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9.

Ricordo di essermi addormentata in quell'angolo del carro avvolta dalla coperta e di essermi svegliata alle prime luci dell'alba sentendo una lieve pressione al lato della coscia sinistra. Quando aprì gli occhi vidi la volpe raggomitolata su se stessa al mio fianco con la schiena appoggiata alla mia gamba.
Dal respiro profondo e regolare capì che si era finalmente addormentata dopo una nottata a fare la guardia e sorrisi spontaneamente mentre mi sfilavo la coperta di dosso per avvicinare la mano al suo manto e lasciare che le dita sprofondassero nel pelo candido ed estremamente morbido.
La accarezzai per poco perché presto la vidi ruotare le orecchie e riaprire gli occhi dorati.
Mi guardò sollevando la testa e avvicinò il nasino nero alla mia mano, questo si mosse poi si appoggiò delicatamente sulla mia pelle.

<<Grazie.>> Sussurrai alla volpe.

Questa però svogliatamente si rimise in piedi e si avvicinò al bordo del carro.
Guaì ricevendo in risposta il nitrito di Frost, si voltò a guardarmi ancora una volta e poi saltò agilmente giù dal carro atterrando sulle zampe anteriori per fuggire un'altra volta.

Frustrata dal suo comportamento rimasi ferma in quella posizione a pensare.
Ci avrebbe seguiti ancora durante il viaggio? O si sarebbe fermata in quel paesino di passaggio?
Fosse stato per me l'avrei già fatta conoscere agli altri, ma lei a differenza dello zibellino non sembrava essere particolarmente amichevole con le altre persone. Anzi, fino a quel momento mi sembrò che avesse fatto di tutto per sfuggire agli sguardi degli altri.

Sollevai le braccia verso il tetto del carro per sgranchirmi la schiena presi la coperta e la ripiegai per posarla al suo posto, presi il materiale necessario per la riparazione alla tenda e di ottimo umore scesi dal carro per tornare da David.

Quando uscì dalla stalla vidi l'orologio sulla torre in fondo alla strada che segnava le otto. Sospirai consapevole che l'autunno stava per lasciare lentamente più spazio all'inverno e stringendo forte il mantello rientrai nella locanda.
Neanche questa volta vi era la presenza di qualcuno alla scrivania così potei risalire le scale senza problemi.
Entrai in stanza trovando lo zibellino intento a graffiare la porta e vidi David sbadigliare.
Mi portai un dito alle labbra per intimare all'animale di non fare rumore e silenziosamente attraversai la stanza per giungere alla tenda.
Mi sedetti sul davanzale della finestra tirando fuori l'ago e una spagnoletta.
Infilai il filo, di un verde leggermente più chiaro, nello strumento appuntito e sollevai la base della tenda iniziando a ricamare lì dove la trama era stata interrotta.
David aprì gli occhi da lì a poco e mi trovò seduta alla luce del sole con la tenda in grembo e il lavoro quasi concluso.

<<Quando...>> Mormorò ancora addormentato, poi sospirando si mise a sedere posando i piedi a terra <<lasciamo stare. Buongiorno pulce.>> Disse osservandomi al lavoro.

<<Buongiorno!>>
Sì avvicinò guardando le decorazioni floreali che avevo cucito al posto della trama mancante e sorrise posandomi una mano sui capelli.

<<Dovevi solo sistemarla, non aumentarne il valore.>> disse ridendo mentre io davo l'ultimo punto e fissavo il tutto.

Risi scuotendo la testa, i miei ricami da due soldi non avrebbero potuto aumentare mai di valore una vecchia tenda, ma presi le sue parole come dei complimenti e spezzando il filo lasciai che il tessuto ricadesse verso il pavimento e guardai meglio il mio lavoro.
Era effettivamente riuscito meglio del previsto.

<<Tutto merito di nostra madre.>> Dissi ricordando le numerose lezioni che iniziò a darmi alla tenera età di sei anni.

Lo zibellino che nel mentre non si era affatto calmato si riavvicinò alla tenda aggrappandosi questa volta al mio mantello.

<<Ehi!>> Esclamai spostandomi ma questo rimase appigliato e venne trascinato con il mantello scaturendo la risata di David.

<<Ce l'ha con te oggi, cosa hai combinato?>> chiese mio fratello abbassandosi per staccare l'animale da me e prenderlo in braccio.

Guardai male lo zibellino che fece uno strano verso come a rimproverarmi e risposi a David sollevando le spalle.

