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Capitolo 19

Mi svegliai di colpo con qualche goccia di sudore a imperlarmi la fronte.
Non sono abituata a dormire in un letto che non è il mio.. Ma cosa peggiore, mi sentivo terribilmente osservata.
Guardai la sveglia, erano le 7:30 e decisi che avevo dormito abbastanza.
Mi alzai e andai in bagno.
Mi guardai allo specchio: ero pallida, i miei occhi verdi erano più scuri del solito e tremavo.
Speravo solo di non essere malata.
Mi feci una doccia e mi sentii subito meglio.
Indossai dei jeans scuri e una maglietta a maniche corte bianca a strisce nere.
Il sole di maggio ormai era diventato molto caldo e io ne soffrivo terribilmente.

Controllai il mio cellulare, era al 50% di batteria e non avevo messaggi da Ciccio. Sospirai posando il cellulare sotto il materasso.

Andai in cucina e mangiai dello yogurt bianco con i cereali.
-Buongiorno tesoro- disse una voce alle mie spalle.
Mio zio si era svegliato, purtroppo.
-Giorno- dissi senza voltarmi.
-Gradirei dei pancake, grazie- disse arrogante.
-Punto 1. Non sono la tua cameriera.
Punto 2. Li gradirei anch'io ma non hai né uova né farina- risposi acida.
Non potevo sopportare che mi parlasse con quel tono.
I suoi occhi si spalancarono, e io vidi un lampo di rabbia in quei terribili occhi neri.
-Portami rispetto ragazzina. E poi ti ho già spiegato quali sono i tuoi doveri qui, non farmeli ripetere una seconda volta- disse minaccioso.
Io lo guardai con aria di sfida e risposi:
-Temo di avere la memoria corta-
Mi si avvicinò e con un gesto rapido mi depositò uno schiaffo in piena guancia.
-La radio parla una sola volta- disse -Se vuoi che ripeta dovrai pagare- sorrise.
Mi accigliai ma preferii non dire nulla, e sul suo volto si formò un ghigno compiaciuto.
-Tra 5 minuti voglio trovare del latte- disse.
Io alzai gli occhi al cielo e iniziai a prepararne una tazza.

Quando tornò il latte era quasi freddo ma non disse nulla, era silenzioso e dal suo sguardo assente capii che stava vagando con la mente.
Sospirai e sciacquai il mio bicchiere e il cucchiaino.
-Preparami una lista- disse all'improvviso.
Io mi voltai e lo guardai non capendo cosa intendeva.
-Una lista.. Per ciò che serve in casa.. Alimenti, detersivi, insomma cose di cui se ne occupano le donne- si spiegò.
-Andiamo a fare la spesa?- chiesi io.
-No tesoro. Io vado. Tu rimani qui-
-Ma non mi è concessa qualche uscita?- sbottai io.
-No cara. Te la devi meritare.- disse lui sorridendo.
Non dissi niente. Non volevo nemmeno immaginare come mi sarei dovuta meritare l'uscita.
'Ma vaffanculo!'
Presi un foglio e una penna e iniziai a scrivere ciò che serviva. Sarebbe stato più facile scrivere TUTTO, perché in quella casa mancava davvero tutto.
Mio zio finii il latte, mi strappò via il foglio dalle mani e uscì.
Io mi accigliai quando lo vidi rientrare.
-Ho dimenticato le chiavi dell'auto- si spiegò. Non che mi interessava comunque.
Io annuii e lui uscì sbattendo la porta.

Mentre lavavo la tazza e il cucchiaio mi saltò in mente un'idea: il telefono.
Andai in camera mia e lo controllai.
Vi erano tre messaggi di Salvatore che mi chiedeva se stessi bene.
Non ci pensai due volte a rispondere.

A Ciccio❤️:
Ciccio, sto bene, almeno finora.
Ma quando potrò rivederti?
Quando verrai a Salvarmi?

Inviai il messaggio e sullo schermo comparve un avviso: 10% di batteria rimanente!
'Cazzo!'
Andai in camera di mio zio e cercai un caricabatterie.
Lo trovai dopo un bel po' e sperando che combaciasse lo portai in camera mia.
-Si funziona!- dissi ad alta voce, mentre vedevo la batteria iniziare la carica.
Sorrisi pensando che avrei anche potuto resistere.
Mi arrivò un messaggio di Salvatore.

