27.
Pov. Elys
Non sapevo dove andare a cercare le due volpi, volevo aiutarle, ma non avevo idea di dove potesse trovarsi il laboratorio, né tanto meno di dove si fosse diretta la rossa.
Camminavo dunque a vuoto in mezzo alla neve che non sembrava volersi arrestare.
Altre guardie mi passarono accanto come se nulla fosse e le sentì parlare:
<<Hanno bisogno di aiuto nel bosco.>>
Mi voltai osservandole mentre si dirigevano verso di esso.
Si riferivano sicuramente a Liz.
Forse non avrei dovuto seguirli, l'oscurità mi avrebbe messa in grande pericolo, ma ogni guardia portava con sé almeno una lanterna e sul momento mi era sembrato un'ottimo pretesto per inoltrarmi nel bosco, finché avessi visto quelle luci ondeggiare a passo d'uomo non avrei corso il rischio di perdermi. Ahimè, il problema maggiore non sarebbe stato quello.
Dando ancora una volta più retta all'istinto che alla ragione, mi ritrovai quindi a seguirli lungo il sentiero che conduceva nel cuore del bosco su per la montagna.
Sentivo a malapena i rumori dei passi delle guardie e vedevo le fiamme diventare sempre più piccole, provai ad accelerare il passo, ma non indossavo un abbigliamento che mi aiutava, la gonna troppo ampia per quel luogo pieno di rovi, rami, cespugli e arbusti finiva per rallentarmi e i tacchi stavano diventando il mio peggior nemico su quel terreno irregolare e in pendenza.
"Ma che idea geniale Elys." Pensai dopo esser caduta in mezzo alla neve per colpa di una radice che fuoriusciva dal terreno "Addentrarmi in un bosco estraneo in piena notte era l'unica cosa che non avrei dovuto fare, eppure eccomi qua."
Gli uomini di Walter nel frattempo erano scomparsi oltre un paio di pini e io ero rimasta completamente al buio in balia della mia mente contorta.
Rabbrividì sentendo della neve cadermi sul capo, guardai in alto e vidi i rami dei sempreverde che avevano iniziato a muoversi piano, il vento si stava alzando e gli aghi dei pini erano gli ambasciatori perfetti per comunicarlo.
Mi sollevai stringendomi le braccia intorno al corpo e mi voltai indietro. Quanto mi ero allontanata? Come potevo raggiungere gli altri?
Queste e tante altre domande mi stavano facendo impazzire.
Ripresi a camminare, forse Liz avrebbe avvertito il mio odore e sarebbe venuta nella mia direzione o forse avrei rincontrato una delle guardie e con qualche scusa l'avrei convinta a condurmi con sé.
Una cosa era certa, non sarei stata capace di rimanere con le mani in mano in quel castello sapendo contro chi i miei amici stavano combattendo.
Forse non ero furba e saggia come le volpi, non avevo un coraggio da leone o la vista di un gufo, ma i miei principi erano più solidi e saldi di qualsiasi altra virtù e nulla mi avrebbe convinto a starmene buona, neanche una minaccia di morte.
Erano già passati venti minuti quando finalmente rividi in lontananza un serie di luci immobili illuminare quattro figure con un cappuccino in testa. Mi sembrarono terribilmente familiari, ma cercai di convincermi che così non potesse essere, la mia era solo suggestione.
Mi avvicinai leggermente e mi nascosi dietro un tronco per osservarli meglio.
Le loro voci erano molto basse, non capivo cosa si stessero dicendo, percepivo solo dei sussurri inquietanti e qualche lamento.
Mi avvicinai ancora un po' passando dietro un'altro tronco e finalmente riuscì a capire qualcosa:
<<Come fanno a essere così stupidi?>> Era la voce di una donna.
<<Non c'era d'aspettarsi altro da quelli là, scambierebbero anche i lampi per dei lampioni.>> La seconda voce era più familiare...
