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Il bambino e l'omicidio inconsapevole (PRIMA PARTE)

Spesso mi chiedono della notte in cui tutto cambiò senza far cambiare niente ,spesso mi chiedono di raccontare ,ma le mie parole si perdono nel vento e nessuno prende mai la mia storia come vera , d'altronde la mia storia non sarebbe tale se qualcuno credesse ad essa. Resta comunque che ciò che è accaduto abbia un 'eredità che mi forza a spargere, ed è per questo che ora vi racconto ciò che accadde il trecentosessantaseiesimo giorno di ben cinque anni fa. Ero un bambino per niente intelligente , curioso o coraggioso come spesso si aspetta chi mi ascolta , in verità ero solo molto ingenuo o vittima di me stesso, ma questo lo capirete più avanti.

Quella sera io e la mia famiglia stavamo tornando da un viaggio, che durò il tragitto di mezzo continente poiché mia zia viveva in Canada .

Si chiamava Rose ,non era davvero mia zia, ma quella di mia madre , era vecchissima alta e pelle ossa ,il suo viso era pieno di rughe tanto da non poter più distinguere le labbra dal naso, l'unica cosa che risaltava nel suo volto erano gli occhi e mia zia aveva gli occhi più strani del mondo , così strani da non saperli descrivere , l'unica cosa che potrei dire è che in generale esprimevano molto disprezzo verso chiunque che non sia la sua pianta nel davanzale , odiava tutti , specialmente me e vi assicuro che non è un capriccio e neanche una mia impressione .

Questo lo avevo capito dall'atteggiamento dei miei genitori nei miei confronti ogni volta che andavamo dalla zia , mi raccomandavano sempre di non farla arrabbiare e di non fare nessuna monelleria . Se qualcuno li avesse sentiti si sarebbe messo a ridere perché se c'è qualcosa che tutti sanno è che sono il bambino più silenzioso e trasparente di questo mondo ,tanto che i miei genitori non prendevano molto sul serio ciò che dicevano , ma quando si parla della zia Rose è sempre meglio non rischiare , vi chiederete perché tutti abbiano paura di questo vecchia , beh sinceramente non lo so e mai lo saprò ma credo che tutto stia nel suo sguardo.

Fatto sta che quella sera eravamo di ritorno dalla zia , eravamo appena arrivati a casa , ma mentre stavo per scendere ho rovesciato nella macchina del succo di frutta , cercai immediatamente di nascondere la macchia che si era creata , ma mio padre la vide e io in quel momento mi preparai psicologicamente a dormire in cantina , sarà la millesima volta che passo la notte in quel sudicio posto .

Penserete che ho dei genitori insensibili , crudeli e che non abbiano alcun affetto verso di me , beh mi dispiace dirvi che è la pura verità , loro non mi hanno mai voluto , mi hanno odiato fin dalla mia nascita e sinceramente non capisco come non mi abbiano ancora abbandonato in un orfanotrofio . Una volta la mia insegnante mi pose la domanda di quanto voglia bene i miei genitori e io feci scena muta , credo che sia stato in quel momento, in cui realizzai che ero davvero solo al mondo , in verità l'unica persona che mi voleva bene era mia sorella , anche lei non andava molto a genio ai miei , la trattavano sempre male specialmente perché a loro infastidiva il fatto che fosse molto molto intelligente , più di loro , anche se a questo non ci voleva molto .

Io e mia sorella nonostante tutto , riuscivamo in qualche modo ad andare avanti sostenendoci l'un l'altro, fino a quando un giorno scomparve nel nulla e con il nulla intendo anche le persone , poiché nessuno si ricordava di lei , neanche i miei.

In quel periodo non so come non uscì di matto , da fuori sembravo come gli altri, come se neanche io la conoscessi e oltre a qualche domanda non sono mai andato oltre, ma dentro mi sentivo sempre più pesante ,in senso buono però , sentivo una presenza dentro di me , e sono sicuro che fosse mia sorella , stranamente però non mi sono mai fatto tante domande , da come avrete capito non insisto molto con le cose , le prendo così come sono e vado avanti.

Ritornando a noi quella sera , mio padre appena vide la macchia arancione nella tappezzeria dell'auto sbraitò come mai prima d'ora, era sempre stato un tipo abbastanza brusco ma mai come quella sera , sembrava aver raggiunto il fondo di non so quale bicchiere e sembrava posseduto , non ho mai avuto più paura in tutta la mia vita , le minacce che fece uscire dalla sua bocca non erano più quelle di abbandonarmi ma addirittura porre fine alla mia insulsa vita .In quel momento tutto si bloccò persino le mie lacrime, tutto successe all'improvviso , intorno a me divenne buio , non riuscivo più a vedere nessuno né a sentire , tutto però ritornò come prima , le grida , mio padre infuriato mia madre indifferente e mia sorella, per un attimo rividi mia sorella , ma non ci badai tanto ciò che mi sconvolse invece era il posto dove mi trovavo , non eravamo più nel nostro paesino difronte alla nostra casa , ma bensì in una vastissima radura , non riuscivo a crederci .

Mio padre, sorpreso quanto me, scese dalla macchina insieme a mia madre.

Cominciarono ad urlare se qualcuno ci fosse e caso mai di uscire fuori , ma l'unica risposta che ottennero fu un gelido soffio di vento , quindi dopo un po' rientrarono in macchina e mio padre decise di sfogare la sua frustrazione ovviamente verso di me , ricominciarono le grida , mi accusò di essere addirittura un demone pronto ad ucciderlo .

Diedi comunque poca importanza a ciò che stesse dicendo , tanto da sembrarmi , solo un fastidioso brusio , la mia mente era altrove , dovrei essere spaventato da questa situazione , ma in verità ero solo affascinato , come è potuto succedere tutto ciò , quale forza straordinaria riuscì addirittura a teletrasportarci , la mia mente non riusciva proprio a darsi una spiegazione logica .

A fermare i miei pensieri fu uno schiaffo da parte di mio padre , che a quanto pare si era reso conto che non lo stessi ascoltando , ma proprio mentre mio padre stava per proferire parola qualcosa graffiò la macchina e allo stesso tempo mia madre cacciò un fortissimo urlo , capì subito che qualcosa o qualcuno uccise mia madre , stranamente quando arrivai a tale conclusione rimasi totalmente indifferente , a quanto pare non mi importava più di tanto. Mio padre invece si fiondò disperato versa la moglie , che giaceva nel sedile con un 'espressione corrucciata , gli occhi spalancati e le labbra ormai viola , un particolare però , catturò la mia attenzione , nella sua guancia pallida solcava una lacrima nera.

Oscar

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