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24. Anniversario




"Ho capito che sono ancora innamorato di te, e molto probabilmente lo sarò per sempre, sei il mio pensiero fisso, il mio punto debole e non voglio più starti lontano. Non voglio più fingere che non mi importi. Ti prometto che non farò più il coglione se solo mi dici che provi le stesse cose."

Un anno fa, Justin mi confessò i suoi sentimenti. Disse finalmente tutto quello provava per me, rendendomi in quell'esatto momento, la ragazza più felice del mondo. Ricordo per filo e per segno ogni sua parola, e ricordo altrettanto bene la mia reazione. Lui ha infranto la sua promessa, una delle tante, ed io ho fatto lo stesso. Alla fine quella promessa fatta a lui, e poi a Pattie, non sono riuscita a mantenerla. Non sono riuscita più a stargli dietro. Ogni giorno che passa sento sempre di più la sua mancanza, sarei un'ipocrita se dicessi il contrario. Così tanto che a volte mi manca il respiro, ma l'ho voluto io no? È quello di cui abbiamo bisogno. Non siamo fatti per stare insieme, vivere lontani non fa per noi, il nostro amore non era forte abbastanza per superare questo ostacolo.
Prima, pur di non arrivare a questa decisione drastica, di non perderlo, mi convincevo che fosse meglio averlo nella mia vita litigarci continuamente e stare male, piuttosto che non averlo proprio, vivere senza di lui. Ma è sbagliato. Certi rapporti devono essere spezzati, prima che spezzino te. È giusto così. Devo solo abituarmi alla sua assenza. A vivere senza di lui. Devo mettere me stessa al primo posto e ritrovare la serenità che non avevo più insieme a lui.
Oggi però, è un po' più difficile non pensarlo. Oggi che avremmo dovuto festeggiare il nostro primo anniversario, stare insieme. Farci tante altre promesse per il futuro, ricordare momenti del passato che abbiamo vissuto e finire col ridere. Terminare poi la giornata a letto, a fare l'amore con sempre più passione della volta passata e innamorati più di prima. Invece, il nulla più totale. È stato un totale fallimento la nostra relazione.

"Faith" sobbalzo quando Kaya mi chiama mettendomi una mano sulla spalla. Fino a qualche secondo prima ero poggiata con la testa sulla scrivania. In teoria dovevo studiare, mentre invece, ho pensato a tutt'altro. "Perché stai piangendo?" Mi guarda preoccupata la mia amica. Solo quando mi fa notare questa cosa, mi accorgo di avere in effetti le guance bagnate. Ho pianto per tutto il tempo pensando a Justin.

"O-oggi è il nostro anniversario" Con la manica della felpa mi asciugo le guance e la guardo cercando di trattenermi, di non piangere anche davanti a lei. "Sarebbe stato" mi correggo facendo una risata triste. Senza dirmi niente Kaya mi abbraccia, capendo benisismo a cosa mi sto riferendo.

"Faith, ma sei sicura della decisione che hai preso?" Si stacca da me e mi guarda attentamente. "Dici che con lui non stavi più bene, ma senza lui guarda come sei ridotta" Proprio come Ryan, spera di rivedermi con Justin. Dice che a prima vista ha capito quanto ci tenesse a me. Assurdo! Indubbiamente ci teneva certo, ma non come volevo io. Non mi ha saputa tenere.

"Sono passate appena due settimane, come dovrei stare? Io e Justin ci conosciamo da quando avevamo tre anni, abbiamo passato una vita insieme, e l'ultimo anno è stato pieno di cambiamenti ed emozioni forti che non spariscono improvvisamente, ho bisogno di tempo, ora non sto bene certo, ma nemmeno con lui lo ero, da sola magari potrò esserlo, in futuro" rispondo dandomi forza da sola. Mentre Kaya sta per aprire bocca pronta a ribattere, qualcuno bussa alla porta. La mia amica senza nemmeno preoccuparsi di chi ci sia fuori, apre la porta, rivelando con mia sorpresa, la figura di mia madre. Mi ricompongo subito non volendo farmi vedere in questo stato. Sa di me e Justin, e per questo non ho per niente voglia di dare tante spiegazioni anche a lei, tanto non mi sentirei capita. Mi alzo e le vado incontro. "Mamma! Che ci fai qui?!" L'abbraccio cercando di essere felice di vederla, di accantonare i miei pensieri.