<<Continuano a sprecare tempo ed energie. Walter dovrebbe decidersi a cambiare uomini, con quelli non andrà da nessuna parte.>> Continuò la donna.
<<Per questo ci ha mandato a chiamare.>>
Sentì la testa girarmi tutto d'un tratto. La voce era chiara, non potevo sbagliarmi. Quello che aveva appena parlato era l'uomo che Sylver aveva minacciato in seguito al sabotaggio del carro mentre gli altri tre indossavano gli stessi indumenti di coloro che avevano bloccato me e Dorian a Malivane.
Mi vidi spacciata.
I ricordi di quei eventi tornarono prepotentemente nella mia mente, entrambe le volte avevo rischiato la morte ed entrambe le volte ero stata salvata da Sylver, ma adesso lui non c'era e io non potevo rischiare di farmi trovare.
Indietreggiai lentamente, dovevo scappare ma c'era qualcosa che me lo impediva, sentivo che avevano scoperto l'inganno delle volpi e ciò mi terrorizzava più della mia stessa morte. Avevo il terribile presentimento che fossero ben più pericolosi di quanto sembrassero.
Un avvertimento si era infatti insinuato nella mia testa "Loro lo troveranno, troveranno tutti."
Cosa potevo fare?
Portai la mano al centro del petto, le mie dita si posarono sul corpetto, sentivo il mio cuore e il medaglione appoggiato su di esso scottare.
Dovevo intervenire.
Presi un profondo respiro, guardai a terra e con un colpo di tacco feci rotolare giù un sassolino.
A quel punto non ebbi più un istante, un puma mi fu addosso, caddi a terra sbattendo la schiena, ma salvando il collo.
L'animale tese la zampa graffiandomi il collo, poi divaricò le fauci ruggendo.
<<Pensavo saresti scappata.>> Disse la donna divertita avvicinandosi.
Mi voltai nella loro direzione mentre il felino continuava a tenermi a terra.
<<Pensavate male.>> Risposi respirando a fatica per il peso che mi ritrovavo sul torace.
<<Meglio, almeno ci hai risparmiato l'inseguimento.>> Continuò lei.
<<Sapevate che ero qui?>>
L'uomo che riconobbi l'affiancò <<Dal momento in cui sei arrivata, il gelsomino non è un odore comune da queste parti...>>
Provai a divincolarmi, ma il puma mi fermò graffiandomi il braccio.
<<Non ti è bastato l'avvertimento di Sylver?>> Chiesi all'uomo che sollevò le spalle non curante.
<<Avrebbe dovuto farmi fuori quando ne aveva l'occasione se non voleva che tornassi a tormentarvi.>>
Ahhh menomale che era una volpe, io glielo avevo detto che non c'era da fidarsi di quel tipo.
Strinsi i denti e provai a lanciare un calcio all'animale, ma fui fermata dall'arrivo di un gorilla.
<<Stiamo scherzando?!>> Esclamai spalancando gli occhi e agitandomi ancora di più per liberarmi.
Il puma si spostò lievemente ma non ebbi il tempo di reagire perché lo scimmione mi caricò in spalla.
<<Mettimi subito giù!>> Esclamai scalciando.
<<Inutile scaldarti, incontrerai il tuo amico presto. Il suo odore è vicino.>>
Sentì ogni energia venir meno mentre scortata su un mangiatore di banane seriale, dal puma, l'uomo e la donna, venivo condotta verso il patibolo e a favor delle tenebre sorridevo soddisfatta della piega che avevano preso gli eventi.
Pov. Volpe Bianca
<<Hai capito tutto?>> Chiesi a David dopo avergli spiegato come comportarsi.
<<Certo, spero solo che funzioni.>> Commentò spostandosi una ciocca di capelli di lato.
<<Fidati di me.>>
Lo guardai e per pochi istanti rividi la sorella nei suoi occhi, si assomigliavano tremendamente.
