Capitolo 21
SARAH
Dopo la discussione con Simone, non ci siamo più sentiti. Io aspettavo una sua chiamata e delle scuse, lui, probabilmente, altrettanto. Questa volta, comunque, non ho ceduto, troppo convinta di avere ragione. Non ho sentito nemmeno Joseph, comunque. Preso a incastrare tutti gli impegni tra lavoro e università, non ha avuto molto tempo libero e ci siamo sentiti solo con qualche messaggio sporadico. È stato un bene, forse. Se lo avessi visto mi sarei sfogata, riversandogli addosso tutta la frustrazione che mi provoca Simone. E non sarebbe stato giusto, né per la mia relazione, né per la loro amicizia.
Silenzio tombale anche sul fronte Letizia. Ormai a scuola ci salutiamo a stento, e la sua chat non la vedo nemmeno più quando apro Whatsapp, tanto è finita in basso.
Mentre la lezione di matematica procede a rilento, sento il cellulare vibrarmi in tasca. Senza farmi notare lo prendo, scorgendo subito un messaggio di Simone.
- Cena insieme stasera? -
Sbuffo, lasciando il telefono sotto il banco e cominciando a scarabocchiare a caso sul quaderno. Come può essere tanto volubile? Dopo quella discussione, non sente il bisogno di parlarne? Di provare a chiarire? Sono io la pazza? Una settimana fa non mi sarei nemmeno chiusa in questo silenzio stampa. Lo avrei chiamato, implorato perfino. Oggi no. Sono così stanca di stare con un bambino.
Appena suona la campanella di fine giornata, tutti i miei compagni si alzano contemporaneamente, ignorando le ultime parole dell'insegnate. Angelica, una biondina androgina che dimostra molti meno anni di quelli che ha, mi si avvicina. Non siamo molto in confidenza, ma ci stiamo simpatiche da sempre. Semplicemente, abbiamo sempre avuto giri diversi.
«Che fai stasera?» mi chiede con gli occhi che le brillano per il weekend imminente. Mi stringo nelle spalle.
«Non ho programmi» rispondo sicura.
«Perfetto! Allora vieni con noi al bowling» esclama entusiasta, indicando tre ragazze che la aspettano fuori dalla porta della nostra classe: Camilla, Sveva e Rebecca. Le conosco poco, so che sono amiche di Angelica dalle medie, che frequentano tutte lo stesso corso di danza e che amano lo skateboard e i coatti.
«Al bowling? Si può fare» dico contenta, uscendo con lei dall'aula e salutando le altre ragazze.
«Ah Sarah, ma sai che l'altra sera c'era il tuo ragazzo alla festa di mia sorella?» esclama Sveva. «Pensavo di vedere anche te» ammette.
«Sì, beh... diciamo che ultimamente con Simo non va alla grande, e poi le feste in settimana non sono il massimo con la scuola» spiego. Lei annuisce e torna a concentrarsi su Rebecca, spiegandole la lezione di fisica appena conclusa.
Tornata a casa, decido di chiamare Simone. Appena due squilli e la sua voce si fa spazio nel silenzio di casa mia.
«Ah, sei viva»
«Lo dici a me? Sei tu ad essertene andato come un pazzo l'ultima volta, o sbaglio?»
«Sì, per non esagerare»
«E come avresti esagerato, sentiamo?» lo provoco. In cuor mio so che non avrebbe fatto nulla di grave, ma una sua conferma mi farebbe stare meglio.
«Non mi provocare, Sa'. Allora, vieni stasera?»
«In realtà delle ragazze di scuola mi hanno invitata al bowling. Vieni con noi»
«Con te e le ragazzine della tua scuola?»
«Qual è il problema? Hanno la mia età». Sospira e io mi concentro sulle nuvole che scorgo oltre il vetro della finestra.
«Magari ceno prima con gli altri e poi vi raggiungiamo» acconsente, anche se sento il dissenso nella sua voce. Non mi smuovo, comunque. Da quando stiamo insieme, siamo sempre usciti con i suoi, di amici; abbiamo sempre fatto quello che loro organizzavano. Per una volta potrebbe cedere lui.
«Come ti pare» bofonchio, masticando una mela, e lo saluto. Ho bisogno che mi dimostri quanto ci tiene, quanto vuole che questa relazione vada avanti. Devo capire chi, tra i due, è l'adolescente immaturo.
***
«Quindi, che succede tra te e Simone?» Guardo Angelica e, prima di risponderle, bevo un po' di birra. Sono una fanatica della birra. Non tanto da stare male, so controllarmi, non sono mai finita a vomitare nel parcheggio di un locale, ma mi piace bere. Soprattutto la birra. Qualsiasi birra.
«Non lo so nemmeno io» ammetto e lei mi rivolge un sorriso confortante e comprensivo. Non so perché prima di stasera non fossimo mai uscite insieme. Lei e Letizia non sono mai andate molto d'accordo, e forse il motivo principale è questo. In ogni classe si creano dei gruppetti, e noi abbiamo sempre fatto parte di fazioni diverse.
Mentre guardiamo le altre sfidarsi a colpi di Just Dance, le racconto un po' le ultime settimane. Le parlo di Simone, di Joseph, di Letizia. Le racconto tutto, come se le mie parole non fossero controllate da me. Sono un fiume in piena e lei sembra essere la diga che mi argina e mi raccoglie.
