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~ Un Anno Insieme ~

Ecco la settima one-shot per il concorso di Eternity_Hook

Coppia : Hibari Kyoya x Mokuro Rokudo
Anime : Tutor Hitman Reborn
Genere: Yaoi
Numero di drabble : 7
Rating : Verde - Verde - Giallo - Verde - Verde - Arancione - Verde
Parole : 500 esatti per ciascuna festività

N.B : Non conoscendo bene le tradizioni giapponesi ho preferito basarmi su quelle italiane, nonostante i personaggi siano di nazionalità diversa. Si tratta di una decisione pratica al fine di evitare errori ed incongruenze nel descrivere usanze di un popolo che non conosco.
N.B : In riferimento alla parte : "Festa della Liberazione", nonostante nella ricorrenza italiana abbia un significato diverso, nella one-shot l'ho un po' modificata per adattarla all'anime, comunque la data non cambia ed ho cercato di mantenerne il significato intrinseco, spero vada bene lo stesso.

Buona Lettura 💚

~

Capodanno

La piazzola dell'Istituto Namimori era gremita di gente. Calici colmi di bevande analcoliche tintinnavano giulivi. Tutti sorridevano, danzavano e gettavano occhiate veloci al grande orologio nella torre centrale, impazienti di cominciare il countdown. L'unica figura estranea a tanto divertimento se ne stava appoggiata ad uno degli alberi del cortile, le mani affondate nelle tasche e lo sguardo vigile.
- Hibari Kyoya, solitario e menefreghista come al solito -
Nel sentire quella voce familiare e sgradevole, il corvino afferrò uno dei manganelli metallici dal fodero legato alla vita e lo puntò direttamente al collo del nuovo arrivato. La chioma viola scuro, il sorriso giocoso e l'eterocromia innaturale dello sguardo, impossibile sbagliarsi.
- Mokuro Rokudo -
Mettendosi in posizione d'attacco, il capo del comitato disciplinare sorrise profondamente soddisfatto, impaziente di iniziare lo scontro e concluderlo a proprio vantaggio. Vista la monotonia della serata, quell'incontro era stato davvero propizio, uno svago molto soddisfacente.
- Finalmente riuscirò a vendicarmi per il risultato della volta scorsa, ti morderò a morte -
Disturbato dai movimenti del corvino, cinguettando e scrollando le piume gialle, il piccolo Hibird ne abbandonò la spalla per andare ad appoggiarsi sulla punta della sua lucente arma, canticchiando allegramente l'inno dell'istituto. L'uccellino non sembrava curarsi delle intenzioni del proprio padrone che però non intendeva perdere di vista la propria preda. Ora Mokuro Rokudo era a portata di mano, per l'orgoglioso delinquente rinunciare alla possibilità di prendersi la rivincita tanto desiderata era fuori discussione.
- Sbagli, anche questa volta, sarò io a mordere te Hibari -
L'occhio cremisi dell'illusionista cominciò a brillare mentre, una coltre trasparente, andava formandosi ai piedi del duo avvolgendone le figure e separandoli dai festeggiamenti. I sensi dello studente della Namimori si misero sull'attenti, deconcentrarsi avrebbe significato la fine. Impattando contro il bordo liscio degli armamenti del corvino, il profilo aguzzo del tridente di Mokuro emise delle scintille illuminando le strette iridi grige di Kyoya ed obbligandolo ad indietreggiare di un passo. In un secondo, il delinquente vide la figura davanti a sé sparire nel nulla per poi ritrovarsi sommerso da una pioggia di colpi sempre più rapidi ed incessanti.
- Non abbiamo più tempo per giocare -
Detto ciò, assestando un fendente dal basso, l'illusionista riuscì a disarmare Hibari ed, ancor prima che questi potesse recuperare l'altra arma dal fianco, lo bloccò contro il tronco dell'albero dietro il quale era comparso poco prima. Dissolta la nebbia, i due furono l'uno davanti all'altro, i volti a pochi centimetri, il countdown quasi concluso. Nel tentativo di liberarsi dalla presa, il corvino tentò di assestare un pugno, ma finì solo per trovarsi ancora più in trappola.
- Tre, due ... uno -
Appoggiando le labbra sulle sue, Mokuro trascinò Hibari in un bacio travolgente. Fuochi d'artificio tingevano magicamente la notte di colore quando, la musica in sottofondo, venne sostituita dall'inno della Namimori. Le guance del capo del comitato disciplinare presero colore, le labbra di nuovo libere e lo sguardo dritto in quello del proprio avversario.
- Felice anno nuovo Hibari Kyoya -