<<Vi riporterò da Elys.>>
David annuì con più sicurezza quindi mi voltai pronto ad uscire da quel luogo.
Non appena spalancai la porta vidi l'enorme quantità di neve che si era accumulata durante la mia avventura lì dentro.
Sentivo finalmente il freddo accarezzarmi la pelle e ridarmi l'energia necessaria per portare al termine il piano.
Percorsi il perimetro della struttura fino ad arrivare nuovamente dinanzi all'ingresso principale ancora privo di guardie e sorridendo mi appoggiai con la schiena al muro.
Stesi il braccio destro e tranquillamente bussai.
Non ci volle molto, la serratura scattò dopo neanche cinque secondi e due guardie vennero fuori.
<<Ho sentito che mi stavate cercando.>> Risposi non appena mi videro sollevando le spalle e i palmi della mani.
I due uomini colsero l'occasione al balzo.
Estrassero le spade dai foderi e mi puntarono le lame ai lati del collo.
<<Ma che accoglienza calorosa.>> Mormorai divertito.
<<Il nobile Walter vi attendeva.>> Rispose uno di loro.
<<Bene, sono qui. Che aspettate a chiamarlo?>>
Quello che aveva parlato poco prima allontanò la spada e guardo il collega che con un cenno di capo gli diede il consenso.
Entrò di corsa dentro correndo alla ricerca del nobile e io rimasi ad aspettare.
<<Vi ricordavo di più, cosa è successo a tutti gli altri?>> Domandai nel mentre.
<<Non son cose che vi riguardano.>> Tagliò corto l'uomo.
<<Vi ricordo che su Iceville irrompe anche la mia nobiltà e voi siete un suddito come tutti gli altri.>>
<<Ma al servizio di Ser Walter.>>
<<Lo capisco, quindi non avete intenzione di cedere, ma ditemi: cosa vi ha spinto a servire mio cugino? La sua nobiltà d'animo? Il suo affetto per il popolo? Oh, forse lo so! Il vostro amore per il masochismo. Già deve essere questo.>>
La guardia si imbestialì. Velocemente mi ritrovai la sua mano intorno alla mia gola.
Sollevai l'angolo destro delle labbra e con un calcio ben assestato lo costrinsi a mollare la presa. Si piego leggermente in avanti preso alla sprovvista.
<<Sapete cosa sta facendo il vostro nobile qua dentro?>> Chiesi spostandomi agilmente di lato per non ritrovarmelo addosso.
<<Sottopone i vostri stessi concittadini a pene immonde, poi quando nota i sospetti aumentare si sposta nelle città circostanti alla ricerca di altre vittime.>>
La guardia si voltò pronta a ripuntarmi l'arma contro, ma mi bastò afferrargli il polso per costringerlo a mollarla.
<<È per il bene dell'umanità.>> Ringhiò l'ignorante e quella sua esclamazione mi mando su tutte le furie.
Strinsi la presa sul polso piegandolo leggermente all'indietro.
<<Umanità che cesserebbe di esistere. La pozione verrà venduta ai nobili di tutta la terra ed essi si troveranno con più potere del normale, le persone comuni diverranno i loro schiavi e...>>
La risata di Walter mi blocco dal continuare, indietreggiai lasciando spazio alla guardia che adesso mi fissava in silenzio e osservai oltre la porta.
Il verme e i suoi scagnozzi stavano uscendo dalla tana.
<<Ma guarda un po', sei venuto di tua volontà. Che gesto carino da parte tua.>> Disse con un ghigno oltrepassando l'uscio.
<<Ciao zio.>> Risposi.
<<Eri quasi riuscito a farmi credere che fossi scappato terrorizzato dalle mie guardie.>>
<<Ti sembro il tipo che scappa?>> Domandai.
Sollevò le sopracciglia corrugando la fronte, poi diede l'ordine di circondarmi.
<<A terra.>> Ringhiò avvicinandosi.
