Capitolo XXXVI
Ore 17.30 – Mosca, Hotel Laveredìc
Irina appoggiò il cellulare sul comodino, e fissò il muro davanti a lei, ancora seduta sul letto, l'asciugamano che le avvolgeva i capelli che le stavalentamente scivolando sulla spalla. Lo rimise a posto e iniziò a far lavorare il cervello, facendo mente locale.
"Finalmente ci siamo...".
Prima di tutto, doveva comunicare a William che la Lince aveva chiamato e che voleva incontrare solo lei. Sicuramente la cosa lo avrebbe infastidito e insospettito, visto che ora il diretto interessato a incontrarla era lui, e che in passato avevano concluso degli affari abbastanza importanti. Poteva sempre dirgli che era stata lei a vincere la Mosca-Cherepova, e che la Lince avrebbe incontrato solo chi effettivamente aveva trionfato nella gara... Doveva gestire la cosa con estrema delicatezza, per evitare di fare un passo falso.
Poi, doveva trovare il modo di comunicare con l'F.B.I. senza farsi beccare da nessuno, e dirgli di tenersi pronti, perché la trappola in cui catturare sia William che la Lince sarebbe scattata da lì a poco. Ci sarebbe voluto un dispiegamento di forze abbastanza ingente, e una buona organizzazione.
E, cosa ancora più importante, doveva mettere in atto il suo piano, che doveva essere perfetto e infallibile, perché sicuramente non ci sarebbero state altre possibilità, per lei. Non doveva fallire, lo sapeva.
Si asciugò rapidamente i capelli, poi decise di affrontare il problema più facile e più immediato. Lasciò la sua camera e raggiunse quella di William, bussando e rimanendo in attesa davanti alla soglia chiusa.
Gli venne ad aprire Daniel, il tizio che era scappato dalla prigione insieme a William, che la guardò per un momento, in silenzio. Irina gli fece un cenno col capo, indicando le sue spalle.
<< Devo parlare con William >> disse.
Daniel la lasciò entrare senza dire niente, e Irina si ritrovò a pensare che lo trovava un po' inquietante... Con lei si comportava in modo strano, come se fosse infastidito dalla sua presenza. Alla fine non doveva avergli fatto la buona impressione che lo Scorpione si aspettava, o che lei stessa si augurava. Forse doveva stare attenta anche a lui...
Trovò William seduto di fianco alla finestra, a fumare una sigaretta con aria annoiata, gli occhi verdi che la scrutarono per un momento prima di tornare a fissare la strada di sotto. La luce fioca dei lampioni gli illuminava il volto, e rendeva più marcata la cicatrice che aveva sul sopracciglio, a cui Irina prima non aveva prestato attenzione, nonostante fosse l'unica cosa che lo rendeva veramente diverso dall'ultima volta.
<< Ha telefonato la Lince >> iniziò lei, senza aspettare che lui dicesse qualcosa, e sperando che tutto andasse per il verso giusto, << Ci incontrerà, ma... Ha detto che prima vuole vedere me, da sola >>.
Attese con apprensione la reazione di William, mentre con la coda dell'occhio seguiva i movimenti di Daniel alle sue spalle. Si sentiva minacciata, sotto pressione, come se da un momento all'altro la situazione potesse degenerare. Però non era lo Scorpione a darle quella sensazione, perché anche se eranervoso non sembrava esserlo per quella notizia; era Daniel che la turbava di più, appostato alle sue spalle, in silenzio, spettatore della scena dal quale ci si poteva aspettare di tutto.
<< Perché da sola ? >> domandò solo William, espirando una boccata di fumo.
<< Dice che potrei entrare a far parte dei suoi collaboratori... >> rispose lei, cauta, << Forse vuole propormi qualcosa, o semplicemente parlare della gara... Non lo so, sono queste le condizioni che mi ha posto, non potevo trattare >>.
William scrollò la cenere dalla sigaretta e poi puntò i suoi occhi su di lei.
