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Verità nascoste

Pov Catherine

La conversazione che ebbi con Sam non mi fece battere ciglio, sapevo quello che stavo facendo e non potevo permettere ai Winchester di rovinare tutto.

Dopo essere corsa via dal Motel presi una macchina o meglio, la rubai, poi andai dall'altra parte della città.

Tradire coloro che consideravo la mia famiglia era orribile, ma dopotutto non potevo fare altro.

L'unico a sapere di questa mia parte di vita nascosta era quel demone, Asmodeo, che durante la tortura aveva tirato fuori l'argomento.

Scesi dall'auto una volta giunta davanti ad una palazzina e alzai lo sguardo osservando la sua altezza.

«Ti sei sistemata bene devo dire» sussurrai arrivando davanti all'entrata.

Da fuori si potevano notare i muri esterni di mattone mentre le vetrate risplendevano sotto la luce del sole.

Decisi di dirigermi verso il suo appartamento e così iniziai a salire le scale arrivando fino al quarto piano.

Presi a camminare lungo il corridoio cercando di ricordare quale fosse il numero dell'interno e appena mi trovai davanti alla porta giusta feci un profondo respiro.

«Che le danze abbiano inizio» dissi a me stessa per poi bussare tre volte contro al legno.

Passarono all'incirca due minuti e la porta si aprì lentamente mostrandomi Alison, mia sorella.

«Catherine...che ci fai qui?» mi chiese sgranando gli occhi scioccata.

«Devi andartene subito, non puoi restare qui» risposi entrando dentro al suo appartamento e chiudendo la porta con un tonfo.

«Aspetta, aspetta, ora calmati, spiegami che sta succedendo, poi dopo tutti questi anni neanche un abbraccio?» domandò alzando un sopracciglio.

Io la osservai poi decisi di lasciarmi andare abbracciandola con tutte le forze che possedevo in corpo.

Mi era mancata così tanto che pensai per un secondo di non allontanarmi mai più, ma non potevo.

Mi staccai da lei appoggiando le mani sulle sue spalle e i suoi capelli biondo cenere si scontrarono con le mie dita.

«Ascoltami bene, dei cacciatori che sono venuti con me stanno cercando una ragazza okay? Sembra che qualcosa l'abbia attaccata nel bosco e questo è periodo di luna piena. Hai fatto qualcosa a quella ragazza Alison?» chiesi sperando che la risposta fosse negativa.

«Catherine io...non sono riuscita a trattenermi...mi dispiace ma ultimamente fatico tantissimo...» ammise lei allontanandosi da me e portandosi alcuni ciuffi di capelli dietro alle orecchie.

I suoi occhi color cioccolato brillarono a causa delle lacrime e io sospirai posandomi una mano sulla fronte.

«Sam aveva ragione allora...te ne devi andare via da qui subito, se riescono ad arrivare a te capendo che sei un lupo mannaro ti uccideranno» dissi cercando di mantenere la calma.

«Perché vuoi salvarmi? Avresti dovuto uccidermi quando ne hai avuto l'occasione, ma piuttosto preferisci vivere lontano da me come se non avessi nessuno della tua famiglia» rispose Alison puntandomi un dito contro.

«La mamma, papà e tu, siete stati la mia famiglia ma, Alison, devi capire che non posso ucciderti. Sei mia sorella, come puoi pretendere che faccia una cosa del genere? Soprattutto quando l'errore è stato mio, se quel giorno avessi ucciso in tempo quel licantropo...» lei non mi fece finire e subito riprese il suo discorso.

«Lo capisco, anche io avrei agito nel tuo stesso modo, ma ricordati che ti vorrò sempre bene nonostante ora sono un mostro» rispose Alison abbassando lo sguardo verso il pavimento.

«Ti salverò okay? Non lo permetterò, non m'importa se sei un mostro, ti ho lasciato vivere da sola perché era ciò che volevi, ma rimani pur sempre mia sorella» ammisi andando verso la finestra e controllando la strada.

In quell'istante squillò il cellulare e quando guardai il display vidi il nome di Dean.

«Ora devo andarmene, vattene più lontano che puoi, ti prego» dissi correndo verso la porta.

«Catherine» la sua voce mi fece fermare e così mi voltai guardandola.

«Grazie» disse semplicemente sorridendo.

La osservai per qualche secondo poi ricambiai il suo sorriso prima di sparire al di fuori dell'appartamento.