<<Vi ho turbato in qualche modo zio?>> Chiesi divertito.
<<Inginocchiati immediatamente Sylver.>>
<<Se no? Mi ucciderete? Non credo. Vi servo vivo.>>
Feci un passo verso di lui posando le mani in tasca.
<<Fate abbassare le armi nobile Walter e parleremo con calma.>>
<<Mi credi stupido?>>
Non lo credevo, lo sapevo perfettamente. Stupido e pericoloso.
<<Se dicessi loro di abbassare le armi tu troveresti il modo di scappare, ancora.>>
<<Sembri quasi geloso Walter, perché dovrei scappare se son venuto di mia spontanea volontà?>>
L'uomo sospirò e fece cenno ai suoi uomini di deporre le spade, così proseguì.
<<Sono qui per proporti un accordo.>>
<<Sentiamo.>>
<<Liberali e lascia stare in pace la ragazza, in cambio mi sottometterò.>>
Lo vidi pensare intensamente alle mie parole.
<<Non guadagnerei nulla dal tuo scambio.>>
<<Oh certo che sì, son certo che le scorte del mio sangue non siano infinite e una volta perso quello le vostre pozioni non avranno più nessun effetto.>>
A quel punto sapevo di averlo in mano, non avrebbe ignorato il mio accordo tanto facilmente.
<<Hai ragione Sylver, ma vedi a me servite tutti e cinque.>>
<<Dovresti accontentarti di me.>>
<<Eh no, se lo facessi non potrei più rendere le trasformazioni perpetue mio caro nipote.>>
Dovevo immaginarlo... Era per questo che aveva dato la caccia così insistentemente a Elys e David.
Strinsi i denti.
Avevo fin da subito capito che lo zibellino fosse in realtà il fratello mezzano di David ed Elys, il suo odore seppur lievemente diverso era inconfondibile.
Lo avevo percepito non appena mi addentrai nel bosco insieme a Elys e seguendolo ero arrivato da lui, ma con il passare del tempo non ero riuscito a rivelarle la verità perché il mammifero non accennava minimamente a voler tornare normale. Come potevo guardare la sorella e dirle che suo fratello sarebbe rimasto uno zibellino per tutta la vita?
Stavo ancora pensando a tutta quella faccenda quando in lontananza mi giunse un profumo che conoscevo benissimo seguito da delle grida.
<<Posso benissimo camminare da sola! Mettimi giù!>> Mi voltai terrorizzato.
No, non doveva essere lì lei. Non lo avevo previsto, non doveva accadere.
<<<Ho detto mettimi a terra!>>
Elys era sulle spalle di un orrendo scimmione dal pelo scuro e con lei c'erano un felino e altre due figure. Riconobbi immediatamente il topo, l'uomo che avevo lasciato scappare convinto che non si sarebbe mai più fatto rivedere.
<<Elys!>> Gridai in preda alle emozioni lanciandomi nella sua direzione, ma le guardie mi bloccarono afferrandomi per le braccia.
La ragazza che probabilmente mi aveva sentito cerco di sollevarsi, ma lo scimmione la bloccò.
<<Walter!>> Se prima tutto era sotto controllo adesso ogni cosa poteva andare per il verso sbagliato <<Di' ai tuoi uomini di lasciarla!>>
Walter piacevolmente stupito dall'arrivo delle guardie speciali sorrise compiaciuto affiancandomi mentre ancora le guardie mi reggevano.
<<Io vi adoro, voi due amate semplificarmi il lavoro ogni volta.>>mormorò mentre si avvicinavano.
Lo scimmione la buttò a terra lasciando che il puma si avvicinasse.
<<Elys!>> Vidi il braccio della ragazza insanguinato, poi altre gocce di sangue macchiare la neve vicino al suo viso.
<<Che le avete fatto?>> Chiesi con il cuore in gola trasformandomi in volpe per sfuggire alla presa delle guardie.