Sentimmo poi qualcuno bussare alla nostra porta.
Andai io ad aprire in quanto la più vicina e trovai Liz ancora mezza addormentata, ma già pronta per riprendere il viaggio.
<<Vi ho portato la colazione.>> Disse tirando fuori dal vestito due mele rosse mature.
La ringraziai prendendone una e dandone un morso mentre mi spostavo verso l'armadio per riprendere i miei indumenti.

<<Volete ripartire subito?>> Chiese nel mentre David una volta avvicinatosi alla rossa.

<<Fosse per me dormirei ancora un'altra ora, ma Sylver sostiene sia meglio spostarci adesso in modo tale da non rimanere per strada con il sopraggiungere della notte.>>

David annuì <<Ha ragione questa volta. Vado ad avvertire il locandiere allora.>>
Si voltò un attimo verso di me posando lo zibellino a terra e mi disse di badare a lui mentre mi cambiavo, poi uscì insieme a Liz richiudendo la porta.
Lo zibellino rimase seduto rivolto verso la porta mentre indossavo il mio vestito e intrecciavo i capelli per raccoglierli poi in uno chignon e fu felice quando lo presi per scendere al piano di sotto.
Tutte le nostre cose furono portate giù da un garzone che ci accompagnò fino al carro.
Liz già pronta a salire davanti mi sorrise, molto più pimpante di prima <<Elys cara, non ti dispiace se mi metto io qui per un paio di ore vero? Vorrei rivedere il paesaggio che tante volte ho ammirato durante la mia infanzia.>>

In realtà un po' mi dispiaceva, anche io avrei voluto vedere cosa celava il nostro cammino, ma mi sembrò giusto darle il cambio.
<<Nessun problema.>> Dissi sollevando il vestito per poter salire sul retro mentre con il braccio destro reggevo lo zibellino nervoso.

<<Serve una mano?>> Chiese Sylver alle mie spalle.
<<Vi ringrazio, ma sono ancora in grado di salire su un carro.>> Dissi riuscendo un po' goffamente ad entrare.
<<Noto, possedete un agilità estrema.>> Ironizzò lui seguendomi subito dopo e posizionandosi nel posto del giorno precedente.

<<Sylver.>> Liz si girò con un sorriso inquietante <<Dobbiamo rifare un discorso più tardi.>> Disse guardando il fratellastro che la ignorò sorridendo leggermente e socchiudendo gli occhi pronto a dormire.

Vidi David dare una scossa alle redini e Frost indietreggiò lentamente, uscimmo dalla stalla e ci rimettemmo in cammino, anche se con un andatura piuttosto lenta.

<<David.>> Chiamai mio fratello sporgendomi verso i sedili anteriori mentre con la mano tenevo spostata la tendina.

<<Dimmi pulce>>

<<Dovremo prendere un altro cavallo prima o poi, questo carro pesa troppo per Frost.>>

<<Se le vendite che faremo a Iceville ce lo permetteranno al ritorno ne compreremo uno.>>  Disse con lo sguardo fisso sulla strada <<D'altronde sta anche invecchiando.>> Continuò.

Annuì tornando a sedermi.

Liz osservò l'equino indifferente, poi si voltò a controllare Sylver, ma quest'ultimo stava già dormendo profondamente.

<<Che ore saranno?>> Chiese la rossa.

David sollevò il volto perso il cielo <<Non vedo il sole a causa delle nubi, ma siamo partiti alle undici e mezza circa.>>

Il cielo effettivamente era ricoperto da un velo di nuvole grigie, non minacciose come quelle che preannunciano una tempesta, ma neanche particolarmente confortanti.
<<Speriamo che il tempo tenga duro ancora per qualche ora.>> Commentai guardando i due ragazzi seduti allo scoperto.

<<Lo scopriremo presto.>> Mormorò Liz preoccupata.

Sentì lo zibellino salire sulle mie gambe per rotolarsi e riposare proprio come il bianco davanti a me.
Non mi capacitavo della quantità di sonno che potessero avere quei due, dormivano più del normale.

Il viaggio proseguì senza problemi per almeno altre tre ore, fu solo verso le due che Sylver si svegliò.
Mi guardò assonnato, spostando lo sguardo verso la sorellastra.
<<Liz.>>
La rossa si voltò, ma mi sembrò terribilmente stanca. I suoi occhi sembravano infastiditi dalla luce esterna.
Gli fece un cenno con la testa e si rivolse a David.

<<Ci conviene fermarci, tra poco pioverà.>>

David stranamente non protestò. Fermò la carrozza sul ciglio della strada e insieme a Liz passarono dietro con noi mentre fuori iniziava a piovigginare.

<<Questo tempo ci rallenterà parecchio.>> Dissi mentre i due si accomodavono nel poco spazio a nostra disposizione.