<< Allora immagino che questa sia la vera Lince >> disse, << Altrimenti mi avrebbe incontrato subito... Sai, quando sono arrivato qui, ho scoperto che la persona con cui io avevo trattato e concluso affari non era la vera Lince, ma un semplice sostituto. Non è stato piacevole, e spero che questa volta non cercherà di prendermi in giro nuovamente >>.
Ecco perché l'argomento sembrava innervosirlo... Lo Scorpione era stato gabbato anche dai russi, non solo da lei. Quindi alla fine la Lince era davvero furba e attenta, se aveva usato un sostituto anche per fare affari con William, che era praticamente un suo pari...
<< Non lo sapevo >> disse lei, << Ma è chiaro che qui nessuno si fida di nessuno... >>.
William sputò un'altra boccata di fumo, poi fece un cenno verso Daniel.
<< Vai a dirlo a Vladimir >> gli ordinò, << Fagli sapere che forse scopriremo chi è questa Lince >>.
Il ragazzo gettò un'ultima occhiata verso di lei, poi se ne andò, lasciando a Irina la netta sensazione che fosse solo una scusa per farlo uscire dalla stanza. William sembrava non voleva intorno, quando discuteva con lei.
Lo Scorpione gettò un'altro po' di cenere nel bicchiere quasi vuoto che teneva davanti, poi le passò il pacchetto di sigarette, invitandola a prenderne una. Irina gli fece cenno di no con la testa, e lui non sembrò stupirsi. Accartocciò il pacchetto, che quindi si rivelò vuoto, e lo buttò facendo canestro nel cestino.
Per Irina fu come se l'avesse messa alla prova: non aveva mai fumato, a parte qualche rarissima volta, e aveva sempre rifiutato quando era stato lo Scorpione a proporle di farlo. Evidentemente, lui sapeva che non avrebbe accettato, e forse gli era servito per accertarsi che lei fosse ancora quella di una volta.
<< E se ti chiederà di diventare una sua collaboratrice, tu cosa risponderai? >> domandò lui all'improvviso, fissandola.
Irina si prese un momento per trovare le parole giuste, perché anche se era una domanda innocente, poteva in qualche modo mettere a rischio il suo piano e la sua missione.
<< Dirò che non mi interessa, che non voglio diventare una pilota russa >> rispose, << Gli dirò che... Che ho già il mio capo a cui fare riferimento >>.
Gli occhi di William brillarono per un istante, e Irina capì improvvisamente tutto il potere che aveva su di lui. Capì che per quanto lo Scorpione la odiasse per averlo messo dietro le sbarre e avergli fatto perdere due anni di vita, lui continuava a essere in qualche modo attirato da lei. Che non l'aveva uccisa non perché stesse aspettando il momento migliore, perché volesse essere sicuro che lo stesse tradendo di nuovo... Non l'aveva uccisa semplicemente perché non voleva farlo, o forse perché non ne era capace.
"Dammi una scusa per non doverti uccidere...".
Ricordava quella frase che William aveva pronunciato, piena di disperazione, poco prima che tutta quella storia finisse, prima che lo Scorpione venissecatturato e il suo regno fosse distrutto: le era rimasta impressa nell'anima, nel cuore. Già allora, nonostante tutta la rabbia che aveva in corpo per aver maturato la consapevolezza che lei non si sarebbe mai venduta, lui in qualche modo si rifiutava di doverla uccidere... Aveva lasciato ad altri il compito di farlo, perché più volte il suo dito sul grilletto era rimasto bloccato...
Le aveva fatto del male molte volte, forse troppe, ma non l'aveva mai uccisa. Non l'aveva mai voluta morta... Ciò che aveva sempre voluto da lei era stato il suo corpo all'inizio, e la sua anima poi. Di fronte al rifiuto, di fronte al disprezzo, il suo orgoglio l'aveva portato a prenderla con la forza, piuttosto che accettare la sconfitta... Ma non l'aveva mai odiata, nonostante avesse cercato in tutti i modi di farlo. Tutt'altro. Lui la amava a modo suo, e niente aveva fatto cambiare quel sentimento che si portava dentro, nemmeno il carcere.