Velocemente scesi le scale mentre con la mano destra risposi a Dean.

«Pronto?» chiesi come se nulla fosse.

«Catherine! Sei impazzita per caso? Scappi via in quel modo e in più senza dire dove vai?» gridò Dean dall'altro capo del telefono facendomi quasi rimanere sorda.

«Sto bene Dean, ti preoccupi sempre troppo» risposi con il fiatone.

Finalmente arrivai al portone principale e uscii dal condominio appoggiandomi contro al muro.

«A me non sembra affatto, stiamo venendo a prenderti» disse lui seriamente.

«Non sono una bambina, posso tornare al Motel da sola» replicai dopo aver preso abbastanza fiato da respirare regolarmente.

«È vero, non sei una bambina, ma tu sei una delle mie priorità quindi ora stai ferma lì dove sei che vengo a prenderti» mi ordinò Dean con tono autoritario.

Rimasi in silenzio sentendo quella frase e poi alzai lo sguardo verso il cielo.

«Una delle tue priorità? Dean Winchester, mi sorprendi sempre di più» dissi facendo un sorrisetto.

«E ancora non hai visto niente» concluse lui chiudendo la chiamata.

Alzai gli occhi al cielo vista la sua battuta e poi misi il telefono nella tasca dei jeans.

Sperai vivamente che da lì a poco mia sorella se ne andasse perché sapevo quanto i fratelli Winchester potessero essere privi di razionalità verso i mostri.

Rivederla però mi aveva permesso di dirle addio una volta per tutte, anche senza doverlo pronunciare con le parole.

Anni fa lei decise di vivere da sola per paura di farmi del male, io non volli ucciderla e quindi mi disse di considerarla come morta dopo la sua scomparsa.

Nonostante ciò io l'avevo cercata negli anni e mi ero tenuta aggiornata nel caso le fosse successo qualcosa di brutto.

Ora invece mi ritrovavo proprio a dover mentire contro la mia nuova famiglia per poter salvare un membro di quella vecchia.

Sembrava tutto totalmente assurdo e capii solo in quell'istante quanto mi fossi affezionata a Sam e Dean.

Sentirmi in colpa nei loro confronti mi rendeva triste e c'era da sottolineare che solitamente io non provavo quasi mai sensi di colpa.

Gli unici che ancora possedevo trattavano argomenti passati inerenti alla mia famiglia.

Un rumore improvviso di motore mi fece tornare alla realtà e così guardai la strada vedendo l'Impala con Sam e Dean dentro.

Sorrisi felice di rivederli ma una fitta al petto mi fece abbassare lo sguardo, non riuscivo a guardarli negli occhi.

«Catherine!» gridò Dean che dopo aver parcheggiato l'auto era corso verso di me.

«Dean, lascia stare» dissi voltando il capo altrove.

«No, tu ora mi ascolti. Se decidi di andartene in quel modo prima mi avvisi okay? Perché non puoi prendere e andartene così come se nulla fosse. Se ti fosse successo qualcosa? Se improvvisamente un demone ti avesse attaccato? Io non ci sarei stato» disse puntandomi un dito contro.

In lontananza notai Sam guardarsi intorno dato che le grida di Dean avevano attirato l'attenzione e io lo fissai.

«Ma perché ti comporti in questo modo? Sono abbastanza grande e forte per poter affrontare un demone. Prima di conoscervi facevo tutto da sola e guarda un po' sono ancora qui. Quindi Dean non trattarmi come se ho bisogno di assoluta protezione, perché non è così» ammisi utilizzando un tono ovvio.

«Non è così? Beh io invece dico di sì. Perché non posso sopportare l'idea di saperti chissà dove, in balia di chissà quale figlio di puttana mentre io me ne sto con le mani in mano. Perché l'idea di perderti mi fa andare fuori di testa e non ho paura a dirlo. Quindi, la prossima volta non pensare solo a te stessa, ma fai un favore agli altri avvisandoli e coinvolgendoli senza fargli prendere un infarto!» gridò avvicinandosi a me velocemente.

Era troppo vicino e lui sapeva benissimo quanto mi sentissi a disagio in quella situazione, ecco perché si comportava in quel modo.

«Dean...sei troppo vicino» sussurrai spostando leggermente il capo indietro.

Non volevo fare le cose così, non davanti a Sam e non in mezzo ad una strada.

«Per caso ti dà fastidio?» chiese lui sfiorando il mio naso con il suo.