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S.Valentino

Il freddo era pungente nonostante il pomeriggio soleggiato. Era stata una giornata frenetica per il comitato di sorveglianza della Namimori. Come accadeva di norma in quella funesta data, tutti gli studenti sembravano dimenticare anche le norme più semplici del regolamento.
- Corse nei corridoi, soste prolungate nella pausa pranzo, intralcio degli spazi delle aule, schiamazzi ... -
Ad ogni passo, nella memoria di Hibari, andavano imprimendosi volti, nomi e rispettive contravvenzioni. Tutti si stavano impegnando a disturbarlo il più possibile. Fortunatamente, una ricerca importante stava occupando il corvino, avrebbe pestato i colpevoli dopo averla portata a termine. Lanciando occhiate in ogni aula, bagno ed anfratto, Kyoya salì nervosamente di piano in piano sperando di udire un cinguettio familiare ed il canto speciale che gli rallegrava le ore, assente quel giorno.
- Hai perso qualcosa, Hibari Kyoya ? -
Un sussurro alle sue spalle fece voltare il presidente disciplinare che, nel movimento, afferrò il manganello infrangendone il metallo contro il corridoio, vuoto. Dal lato opposto del piano, passò una figura indistinta ridendo e lasciando dietro sé ed una nebbia leggera che il corvino aspettava di rivedere dalla notte di Capodanno.
- Hai avuto un bel coraggio a ripresentarti -
Scattando in avanti, lo studente corse a perdifiato a caccia dell'intruso, la sete di vendetta a spingerlo come una vela al vento. Guidato dal desiderio di combattere, Hibari giunse infine al terrazzo della scuola, il solo luogo dal quale l'altro non avrebbe avuto via di fuga. Avvicinandosi all'unico punto dietro cui il suo avversario avrebbe potuto nascondersi, il ragazzo sentì la porta sbattere di colpo alle proprie spalle. Voltandosi, Kyoya incrociò lo sguardo di colui che si aspettava. Mokuro Rokudo, appoggiato di schiena alla porta metallica, una scatola a forma di cuore sotto braccio ed una rosa rossa adagiata fra le dita. Bloccava l'uscita, l'aveva messo in trappola.
- Felice San Valentino, Hibari -
- Sarò felice solo quando ti avrò rotto ogni osso del corpo -
- Sempre il solito violento, e pensare che ti ho portato un regalo -
Guardandolo senza muovere un muscolo, ma incapace di trattenere la propria curiosità, il corvino strinse nelle dita i manici metallici delle proprie armi e si preparò a passare all'attacco. Rendendosene conto, l'illusionista appoggiò a terra il fiore ed aprì lentamente la confezione di cioccolatini. Il dolce profumo di cioccolato venne accompagnato dall'inno dell'Istituto Namimori. Al centro dei decoratissimi dolciumi, cinguettava il piccolo Hibird, il corpicino avvolto in un nastro rosso. Alla vista del padrone, l'uccellino disperso gli volò incontro continuando la melodia e distraendo Hibari per un piccolo istante. Fu un errore più che sufficiente a Mokuro per portarsi davanti all'amato e rubargli nuovamente un bacio fugace prima di scomparire nel nulla.
- Dannazione ! -
Gettando un occhio al pigolante pulcino, Hibari mise via i manganelli ed andò a raccogliere i regali per poi sedersi ad osservare il cielo azzurro. Con i suoi sporchi trucchi Mokuro lo aveva già fregato due volte, ce ne sarebbe stata una terza ?