E allora Irina provò un'enorme tristezza e comprensione nei suoi confronti: finché lei fosse rimasta nella sua vita, lui avrebbe avuto un punto debole, unpunto debole che lui non riusciva a eliminare, che non voleva eliminare.
Come lei continuava ad amare Xander nonostante le cose fossero andate male tra loro, William continuava ad amare lei nonostante lo avesse tradito. Non riusciva a farne a meno, non riusciva a staccarsi da lei, perché aveva trovato qualcosa che in altre non aveva visto. E ora, di fronte a quel cambiamento, a quella surreale presa di posizione che lei aveva preso nei suoi confronti, completamente opposta a quella che aveva sempre tenuto, era scettico. Perplesso, insospettito, forse addirittura spaventato, e stava a distanza con un unico obiettivo.
Difendersi da lei. Difendersi dalla delusione che poteva rappresentare.
<< La Lince potrebbe offrirti soldi e potere >> disse improvvisamente William, il tono duro, come arrabbiato, << E potrebbe farlo molto in fretta e senza fatica. Sarebbe una proposta allettante... Se capitasse a me, accetterei >>.
Irina lo scrutò in volto, e tra le righe lesse ciò che William le stava veramente dicendo: la Lince può darti qualcosa che io al momento non ho più. Perché dovresti rifiutare?
Come sempre, William non la capiva veramente. Come sempre, credeva che lei volesse i suoi soldi e il suo potere... Ma non era così. Anche se fosse tornata da lui volontariamente, se davvero lo avesse voluto libero, non sarebbe stato certo per il denaro e la fama.
Sorrise appena, avvicinandosi a lui, e chiedendosi se stesse facendo davvero la cosa giusta, se quella farsa avrebbe portato da qualche parte... Ma soprattutto, chiedendosi se era veramente capace di sfruttare la debolezza di William senza odiarsi a morte. Ricordava quando lui le aveva chiesto di amarlo, anche per finta, e lei aveva rifiutato perché sarebbe stata una punizione troppo grande anche per lui... Eppure ora lo stava facendo, conscia del male che avrebbe procurato.
<< Se mi interessassero i soldi, il potere e l'influenza, accetterei >> disse lentamente, << Ma non mi sono mai interessati, lo sai. Perché dovrei volerli ora? Ho detto che ti aiuterò, e lo farò >>.
William sembrò soppesare le sue parole, poi si alzò in piedi, fronteggiandola. Irina non riuscì a leggere niente nei suoi occhi verdi, se non la determinazione di non far capire cosa gli stesse passando per la testa. La fissava, scrutandola come se riuscisse a sondarle dentro l'animo.
Lei indietreggiò, spaventata. Forse aveva detto qualcosa di sbagliato, forse William aveva capito che stava fingendo... Chi avrebbe creduto a una risposta del genere? Chi avrebbe davvero pensato che stesse dicendo la più pura verità?
Poi bussarono alla porta, e William si bloccò. Le gettò un'occhiata, e sul suo volto sembrò comparire un impercettibile sorriso, improvvisamente meno minaccioso.
<< Anche questa volta ci hanno salvati >> disse, enigmatico.
Irina seguì i suoi movimenti fino alla porta, senza capire la sua frase. "Ci hanno salvati"? Al massimo potevano aver salvato lei, non certo lui... Però il sollievo fu enorme, nel sapere che non aveva intuito nulla.
Dan rientrò nella stanza, lo sguardo un po' annoiato, e disse: << Vladimir ha detto che stasera abbiamo una cena con un certo Nikodim... Credo si tratti di qualcuno che vuole la Lince morta come voi >>.
