Speciale Natale
Un anno dopo:
La casetta in legno che fortunatamente avevamo trovato vicino a Iceville, era perfetta per tenerci al riparo dal gelido vento che scuoteva le fronde degli alberi e faceva cadere la neve sul candido terreno.
Stavo intrecciando i rami di un pino in modo da creare una delle ghirlande viste nel paese di Liz mentre quest'ultima, che era riuscita a recuperare qualche arancia, stava essiccando le fettine del frutto vicino alle fiamme di un piccolo fuoco improvvisato, facendo sì che il profumo dell'agrume si propagasse all'interno della stanza.
<<Tra poche ore sarà Natale.>> Mormorai felice legando i rami.
<<Non ho mai capito perché amiate tanto questa festa.>> Rispose la volpe rossa.
<<Come si fa a non amarla? È come se tutto ad un tratto la magia scendesse sulla terra. Il freddo, la neve, il ghiaccio... Tutto assume un altro significato, li guardi e non vedi più la desolazione dell'inverno, ma l'attesa di un momento di allegria, dove la gioia è il sentimento sovrano.
Ti senti scosso da dentro, hai voglia di cantare davanti a un fuoco scoppiettante, ballare in mezzo alla neve, aiutare anche il tuo peggior nemico e in quei piccoli attimi capisci che la felicità esiste eccome, è sempre al nostro fianco, ma a volte viene stimolata ad uscire grazie ad un piccolo aiuto da parte di feste come questa.>>
Liz, che si era fermata per guardarmi mentre con gli occhi sognanti mi muovevo per la stanza con in mano ancora la ghirlanda, sollevò un sopracciglio <<Ne parli come se fosse l'amore.>>
<<Perché lo è!>> Esclamai avvicinandomi a lei prendendole una mano per coinvolgerla nella mia pazza allegria <<Il Natale è amore, in tutte le sue forme.>>
La rossa non convinta era restia a credermi <<Ok, va bene, ma lasciami.>> Piagnucolò supplicandomi.
Risi conducendola verso la porta.
<<No, devi capirlo da sola per comprenderlo e quale modo migliore di farlo se non vivere le prossime ventiquattro ore al meglio!>>
Aprì la cigolante e vecchia porta di legno ritrovandomi davanti un piccolo spazio pianureggiante e a pochi metri il bosco completamente innevato.
<<Mettilo lì, all'angolo.>> Alla mia destra David con lo zibellino in spalla e della legna in mano stava parlando con il bianco il quale reggeva un tronco secco più pesante e robusto degli altri.
<<Mi spieghi cosa dobbiamo farci con tutta questa legna?>> Chiese Sylver adagiando il tronco sulla neve e strofinando le mani per rimuovere i residui.
<<Dobbiamo prepararci al Natale!>> Mi intromisi uscendo e sprofondando nei cinque centimetri di neve.
<<Perché devi prendere freddo quando potresti stare al caldo?>> Mi domandò Sylver guardandomi di sottecchi con le mani sui fianchi e la schiena leggermente inarcata all'indietro.
<<Inutile che tu le faccia notare i suoi sbagli, mia sorella ha la testa più dura di qualsiasi altra donna sul pianeta.>> Rispose David facendo rotolare la legga dalle sue braccia al terreno.
<<Oggi è quasi piacevole il freddo.>> Dissi sollevando il vestito e avvicinandomi all'unica finestra della casa.
<<Non fateci caso.>> Liz che era uscita dopo di me, si stringeva le braccia intorno al busto per riscaldarsi <<È il Natale che le dà alla testa.>>
Finì di fissare la ghirlanda e indietreggiai per ammirarla.
<<David, ti ricordi quando da piccoli scorrazzavamo per casa con i cappelli e i mantelli che nostra madre ci faceva trovare sotto l'albero? O quando Dorian si era raffreddato per essere rimasto tutto il giorno fuori a fare pupazzi di neve?>>
<<Come dimenticarlo, il giorno dopo quando mi affacciai mi venne un colpo, il giardino era pieno di strani mostri deformi fatti di neve.>>
All'improvviso sentì qualcosa di gelido finirmi dietro la nuca e frantumarsi.
<<Ehi!>> Esclamai girandomi e vedendo il bianco ridere sotto i baffi con una palla di neve in mano.
<<Trovi ancora piacevole il freddo?>> Chiese divertito.
<<Hai dichiarato guerra alla persona sbagliata volpe.>> Risposi abbassandomi per prendere la neve, facendo una veloce sfera rotonda che indirizzai verso il suo petto, ma che finì in faccia alla rossa che si trovava poco più indietro di lui.
