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Capitolo 29

TYLERS' POV

“Certo dimmi.”

Si alza in piedi, lisciandosi il vestito blu notte. “Beh ecco, sai benissimo che non mi piace disturbare gli altri per casini miei.” in questo direi che Summer e sua zia si assomigliano molto. “Ma sta volta, ho davvero bisogno.”

“Zia mi stai facendo preoccupare. Dimmi per favore cosa sta succedendo.”

“Allora, non so se hai visto giù nel parcheggio la macchina di zio…”

Summer sbuffa, e dopo aver posato le pizze su uno dei davanzali lì vicino, le poggia le mani sulle spalle e dice: “Zia, non fare tanti giri di parole. Vai dritta al punto.”

Sua zia prende un bel respiro. “Okay. Liam non sta molto bene, e non so cosa abbia ma voglio portarlo in ospedale, per sicurezza. Solo che non so come fare con i bambini e quindi volevo chiedervi se potevate tenerceli voi, fino a quando non sapremo cosa ha.” dice tutto d’un fiato, torturandosi le mani e saettando lo sguardo su entrambi.

Summer alza entrambe le sopracciglia e voltandosi verso di me incomincia a dire: “Zia, ascolta, per me non c’è nessunissimo problema, ma f…”

“Non c’è nessun problema, per nessuno dei due signora.” dico, cingendo la vita a Summer, facendola avvicinare a me e guardandola la bellissima donna che ho di fronte.

Colgo entrambe di sorpresa. “Oddio davvero?! Grazie infinite. Ti prego solo di non chiamarmi più signora,” mi porge la mano. “Karoline.”

“Molto piacere, Tyler.”

“Grazie ancora. Adesso scendo e vi porto su i bambini. Grazie, grazie mille!” esclama abbracciando tutti e due. Rimango un po’ sorpreso da questo gesto, ma poi la abbraccio anche io, legando la mia mano con quella di Summer, sulla schiena di Karoline.

“Arrivo subito con i bambini, faccio in un attimo.” continua a dire, avviandosi nel corridoio.

“Aspetta zia, vengo a darti una mano.” la ferma, guardandola. “Io vado a prenderli con lei. Tu hai voglia di andare a prendere le luci e il resto in macchina?” mi chiede, guarda nomi con quei suoi bellissimi occhioni,

“Certo, vado subito.” concludo la frase con un leggero bacio sulle sue labbra morbide.

Dopo essere usciti e aver raggiunto il parcheggio, io vado alla macchina di Summer, e lei a quella di sua zia, con quest’ultima.

Mentre prendo la roba, e successivamente chiudo il portellone, le sento bisbigliare.

“Io vado su, se hai bisogno chiamami.” le dico, dirigendomi verso l’entrata.

“Gioia mia, siete una bellissima coppia, mi piace davvero come ragazzo.” Riesco a sentire mentre mi allontano.
“Zia! Non stiamo insieme, siamo solo buoni amici.”

Non stiamo insieme, certo. Non ancora almeno…

Arrivo al nostro appartamento. Poso la roba e tolgo scarpe e giacca. Accendo le luci e controllo il riscaldamento, quando sento delle vocine, accompagnate alla sua, in corridoio.

“Ed eccoci qui!”

Tempo di voltarmi verso di loro, che la vedo chiudere la porta, con in braccio un bambino, che credo abbia più o meno l’età di Emma, una bambina poco più grande per mano, ed un borsone sulla spalla libera.

Mi appoggio allo stipite e la guardo, mente con estrema cura e delicatezza toglie berretti, sciarpe, giacche e scarpe.

Dopo aver finito, li prende entrambi per mano e viene verso di me.

“Allora, lei è la mia bellissima Angel,” dice, accarezzando la testa alla bambina dai capelli marrone chiaro e gli occhioni grigio-azzurri che sta affianco a lei. “e lui è il piccolo Thomas.” conclude, guardando il bambino con i capelli biondo chiaro e gli occhi color nocciola contornati da delle paiuzze dorate, attaccato alla sua gamba.

“Ciao bellissimi!” dico, inginocchiandomi, per arrivare alle loro altezze.

Angel mormora un flebile “Ciao.” appena udibile, nascondendosi leggermente anche lei dietro a Summer.

Ciò che mi stupisce è Thomas. Mi guarda per poco inclinando la testa, e poi, scostandosi da lei, si avvicina a me, dicendo: “In braccio…”

Gli sorrido e gli dico: “Certamente!”

Lo faccio volare due secondi in aria, facendo spaventare Summer, e dopo averlo preso tra le mie braccia andiamo in salotto.