"Piccola sorpresa!" dice, staccandosi poi dall'abbraccio. "Sei in ottima forma" mi da un occhiata veloce e poi si guarda intorno. Certo, potrei partecipare ad un concorso di bellezza e candidarmi come miss "gioia di vivere" in questo momento. Invento una nuova categoria. Decido comunque di ignorare il suo commento. "È la prima volta che metto piede nella vostra camera, è carina. Voglio andare subito in giro per il campus, vedere cosa è cambiato da quando studiavo qui" parla euforica, mentre io la guardo delusa. Forse fa così per evitare l'argomento "Justin", per distrarmi. Non ne ho idea. O forse sono io che cerco ancora di giustificarla per il suo essere a tratti egoista. "Tu sei Kaya giusto? Vieni con noi" dice verso la mia amica. È talmente felice che quasi mi urta vederla così.

Kaya accetta e va a vestirsi in bagno, mentre io non mi scomodo più di tanto. Sono in tuta, senza un filo di trucco, e mi va bene essere così.

"Preparati anche tu, forza!" Mi incita, mentre io le dedico un occhiata truce.

"Sto bene così" cerco di parlare in modo calmo. "P-per quanto resterai qui?" Domando con un sorriso tirato.

"Già vuoi mandarmi via?" Fa la finta offesa. Scuoto la testa, quando in realtà è proprio così. Lei sventola una mano come a dire "non importa" e continua a parlare. "Domani pomeriggio parto, in mattinata ho un appuntamento con un noto avvocato di queste parti, devo consultarmi con lui per una causa a cui sto lavorando, è talmente impegnato che ha trovato un buco solo domani che è domenica" racconta vantandosi mentre io la guardo incredula.

"Quindi sei venuta da me solo perché domani devi vedere quest'avvocato" constato. "Altrimenti col cazzo che avresti trovato del tempo per venire da me, tu e William siete uguali, dovreste tornare insieme invece di divorziare!" sputo velenosa.

"Tesoro" mi chiama, con voce autoritaria e allibita per il mio modo di parlare. "Sai bene quanto sono impegnata, mi si è presentata quest'occasione e l'ho colta subito per venire sopratutto a vedere te" parla con un sorriso del tutto finto sul volto, e come se quello che stesse dicendo avesse senso, ma non ne ha. Non è normale che una madre non trovi del tempo per sua figlia. È da una vita che va avanti così ormai. Tra lei e William non so chi sia peggio. Sono sempre stata sola.

"Beh.." faccio una risata. "Grazie allora per essere venuta" dico con voce piena di sarcasmo, mentre a mamma gli scappa un risolino scuotendo poi la testa.

"Sono pronta!" Kaya ritorna in stanza alternando lo sguardo da me a mia madre, vedendo le nostre espressioni tese. "Ho interrotto qualcosa?" Domanda subito dopo.

"No, andiamo su!" Mamma sempre brava a nascondere le cose, mette su un'altro sorriso finto e ci fa cenno di uscire. Vorrei scomparire dalla faccia della terra in questo momento, solo al pensiero di dover trascorre un'intera giornata con lei e la sua arroganza.

Facciamo il giro dell'intero college, perlustra ogni dannata stanza a cui non sia vietato l'accesso, ogni centimetro della struttura, raccontandoci delle sue numerose esperienze, delle sue avventure e della vita perfetta che aveva qua, come se a me e Kaya potesse importare qualcosa. All'ora di pranzo però, la trascino in mensa, l'unica parte dove forse non ha ancora messo piede, e la faccio sedere ad uno dei tavoli liberi. Non ho tanta fame, ma ho bisogno di sedermi, sperando che tenga la bocca chiusa almeno mentre mangia. Mi dispiace per Kaya che poverina, oggi si sta assorbendo mia mamma ed i racconti sulla sua adolescenza.

"Mi ha chiamato tuo padre ieri, uhm.. William" si corregge subito mamma, mentre mangia la sua insalata. Do un morso alla mela, l'unica cosa che mi andava di mangiare, e la guardo aspettando che continui a parlare. Lei rotea gli occhi per il mio disinteresse. "Mi ha parlato della questione del tuo cognome, Anwar l'ha chiamato qualche giorno fa per informarlo che a breve avrai il suo di cognome, sarai sua figlia a tutti gli effetti, ma immagino che tu sappia già tutto no?" annuisco. Tra qualche giorno sarò una Carrington, non ci sarà più nessuna Faith Crawford. Lei fa una risata nervosa. "Avresti potuto dirmelo no? Invece che scoprirlo tramite William" posa la forchetta nel piatto di plastica, finendo di mangiare, e si mette a braccia conserte.

Dicono che quando vuoi cambiare qualcosa della tua vita, devi iniziare dai capelli, nel mio caso, ho incominciato dal cognome.

"Mamma, ci sentiamo a stento per messaggi, e quella  rara volta che ti chiamo stacchi la chiamata perché sei impegnata, cosa ti aspetti? Se sta succedendo questo è per colpa tua, non dimenticarlo" dico in modo acido. È lei che mi ha nascosto per una vita intera la verità sul mio vero padre.

Kaya in tutto ciò beve la coca cola in silenzio non guardandoci nemmeno per sbaglio.