<<Ahh!>> Gridò quest'ultima che già tremava a causa della bassa temperatura <<Elys questa me la paghi.>>
Sylver ridendo mi lanciò un'altra palla che però schivai finendo con il sedere a terra.
<<Tutto okay pulce?>> Domandò David porgendomi la mano.
Strinsi della neve con la mano sinistra mentre prendevo la mano di mio fratello <<Certo.>> Allungai la mano verso di lui e la palla si infranse contro il suo viso <<Mai stata meglio.>> Risi e rimessa in piedi scappai mentre i tre si preparavano ad attaccare.
<<Dove scappi?>> Gridò Liz con tre sfere pronte sull'avambraccio <<Torna qui furfante!>> Le fece eco David cercando di seguirmi, ma fallendo miseramente.
Corsi ridendo verso il bosco fermandomi solo per per prendere aria.
Alzai il viso verso i rami dei pini, decorati dalle numerose pigne innevate con lo sfondo del cielo azzurro come il mare.
Respiravo affannosamente, il petto che si alzava e abbassava in cerca di aria, ma ero felice.
Per un attimo mi era sembrato di tornare bambina.
Sentì guaire e abbassai lo sguardo verso il terreno, in mezzo ai rami spezzati e agli aghi dei pini caduti, c'era Sylver sotto forma di volpe bianca con un mantello tra le fauci.
<<Cos'è al posto della bandiera bianca andesso di usano le volpi artiche?>> Chiesi con la mia solita scarsa ironia.
Sylver sollevò gli occhi al cielo e si avvicinò sollevando il collo. Presi il mantello e lo aprì per indossarlo.
Il bianco, una volta libero dall'impedimento si girò e sollevando le zampe posteriori mi lanciò della neve addosso.
<<Ancora?>> Chiesi portandomi un braccio a protezione del viso.
La volpe guaì girandosi, la bocca aperta quansi a formare un sorriso, gli occhi dorati vivaci contornati dal nero, i baffi ritti e le orecchie rilassate, scappando poi dietro un albero.
<<Hai abbandonato gli altri per venire a darmi fastidio?>>
Chiesi avvicinandomi all'albero per seguirlo.
Ma di lui non c'erano più tracce.
Mi guardai intorno per cercarlo, aguzzai la vista per individuare delle impronte e finalmente intravidi qualcosa di simile alla forma dei cuscinetti, mi abbassai accanto alla base del tronco per controllare e in quel momento la volpe saltò fuori dalla tana scavata in precedenza sotto la neve, facendomi cadere a terra.
<<Sylver!>> Esclamai con le zampe del bianco sul torace e il suo muso sul collo.
<<Sei gelato.>> Risi restando sdraiata sulla neve, la volpe leccò leggermente la mia pelle, poi si sdraiò su di me. Non era più grande di uno Yorkshire eppure mi stava riscaldando con la sua pelliccia.
Posai una mano sulla sua testa accarezzandola con delicatezza.
<<Il tuo manto è confortevole, ma vedi... Sono sdraiata sulla neve, così sì che mi ammalerò.>>
Sylver sollevò il viso facendo un versetto quasi frustrato, strofinò il muso sotto il mio mento ancora una volta, poi facendo attenzione a non farmi male, si spostò di lato sedendosi sulla neve.
Potei così sollevarmi, la neve cadde dal mantello creando piccoli cumuli.
<<Grazie sir bianco.>>
La volpe mi lanciò un'occhiata furba e infastidita allo stesso tempo come se volesse dirmi "Sir bianco? Seriamente?" Poi iniziò a scavare la neve.
<<Che combini?>> Chiesi sporgendomi per vedere cosa avesse trovato.
Aveva fiutato qualcosa che reggeva adesso tra i denti e copriva con le zampe.
Mi avvicinai.
Sylver tirò indietro la testa e dal terreno uscì fuori un ramo di agrifoglio con le bacche rosse rivestire da una leggera patina ghiacciata.
Si sollevò, facendomi cenno di seguirlo e così feci.
Tornammo indietro insieme, trovando Liz e David intenti a decorare la testa dello zibellino con del sughero.
Quando in serata la volpe tornò umana, vidi dalla finestra il ragazzo armeggiate con un ramo del pino più vicino a casa.
<<Sapete che sta combinando?>> Chiesi a mio fratello e alla rossa che avevamo iniziato a cuocere la cena.
<<Da Sylver puoi aspettarti di tutto. Forse sta fabbricando una trappola per ermellini.>>
Il nostro piccolo mammifero squittì arrabbiato iniziando ad arrotolarsi sul terreno.