“Zia Sam, possiamo guardare un po’ di cartoni, per favore.” sento mormorare dalla piccola Angel.

“Ma certo principessa. Vieni.” la prende in braccio, per poi metterla sul divano, dove io faccio sedere anche Thomas.

Mentre Summer accende la TV, mi ricordo delle pizze e corro fuori a prenderle.

Quando rientro, vedo i bambini accoccolati sul divano sotto una coperta che guadano un cartone con una bambina ed un orso. Sorrido, e raggiungo Summer in cucina.

“Ah eccole. Dov’erano?” dice riferendosi alle pizze, venendo verso di me.

“Le avevi lasciate su uno dei davanzali fuori.”

“Già è vero. Che stupida.” esclama, battendosi una mano sulla fronte.

Poso le pizze e abbracciandola da dietro le sussurro: “Lo sai di essere bellissima?”

“Hey, ma che dici. Non è vero.”

“Sì lo sei. Soprattutto quando ti comporti da mamma con dei bambini meravigliosi. “ le dico, lasciandola un bacio dietro l’orecchio.

Si gira verso di me. “Come mai tutta questa dolcezza ultimamente?”

“Se vuoi smetto subito di fare il dolce, e riinizio a fare il cattivo ragazzo proprio adesso.” un ghigno si forma sulle mie labbra.

Come previsto, arrossisce, mordendosi quel fottuto labbro. “No no, mi va bene così. Comunque grazie.”

“Per cosa?”

“Per un po’ tutto direi. Per le belle parole che mi hai detto poco fa. Per aver accettato di prendere Angel e Thomas, e per tante altre cose. Grazie.” finisce la frase, baciandomi. La avvicino a me. Scendo sempre più giù con le m…

“Ziaaa! Bleah.”

Ci stacchiamo subito, appena sentiamo la vocetta di Angel, che adesso si trova proprio davanti a noi, con le mani sugli occhi.

“Scusa tesoro. Zio Tyler mi stava solo ehm, salutando.”cerca di giustificarci, mentre io mi giro per non riderle in faccia.

“Mh, va bene,” dice guardando Summer. “Cosa si mangia sta sera i buono?” chiede infine, camminando in punta di piedi accanto alla penisola per vedere cosa ci sia sopra.

Mi volto e prendendola in braccio, la avvicino e la allontano ai cartoni delle pizze, facendola ridere.

“Cosa si mangia quindi?” le chiedo, solleticandole la pancia, facendola ancora più ridere.

Si toglie i capelli dal viso e risponde, ridacchiando: “Non lo so, non ho riconosciuto il profumoo!”

Faccio una finta espressione sorpresa e arrabbiata. “Come non hai capito?!”

Ride e ricomincio a giocare con lei.


“Ci siete quasi voi due?” chiede Summer, entrando in cucina, tenendo per mano Thomas.

Angel smette di ridere e facendo la finta seria, si gira verso di me guardandomi negli occhi. “E’ colpa di zio Tyler.”

“Ma che stai dicendo eh? Piccola peste.” le lascio un bacio un bacio sul collo, e poi la faccio scendere.

Corre a sedersi al tavolo insieme a suo fratello, mentre Summer finisce di apparecchiare.

Apro i cartoni ed incomincio a tagliare la pizza in fette. Prendo un vassoio e le metto dentro.

Neanche il tempo di posarlo sul tavolo, che Angel e Thomas hanno già preso alcuni pezzi.

Aspetto che Summer, abbia finito ciò che sta facendo e poi ci accomodiamo anche noi al tavolo.



La cena è stata bellissima e molto divertente.
Angel è una bambina forte e vivace, molto vivace, un po’ come la mia Summer. Thomas, essendo un più piccolo è poco più calmo, ma quando inizia a parlare non lo ferma più nessuno.


“Su andiamo a lavarci i denti, a mettere i pigiamini e poi tutti a nanna.” dice Summer, andando in salotto da loro.

Sento varie ‘lagne’ come “Ma io non ho ancora sonno.” “Solo più dieci minuti.” e frasi del genere, fino a quando li sento allontanarsi verso il bagno.

“Lavatevi i denti. Io arrivo subito.” la sento urlare.

Dopo poco fa il suo arrivo in cucina. “Volevo chiederti. Ti da fastidio se li faccio dormire nel nostro letto e noi ce ne stiamo di qua sul divano?”

“No va benissimo. Così staremo ancora più vicini.” dico, guardandola maliziosamente, continuando a lavare i piatti.