Quando si trovava così poco distante da me mi sentivo imprevedibile, come se vicino a Dean potessi fare qualsiasi cosa.

«Non farmi rispondere a questa domanda, per favore» appoggiai le mani sul suo petto per respingerlo e lui ridacchiò.

«Una volta che avremmo accertato le intuizioni di Sam verrò da te per parlare, dobbiamo farlo» disse Dean osservandomi dritto negli occhi.

«Parlare di cosa?» chiesi rimanendo vaga.

«Non farmi rispondere a questa domanda» lui ripeté le mie parole poi si allontanò da me tornando verso la sua Impala.

Per un secondo rimasi immobile sentendo il mio cuore battere a mille e poi chiusi gli occhi facendo un profondo sospiro.

Appena tornai alla realtà notai Sam osservarmi da dentro l'auto e i suoi occhi mi trasmisero una sensazione strana.

Scossi la testa cercando di non pensarci poi salii in macchina anche io così da poter tornare verso il nostro Motel.

Durante il viaggio nessuno disse una parola e così capii quanto li avessi fatti preoccupare.

Appena arrivammo a destinazione scesi dall'Impala poi li guardai dispiaciuta.

«Ragazzi ascoltate, non volevo farvi preoccupare ma avevo voglia di fare un giro e di controllare un po' la situazione qui intorno» ammisi mettendo le mani all'interno nelle tasche del giubbotto di pelle.

«Non importa adesso, sei qui è questo che conta. Io ragazzi comunque credo di aver trovato qualcosa sul caso» disse Sammy contento.

Subito drizzai la schiena ascoltando ciò che aveva da raccontare il minore.

«Stanotte è stata uccisa una ragazza nel bosco, quella identica al mio sogno, sono entrato nei file della polizia e indovinate? Le mancava il cuore dal petto, in più, possedeva alcuni graffi sul corpo. Pensano sia un animale ma mi sembra ovvio che qui c'entra un lupo mannaro» concluse lui fiero delle sue parole.

«Quindi cos'era la tua? Una specie di visione? Ma come hai fatto?» domandai incuriosita e cercando di cambiare discorso.

«Sarà stata una casualità, ora troviamo quel lupo mannaro» rispose Dean irrigidendosi tutto ad un tratto e prendendo dal bagagliaio la sua pistola con i proiettili d'argento.

«Non credo sia una buona idea» dissi con un tono leggermente nervoso.

«Perché mai? Siamo qui, c'è un mostro e noi lo uccidiamo, come abbiamo sempre fatto» ammise Dean alzando un sopracciglio.

«Magari non è un lupo mannaro, magari è veramente un orso o chissà che cos'altro» provai a dire cercando di sembrare convincente.

«Catherine io non ti capisco, si può sapere che problema hai con questo caso? È da quando siamo partiti che ti comporti in questo modo e sinceramente fatichiamo a comprendere il tuo atteggiamento» rispose Sam incrociando le braccia al petto.

Sospirai guardando altrove poi mi passai le mani sul viso.

"Cosa devo fare? Dirgli la verità? E poi? La uccideranno senza battere ciglio" pensai iniziando a camminare avanti e indietro.

«Ragazzi, datemi retta, andiamocene» insistetti guardando prima il maggiore poi il minore.

«No Caty, noi non andremo da nessuna parte, prima uccidiamo il lupo mannaro così da evitare altri morti e poi andiamo via» fu quasi un ordine quello di Dean e proprio quando stavo per replicare una voce alle nostre spalle ci fece voltare.

«Catherine, hanno ragione, basta scappare» Alison si trovava proprio davanti a me e i miei piedi rimasero incollati al pavimento.

«Come scusa? È lei chi è?» domandò Dean confuso.

«Io sono Alison, la sorella di Catherine ed è me che state cercando» ammise lei sicura di ciò che stava dicendo.

«Alison no...» sussurrai fissandola.

«Aspetta, aspetta, aspetta, cosa? E perché staremo cercando proprio te?» chiese Sam ancora più scioccato del fratello maggiore.

«Perché sono io il lupo mannaro che dovete uccidere»


∞∞∞∞

Ecco il nuovo capitolo di Supernatural, spero vi sia piaciuto, ho deciso di aggiornare in anticipo dato che avevo già scritto il capitolo e nulla, mi andava di pubblicarlo.

Cosa pensate di questa situazione?

Vi piace come sta proseguendo la storia?

Baci 😊.

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