<<Tranquillo non è per te.>> Lo rassicurò David prendendolo per la collottola e passandomelo.
Presi lo zibellino continuando a guardare fuori, ormai si era fatto buio da un po' e ancora non avevo capito cosa stesse facendo la volpe.
<<Tuo fratello è strano.>> Mormorai rivolta a Liz che si stiracchiò assonnata.
<<Perché non lo vai a chiamare? Tra pochi minuti sarà mezzanotte e io non ho intenzione di aspettarlo oltre. Ho talmente tanto sonno da poter entrare in letargo da un momento all'altro.>>
David sistemò il fuoco e le sorrise comprensivo raggiungendola e accarezzandole affettuosamente i capelli <<Mi chiedevo come mai non stessi già dormendo.>> Disse ridendo.
Li guardai felice, insieme quei due sembravano uno di quei quadretti dipinti che si espongono nei grandi saloni.
Così mi avvicinai alla porta anche per lasciarli un po' da soli.
Strinsi lo zibellino tra le braccia mentre cercavo di legare il mantello, ma questo si divincolò saltando giù e rotolando come una ciambella sul pavimento.
<<Tutto bene?>> Chiesi piegandomi sulle ginocchia, preoccupata dal tonfo provocato.
Il mammifero passò una zampa sul muso, poi scosse la testa e corse a infilarsi in una nicchia vicino alla finestra.
<<Hai paura eh?>> Dissi divertita.
Luì fece un piccolo verso e lo vidi accovacciarsi.
<<Va bene, andrò da sola a verificare che non voglia catturarti, tranquillo.>> Continuai divertita.
Aprì la porta ed uscì.
Al sentire la porta chiudersi, Sylver si voltò.
<<Tra poco entro.>> Mormorò tornando a guardare il pino.
Mi avvicinai lentamente tenendo i bordi del mantello con le braccia incrociate.
<<Ti ho già detto che invidio la tua tolleranza al freddo?>> Dissi raggiungendolo.
<<Un paio di volte.>> Rispose divertito afferrandomi il polso per avvicinarmi a sé.
Mi avvolse tra le sue braccia riscaldandomi con il suo abbraccio.
Appoggiai la testa sulla sua spalla chiudendo gli occhi, stare abbracciata a lui era la sensazione più confortevole al mondo.
<<Perché eri qua fuori da solo?>> Chiesi sentendomi avvolta dal suo profumo misto, adesso, a quello della neve che circondava quel posto.
<<Stavo decorando l'albero.>>
<<Mh?>> Allontanai leggermente il viso da lui per guardare il pino, illuminato dalla sola luce che giungeva dal fuoco oltre la finestra. Sylver aveva circondato i rami sopra la nostra testa con i rami dell'agrifoglio le cui bacche rosse risaltavano in mezzo alla neve e al verde intervallate dalle numerose pigne.
<<Non è venuto male, no?>> Mormorò ansioso di un mio giudizio.
Sorrisi a quel gesto.
<<È bellissimo.>>
<<Mancano solo le fette di arancia essiccate.>> Costatò lui <<Liz vuole metterle domani mattina.>>
<<Oh quindi lei sapeva cosa stavi combinando qua fuori.>>
Il bianco iniziò a giocare con alcune ciocche dei miei capelli.
<<Certo, anche noi al castello festeggiavamo il Natale, anche se ci limitavamo solo a scambiarci gli auguri.>>
E la rossa che faceva la finta tonta...
<<E a tal proposito, dovremmo entrare, manca davvero pochissimo alla mezzanotte.>> Dissi facendo un passo indietro.
Il bianco mi prese la mano mentre piccoli fiocchi di neve tornavano a cadere senza la minima presenza di vento, scendevano cullati dalla quiete in quella notte magica, intrinseca della gioia del Natale.
<<Aspetta ancora un momento.>>
Mi riavvicinò a sé posando l'altra mano sul mio viso e fissandomi con gli occhi dorati. Mi sentivo scrutare l'anima, era come se con quel semplice sguardo mi stesse ipnotizzando e senza neanche rendermene conto mi ritrovai con le sue labbra sulle mie. Chiusi gli occhi per godermi quel momento, gli unici osservatori adesso erano un pino, la neve e l'agrifoglio che pendeva su di noi, in lontananza si avvertirono le campane suonare, le voci allegre degli abitanti di Iceville che festeggiavano e da dentro la nostra casetta improvvisata, arrivò un dolce profumo invitante.
Quando ci separammo guardai il ragazzo davanti a me con il sorriso, accarezzandogli la nuca <<Buon Natale Sylver.>> Sussurai.
<<Buon Natale anche a te Elys.>>
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