Irina drizzò le orecchie al nome di Nikodim: allora era lui quello che passava le informazioni a Vladimir... C'era da aspettarselo. Fin dall'inizio non l'aveva voluta tra loro, e se esisteva qualcuno che poteva aiutarlo a prendersi qualche soddisfazione su Dimitri era proprio Buinov: i suoi sospetti non erano stati infondati.
<< Bene... Ma è chiaro che non hanno capito bene che io la Lince non la voglio morta, almeno per il momento >> disse William, leggermente irritato, << Vado a parlare con lui >>. Guardò Irina, e le fece cenno di uscire. << Vai a prepararti >>.
Irina annuì, poi uscì dalla stanza, con una strana sensazione addosso, a cui però cercò di non fare caso. Ciò che ora la preoccupava di più era che Nikodiml'aveva vista con Dimitri, aveva seguito i suoi comportamenti, e siccome fin dall'inizio aveva dimostrato nei suoi confronti una certa insofferenza, forse aveva anche intuito qualcosa...
Doveva solo sperare che non fosse così, e che andasse tutto bene.
Ore 18.00 – Mosca, Appartamento di Dimitri
<< Se vuoi appostarti davanti all'Hotel senza attirare l'attenzione, non sperare di poterlo fare con la Ferrari >> disse Dimitri, stizzito, seduto a braccia incrociate dall'altra parte del tavolo, gli occhi grigi che fissavano Xander con aria infastidita, << E comunque potrebbe anche non essere una buona idea.Prima o poi qualcuno ci noterà >>.
Xander guardò il monitor del portatile, la luce del lampadario del soggiorno, eletto zona franca della casa, che si rifletteva sullo schermo, fastidiosa. Incassò le parole di Dimitri senza battere ciglio, e ribatté: << So che non possiamo appostarci, ma dobbiamo vedere com'è la situazione. Irina non può comunicare con noi, e noi non sappiamo se davvero le cose le stanno andando bene oppure no. Challagher potrebbe non averle creduto... >>.
Dimitri inarcò un sopracciglio.
<< La sottovaluti >> disse, secco, << Se vuole, saprà entrare in contatto con noi. Sa che sono nei paraggi, e se avrà qualcosa da dirmi troverà il modo di farlo... E sono anche sicuro che il suo piano procede nel migliore dei modi, in questo momento >>.
Xander scrutò Dimitri, e qualcosa stridette quando lo sentì riferirsi al fatto che Irina sapesse dov'era... Erano telepatici?
<< Sa che tu sei qui? >> domandò.
Dimitri fece un sorrisetto.
<< Lo sa. Le ho detto che sarei rimasto nei paraggi a controllare la situazione >> rispose. Poi aggiunse, con una nota quasi maligna della voce: << Quanto a te, non le ho detto niente: non sapevo se avresti accettato la mia proposta >>.
Improvvisamente Xander capì che Dimitri lo stava facendo apposta, che gli piaceva provocarlo sull'argomento Irina... Era una sua impressione, o stava cercando di fargli capire che tra lui e Fenice era nato un rapporto che nessuno aveva preventivato?
<< Come mai ti fidi tanto di lei? >> domandò, << Non mi è mai sembrato che avessi una così alta opinione di lei... >>.
<< E io non avrei mai creduto che il suo ragazzo potesse avere una così bassa considerazione di lei >> ribatté Dimitri.
Si guardarono in cagnesco per un momento, con Xander che sentiva il sangue ribollire nonostante il fondo di verità che c'era nelle parole di Dimitri. Non gli piaceva affatto la piega che aveva preso la situazione tra quei due, e i sospetti che aveva iniziavano a diventare sempre più pesanti...
<< Non sono più il suo ragazzo >> ringhiò, infastidito.
Si aspettava un commento sardonico, una frase tagliente o strafottente, e non certo quello che invece Dimitri ribatté, con immensa calma e serietà: << Non dire stronzate. Ti ha lasciato, ma non era certo quello che voleva >>.
Xander lo fissò, registrando le parole del russo. Prima faceva di tutto per girare il dito nella "piaga Irina", e adesso cambiava registro?
