle sue.

Sbarró gli occhi: non ci credeva... Stava succedendo davvero; le labbra di quel ragazzo erano morbide come nei suoi sogni, e sapevano vagamente di cloro.

Kisumi chiuse gli occhi, ricambiando quel bacio tanto desiderato.

Asahi si mosse sulle sue labbra lentamente, beandosi di quella sensazione completamente nuova; come aveva potuto ignorare per anni una persona tanto fantastica?

Si staccò appena e Kisumi aprì gli occhi, incontrando quelli del rosso.

- E va bene, farò l'amore con te. E lo farò per dimostrarti... Che non si tratta solo di questa notte- affermò.

Kisumi si morse il labbro inferiore, cercando di trattenere le lacime, prima di lanciarsi nuovamente sulle labbra del rosso.

Asahi ricambió il bacio per un attimo, prima di alzarsi; prese per mano il rosa e si diresse verso la camera da letto.

Si fermò, leggermente imbarazzato; Kisumi fece un sorriso malizioso e si portò alle sue spalle.

Gli circondò la vita con le braccia, chinandosi a baciargli il collo.

- No aspetta, sei bottom vero?- chiese Asahi.

Kisumi scoppió a ridere.

- Si, ma mi diverto un po'- dichiaró.

Asahi fece un sorriso ed allungò le mani all'indietro, iniziando a slacciare i pantaloni del rosa.

- Stai cercando di riaffermare la tua dominanza?- rise Kisumi.

- Sto cercando- Asahi si voltò verso di lui, abbassandogli delicatamente i pantaloni - di farmi perdonare per non averti calcolato quanto meritavi- affermò.

Kisumi fece un piccolo sorriso e gli sfilò la maglietta; la lasciò cadere per terra e si fermò ad osservare il fisico del rosso.

Ringrazió con tutto sé stesso di aver scelto un campione del nuoto di cui innamorarsi.

- Perdonato- dichiaró, chinandosi a leccare appena il capezzolo del rosso.

Asahi sospiró, sentendo delle piccole scariche attraversargli il corpo; si chinò a lasciare un bacio tra i capelli del maggiore, che sorrise mentre si spostava sull'altro capezzolo.

Il rosso gli abbassò i boxer e prese in mano l'erezione del maggiore, iniziando a stimolarla lentamente.

Kisumi rilasciò un piccolo gemito e poggiò la testa sul petto del rosso, che lo circondò con l'altro braccio, tirandolo verso di sé.

Si avvicinó al suo orecchio.

- Sicuro di avermi perdonato? Posso fare molto di più- sussurró Asahi.

Kisumi fece un piccolo sorriso e si tirò su, guardando l'altro negli occhi, mentre con le mani iniziava a slacciargli i pantaloni.

- Hai tante cose da farti perdonare- affermò, tirandogli giù i pantaloni ed i boxer.

- Bè, benvenuto a bordo del treno del perdono- commentó Asashi con un sorriso.

Kisumi lo prese in parola, perché gli spostò la mano dalla sua erezione, poggiò le mani sulle sue spalle e spiccò un salto, circondando con le gambe la vita di Asahi, che prontamente gli poggiò le mani sulle natiche per tenerlo su.

- Sono a bordo- sussurró vicino all'orecchio del rosso, facendogli venire un brivido.

Asahi gli strinse le natiche, tirandolo di più verso di sé; Kisumi gli poggiò le mani sulle guance, tirandogli appena il volto verso di lui ed unendo le loro labbra.

Le loro lingue si incontrarono nella bocca del maggiore, mentre Asahi iniziò a muovere appena le sue natiche, compiendo dei piccoli movimenti circolari con le mani che spingevano Kisumi a muovere appena il bacino a tempo, facendolo scontrare con il corpo del rosso.

Asahi iniziò a camminare all'indietro, fino ad arrivare al letto.

Il suo intento era sedersi, ma Kisumi lo spinse appena all'indietro, facendolo sdraiare e scivolando leggermente indietro con il bacino, facendo incontrare le loro erezioni.

Asahi spostò la mano destra dalla natica del rosa; gli fece alzare appena il bacino, insinuando la mano tra i loro corpi.

Prese entrambe le loro erezioni in mano, iniziando a muoverle; portò l'altra mano all'apertura del maggiore, iniziando a stimolarla da fuori.

Kisumi non riuscí più a sostenere quel ritmo e anche quello dei loro baci, per cui si staccò dalle labbra del rosso, poggiando la fronte sul materasso vicino al suo collo.