~

Pasqua

La primavera aveva sciolto il ghiaccio e risvegliato alberi e prato rendendo il giardino della Namimori una distesa color smeraldo e rosa ciliegio. Il preside aveva colto l'occasione per pubblicizzare la scuola organizzando una caccia pasquale e puntinando l'intera area di piccole uova colorate.
- Come ho potuto permetterlo -
Ovviamente, Hibari non ne era affatto felice, ma gli era stato assicurato che nessun uovo marcio sarebbe stato dimenticato e che l'istituto sarebbe tornato in perfetto ordine. Dalla sua spalla, il canto di Hibird gli teneva compagnia, rallegrandolo, nonostante un insetto lo stesse disturbando già da un po'. Folate fresche spingevano i petali dei ciliegi in ogni dove facendoli giungere perfino all'angolo isolato nel quale lo studente si era rifugiato, calmandolo, assopendolo.
- Non ti fa venire nostalgia ? -
La voce giunse attutita alle orecchie di Kyoya che così si rese conto di non avere nemmeno la forza di alzarsi per sferrare il primo colpo. Sedendosi accanto al suo corpo, Mokuro gli fece appoggiare la testa sulle proprie gambe e gli accarezzò i capelli, ciocca dopo ciocca, rigirandoseli nelle dita.
- Visto che non c'è modo per tenerti buono, e passare più di un minuto insieme, mi sono fatto prestare da Shamal la stessa zanzara che ti punse al nostro primo incontro, ricordi ? -
Sarebbe stato impossibile dimenticarlo, quel senso di impotenza fisica era di quanto più frustante Hibari avesse mai affrontato. La volta passata, la malattia dei ciliegi era riuscita ad indebolirlo, nonostante si trattasse solo di un'illusione, ma quel giorno le piante, il delicato rosa ed il fastidio dei piccoli petali appoggiati sul suo viso, erano veri. Facendosi forza, il corvino riuscì a riprendere il controllo del proprio braccio ed a sferrare un debole pugno sul volto giocoso dell'altro che però lo bloccò facilmente lasciandogli un bacio dolce sulle nocche.
- Non sai mai quando arrenderti, un'altra delle cose che mi piacciono di te -
Riadagiato il braccio dello studente, il giovane dai capelli viola passò la propria mano sul petto di Kyoya accarezzandolo da sopra la stoffa bianca della camicia, scostando la giacca nera dell'uniforme e scendendo inesorabilmente. Brividi nuovi e sconosciuti scossero il corpo di Hibari il quale, incapace di parlare, si limitò a rilasciare dei gemiti contrariati mano a mano che le falangi dell'illusionista proseguivano sino al bordo dei suoi pantaloni.
- Sarebbe così facile prenderti ora -
Sussurrò con voce bassa Mokuro al suo orecchio facendo agitare lo studente. Le braccia e le gambe del corvino stavano formicolando, la sua capacità motoria stava tornando inaspettatamente presto.
- Accidenti, si direbbe proprio che Shamal mi abbia dato una formula troppo blanda per trattenerti a lungo, peccato -
Togliendosi la propria giacca color verde scuro, lo studente della Kokuyo Junior High la piegò con cura e la appoggiò sotto la testa dell'amato dandogli un'ultima carezza prima di allontanarsi. Pochi minuti dopo, nonostante avesse recuperato il controllo motorio, Hibari non si mosse, fece un lungo respiro e lanciò uno sguardo ai rami floridi, meditando vendetta.