<< Che vuoi dire? >>.
<< Voglio dire quello che ho detto >> ribatté Dimitri, infastidito, << Smettila di trattarla come una bambina, perché è più adulta di te... Ci troverà, se avrà bisogno di noi. Quello che possiamo fare è limitarci a guardare e aspettare. Ha un piano, e per quanto folle sia, sono sicuro che possa funzionare >>.
<< Perché tu pensi che Challagher creda alla storia che lei sia venuta fin qui per liberarlo? >> ribatté Xander, stizzito, << Pensi che lui creda davvero alla ragazza che si è pentita, che lo ha perdonato, dopo tutto quello che è successo? Sta solo approfittando della situazione... >>.
<< Tu non conosci Challagher >> lo interruppe Dimitri, << Io sono stato il suo braccio destro, e so cosa gli passa per la testa... Non la ucciderà, non ne è capace, e per quanto sia orgoglioso, il fatto che Irina dica di essere tornata da lui basterà a farlo vacillare. Non è stato in grado di premere il grilletto quando lei gli aveva chiaramente detto che lo aveva tradito, e non lo farà adesso >>.
Xander rimase in silenzio, a osservare l'espressione seria di Dimitri, chiedendosi se potesse essere affidabile o no. Sembrava sicuro di quello che stava dicendo, e in fondo lui conosceva Challagher da molto più tempo di lui... Aveva visto Fenice arrivare tra loro e lo Scorpione perdere la testa per lei.
<< Non riesco a spiegarmi il fatto che improvvisamente sembrate essere diventati grandi amici, tu e Irina >> disse, mentre una serie di pensieri si affastellava nella sua mente, << Lo hai detto tu stesso: eri il braccio destro di Challagher. Perché in questo momento non potresti essere tornato dalla sua parte? >>. Era vero, era stato lui a tradire lo Scorpione permettendogli di salvare Irina, ma magari potevano essersi alleati per scappare entrambi...
Dimitri alzò lo sguardo su di lui.
<< Perché non mi interessa farlo >> rispose, << E se vuoi una spiegazione logica, come credo ti aspetti, te la darò: in questo momento Challagher non è nessuno, non ha niente, e paradossalmente da queste parti ho più potere io che lui. Che interesse dovrei avere a tornare a lavorare con uno che qui è solo un ospite sgradito? >>.
<< Ma lui comunque potrebbe aiutarti a scappare >> ribatté Xander, << Potrebbe aiutarti a nasconderti dalla polizia, visto che una volta terminata questa missione dovrai tornare in carcere... >>.
Improvvisamente Dimitri sembrò infastidito, forse dal fatto che gli aveva ricordato che non era libero, che rimaneva comunque un carcerato.
<< Stai commettendo molti errori, Went >> ringhiò, << E' uno tra i tanti è quello di continuare a considerarmi un pilota clandestino pronto a fregarvi alla prima occasione... Smettila di pensare a me come un traditore, perché se vi ho detto che vi aiuterò, lo farò e non vi pugnalerò alle spalle. Te l'ho già detto una volta, e non te lo ripeterò più: sarò anche un assassino, ma so riconoscere a chi dare la mia lealtà >>.
Ore 20.30 – Mosca, Hotel Laveredìc
Irina chiuse la porta della camera alle sue spalle, nervosa e in apprensione. Lasciò vagare lo sguardo per qualche istante nel corridoio, sapendo già che la serata si preannunciava pesante. Avrebbe tanto voluto farne a meno, ma non poteva rifiutare di presenziare a quella cena organizzata da Vladimir con l'obiettivo di incastrare la Lince.
Fece pochi passi e raggiunse la stanza di William, i tacchi delle scarpe alte che echeggiarono nel corridoio vuoto, e il cuore che batteva un po' più veloce del normale. Non si sentiva a suo agio, anche se indossava solo un paio di jeans aderenti e una camicia blu, e aveva il presentimento che qualcosa quella sera andasse storto... E c'erano molte cose che potevano far finire tutto a rotoli.
