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Capitolo cinque

«Hai tutto?» chiese impaziente Dido una volta che la porta fu chiusa alle sue spalle.

«Al centodieci per cento» replicò l'amica, andando a sedersi sul letto a baldacchino di Isabel.

La stanza di Isabel era proprio come lei, sfarzosa ed elegante con una punta di follia. C'era un enorme lampadario di cristallo appeso al soffitto, che illuminava l'intera stanza irradiando migliaia di bagliori diversi sulle pareti dorate.

Dido era entrata in quella stanza molte volte negli anni, ma ogni volta non riusciva a non rimanere a bocca aperta davanti alla sua immagine riflessa sugli innumerevoli specchi tutt'intorno a lei.

Si avvicinò al tavolino da toletta e prese una delle numerose spazzole che vi erano appoggiate. Quante ore aveva passato a spazzolare i lunghi capelli rossi di Isabel nel corso dei loro pigiama party, sembrava passato un secolo. Ora che stava insieme a Jason, Isabel aveva deciso che erano cose da bambine.

Cleo richiamò l'attenzione dell'amica e l'invitò a raggiungerla. Dido si avvicinò di lì a poco, facendosi largo tra cuscini e vestiti scartati. Izzie doveva averne provati almeno quindici prima di scegliere quello che avrebbe indossato per la serata.

Fattesi vicine, le due amiche sbirciarono dentro alla borsa gigante che Cleo si era trascinata dietro fin lì e cominciarono a ridacchiare. La busta conteneva una varietà di oggetti dalle più disparate dimensioni e utilizzi: c'era un pollo ancora imballato nel cellofan e a cui qualcuno aveva disegnato uno smoking con l'indelebile nero, delle mutande da nonna, schiuma da barba e molto altro ancora.

«Mamma non sarà molto contenta, quando scoprirà che la portata principale del pranzo della domenica è stata rubata» commentò Cleo.

«Scusa, ma lo sai che la mia si è data al vegetarianesimo da qualche mese. Io e mio padre ce li sogniamo solo di notte i polli» replicò Dido sconsolata.

Ed era proprio vero! Certe volte aveva così fame che si ritrovava a seguire l'odore di hamburger come un segugio.

«Bene! Direi che possiamo cominciare» esclamò la bionda sfregandosi le mani.

Cleo smise all'improvviso di ridere, un velo di preoccupazione scese sul suo volto.

«Ma non sarà troppo?»

«Troppo cosa?» cinguettò felice Izzie entrando nella stanza.

«N-NIENTE» esclamarono all'unisono le due ragazze.

Isabel sembrava raggiante: la festa di sotto doveva star procedendo come da programma, se aveva deciso di sottrarsi agli sguardi dei suoi ammiratori per rifarsi il trucco.

«Voi due non me la state raccontando giusta, ma farò finta di non aver sentito niente» disse aggiustandosi il vestito color smeraldo.

«Ora ho questioni più importanti da affrontare: devo presentare Dido a un sacco di ragazzi stasera e fare in modo che almeno uno si innamori di lei» esclamò la rossa battendo le mani.

«CHE COSA? Sei impazzita» esclamò quest'ultima.

Dido sentì le guance che le andavano in fiamme, e si pentì amaramente di essere venuta. Ma oramai non poteva farci più niente, la partita era iniziata. Lei poteva solo tirare i dadi e vedere quale sarebbe stato il verdetto. Sperava solo di non essere inghiottita dal gioco come in Jumanji. Non credeva di avere abbastanza istinto di sopravvivenza per riuscire a vincere contro una pantera come Isabel.

«Sii carina, e gentile, e smettila di fare quella faccia imbronciata» l'ammonì Isabel dandole due pizzicotti sulle guance, come avrebbe fatto una nonna con la propria nipotina.

«Ahi!» esclamò la bionda massaggiandosi la pelle sensibile.

«Bene, ora aggiustati il trucco prima di scendere, ti si è un po' sbavato il mascara» le ordinò Isabel con la bocca corrucciata.

«Sissignora» la schernì Dido, mettendosi sull'attenti.

«Guarda Cleo, lei si che è perfetta!» esclamò Izzie, lanciando un sorriso alla mora.

Cleo colta di sorpresa abbozzò un sorriso sghembo a modo di scusa. La ragazza sfoggiava una canottiera tigrata abbinata a un chiodo borchiato e un paio di pantaloni che le faceva risaltare il sedere sodo. Aveva scelto un trucco nude dai colori caldi che si abbinava molto bene alla sua pelle ambrata. I capelli erano legati con una coda alta, che ondeggiava ad ogni passo e che la faceva sembrare ancora più sensuale.

Infatti non pochi riuscirono a staccarle gli occhi di dosso, quando le tre raggiunsero il piano inferiore. L'atmosfera era cambiata radicalmente rispetto a prima: c'era molta più gente, molta più birra e molto più chiasso.

Per fortuna tutti gli invitati avevano preso alla lettera il messaggio di Isabel e si erano travestiti, sarebbe stato troppo imbarazzante essere gli unici sfigati vestiti da carnevale. Per la gioia di Isabel risultò essere l'unica e inimitabile Poison Ivy della festa, mentre Dido tirò un sospiro di sollievo quando vide che le sue copie si potevano contare sulle dita di una mano.