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Festa della Liberazione

Una struttura grigia e spoglia, puzze sconosciute, un paio di divani sfondati ed un tavolino. Un luogo un po' triste per organizzare una festa, ma con bevande colorate, cibo in abbondanza e spara-coriandoli, Chikusa e Ken erano più che soddisfatti. L'attesa si stava facendo difficile, non vedevano l'ora di iniziare, ma mancava ancora l'ospite d'onore.
- Ragazzi ! Sta arrivando ! -
Chrome giunse di corsa dal corridoio sorridendo e si affiancò al duo altrettanto su di giri. Qualche minuto dopo, un suono di passi, giunse dal buio mettendoli in allerta. Afferrando uno spara-coriandoli ciascuno, i tre attesero di scorgere la figura e lanciarono i proiettili di carta variopinta riempiendo il proprio leader dalla testa ai piedi.
- Felice Liberazione ! -
Sorridendo ai compagni, Mokuro si avvicinò scostando i coriandoli ridendo. Era un giorno molto importante, perfino Chikusa aveva abbandonato la solita freddezza e si stava commuovendo, ma come biasimarlo. In quella data, grazie alle proprie capacità illusorie, il ragazzo dai capelli viola era riuscito a liberarli tutti dal laboratorio in cui la mafia li aveva intrappolati e trasformati in cavie. Festeggiare era d'obbligo.
- Non erano necessari i coriandoli -
- Invece sì maestro Mokuro, ti abbiamo anche fatto un regalo -
Sorpreso dalla notizia, l'illusionista arrossì.
- Nemmeno questo occorreva, io non vi ho fatto alcun regalo -
- Ormai è troppo tardi per rimandarlo indietro, quindi cominciamo ! -
Allegro come al solito, Ken afferrò una bottiglia e versò da bere a tutti i presenti. Era bello poter vivere momenti simili, ma, ciò nonostante, la memoria di Mokuro non poteva fare a meno di tornare al terribile passato. La famiglia mafiosa Estraneos aveva rubato molto ad ognuno di loro, ma presto avrebbe restituito tutto con gli interessi. Prendendo nella mano libera un tramezzino, l'illusionista si sedette e cominciò a mangiare in attesa di ricevere il misterioso dono annunciato. Ebbero il tempo di spazzolare tutto quando, improvvisamente, l'ospite speciale arrivò dal corridoio correndo come una furia. Con un colpo ben assestato, il nuovo arrivato infranse un fendente deciso sul tavolino rompendolo in due con un manganello. Sollevando lo sguardo argentato, Hibari Kyoya incontrò quello eterocromatico dell'altro che sussultò istantaneamente.
- È troppo presto ! Che ci fai già qui ? -
Lanciandogli un'occhiataccia, il corvino zittì Ken, si alzò in piedi sui resti di legno e fece un passo avanti. Piacevolmente sconvolto, Mokuro rimase immobile permettendo all'altro di afferrarlo per il colletto e di portarselo più vicino al volto. Superando quei pochi centimetri con impeto, Kyoya scontrò la propria fronte con quella dell'altro con forza per poi dargli un lungo bacio. Non si staccò fino a quando entrambi non restarono senza fiato.
- Non siamo ancora pari -
Sussurrò il capo del comitato disciplinare mollando la presa e lasciando che Mokuro cadesse contro lo schienale del divano, incapace di proferire parola. E così Hibari uscì dallo stesso punto dal quale era arrivato lasciando l'illusionista più confuso che mai, le labbra più calde e formicolanti della fronte.

~

Ferragosto

Il tramonto era passato. Stelle sempre più numerose s'inseguivano nella notte riflettendosi negli sguardi felici degli studenti della Namimori. L'iniziativa dei mercatini e del festival estivo aveva attirato molta gente aumentando i fondi riservati alla ristrutturazione dell'Istituto. Ad un'occasione simile, e di tale importanza, Hibari non sarebbe potuto mancare, o almeno era ciò che Mokuro sperava.
- Sarà sicuramente lontano dalla folla, ma abbastanza vicino per tenere tutto sotto controllo ... ma dove ? -
Era molto che l'illusionista gironzolava, ma non vi era traccia del corvino. Il ragazzo avrebbe tanto voluto poter sorprendere l'amato durante i fuochi d'artificio, accarezzare il suo viso permanentemente serio e, magari, rubargli un altro bacio, peccato che fosse introvabile. In procinto di tornare sui propri passi per rifare il percorso delle bancarelle ancora una volta, il giovane vide una piccola pallina di piume gialle volargli sopra la testa cantando un motivetto familiare.
- Bingo ! -
Mettendosi all'inseguimento di Hibird, Mokuro giunse al limitare di una zona alberata oltre la quale era possibile scorgere un parco pubblico deserto. In quello spiazzo, chiasso e festeggiamenti sembravano sbiadirsi, era proprio il posto che stava cercando. Appoggiandosi ad un albero, il giovane scrutò i dintorni cominciando a formare una nebbia leggera grazie ai propri poteri. Il profilo della giacca di Kyoya s'intravedeva attraverso la torre del castello-scivolo.
- Sei mio -
Creata abbastanza foschia, l'illusionista vi si mosse attraverso silenziosamente pregustando il premio che l'attendeva di lì a pochi passi. Non vi arrivò nemmeno vicino che inciampò finendo rovinosamente a terra con la suola di una scarpa premuta contro la schiena.
- Tu sei mio -
Affermò soddisfatto Hibari Kyoya schiacciando con più forza mentre il suo complice gli si adagiava sulla spalla cinguettando. Voltandosi a guardarlo, Mokuro non riuscì a trattenersi dal sorridere. Era raro vedere l'integerrimo capo del comitato disciplinare senza l'uniforme completa ed il fatto che ne avesse utilizzata una parte per metterlo in scacco era molto più di quanto l'illusionista si sarebbe aspettato.
- Lasciami alzare e ti mostrerò quanto è vero ciò che hai detto -
Inaspettatamente, il corvino obbedì permettendo così alla sua preda di alzarsi in ginocchio e sbattere la testa contro il suo manganello.
- Fai sparire la nebbia oppure rovinerai la serata di raccolta fondi -
Accarezzandosi la testa, Mokuro annuì tenendo lo sguardo su Kyoya mentre questi recuperava la propria giacca ed andava a sedersi su una delle altalene. Non sembrava avesse intenzione di combattere, quindi l'illusionista ne approfittò per andarglisi a sedere accanto. Ammirando il cielo, nelle iridi di entrambi, si specchiarono magiche stelle cadenti, era una serata perfetta.
- Comunque non posso ucciderti solo per non rischiare di distruggere i mercatini -
- Lo so -
Allungando una mano sino a raggiungere la catena dell'altalena dello studente della Kokuyo, Hibari se lo portò più vicino e gli donò un bacio fugace. Quella sera, loro furono gli unici a poter ammirare la fitta pioggia celeste e, nonostante fosse una propria illusione, Mokuro non l'avrebbe mai dimenticata.

