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.2. distorted reality

Gennaro aveva la testa su un altro pianeta, continuava a pensare a quella sera. A quel ragazzo che lo aveva fatto saltare in piedi sulla panchina dallo spavento, una parte di se lo odiava solo perché si era permesso di disturbarlo mentre cantava. Ma un altra ne era incuriosita, si chiedeva chi fosse. Ce il suo nome lo sapeva ma non sapeva cos'era, in quel breve lasso di tempo che c'è lo aveva avuto davanti non era riuscito a leggerlo. Lui riusciva a leggere chiunque, ma quel ragazzo era su una frequenza diversa. Era così esposto da non nascondere nulla, non aveva segreti o forse era solo bravo a nasconderli dietro quegli occhi pece che avevano risucchiato Gennaro mandando il suo cervello totalmente a puttane.

***

Quella sera Antonio l'aveva invitato ad uscire e gli aveva detto che gli avrebbe fatto conoscere un suo amico non gli aveva detto nulla di lui, sapeva solo che di McFly fidarsi è bene non fidarsi è meglio. Quindi quella sera aspettò fuori casa l'arrivo della macchina di Antonio sotto un diluvio universale. Quando lo vide arrivare ringraziò ogni santo esistente e montò in macchina salutando il riccioluto. "We Gennà scusa il ritardo" Rise il moro in visibile imbarazzo "Fammi indovinare, il culo di Checco era più importante che venire a prendere il tuo migliore amico sotto il diluvio universale" Gennaro poi vide l'amico arrossire esageratamente dando conferma alla sua teoria. "Almeno sta volta sei riuscito a venire? Poi io mi domando e dico: perché cazzo scopate sempre prima di venirmi a prendere? Il pensiero di me che congelo sotto una pioggia torrenziale te lo fa venire duro?" E il tragitto in macchina continuò così, tra Genn che sfotteva Antonio e Antonio che non faceva altro che arrossire.

Arrivarono dopo poco al solito pub, entrarono insieme e subito individuarono i loro amici e un ragazzo di spalle. Gennaro intuì fosse l'amico di Antonio così si avvicinò per presentarsi e poi lo riconobbe. Stessa mascella, stessi capelli scuri, stesse mani callose -suona la chitarra- dedusse Gennaro e stessi abissali occhi color pece. Era lui, era Alessio lo stesso ragazzo che lo aveva tormentato per giorni. Antonio gli prese una spalla scuotendolo "Il caro Butch ha deciso che siamo abbastanza degni per uscire con sua altezza la regina del dramma" Ironizò Francesco. Gennaro sfoderò il suo meraviglioso dito medio e si lasciò cadere pesantemente sulla sedia di fianco a quella di Alessio. "Ciao io sono Genn" Disse il biondo girandosi verso Alessio sorridendo malizioso "Alessio" Sorrise dolcemente il moro facendo cadere le braccia a Gennaro. E fu lì che decise di mettere le carte in tavola. Quella sera ci sarebbe stato il karaoke e lui avrebbe cantato "Raga io vado a cantare che ne dite?" Sorrise Gennaro alzandosi dalla sedia dirigendosi lentamente verso il palco e chiese al ragazzo addetto al karaoke se poteva cantare. Dopo 5 minuti era sul palco a cantare un inedito, Bones

"By the river i can see my soul. Days are flowing fast while i'm drowing. All my scars now are burnin' on.

But all my bones. My legs keep hurting more, but i can't stop my walk everything is getting sore"

Gennaro vide Alessio sgranare gli occhi mentre cantava. L'aveva riconosciuto.

ME:

Mi scuso per il capitolo scadente ma le idee scarseggiano! Spero che comunque sia riuscita a strapparvi un micro sorriso! E con questa speranza vi saluto!

Baci strangers

-Sasa

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