Lei sorride e scuotendo la testa fa per andarsene.

“Summer?”

Si ferma sui suoi passi e si gira verso di me. “Dimmi.”

Sorrido. “Lo metti anche a me il pigiamino?”

Non mi da risposta, sento solo che dice “Scemo.” accompagnato da qualcos’altro che non riesco a capire, mentre torna in bagno.

Ridacchio e finisco di lavare i piatti.

Dopo aver finito di pulire la cucina, essermi assicurato che fosse tutto a posto, ho spento le luci e sono venuto qui, in camera.

Summer sta coprendo i bambini e gli sta dando i baci della buonanotte.
Indietreggia verso di me, baciandosi due volte le mani e soffiandoli poi verso Angel e Thomas.

“Angel vuole dirti una cosa. Ti aspetto di là.” mi bisbiglia, passandomi la mano sul petto.

Le lascio un delicato bacio e vado da Angel.

Mi siedo dalla sua parte di letto, e accarezzandole i capelli le chiedo: “Cosa volevi dirmi piccolina?”

Mi guarda intensamente per pochi attimi con quei suoi occhioni, e poi si tira su di colpo, avvolgendomi le sue piccole braccia attorno al collo. “Grazie per far sorridere zia Summer. Ti voglio bene zio Tyler.” dice, nascondendo la sua testolina nell’incavo del mio collo.

Essere chiamato “zio Tyler” mi fa ‘male’, non sono degno di essere chiamato così.

Dopo averla abbracciata per qualche secondo, la faccio rimettere sotto le coperte. Passo a dare un bacio anche al piccolo Thomas. Li guardo ancora per poco e poi vado da Summer.

Arrivo in salotto e la trovo che sta indossando i suoi pantaloni della tuta neri, che usa da pigiama.

Quando si accorge di me, mi sorride e mi porge il mio pigiama

Indosso pantaloni e maglietta, e poi le do una mano a preparare il nostro nuovo letto.

“Sono davvero meravigliosi i tuoi cugini.”

Sorride mentre mette le federe ai cuscini. “Grazie.”

“Perché ti chiamano zia sei loro cugina?”

“Bé, praticamente quando Angel era piccola e giovavamo insieme, lei si divertiva a chiamarmi zia Sam, dicendo che si sentiva più al sicuro. Poi quando nacque Thomas e sentendo Angel chiamarmi così, iniziò anche lui.” spiega, intanto  che sistemiamo le ultime coperte.

“Mi piace. Zia Sam.” dico facendo il giro del divano.

“Si beh, il nome Sam mi piace solo quando mi chiamano loro così. Altrimenti lo odio come soprannome.”

“Sam, mi passeresti il mio cuscino.” ridacchio.

Mi passa il cuscino, lanciandomelo in faccia e facendomi il dito medio.

Aspetto che si corichi lei, e poi mi posiziono accanto; siamo entrambi su un fianco, lei voltata verso di me ed io verso di lei. Mi avvicino, facendola accoccolare sul mio petto.

Le accarezzo i capelli, mentre vi lascio anche dei baci. “Secondo me sarai una madre fantastica ed una moglie stupenda.”

Sento il suo respiro cambiare. “Perché mi dici questo?”

Sospiro e fisso un punto nel vuoto. “Perché io penso che tu lo sarai. Ho visto come ti comporti con loro, come sei premurosa, come ti preoccupi. Ho visto come sei con me. Torni e mi ascolti sempre, anche se continuo a fare lo stronzo. Mi assecondi se qualcosa è giusto, o fai di tutto per farmi capire e cambiare idea, anche magari non parlandomi più per ore. Summer, io ti…”

A pochissime parole da ciò che volevo dire, il telefono di Summer mi interrompe.

Rimane lì, ferma a guardarmi, come ad invitarmi a proseguire il discorso. “Rispondi, magari è importante.”

“Va bene.” dice, spostandosi sul mio corpo per prendere il telefono. Ci sediamo poi entrambi.
Mi mostra lo schermo e poi risponde, mettendo il vivavoce.