Da Ciccio❤️:
Tesoro mio, sono più che sollevato di sapere che stai bene. Non so ancora quando verrò a Salvarti ma ti assicuro che sarà molto presto.
Resisti amore mio.❤️

Che dolce! Mi sentii sollevata e non risposi al messaggio, ma iniziai a pulire e ordinare la mia camera.
Riordinando l'armadio mi saltò in mente come mio zio avesse acquistato quei pochi vestiti che vi erano dentro.
Sapeva la mia taglia, le mie misure.. Era troppo strano ma non mi ci soffermai molto.
All'improvviso sentii la porta sbattere così staccai il cellulare che velocemente nascosi sotto il materasso e posai il caricabatterie da dove l'avevo preso.
Mi precipitai di corsa in cucina.
-Dov'eri?- mi chiese mio zio guardandomi circospetto.
-Dove vuoi che fossi?- chiesi infastidita, sentendomi presa in giro.
Si avvicinò e mi depositò un altro schiaffo sulla guancia.
'Wow! Due in un solo giorno!'
Lo guardai male senza fargli capire ciò che provavo, ma era chiaro che mi avesse fatto male.
-Togliti quello sguardo dalla faccia e sistema ciò che ho comprato- disse - Ho delle cose da fare, non penso di tornare per pranzo ma all'ora di cena ci sarò- aggiunse e andò via chiudendomi a chiave in casa.

***

La giornata passò tranquilla, non avendo mio zio tra i piedi.
Mangiai un panino a pranzo, caricai il cellulare e ascoltai un po' di musica.
Non sarebbe stato poi così male resistere se mio zio fosse stato poco a casa.
Ad un tratto, mentre ero distesa sul letto, il mio cellulare vibrò. Era Ciccio.

Da Ciccio❤️:
Amore, come va?

Mi sentii strana. Sembrava che stessi bene ma fino ad allora ero solo riuscita a dimenticalo.. o meglio ad accantonarlo in un angolino della mia mente.
Mi sentii gli occhi umidi e gli risposi piangendo:

A Ciccio❤️:
Mi manchi. Tanto.
E anche se so che verrai presto non c'è la faccio più.
Non mi fa del male fisicamente ma fa male psicologicamente, e penso sia peggio.

Inviaii il messaggio appena in tempo per sentire la porta chiudersi.
Andai incontro a mio zio che era furioso, anche se non capivo perché.
-Che hai da guardare?- mi chiese.
-Niente, sono venuta a chiederti cosa gradisci per cena- mentii anche se avevo paura di sapere cosa fosse a turbarlo.
-Del brodo va benissimo. E fa in fretta- ordinò.
Io alzai gli occhi al cielo e sospirai andando in cucina.
-ENIA!- sentii urlare.
'Che cazzo vuole adesso?'
Ritornai in salotto e mi fissava rosso di rabbia.
-Che c'è?- chiesi un po' infastidita.
-Che cosa hai fatto?- mi chiese.
In quel momento, cercai di capire cosa avessi potuto fare che a lui non fosse piaciuto. Ma a parte mandare messaggi al mio fidanzato non avevo fatto nulla.
E lui non lo sapeva, ne ero sicura.
Lo guardai interrogativa.
-Hai sospirato. E hai alzato gli occhi al cielo. Come cazzo ti permetti?- quasi urlava.
-Senti, se sei incazzato per i fatti tuoi non prendertela con me, ok?- gli risposi.
Lui sgranò gli occhi prima di buttarsi su di me.
Iniziò a picchiarmi e io non potevo difendermi.. Non ne ero capace.
Mi arrivarono pugni in tutto il corpo, schiaffi, mi tirò i capelli e mi diede un calcio allo stomaco.
Ero a terra agonizzante e lui urlò:
-Non ti permettere mai più ragazzina. MAI PIÙ! E ora vai in camera tua e non uscirci fino a domani mattina.- così dicendo si precipitò in cucina.

Io tremavo e riuscivo a stento a stare in piedi. Barcollavo e piangevo mentre mi dirigevo dolorante verso la mia camera.
Mi buttai sul letto stremata e inviai un messaggio a Salvatore.

A Ciccio❤️:
Per favore, vienimi a Salvare al più presto. Ora il dolore è anche fisico.

Inviai il messaggio e guardai il soffitto, era bianco e pulito ma poi, all'improvviso, tutto divenne nero.

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