Si voltò con la testa verso di lui mentre iniziava ad ansimare, facendo finire il suo fiato caldo direttamente sul collo del rosso.

Asahi si morse il labbro inferiore, avvertendo quell'aria stuzzicarlo, ed aumentò la velocità dei suoi movimenti.

- Sai che grazie al nuoto ho una grande resistenza vero?- sussurró.

- Non sfidare un cestista- ribattè Kisumi.

- Sicuro di voler fare a gara con me?- commentó Asahi, spingendo leggermente un dito dentro l'apertura del maggiore.

- Si, decisamente- gemette lui, facendo ridere il rosso.

- Sai che non ho... Ecco... Niente per... Farlo vero? Non ero preparato ad una situazione simile- disse Asahi, arrossendo leggermente.

- Quindi non programmavi di rapire Ikuya per farlo innamorare di te?- commentó Kisumi.

Asahi inserí il dito più a fondo, facendo sfuggire a Kisumi un gemito a metà tra dolore e piacere, mentre stringeva con più forza le loro erezioni.

- Non è carino dire il nome di un altro mentre sei con me- gli fece notare, e Kisumi gli fece la linguaccia.

- Però davvero, non voglio farti male- disse Asahi.

- Grazie al tuo lavoro lì davanti non lo sento neanche- gemette Kisumi.

- Quale lavoro? Questo?- Asahi aumentò la velocità con cui muoveva la mano e Kisumi iniziò ad ansimare più forte.

- Asahi, mettilo dentro- gemette, quasi in una supplica.

- Guarda che ti faccio davvero male se prima non ti preparo- rise Asahi - dov'è finita la tua resistenza?-.

- Un conto è resistere mentre lo faccio, un altro è l'attesa; e poi, dov'è finita la tua voglia di farti perdonare?- ribattè Kisumi.

Asahi lasciò andare le loro erezioni e posò la mano sulla spalla del maggiore; la strinse appena e lo fece voltare, facendolo finire con la schiena sul materasso e sistemandosi sopra di lui.

Inserí anche un secondo dito nell'apertura del maggiore, iniziando a muoverle.

- Mi sto facendo perdonare?- sussurró, chinandosi verso il collo del rosa.

Il maggiore era troppo concentrato sul piacere che gli stavano provando quei gesti per rendersi conto che l'altro gli stava lasciando un bel segno nell'incavo del collo; se ne accorse solo nel vedere l'espressione soddisfatta del minore quando si tirò su.

- Questo lo fai vedere a tutta la squadra di basket- dichiaró Asahi, sfiorandogli il succhiotto con le dita.

- Adesso fai il geloso?- rise Kisumi.

- Devo essere geloso ogni volta che ti presenti agli altri- borbottò Asahi.

Kisumi intrecciò le mani dietro al collo del minore, tirandosi leggermente su per avvicinare il volto al suo.

- Kiss me- sussurró.

Si ritrovó subito con le labbra del rosso sulle sue e sorrise, ricambiando il bacio, mentre sentiva la sua erezione crescere sempre di più e le dita del minore arrivare sempre più in fondo.

- Perchè non l'ho fatto appena ti ho visto?- si lamentó Asahi.

- Perché avevamo tipo sei anni?- rise Kisumi.

- Sono solo dettagli- borbottó Asahi.

- Puoi rimediare adesso- commentó il maggiore, facendogli l'occhiolino.

- Volentieri- sussurró Asahi, chinandosi a baciare nuovamente il maggiore.

Quelle labbra stavano diventando una droga per lui, non riusciva a staccarsene.

Kisumi allungò una mano, giocherellando con i capelli morbidi del rosso.

- Sai di cloro- sussurró.

- Vivo in piscina- borbottó Asahi, facendolo ridere.

Con la mano libera, Asahi sollevò una delle gambe di Kisumi, portandosela sulla spalla.

- Ti sei deciso a farti perdonare?- commentó Kisumi, mentre il rosso gli sollevava anche l'altra gamba.

- Non temere, intendo passare il resto della vita a farmi perdonare- dichiaró Asahi, tirando fuori le dita dal maggiore e facendogli sollevare appena il bacino.

Kisumi gli lasciò i capelli e poggiò le mani sul lenzuolo sotto di lui.

- Fammi vedere come farai- gli disse.

- Con molto piacere- Asahi iniziò ad accarezzargli l'interno della gamba, arrivando fino alla coscia, facendo ansimare il maggiore, che sentì l'eccitazione crescere pian piano in lui.

Con nonchalance, Asahi iniziò a penetrarlo, mentre con le labbra lasciava piccoli morsi all'interno della gamba del maggiore.