Scattai al suo fianco, l'odore metallico del sangue era ovunque, ma lei stava bene.
Dopo pochi attimi di smarrimento mi riconobbe.
<<Sylver!>>
Si sollevò guardandosi intorno, eravamo circondati dalle forze speciali da un lato e Walter e i suoi uomini dall'altro, la situazione non si metteva bene e a David serviva ancora del tempo per fare ciò che gli avevo chiesto.
Il puma provò ad avvicinarsi ulteriormente, mi frapposi quindi tra lui e la ragazza, ero fisicamente in svantaggio contro un puma, ma non gli avrei permesso di ferirla ancora.
<<Finalmente siete miei. >> Ghignò Walter.
<<Io non sono proprio di nessuno.>> Rispose Elys spolverando via la neve dal vestito.
<<Non mi sembri in condizioni di replicare.>> Rispose l'altro.
<<Perché siete in maggioranza e ci avete accerchiati? Ma fatemi il favore... Insieme non formate neanche un cervello.>>
Il suono dell'aria tagliata da un imminente colpo mi giunse come un tuono al timpano, mi voltai e senza riflettere mi ritrasformai per l'ennesima volta tirando la ragazza a me e fermando con l'altra mano lo schiaffo che Walter le stava per dare.
<<Non ci provare.>> Ringhiai.
Pov. Elys
Sylver mi stringeva forte a sé, sentivo il suo cuore battere veloce forse anche troppo, si era trasformato da umano a volpe e poi di nuovo in umano nel giro di pochissimi minuti e questo doveva averlo affaticato parecchio, ma non sembrava volerlo ammettere neanche a sé stesso.
<<Temi che possa sfreggiare il suo bel visino? >> Domandò Walter con gli occhi di un demonio.
<<No Walter, temo che poi tu venga ucciso dalle mie stesse mani.>> Rispose il bianco.
Mi guardai intorno, dov'era Liz? Ormai doveva già essere arrivata al villaggio da parecchio tempo e avrebbe dovuto condurre gli abitanti qui, ma nessun altro oltre a noi era presente.
<<Quanto sei drammatico. Se la tua amica imparerà a tener chiusa la bocca potrei anche esaudire i vostri desideri.>>
Sentì i muscoli del ragazzo irrigidirsi.
<<Lascia andare Elys, hai già me e i suoi fratelli.>> Continuò.
I miei fratelli? Dunque anche Dorian era in mano sua?
<<Ma allora hai la testa dura!>> Esclamò l'uomo <<Mi servono tutti e tre, oltre che a te e Liz. Non posso mica farti accoppiare con uno di quei due. La ragazza ha in servo un destino simile a quello di tua madre caro mio.>>
Mi sentivo confusa. Che destino aveva avuto la madre di Sylver? E perché stavano parlando di accoppiamenti? Che idee stavano passando per la testa di quel pazzo...
<<Con che faccia mi parli di mia madre?>>
Sylver era agitato, sentivo che non riusciva più a contenere nessuna emozione e son certa che si sarebbe lanciato contro tutti loro finendo inevitabilmente per perdere la vita se non avesse dovuto proteggermi con il suo corpo dagli attacchi.
Mi aggrappai alla camicia del bianco appoggiando la fronte sul suo petto.
Dovevamo scappare da lì e tornare da Vudaìs, lui ci avrebbe potuti aiutare, ma come potevamo sfuggire a Walter? Mi ero fatta volontariamente scoprire per trovare Sylver e assicurarmi che stesse bene a quel punto sarebbe dovuta arrivare Liz con gli abitanti del villaggio, ma evidentemente qualcosa era andato storto.
<<Va bene così.>> Mormorai mentre i due continuavano a polemizzare.
<<No Elys. Devi resistere ancora, fidati.>> Disse piano posando una mano sulla mia spalla.
Capì allora che aveva qualcosa in mente, ma che dovevamo ancora prender tempo.
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