«Non sembrate molto compatibili» ammette.
«Tu dici?» Alza le spalle, timorosa forse di straparlare. Non siamo così in confidenza, eppure agogno un suo parere come un assettato nel deserto in cerca di una goccia d'acqua. La invito a continuare.
«Non so... insieme non vi ho mai visti davvero ma dalle tue parole... insomma... sembri più affine al suo amico» confessa. Io ridacchio per queste parole così simili a quelle di mia madre. Non so nemmeno cosa risponderle perché, razionalmente, non potrei che darle ragione e io non voglio darle ragione.
La comparsa di Simone sulla porta del bowling interrompe la conversazione a metà. Angelica accenna un sorriso che è più un "ne riparleremo" e io annuisco perché sì, ho un bisogno estremo di parlare con qualcuno.
Il mio ragazzo si guarda un po' intorno prima di notarmi e venire verso di noi, seguito da Joseph, Sofia, Azzurra e Alice.
«Letizia?» chiede Simone senza nemmeno salutare.
«Ciao eh» borbotto io prima di buttarmi su Alice e Azzurra che mi accolgono in un abbraccio.
«Ma je la fai a non fa' sempre il coglione?» lo rimprovera Jo. Simone lo guarda male e lo ignora, poi si volta verso di me e mi lascia un bacio veloce sulle labbra. Evito di alimentare l'ennesima discussione e mi concentro sulle presentazioni. Finiti i convenevoli, il gruppetto si incammina verso il desk per prenotare una pista e Angelica mi guarda esterrefatta.
«Non mi avevi detto di quanto fosse bella la tipa di Joseph»
«Già...» sussurro amareggiata. Perché sono amareggiata? Che mi importa di quanto sia bella Sofia? Sbuffo e la trascino verso le altre. Ho bisogno di appoggio perché sarà una serata lunga.
***
«Dai non sono così male le tue amiche» ammette Simone mentre guida verso casa.
«Vuoi davvero parlare di loro? Non mi hai rivolto parola per tutta la sera e vuoi parlare di loro?» Quasi urlo, esasperata dalla sua passivo-aggressività.
«Ma si può sapere che hai? Hai le tue cose?» Digrigno i denti e mi lascio andare a un urlo liberatorio.
«Dio quanto sei sfigato» lo insulto. «Non ci vediamo da giorni, l'ultima volta abbiamo litigato, stasera hai passato la serata a fare il coglione con le mie amiche e con Sofia, tra una frecciatina e l'altra con Joseph, e sono io ad avere qualcosa? Sul serio?»
«Senti, basta. Sono geloso, pensavo di avertelo detto»
«Sì, e io pensavo fosse superata. Ma poi geloso di cosa? Non ci siamo nemmeno guardati in faccia stasera. O non l'hai notato?»
«Non capisci proprio» sbuffa sconfitto. «Ti guarda sempre, continuamente. Se ti serve qualcosa, subito arriva lui. È sempre lì a difenderti, a prendere le tue parti. Davvero non ti rendi conto?»
«Di che dovrei rendermi conto?»
«Gli piaci, è talmente palese». Scoppio in una risata rumorosa al limite dell'esasperazione. Insomma, finché è mia madre a fantasticarci sopra, tendo a ignorarla. Ma Simone ne è davvero convinto? Conosce entrambi, ci ha visti insieme. Pensa che lo tradiremmo così?
«Stai impazzendo»
«No, Sa', sei tu che non vuoi vedere»
«Senti» lo interrompo, provando a tornare a respirare regolarmente mentre reprimo l'ennesima risata. «Sei geloso, ok, ci sta. Anche io sono gelosa, quando ti ho visto quella addosso ho dato di matto. Ma, insomma, ci conosci. Conosci me, conosci lui. Ci fai così meschini? Io sono innamorata di te, Joseph è innamorato di Sofia. Siamo soltanto amici, abbiamo qualche interesse in comune e a volte ci piace parlarne, fine. Non c'è altro». Si ferma sotto casa mia e spegne la macchina. Abbassa un po' il capo ed io gli prendo il viso tra le mani costringendolo a guardarmi. «Non c'è niente» ripeto, occhi negli occhi.
«Io mi fido di te, davvero»
«E dovresti fidarti anche del tuo migliore amico» lo sprono. Credo alle mie parole? Sì, nonostante i mille dubbi di chi mi circonda, sono certa che tra me e Jo sia solo amicizia e convincerò anche Simone.
Buonasera bella gente!
Lo so, lo so, nei commenti non fate che sperare nella rottura tra Sarah e Simone e, credetemi, vi capisco. Anche io lo vorrei lontano chilometri da lei ma, ahimé, non è ancora il momento. Non disperate, comunque, perché siamo a un passo. Ogni capitolo serve a capire meglio Sarah, Joseph e tutti i personaggi che li circondano e spero davvero che vi stia arrivando ogni loro sfumatura. Arriverà anche il momento di mollare Simone (giuro, è dietro l'angolo!)
Grazie sempre e, sono ripetitiva lo so, lasciatemi qualche commento con i vostri pareri...
A presto!
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