<<Già, ma meglio fermarci che farci venire qualche malanno, con quello saremmo veramente nei casini.>>
Sottolineò David prendendo uno dei suoi libri da sotto un tessuto scuro.

<<Quanti libri ti sei portato dietro?>> Chiese Liz osservandolo corrugata.

<<Solamente cinque. Non immaginavo che questo viaggio si sarebbe prolungato tanto.>>

<<E ancora c'è molta strada da fare.>> Aggiunse il bianco mettendo un ginocchio a terra e sollevando l'altro per poi continuare <<prendo io le redini adesso.>>

Guardai fuori vedendo la leggera pioggia proseguire immutata e colpire il terriccio.
<<Ma piove ancora, non possiamo muoverci, le ruote del nostro carro non reggeranno a un terreno fangoso e voi vi bagnerete.>> Protestai guardando la rossa nella speranza che mi aiutasse, ma questa sospirò arrendendosi prima del dovuto.

<<Non preoccupatevi milady, il vostro carro non si danneggerà.>>
Rispose spostandosi verso il bordo, ma David lo fermò tirandolo dalla camicia.

<<Non ho intenzione di perdere tempo per un vostro malanno. Abbiate buon senso e aspettate qui dentro che il mal tempo passi.>> Disse severo a Sylver che però non si lasciò intimidire.

<<Siete voi che ci state facendo perdere tempo. Un po' di pioggia non mi ha mai spaventato, sono abituato a climi ben più peggiori e sono abbastanza consapevole del mio livello di sopportazione, se dovesse arrivare una burrasca vi porterò al sicuro e vi raggiungerò qui dentro non temete.>>

Così dicendo tolse l'asse che gli bloccava la strada e saltò giù.

<<Lasciatelo stare, è così di natura.>> Mormorò Liz prima di sbadigliare.

<<Non si cura affatto della sua salute.>> Commentai sollevandomi e spostandomi vicino a David per ispezionare una fila di capi preparati per la stagione invernale.
Individuai un mantello che conoscevo bene. Lo avevo tessuto insieme a mia madre  lo scorso inverno ed era costituito da un materiale che assorbiva ben poca acqua.
Lo tirai fuori rischiando quasi di fare cadere la pila su David che mi lanciò un occhiata dopo averla ristabilizzata al suo posto.
Gli tolsi l'involucro che lo proteggeva e tornai al mio posto. Silver nel mentre stava salendo.

<<Prendete questo.>> Dissi allungando il braccio verso di lui.

<<Non mi serve.>>
Protestò sedendosi e prendendo le redini per poi dare una leggera scossa e far partire Frost.
Sbuffai sollevandomi sulle ginocchia e posizionandomi dietro il suo sedile sotto lo sguardo attendo di David che probabilmente era molto contrariato alla mia idea.
Distesi il mantello e lo adagiai sulle spalle del bianco che girò di tre quarti il volto.

<<Che state facendo?>> Chiese serio mentre io facevo passare il cordone grigio negli occhielli ai lati del collo per fissare il mantello.

<<Mi sembra ovvio. Utilizzo il buon senso che voi riponete in chissà quale meandro del vostro cervello.>> Risposi sentendo il calore della sua gola sulla pelle delle mani e ricordando una sensazione familiare.
Feci un piccolo fiocco mentre Sylver continuava a lamentarsi <<La smettete? Non mi serve un mantello.>>

<<Smettetela voi, indossate praticamente solo indumenti estivi che non vi proteggeranno minimamente dalla pioggia.>>

<<Vedete che in questo modo vi state bagnando pure voi.>> Continuò.

Effettivamente le mie mani erano ormai fradice e le maniche del mio vestito un po'umide, ma il mio corpo e la mia testa erano protetti dalla tettoia, i suoi no.
Senza rispondergli gli sollevai il cappuccio sul capo e tornai al mio posto senza voltarmi verso David che mi stava ancora studiando.
Vidi però con la coda dell'occhio che Liz aveva preso sonno con la testa appoggiata sulle sue spalle e quasi sorrisi a quella scena.
Se mio fratello restava immobile in quella posizione voleva dire solo che la rossa lo aveva in qualche modo mentalmente conquistato.

<<Quando ci fermeremo ve lo pagherò.>> Disse dopo un po' il bianco.

<<Cosa?>> Chiesi con la mente già altrove.

<<Il mantello. Fa parte della merce che dovevate vendere.>>

Guardai la stoffa nera che lo avvolgeva ricamata lungo i bordi con del filo dorato e scossi la testa, seppur non potessi essere vista e rimasi in silenzio provando anche io a prendere sonno.

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