Bussò, respirando lentamente per riprendere la calma, e attese. William aprì la porta e ritrovandosela davanti la scrutò da capo a piedi come era sempre stato solito fare. Si stava abbottonando la camicia grigio perla che era uscito a comprare poche ore prima, e a giudicare dal profumo doveva appena essersi fatto la barba.
<< Sei già pronta? >> disse, con una nota di sorpresa nella voce, << Avevo detto che ti sarei venuto a chiamare io... >>.
<< Lo so >> disse Irina, << Ma... Sono un po' preoccupata. Tutta questa storia di Vladimir non mi piace... >>.
William la guardò stranito, poi si fece da parte e la fece entrare. Era vero che era preoccupata per Buinov, ma il suo non era solo un modo per farsi vedere interessata alla vicenda dallo Scorpione: il suo era un modo per abituarsi alla sua presenza e imparare a recitare bene la parte della sua ragazza, come in effetti doveva fare. Quella era la vera prima prova che doveva superare nel suo piano.
Si accorse che William aveva seguito con gli occhi i suoi movimenti fino al letto, dove lei si sedette, l'espressione preoccupata.
<< Non ho intenzione di assecondare Buinov >> disse William, guardandosi nello specchio all'ingresso, << Mi sbarazzerò di lui non appena non mi servirà più. Perché ti preoccupa, la cosa? >>.
<< Non voglio uccidere la Lince >> rispose Irina, << Non era quello il mio intento... Volevo solo il suo aiuto per liberarti. E anche adesso che sei fuori ci serve comunque... Come faremo con Vladimir? Già voleva Dimitri, ed è rimasto a bocca asciutta... >>.
Ci fu una strana luce negli occhi dello Scorpione, mentre si voltava a guardarla.
<< Nemmeno io voglio uccidere la Lince, visto che voglio il suo aiuto >> disse, << E Vladimir dovrà capirlo... Ho intenzione di andarmene da qui, e prendere in affitto un appartamento, proprio per levarmelo di torno. Se credeva che gli avrei servito Dimitri su un piatto d'argento, si sbaglia di grosso >>.
Il suo tono era sicuro, di chi crede fermamente nelle proprie parole. Irina ebbe la conferma definitiva che lo Scorpione si era alleato con Vladimir solo per avere la vita più facile, ma che non avrebbe mai diviso niente con lui. E molto probabilmente tutta quella storia sarebbe finita nel sangue, se William era disposto a tutto pur di tornare a essere quello che era.
<< Potrebbe essere pericoloso... >> mormorò Irina, << Vladimir potrebbe decidere di ripagarti con la stessa moneta... Non accetterà di essere stato usato >>.
William fece un sorrisetto. << Non sa con chi ha a che fare >> ribatté, e le mostrò la pistola che infilò sotto la camicia, << E non è l'unica che ho... >> commentò, divertito, avvicinandosi. Irina si scostò appena, poi vide che le stava porgendo un'arma, << Potrebbe tornarti utile >> disse.
Era una prova di fiducia da parte di William: riteneva potesse portare una pistola senza essere pericolosa... Iniziava a fidarsi, ed era un punto a suo favore. Lei però scosse il capo, e gli mostrò la sua, quella nascosta nei pantaloni.
<< Sono già a posto, ma non ho intenzione di usarla >> disse.
William sembrò soddisfatto, e anche un minimo colpito. La guardò per qualche secondo, poi sussurrò: << Questo lo sapevo già... Ma non avrei mai immaginato che fossi diventata così previdente >>. Ridacchiò, perché era palesemente una presa in giro: ai tempi della Black List, Irina non aveva mai voluto portare un'arma, e quando era stata costretta non lo aveva fatto volentieri.
