Nuova scuola
Andrea era stanca di dover ricominciare, ancora una volta, da capo. Era la terza volta in tre anni che cambiava scuola, casa e città.
Non è che avesse particolari problemi a conoscere nuova gente, né le importava di lasciare i suoi amici. In realtà non aveva nemmeno mai avuto amici, non veri, perché chiunque incontrasse era un comune beta o un misero omega...gente inutile, non degna di frequentare una donna ALFA come lei.
Non aveva mai incontrato un alfa, o, per lo meno, un alfa in grado di tenerle testa. Per questo motivo, dover iniziare una nuova scuola e "battersi" con gli altri pseudo alfa per imporsi a capobranco della scuola stava diventando noioso. Insomma, essendo stata una bulla seriale fin dall'asilo, aveva una certa esperienza e sapeva di poter mirare a qualcosa di più arduo.
Andrea era così potente che nemmeno i professori riuscivano a placare la sua ira interiore da emo frustata. Quei pochi che ci provavano, in ogni caso, se ne pentivano.
Solo una profe, la minuscola ma letale prof Giusti era quasi riuscita a sconfiggerla.
Con i suoi "eh certo" penetranti, la sua posa da suricate stitico e le sue acide battutine, Andrea era quasi riuscita a prenderla in simpatia. Grande ostacolo quella donna, ma come non poteva esserlo? All'apparenza fragile, in realtà faceva ogni giorno avanti e indietro da Meucci a Borgo Santa Caterina IN BICI, cento addominali ogni sera e, per di più, passava tra i gruppi di Maranza in via XX settembre squadrandoli nel profondo a mo di sfida.
Fortunatamente Andrea segnò il suo territorio facendo pipì sulla cattedra, e siccome i feromoni di una balda giovane sono più potenti di quelli di una bacucca che campa a brodini, Andrea ebbe la meglio.
Ma tornando a noi, quel giorno Andrea non aveva voglia di stare a scuola. Camminava per il corridoio verso la sua stupida classe, con il cappuccio della felpa nera sollevato, il ciuffo le copriva l'occhio destro e l'occhio sinistro era così l'unica testimonianza del suo animo da vera emo girl. Oltre alla sua anima, anche la sua aurea era tetra e oscura al punto da tenere lontano quei fastidiosi beta e omega senza doversi scomodare. In caso contrario un pugno sarebbe bastato.
Eppure, proprio mentre pensava all'inutilità della propria vita e all'inconsistenza dell'esistenza, andò a sbattere contro qualcuno. O meglio, qualcuno andò a sbattere contro di lei, perché un'ALFA come lei non sbaglia mai.
Andrea sollevò lo sguardo inferocita, dal cielo cadde un fulmine che poi proruppe in un fragoroso tuono, contribuendo ad esaltare la sua sagoma minacciosa. Gli occhi vuoti e gelidi improvvisamente si accesero di un fuoco maligno talmente scottante che pure gli inferi temettero di ardere. Il trombo del tuono lasciò spazio ad un interminabile silenzio spezzato da un temibile:
"CHI È STATO?"
Gli studenti che non erano (per miracolo) svenuti, impallidirono ulteriormente e volsero lo sguardo vacuo verso la povera vittima.
La tensione era palpabile al punto che le scariche elettriche delle sinapsi celebrali quasi potevano fluttuare e passare da cervello a cervello annunciando, comunque, comune terrore. Nell'attesa il mondo sembrava quasi ripiegarsi su sé stesso finché una voce, calma e pacata, rispose:
"Io".
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