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Carter il pesce lesso

Quando finalmente arriviamo al Ventunesimo Nomo, è già l'ora di cenare e, lasciati gli zaini in camera, usciamo in terrazza, dove troviamo una tavolata già apparecchiata e stracolma di vassoi.

In poco tempo ci raggiungono tutti i tirocinanti, tra cui si distinguono sia bambini piccoli, sia ragazzi già ventenni.

Allungando lo sguardo alla quantità di pietanze accattivanti che ricoprono la tovaglia, mi accomodo a capotavola. Walt si siede alla mia sinistra.

Non appena siamo tutti ai nostri posti, partono i cori di "buon appetito" e tutti ci fondiamo voraci sulle portate.

-Notizie da tuo fratello?- mi chiede Walt bevendo un sorso di Pepsi dal suo bicchiere.

Lancio un'occhiata alla sedia alla mia destra, dove si siede Carter quando non è al Primo Nomo a sbrigare le varie faccende da faraone. Scuoto la testa: -Oggi non l'ho ancora sentito- dico posando la forchetta. -Ieri mi è sembrato un po' preoccupato. Lui e Ziah stanno avendo un paio di problemi al Cairo-

Walt annuisce, al corrente come me dei disordini che stanno interessando il Primo Nomo: sparizioni di alcuni giovani iniziati e piccoli attentati da parte dei Maghi ribelli.

Ogni tanto compatisco mio fratello, che come Faraone deve occuparsi anche di queste faccende spinose, che non gli permettono di dedicare molto tempo a se stesso.
[sì, lo dico e lo ripeto anche: mio fratello è una frana quando si tratta di vivere come un classico adolescente].

-Siete pronti per l'allenamento di questa sera?- esclamo una volta ripulito da cima a fondo il mio piatto ed essermi alzata dalla sedia.

I ragazzi sollevano i loro sguardi dai piatti e mi fissano con preoccupazione. Come dar loro torto? Fra poco, infatti, sul tetto si terrà il torneo di magia.

Per gli ultimi arrivati è una novità, ma per altri ormai è routine.

Scambio un'occhiata con Walt, la mia spalla destra anche per queste situazioni, e lui si alza, schiarendosi la voce:-Alle otto e mezza ci ritroviamo tutti davanti alla statua di Thot- poi posando lo sguardo sull'orologio legato al polso aggiunge -Che vuol dire che avete un'ora abbondante per riposarvi e prepararvi-

In breve tempo tutti si alzano dal tavolo, chi dirigendosi verso la propria camera e chi stringendo la mano dei più piccoli per portarli a giocare nella Sala Comune. La terrazza rimane, dunque, deserta, se non per Walt che mi aspetta appoggiato al parapetto.

Lo raggiungo e appoggio i gomiti sulla ringhiera. Tutt'attorno a noi si vedono i profili dei grattacieli, che si confondono con il rosso del tramonto primaverile.

-Cos'avevi in mente di fare per i duelli?- mi chiede il mio ragazzo, appoggiando la sua mano sulla mia, ma continuando a guardare in lontananza.

Alzo gli occhi al cielo. -É inutile Walt Stone. Devo ricordarti che anche tu partecipi?- poi aggiungo ricambiando il suo sguardo. -Non avrai nessuna informazione da me-

-Nessuna nessuna?-

-Solo questa- mi sporgo verso il suo viso, facendo incontrare le nostre labbra.

-Non posso lamentarmi, allora- un sorriso gli spunta sulle labbra scure.

-E ora vai a prepararti anche tu- gli dico avviandomi verso l'interno del Nomo.

-Sissignora-

Sorrido mentre salgo in camera mia e mi chiudo la porta alle spalle: è giunto il momento di sapere come se la sta cavando quell'imbranato di mio fratello.

Mi avvicino al catino scrutatore, realizzato da Walt, agitando l'olio in superficie e pronunciando il nome di mio fratello.

Tra le increspature inizia a delinearsi la figura di Carter.

-Carter!- lo chiamo attirando la sua attenzione. -Mi vedi?-

Per un attimo assume un'espressione da pesce lesso [non che sia molto diversa da quella che ha di solito], ma poi focalizza il suo sguardo sul mio. -Sadie!-

-Ciao fratellone- ricambio il sorriso. -Come vanno lì le cose?-

Si alza dalla sedia su cui era seduto e capisco dove si trovi: la saletta che si trova dietro al trono, quella adibita alle riunioni importanti.

Forse non l'ho beccato nel momento giusto.

-Datemi un minuto, arrivo subito- dice rivolto a qualcun altro, prima di uscire dalla stanza.

-Le cose non stanno andando molto bene. Anche questa mattina è scomparso uno dei nostri, e anche questa volta non ci sono testimoni- si interrompe guardandomi serio. -Stiamo iniziando a pensare che ci sia un piano premeditato dietro a tutte queste sparizioni-

-C'è lo zampino dei ribelli?- chiedo.

-Non credo- Carter inizia a camminare nervosamente. -É tutto troppo ordinato per essere riconducibile ai seguaci del Caos-

Mi faccio più attenta. -Stai dicendo che siamo di fronte a un'altra minaccia?-

Carter annuisce col volto rabbuiato. -Temo di sì-

Sospiro. Gli dei hanno deciso che noi Kane non dovessimo avere un'esistenza affatto facile.

-Raccontami dei ragazzi- mi dice cambiando discorso.

Sorrido sadicamente. -Sentirai che tragedie al tuo ritorno-

-Sei impossibile, Sadie- Carter alza gli occhi al cielo. -Vedi di mantenerli tutti intatti-

-E chi ha mai detto il contrario?- sorrido di rimando.

Mio fratello si gira a guardarsi alle spalle. -Mi aspettano, devo andare-

-Certo, potente faraone. Salutami Zio Amos e Ziah- poi aggiungo -Io e te comunque dobbiamo fare una bella chiacchierata: non puoi portar fuori Ziah sempre nei centri commerciali. C'è un mondo di posti che...-

-Ciao Sadie, stammi bene- taglia corto mio fratello interrompendo la comunicazione.

Socchiudo gli occhi irritata. Carter mi ha appena chiuso in faccia? La maleducazione dei giovani d'oggi...bah.

Dal momento che ho ancora un po' di tempo prima delle nove, decido di gettarmi sul letto con un balzo poco aggraziato, per recuperare un po' di energie.

Spazio scriba:

Ciao a tutti e bentornati!
E così la trama inizia a prendere forma: quale sarà questa minaccia che rapisce gli iniziati?

Ci vediamo presto!

Commentate e stellinate se vi è piaciuto il capitolo!

Julia, maga del Quindicesimo Nomo

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