Lo Scorpione si sedette di fianco a lei, tranquillo, con l'aria di chi sta andando a una festa; Irina invece avrebbe voluto scappare a nascondersi da qualche parte. Le metteva i brividi averlo così vicino, ricordando cosa era stato in grado di farle, senza nemmeno potersi permettere di mostrarsi spaventata...
<< Mi stupisci ogni momento che passa >> disse William, << Prima ti presenti dicendo che ti sei pentita, poi scopro che ormai sei una donna di mondo... E adesso vai in giro armata senza che nessuno ti dica di farlo. Cosa è successo in questi due anni? >>. Era ironico, divertito, ma la sua domanda confermava quanto fosse confuso dai suoi comportamenti.
<< Niente. Sono semplicemente cresciuta >> rispose Irina, e si alzò, senza sapere bene il perché.
William le rivolse un'occhiata, poi la seguì fuori dalla stanza, in silenzio. Trovarono Daniel ad aspettarli di sotto, e qualche minuto dopo venneroraggiunti da Vladimir e dal suo amico Cyril. Avevano tutti l'aria tranquilla, ma chiaramente la situazione non sarebbe rimasta tale ancora per molto.
Una volta dentro la Bugatti, William accese la radio e con la coda dell'occhio continuò a guardarla per un bel tratto di strada, con Irina che faceva finta di niente, a disagio. Daniel era stato costretto con qualche protesta ad andare in auto con Vladimir, perché William non ne aveva voluto sapere di perderla di vista.
<< Che hai? >> domandò alla fine lui.
<< Niente >> rispose lei, atona, << Solo... Sai che non mi piacciono questo genere di cene >>.
Per un attimo fu come tornare indietro di due anni, come se non fosse cambiato nulla in tutto quel tempo: lei era Fenice, lui lo Scorpione, e insieme stavano andando in uno dei locali che di solito frequentavano, pieni di piloti clandestini e di amici di William, dove l'alcool scorreva a fiumi e lei si sentiva sempre fuori posto. Era ancora la ragazza dello Scorpione, Xander non era mai esistito, e lei aveva continuamente paura... Un destino di cui non era ancora riuscita a liberarsi.
<< Immagino continuino a non piacerti nemmeno le persone che frequento >> disse William, e nella sua voce c'era una nota divertita. Forse anche lui provava la stessa sensazione, quella che non fosse cambiato niente.
Irina annuì senza guardarlo: improvvisamente le venne in mente il primo incontro con Xander, quella volta che con la scusa della sigaretta l'aveva strascinata lontano dallo Scorpione e le aveva chiesto perché facesse finta di essere la sua ragazza...
"Non posso sperare che tu compaia di nuovo...".
Calò il silenzio, e solo quando il motore della Bugatti si spense Irina tornò a guardarsi intorno. Erano fermi davanti a un bel ristorante di lusso, illuminato da un'insegna al neon bianca e rossa, i vetri lucidissimi dai quali si vedeva la gente seduta ai tavoli.
Entrarono, seguendo Vladimir che sembrava particolarmente baldanzoso, quella sera. Forse era sicuro di ottenere quello che voleva, questa volta.
Un cameriere li accolse, indicando loro un tavolo in fondo, in una zona più appartata, dove a capotavola c'era già seduta una persona: Nikodim. Irina riconobbe subito la sua faccia odiosa e l'espressione altezzosa che aveva sempre, ma non abbassò lo sguardo quando lo vide sorpreso dalla sua presenza. Raggiunsero il tavolo, mentre Vladimir salutava il suo amico, e Irina lo ignorava del tutto.
Alla vista di William, però, Nikodim non potè fare a meno di apparire spaventato: lo salutò con distacco, sforzandosi, mentre sul volto dello Scorpione si apriva un sorriso maligno. Irina ricordò la storia delle macchine rubate che aveva sentito da Boris.
<< Com'è piccolo il mondo >> commentò serafico lo Scorpione, << Chissà se ti ricordi di me... O delle mie auto >>.
Nikodim sembrò sbiancare impercettibilmente, ma si riprese subito.