Mamma invece, mi guarda negli occhi, quasi come se ci fosse scritto qualcosa dentro, come se volesse capire come mi sento, ma non capisce quando le parlo, figuriamoci se resto in silenzio. Infine prende un lungo respiro e mi sorride appena. "Vogliamo andare a fare una passeggiata in giardino?" Domanda guardando prima me e poi Kaya, evitando di rispondere su quello che gli ho detto.

"Uhm.. io devo andare da mia nonna ora, è stato un piacere conoscerla Catherine, spero di vederla presto" Kaya stringe la mano a mia mamma e prima di andarsene mi rivolge un sorriso.

"Sai.. io e William abbiamo lavorato così tanto per far avere la possibilità a te e Zayn di studiare in college proprio come Harvard e la NYU, che vi può garantire un futuro brillante" mentre camminiamo in giardino mamma spezza il silenzio e ricomincia a parlare. "Magari non riceveremo mai il premio come genitori dell'anno, sia io che tuo padr-, William, non estraiamo facilmente le nostre emozioni, ma tu e tuo fratello siete il nostro orgoglio, la nostra felicità, ed anche se tu non sei sua figlia, per lui continuerai ad esserlo per sempre, ne sono sicura di questo" si blocca sui suoi passi e mi prende le mani. "Lo sai vero?" Mi guarda.

Annuisco appena. Lo so. Proprio come so che hanno fatto tanti sacrifici, ma avrei voluto che avessero gestito in modo diverso il lavoro. Che almeno a casa si fossero concentrati solo sui loro figli. Non ribatto per non ritrovarmi a litigare ancora.

Mamma sorride e continua a camminare con me affianco che la seguo senza dire nulla. "Mi dispiace per come sono andate le cose con Justin" dice dopo ancora tanto silenzio. Ha saputo della mia decisone per messaggio, qualche giorno fa. Mi domandò di lui mentre stava per dirmi qualcosa riguardo Jeremy, che poi non ha detto più, ora che ci penso. Mi chiese come stesse ed io gli dissi che ci eravamo lasciati senza andare nei dettagli sui perché e come. La verità è che sono stanca di parlare con chiunque sempre della stessa cosa e dare delle spiegazioni.

"Alla fine avevi ragione tu, avevate ragione tutti" dico quasi in un sussurro, pensando alle sue parole, a quelle di William, di papà e dei miei amici qui a Boston. "A quanto pare Justin non è l'uomo della mia vita" aggiungo.


Dopo interminabili ore in compagnia di mamma, torno in camera mia. Finalmente. Trovo Kaya a mangiare uno spicchio di pizza sul letto, con il cartoncino poggiato sulle gambe incrociate, intenta a guardare qualcosa in tv. Non appena mi vede allunga il cartoncino di pizza verso me come a dire di prenderne un pezzo, ma rifiuto. Non ho per niente fame. Decido invece di farmi una lunga doccia calda per cercare di rilassarmi. Quando ritorno in stanza con indosso il mio bel pigiama rosa, mi sdraio anche io sul letto e prendo il mio cellulare, trovando decine di messaggi di Jess. Mi aveva invitata ad una festa stasera, ma ho subito rifiutato, ed ora sta continuando a tentare di convincermi, con scarsi risultati. Una cosa c'era da festeggiare oggi, ma le cose non vanno sempre come speriamo tanto. Quasi mai in realtà vanno come vogliamo noi.
Mi infilo sotto le coperte e dopo aver parlato un po' con Kaya spengo l'abat-jour sul comodino e cerco di dormire. Magari fosse così semplice spegnere anche i pensieri. Non desidero altro che questa giornata finisca.

Drr

Drr

Drr

Allungo il braccio verso il comodino con gli occhi ancora chiusi, in cerca del mio cellulare che squilla ininterrottamente, e nel farlo cade qualcosa. Sbuffo ed apro gli occhi strofinandoli con il dorso dell'altra mano. Prendo il dannato cellulare e rispondo senza nemmeno leggere il nome.

"Faith, ce l'hai fatta a rispondere!" È Ashley.

"Ash, sono.." allontano il cellulare dall'orecchio e controllo l'orario. "Sono le due di notte cazzo, perché mi hai chiamato a quest'ora?" Mi siedo sul letto con gli occhi che si chiudono da soli per il sonno. Dall'altro capo del telefono sento solo voci indistinte vicino a lei, come se fosse in un posto chiuso, silenzioso.

"Non agitarti okay?" Mi dice la bionda, provocandomi però, l'effetto contrario.

"Ash, che succede?" Domando con timore. Il mio cuore comincia a battere velocemente. Se non fosse qualcosa di importante non mi avrebbe mai chiamato nel bel mezzo della notte.

"Justin è in ospedale"

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