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Halloween

Aule trasformate in stanze del terrore, imbrattate di sangue finto e ragnatele, dolci appiccicosi ovunque, studenti vestiti in modo inadeguato, Halloween era davvero la giornata degli incubi per Hibari. Non sembrava esserci luogo sicuro per lui dove rifugiarsi, neppure la stanza del comitato visto che gli altri componenti lo avevano supplicato di poter partecipare a quegli sciocchi festeggiamenti. Fortunatamente, Mokuro Rokudo gli aveva offerto soccorso dopo essere passato "casualmente" per quelle parti.
- Strano, nonostante non apprezzi le feste, in un modo o nell'altro, ti ci ritrovi sempre -
Schernì lo studente della Kokuyo Junior High facendo strada lungo i corridoi della scuola con una curiosa sicurezza, nonostante non l'avesse mai frequentata.
- Zitto, avevi detto che mi avresti portato in un posto tranquillo se ti seguivo disarmato -
- Ed è esattamente ciò che sto facendo -
Ovviamente l'illusionista non era stato del tutto sincero, sicuramente nel luogo in cui stavano andando c'era pace e quiete, ma di sicuro non avrebbe lasciato tranquillo Hibari nemmeno per un attimo. Certo, si erano sicuramente rubati a vicenda tanti baci meravigliosi in quei mesi, ma era il momento di passare ad un piano più fisico, che non comprendesse pestaggi o tentativi di uccidersi a vicenda. All'ultimo piano, dietro una porta di servizio, era possibile scendere nel locale caldaie dell'Istituto, insonorizzato e dotato di una porta massiccia in metallo, chiudibile a chiave dall'interno. Nessuno li avrebbe disturbati.
- Come sapevi di questo posto ? -
- Sono ben informato -
Concluse Mokuro sbattendo con forza l'ingresso e serrandolo alle proprie spalle. Sorridendo, l'illusionista si avvicinò all'altro facendo aderire il proprio petto alla sua schiena, sbottonandogli la camicia.
- Finalmente soli, adesso sarai mio -
Sussurrò il ragazzo dai capelli viola baciando il collo del maggiore e facendogli scivolare la camicia lungo le braccia muscolose. Kyoya rimase totalmente freddo ed estraneo alle attenzioni ricevute. L'essere ignorato fece stizzire l'altro ragazzo, era fermamente intenzionato a sciogliere quel blocco di ghiaccio e prendersi quanto aveva bramato dal loro primo incontro.
- Te l'ho già detto Mokuro -
Voltandosi rapido, Hibari si liberò dalla presa e prese possesso delle labbra dell'illusionista con vorace bramosia mentre lo spingeva contro la parete strappandogli di dosso l'uniforme scolastica.
- Sarai tu a diventare mio -
Scioccato dalla confessione ricevuta, Rokudo si lasciò coinvolgere da quell'assalto feroce fatto di baci bollenti, morsi e strette poderose. Abbandonare il corpo ai piaceri del compagno fu di certo la parte più difficile per il duo. La loro prima volta fu talmente violenta e carica di bisogno da sembrare una vera e propria lotta. Incapaci di prendere il comando, entrambi finirono per concedersi l'uno all'altro più volte, una sfida di supremazia che si concluse solamente allo sfinimento dei contendenti. Fu l'Halloween più terrificante che la Namimori avesse mai festeggiato. Sferragliare di tubature arrugginite, colpi contro le pareti udibili in ogni angolo della scuola, grida misteriose provenienti dai bocchettoni dell'aria. Gli studenti inquieti passarono tutta la notte in bianco ripensando alla giornata trascorsa, Hibari compreso.