<<Hey, dimmi. Tutto bene?>>
<<Ahm, si tutto bene. Gli hanno diagnosticato una bronco-polmonite. La abbiamo presa abbastanza in tempo, e quindi dovrebbe essere più facile da guarire. Questione di una settimana e qualche giorno e starà già meglio.>>
<<Ah, meno male da una piccola parte.>>
<<Già. Angel? Thomas? Come sta andando?>>
<<Sta andando tutto benissimo, e con Tyler si divertono molto.>> dice, guardandomi in un modo che mi fa impazzire.
<<Bene, sono contenta.>> fa una breve pausa. <<Non è che potreste ancora tenerli per due o tre giorni, non vorrei portarmeli dietro in ospedale. Vi prometto che passerò a vederli. Non ti chied…>>
<<Karoline, va tutto bene. Non ci sono problemi. Possono stare qui tutto il tempo che vuole. A noi di certo non danno fastidio.>> spiego, interrompendola, conquistando un sorriso e un bacio da Summer.

La faccio sedere tra le mie gambe, mentre Karoline continua a riempirci di ringraziamenti.

<<Adesso vi lascio dormire. Grazie infinite ancora. Un abbraccio a tutti e due. Buonanotte.>>

“Sei, guarda. Sei a dir poco meraviglioso.” dice, mettendomi le sue mani sulle guancie e baciandomi.

“Zia? Cosa ha papi?” sentiamo sussurrare da Thomas, che arriva in salotto, stropicciandosi gli occhi.

“Hey amore niente, sta bene il tuo papà.”

Gli si inumidiscono gli occhi, poi delle lacrime lasciano i suoi occhietti e dei singhiozzi sfuggono dalle sue labbra. “Non muore vero?”

Summer mi scavalca in un battito di ciglia, e lo raggiunge, prendendolo in braccio. “No no amore. Papà starà benissimo. Ha solo una specie di raffreddore, tutto qui.”

Continua a singhiozzare sul suo petto. Dopo poco, mette le sue manine nelle maniche di Summer. “Zia? Puoi dormire con me?”

Le annuisco. “Vai pure. Non mi ucciderà dormire una notte da solo.”

“Grazie.” s’incammina. “Cosa volevi dirmi prima?” si ferma, girandosi di nuovo verso di me.

“Niente, tranquilla.”

“Mh, comunque anche io penso le stesse cose che hai detto tu prima su di me. Buonanotte.”

“Buonanotte piccola.”

Summer non ha ragione. Io non sono e non sarò un buon padre.




                                ****




Sto per uscire di casa, quando sento Summer che mi chiama.

“Dimmi piccola.” dico, tornando indietro.

“Io adesso devo portare Angel e Thomas a scuola. Lo so che siamo in coppia insieme, ma non credo di riuscire ad arrivare in tempo per l’inizio della lezione. Potresti dire alla signorina Bush o se riesci a beccare mio fratello, che tardo di qualche minuto, ma arrivo. Per favore?”

“Sì certo, non vuoi che ti accompagni?”

“No no, altrimenti farai tardi anche tu.” dice, mettendosi il cappotto. “Angel! Thomas! Andiamo.”

Ed eccoli che arrivano, mano nella mano.

Summer li veste, e poi ci dirigiamo all’uscita.

“Posso accompagnarvi giù?”

Apre la porta. “Questo è ovvio.”

Sorrido e prendendo in braccio Thomas, dopo aver chiuso la porta, scendiamo.


Oggi non nevica più, ma la neve che si è accumulata sta notte è parecchia.

“Sicura sicura sicura che non hai bisogno di me? Uno dei due potrebbe venire con me e l’altro con te, no?” gli chiedo facendo scendere Thomas.

“No, e direi proprio che la tua Audi A3, non è l’auto migliore per portare in giro un bambino di quattro anni.” replica, facendo sedere i bambini in macchina.

Sbuffo e lei ridacchia. “Ci vediamo tra poco.”

“Mh, va bene. Fai attenzione.” termino la frase con un bacio sulla fronte. 

Angel e Thomas mi salutano con le loro manine da dietro il finestrino, e poi partono.


Faccio per salire in macchina, quando la voce di Nate mi ferma. “Hei! Me lo dai un passaggio, vero?”

Gli faccio un cenno del capo e salgo. Aspetto che entri e poi accendendo il motore, partiamo.

Posa il cellulare sul cruscotto. “Ho visto che hai ‘ricominciato’ a fare il padre,” ridacchia, facendo il segno delle virgolette in aria e innescando la rabbia in me. “Però con chi dovresti comportarti così non lo fai.”

“Senti, se hai voluto un passaggio solo per stressarmi, puoi benissimo scendere.” Ringhio, inchiodando, stringendo il volante talmente tanto da far diventare le nocche bianche.

Appena scende il suo telefono inizia a squillare.

Lo afferro. “Nate hai dimenticato quest…” mi blocco quando vedo il nome e la foto.

Lo prende e sbatte la portiera.


Devo assolutamente dirlo a Summer…

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