Il fenomeno Harly Quinn aveva mietuto un sacco di vittime, ovunque Dido si girasse non vedeva altro che calze a rete e codini azzurri e rosa.

«Te l'avevo detto mesi fa che mi sarei vestita da Harley Quinn, sei la solita copiona» sentì dire Dido da Ashely Emerson alla sua migliore amica Tammy.

Isabel sembrava non essere consapevole che di lì a pochi minuti si sarebbe potuta scatenare la terza guerra mondiale proprio nel suo salotto, e si aggirava per la festa salutando a destra e a manca. La musica pompava nelle casse e al centro del salotto Dylan si strusciava contro un gruppo di ragazze del secondo anno, meritandosi per questo un'occhiataccia dalla sorella. «Veramente imbarazzante. Bleah!» commentò la rossa.

Una ragazza vestita con un baby doll bianco si era avvicinata a un orecchio del ragazzo e aveva cominciato a slinguazzarlo per bene.

«Allora che si fa? Festa ignorante?» chiese Cleo dirigendosi spedita verso gli alcolici e facendo qualche passo di danza.

«Sicuro, ma prima cerchiamo di sistemare questa stronzetta» disse Isabel, cominciando a osservare tutti i soggetti di sesso maschile presenti in sala.

La ricerca non durò a lungo: quasi tutti gli invitati erano già stati vagliati a suo tempo e scartati. Ma mai dire mai. Molti sembravano già piuttosto alticci e non facevano bella mostra di sé, urlavano e ridacchiavano fra loro dandosi pacche sulla spalla. Quando cominciarono a prendersi a botte Dido distolse lo sguardo indignata.

«Che c'è miss puzza-sotto-il-naso Cooper, nessuno è abbastanza per te?»

Jason Lafferty, il bel fusto fidanzato di Isabel, comparve alle sue spalle, facendola sobbalzare. Aveva folti capelli castano scuro che al momento erano nascosti da una maschera da Batman. Con grande delusione di Dido però aveva deciso di non indossare la calzamaglia d'ordinanza, optando invece per un paio di jeans scuri e una maglietta attillata.

"Peccato, almeno mi sarei fatta quattro risate" pensò la ragazza.

Jason era il classico bullo del liceo, che rinchiudeva le matricole dentro agli armadietti e che recitava la parte del maschio alpha, anche se in realtà nel buio della sua stanzetta guarda Gossip Girl fino a tarda notte.

O almeno così fantastica Dido di tanto in tanto. Se lo avesse detto in giro, tutti l'avrebbero presa per pazza. Però era sicura che fossero vicini tanto così al suo coming-out e allora si che lo avrebbe urlato ai quattro venti: «Te lo avevo detto!». Purtroppo non era quello il giorno. 

Prima che gli potesse rispondere, il ragazzo si era già avvinghiato a Isabel in un bacio mozzafiato.

«Prendetevi una camera!» urlò qualcuno.

«Ciao Jason, sempre simpatico a quanto vedo» mugugnò la bionda.

«Senti, se continui a fare quella faccia da funerale, nessuno ti si filerà stasera, nemmeno quello sfigato di Lawson» replicò lui ridendo sguaiatamente.

Dido si rabbuiò immediatamente, era molto permalosa su questo punto e tragicamente insicura. Il muro di apparente ostilità che aveva costruito in tutti quegli anni serviva solo a difenderla da potenziali delusioni. Le persone come Jason questo non riuscivano proprio a capirlo, perché troppo prese a essere i re e le reginette della scuola.

«Smettila Jay, non fare lo scemo» lo rimproverò Isabel con poca convinzione.

«Senti dico solo che non le farebbe male divertirsi un po' ogni tanto» disse Jason alzando le spalle. «Almeno stasera sembra vestita da ragazza più del solito».

Jason le lanciò una lunga occhiata che a Dido non piacque affatto. Gli voltò le spalle esasperata. Era sempre così tremendo parlare con Jason, ma doveva farlo, doveva riuscire a trovarlo simpatico: era il ragazzo della sua migliore amica dopotutto.

Se solo Isabel si fosse accorta di quanto fosse stronzo Jason, pieno di sé e urgh! Terribilmente idiota. Dido avrebbe solo voluto prendere quella testa vuota e sbatterla contro il muro. Se solo ne avesse avuto la forza!

Si scostò dal gruppo, voleva mettere più distanza possibile tra lei e quel troglodita. Intercettò lo sguardo preoccupato di Cleo, che le chiese con gli occhi se andava tutto bene. Lei le fece un gesto con la mano, che stava a significare che era tutto ok. La mora titubante ritornò a parlare con uno dei compagni di squadra di Jason, mentre Dido prendeva il telefono dalla borsetta.

In realtà non aveva messaggi da leggere né chiamate, ma quel semplice gesto fatto senza un vero motivo, la faceva sentire meno a disagio con gli altri. Aveva solo bisogno di distrarsi e di vedere qualche tutorial di cucina su Facebook, che inaspettatamente riuscivano sempre a calmarla. Alzò per un attimo lo sguardo da una torta alla crema e frutti di bosco dall'aria veramente deliziosa e notò che qualcuno aveva deciso di mangiare lei con gli occhi.



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