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Natale

La neve fioccava spolverandosi omogeneamente nell'intera città, fin dove lo sguardo non riusciva a giungere. Camminando, Hibari inspirava attraverso il tessuto pesante della propria sciarpa, il naso arrossato sul viso pallido. Stringendogli la mano, nascosta dentro la tasca del soprabito, Mokuro lo affiancava. Un velo d'amore li avvolgeva, nonostante facessero di tutto per celarlo.
- Tra poco sarà capodanno, non posso credere di essere sopravvissuto un anno, pensavo mi avresti ucciso prima -
Rise l'illusionista voltandosi a guardare l'altro senza ricevere alcuna risposta, Kyoya sembrava giù di tono.
- Sai Hibari, non vedo l'ora di sapere che regalo mi hai ... -
Senza lasciarlo concludere, il corvino abbandonò il contatto ed aumentò il passo soffocando il volto nella lana, ma, non appena sentì l'illusionista tentare di raggiungerlo, si bloccò digrignando i denti nervosamente.
- Non ti azzardare a seguirmi oppure ti uccido ! -
- Sapevo che qualcosa non andava, sei più cupo del solito -
- Zitto ! So tutto del regalo ! Ho capito il tuo piano ! -
Sorpreso dallo sguardo infuocato del corvino, Mokuro perse il sorriso recuperandolo un secondo dopo emettendo un lungo sospiro.
- Non dirmi che hai aperto il mio regalo in anticipo -
Kyoya maledì sé stesso ripensandoci, avrebbe dovuto aspettarselo. Mokuro Rokudo era un apatico manipolatore che considerava le persone come strumenti per ottenere quello che voleva, le sue attenzioni nei suoi confronti erano stati solo stratagemmi per indebolirlo. Consapevolmente, e nonostante la freddezza, Hibari aveva permesso a quello spiraglio di sole dalle iridi blu oceano e rosso sangue, di scaldarlo e ferirlo. Stringendosi nelle spalle, il capo del comitato disciplinare riprese la strada, ma fu una fuga breve. Afferrato per il polso, il corvino venne costretto ad appoggiarsi al petto dell'illusionista. Il fatto di essere più basso di Mokuro, nonostante questi fosse più giovane, era seccante.
- Sei davvero immaturo, mi stai trattando come se ti avessi tradito -
- Zitto -
- Pensi che, accettare il mio regalo, ti renderebbe debole ? -
Passando una mano attraverso i capelli del maggiore, l'amato ne sentì il corpo tremare, non lo aveva mai visto così fragile. Forse aveva esagerato, ma non intendeva perdere quanto avevano costruito solo per paura.
- La tua reputazione non crollerà -
- Non è questo -
- E allora qual è il problema ? -
Allontanandosi, Kyoya infilò una mano nella tasca e ne tirò fuori una scatolina osservandola per quale secondo prima di appoggiarla sul punto della giacca dell'altro dove poco prima gli era sfuggita una lacrima.
- Dannato, volevi anticiparmi anche su questo ... Il primo bacio è stata una tua iniziativa ed ora vorresti fare lo stesso con la proposta di fidanzamento ? Te lo scordi ! -
Senza fiato, Mokuro prese fra le mani il dono affettuosamente. Non ebbe tempo di dire nulla, catturato inaspettatamente da un freddo bacio. Le labbra di entrambi erano bollenti quando si separarono.
- Buon Natale, amore mio -
- Buon Natale anche a te, Hibari -

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