Di puttane e di sante.
Riprendiamo. Vi esposi senza pudore
la materia del canto: puttane e sante.
Benpensanti cari, no, non è un errore.
Qualcuno storce il naso, "Nauseante"
dice con disprezzo, "ti credi signora
tu che parli così? No, tu se' dilettante!"
La vostra disapprovazione non sfiora
per nulla me o i miei pensieri, vi dico:
è provocazione- le critiche implora!
Scrivendo di sante io vi benedico,
decantando le puttane vi trasporto
in un Inferno nuovo, quasi amico.
Mai notate che alle donne un torto
fa la nostra lingua volgare e amata?
Pensate i peggiori insulti, con accorto
modo, e notate: la lingua è ingrata.
Le peggiori calunnie, al femminile
son tutte quante! La dignità legata
di una donna vi si ritrova. Nessun vile
mascalzone può esser condannato
per il sesso, poiché per 'lui' è signorile.
Ogni offesa al maschile è il risultato
come di una sorta di sola venerazione
del di lui membro: viene ingigantito,
nominato, paragonato, un'accezione
quasi a dimostrare la predominanza
sua; e non di deficienza denotazione.
Per criticare, poi, la di lui 'esuberanza'
nel ficcarlo con gran classe per errore, in ogni signorina nella sua vicinanza,
una giusta offesa in italiano, o' lettore,
neppure esiste! Perché per l'uomo
scopare è pregorativa, e il pudore
dev'esser per la donna pari a duomo.
Puttana. Per essere umana, perché
il desiderio non denigra il gentiluomo
ma solo la signora. Ecco che vien da sé
la materia del mio canto di rivalsa.
Puttane,ma donne non saran granché,
e Sante, per cogliere la posizione falsa
e bieca che si cela nella bestia umana.
Senza arte e senza senso, questa, una salsa
che preannuncia fallimento. Diana
disprezzerà ogni singola parola,
perché macchiata dalla gioia insana
che ogni persona reprime in gola,
difatti potere, disprezzo e purezza
troppo in vita si mischiano. Consola
il tuo spirito, mio benpensante; spezza
le tue catene e ascolta le mie storie,
esposte senza ordine; la realtà grezza
di mille istanti, di vicende illusorie-
o forse fin troppo tangibili, narrate da
un'anonima, bramosa di derisorie
dimostrazioni letterarie (senza verità)
di dominanza, sottomissione, angelico
desiderio, proibito o forse solo, chissà,
di quel che lo spleen ti porta, famelico,
a compiere in giornate vuote di vita, se di morte non hai cuore. È Mefistofelico.
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