- Asahi!- gemette Kisumi.

- Che c'è? Sto solo testando la tua resistenza- commentó Asahi, e Kisumi lo guardó male.

Poi fece un sorriso malizioso.

- Ho capito, temi che andando fino in fondo non resisteresti abbastanza?- commentó.

Con un colpo secco, Asahi lo penetrò completamente, poggiando le mani ai lati del corpo del maggiore ed avvicinando il volto al suo.

- Adesso vediamo chi non ha resistenza- sussurró, iniziando a muoversi dentro di lui.

- Facile convincerti eh?- ridacchiò Kisumi, poggiando le mani sul retro della testa del rosso.

Si tirò leggermente su ed Asahi iniziò a baciargli il petto, stuzzicandogli i capezzoli con la lingua e facendo ansimare il rosa.

Ad ogni spinta Kisumi sentiva l'eccitazione crescere sempre di più, fermarla era impossibile; si strinse ad Asahi con forza, iniziando a gemere.

- Kisumi- lo chiamò Asahi, con il fiato leggermente corto, continuando a spingersi con forza dentro di lui.

- Mi stai chiamando o è una richiesta?- gemette il rosa, che stava iniziando a capire davvero poco.

- Entrambi- rise Asahi.

Kisumi gli diede un bacio veloce prima di riprendere a gemere, guardando il ragazzo negli occhi.

- Ti amo- affermò Asahi.

Kisumi arrossí leggermente.

- Devi farti perdonare prima di sentirtelo dire- dichiaró, ed il sorriso di Asahi si allargò.

- Molto volentieri- iniziò a spingersi con più forza dentro di lui.

Kisumi gettó la testa all'indietro, tenendosi con forza a lui per non crollare davanti a tutta quella passione.

Asahi approfittó di quella vicinanza per baciare e mordere ogni parte del corpo del maggiore che riusciva a raggiungere, sentendo i gemiti dell'altro aumentare sempre di più.

Stava iniziando ad amare quei suoni, e cercava di ansimare il meno possibile per non rischiare di coprirli.

Ma avere il corpo di Kisumi premuto contro il suo, mentre lo penetrava con forza, la stanza invasa dei suoi gemiti, non lo aiutava certo a mantenere la calma.

Si perse per un attimo ad osservare il volto arrossato del ragazzo; il maggiore lo guardò negli occhi e sorrise.

Il rosso serrò le labbra: di fronte a quel sorriso e a quegli occhi azzurri... Non poteva resistere.

Aumentò la velocità e la forza, lasciando andare anche lui ansimi e gemiti, mentre Kisumi gettava la testa all'indietro, quasi urlando dal piacere, il corpo che seguiva automaticamente i gesti di Asahi, tenuto stretto a quello del rosso.

Per un attimo non si accorse neanche che il rosso lo aveva fatto appoggiare al materasso, per poi fargli sollevare ancora di più il bacino e arrivare molto più in fondo.

Kisumi strinse il materasso, incapace di fare qualcosa di diverso dall'urlare, con il sorriso sulle labbra.

Si rese conto di essere al limite... E che anche Asahi ormai non avrebbe resistito ancora a lungo.

Fece un sorriso malizioso e gemette più forte, stringendo appena le natiche mentre cercava di andare incontro ai gesti del rosso.

Per Asahi fu la goccia che fece traboccare il vaso: uso tutti i muscoli tanto allenati in quegli anni per aumentare la velocità al massimo, uscendo ed entrando velocemente dal maggiore, che lo accoglieva sempre più che volentieri, facendogli sentire tutto il suo desiderio.

Essere entrambi resistenti li portò ad arrivare al massimo ed entrambi vennero poco dopo, quasi in contemporanea.

- Cavolo, hai veramente tanta resistenza- rise Kisumi, mentre il minore usciva da dentro di lui per sdraiarsi al suo fianco.

- Senti chi parla... Sono stanchissimo- sospiró Asahi, poi alzò lo sguardo sul maggiore.

- Scusami se non me ne sono accorto prima- sussurró.

- Nessun problema, adesso lo sai no? Ti stai facendo perdonare- rise Kisumi, voltandosi verso di lui con un sorriso - ti amo anch'io. Da più tempo di te, quindi ho più resistenza-.

- E allora io lo farò più intensamente!- esclamò Asahi, facendo scoppiare a ridere il maggiore.

- Basta che continui ad amarmi- affermò.

Asahi allungò la mano e gliela strinse.

- Non preoccuparti: lo farò per tutta la vita-.

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