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Capitolo 8

Preparammo le valigie insieme, come una vera coppia.. Ed era bellissimo.
Mi piace fare le cose insieme a lui.. qualsiasi cosa sia.
Non importa se sia una cosa negativa o positiva, mi importa soltanto di stare assieme a lui e nient'altro.
È incredibile come riesca a farmi stare bene soltanto con la sua presenza, senza dire una parola.
Sorrisi a quel pensiero e lui lo notò.
-A cosa pensi?- mi chiese sorridendo.
-Niente...- risposi vaga.
-Enia.. niente non si scrive! So che stavi rimuginando e so anche su cosa. E posso dirti con tutta la sincerità di questo mondo che anch'io sono felice.- ammise arrossendo.
"Lo adoro!!"
-Beh, Mr So Cosa Pensi.. Allora indovina cosa ho voglia di mangiare per pranzo!- lo sfidai prendendolo in giro.
-Questo non lo so proprio.. Ma so cosa piacerebbe mangiare a me!- disse ridendo. Risi anch'io e lui mi abbracciò tenendomi stretta.
Adoro stare tra le sue braccia, mi da molto conforto.
-Vado a vedere se ho del salmone in frigo.- dissi baciandolo castamente sulle labbra. Lui rise ancora di più perché avevo indovinato cosa voleva da mangiare. Lui adora la pasta con panna e salmone e beh.. Ciò che piace a lui piace anche a me, quindi mi adattai.

***

Erano le 22:00 e stavo per mettermi a letto mentre Salvatore faceva la doccia.
Era presto ma la mattina dopo mi sarei dovuta svegliare ancora prima, e io se non dormo almeno sette ore divento acida. Così mi misi sotto le coperte aspettando Ciccio. Egli uscì dal bagno in mutande e io, debole come ero, non feci altro che mangiarlo con gli occhi.
Era super sexy. Le spalle larghe e gli addominali scolpiti lo rendevano ancora più bello. Ma ciò che mi fregava erano i suoi occhi. Quel castano che diventava via via verde mi mandava in ecstasy.
-Perché mi guardi così?- chiese con un sorriso malizioso sul volto.
-Mi piace molto guardarti- ammisi.
Lui sorrise e fece sorridere anche me.
Adoravo il suo sorriso, come i suoi occhi e tutto il resto. Adoravo lui.
Si coricò accanto a me e mi diede un bacio casto ma pieno d'amore.
E mi accoccolai a lui, scivolando in un sonno dolce pieno di cuori e fiori.

La sveglia squillò. Erano le 7 del mattino e alle 8 dovevamo essere alla stazione, per poi partire alle 9.
Mi alzai velocemente dal letto e mi girò un po' la testa.
-Ehi, stai tranquilla. Abbiamo tutto il tempo.- mi disse Salvatore dandomi un bacio sulla tempia.
-Lo so, e solo che sono un po' in ansia..- ammisi.
Lui mi sorrise e io andai in bagno.
Feci una doccia veloce e mi vestii.
Il mio outfit di oggi era semplice: un paio di jeans chiari, una maglietta a fascia fucsia con i brillantini sul seno, un paio di vans anch'esse fucsia e un giubottino di pelle nero.
"Sono i primi giorni di aprile ma fa già caldo per cui non dovrei sentire freddo" pensai.
Uscii dal bagno e Salvatore stava sistemando il letto.
"Ooh che tenero"
Indossava dei jeans scuri a cavallo basso, una maglietta blu scura abbastanza attillata da vedere i suoi addominali e i suoi muscoli, delle blazer grigie e nere e il giubbotto di pelle nero, come il mio.
Era bellissimo.. Beh, in realtà lo è sempre.
Gli sorrisi per poi chiudere la mia valigia definitivamente.
Ieri l'avevo chiusa e poi riaperta almeno quattro volte, mentre Salvatore mi osservava e rideva prendendomi in giro.
Erano le 7:50 e io ero già pronta e più ansiosa che mai.
Lui vide la mia agitazione e mi si avvicinò tranquillo. Mi abbracciò e mi cullò con dolcezza, cercando di calmarmi.
Non potevo farci niente, ero troppo tesa per questo viaggio.. Perché era la prima volta che andavo a Roma, perché ero con lui.. Non so esattamente il perché ma lo ero, e non vedevo l'ora di essere già in albergo.

Uscimmo di casa e arrivammo alla stazione per le 8:30. Aspettammo il treno per una mezz'ora buona e non appena arrivò ci sistemammo ai nostri posti. Partimmo più o meno dopo dieci minuti e ci attendeva un viaggio di circa quattro ore.
Mi tranquillizzai un po' e mi misi a osservare fuori dal finestrino.
Salvatore mi mise una mano sul ginocchio:
-Tutto bene?- mi chiese.
-Si!- risposi io sorridendo come una scema e dandogli un dolce bacio sulle labbra. Anche lui sorrise e come me si mise a guardare fuori.

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