<< Non so di cosa stai parlando >> disse, altezzoso, << Ricordati che sei tu l'ospite qui, quindi pensa bene prima di esprimere qualche accusa >>.
William ridacchiò.
<< Se avessi qualcosa da temere, dovrei pensarci due volte >> ribatté, << Ma siccome non ho mai temuto niente e nessuno... >>.
A quel punto, Irina non riuscì a trattenersi e afferrò William per un braccio, percependo la tensione della situazione. Non si erano nemmeno seduti, e già discutevano: non voleva che la serata finisse male.
<< William... >> sussurrò, a bassa voce, << Lascia perdere... Sediamoci, per favore >>.
Si accorse che subito l'attenzione di tutti fu rivolta su di lei, e si pentì di ciò che aveva fatto. Lo Scorpione le rivolse un'occhiata, e lei si aspettò che la riprendesse, o che le dicesse di stare al suo posto, ma non lo fece. Forse era troppo sorpreso da quel contatto fisico che aveva cercato, per poterle dire qualcosa.
<< Ecco, ascolta la tua ragazza, Challagher >> disse Nikodim, sarcastico, << Sembra che lei abbia ben capito come funzionano le cose qui... Ha solo un difetto: è una donna >>.
Irina lo fulminò con gli occhi, sentendo l'irritazione salire e soprattutto dimenticandosi subito tutti i suoi buoni intenti per la serata.
<< Sarò anche una donna, ma i tuoi tentativi di non farmi arrivare alla fine della Mosca-Cherepova sono tutti falliti >> sibilò, << Se essere un uomo significa dover abbassarsi a questo... Ma forse tu non lo sei >>. Sorrise malignamente.
Nikodim non sembrò saper replicare. Irina afferrò la sedia e si sedette a tavola con irruenza, mettendo fine a tutte quelle discussioni. William fece altrettanto ma con molta calma, e tutti si decisero finalmente a prendere posto. Daniel sembrava particolarmente imbronciato, e si era messo vicino aBuinov.
<< Mi sembra di capire che vi conoscete già... >> disse William, tranquillo, << Sbaglio? >>.
<< No, non sbagli >> rispose Irina, << Nikodim doveva aiutarmi a entrare in contatto con la Lince... Ma chiaramente non era quello che voleva >>.
<< Avanti, avanti >> intervenne Vladimir, << Capisco i vostri dissapori, ma siamo qui proprio per metterci d'accordo... Per un momento facciamo finta che non sia accaduto niente >>.
Chiaramente la parte del "pacere" non si addiceva a Buinov, ma la tensione era talmente alta che persino lui aveva deciso di metterci un freno. William gettò un'occhiata a Irina e lei non replicò, anche se aveva tanta voglia di farlo.
<< Cosa posso portarvi, signori? >> chiese il cameriere, sopraggiunto in quel momento, con un ampio sorriso sul volto.
Nikodim si sporse e gli sussurrò qualcosa; il ragazzo annuì poi se ne andò.
<< Se per voi non è un problema, ho ordinato un menù standard >> disse, sistemando il tovagliolo sopra le ginocchia, con aria si sufficienza.
<< Mentre aspettiamo, allora... >> iniziò Vladimir, << Nikodim, Dimitri è ancora in giro... Sai dove possa essere? >>.
Irina drizzò le orecchie.
<< Ha lasciato casa sua, e si è portato dietro tutta la famiglia >> rispose Nikodim, << Sicuramente si sarà trovato un altro buco dove nascondersi. Sto facendo controllare gli appartamenti che possiedono i suoi familiari... >>.
<< Quindi lo puoi trovare? >> chiese Vladimir.
<< Certo che posso trovarlo >> ribatté Nikodim, << E' solo questione di tempo >>.
Irina sentì l'apprensione salire, mentre pensava a dove stesse in quel momento Dimitri e se fosse davvero al sicuro: sapeva che il Mastino non temevaNikodim, ma ora che si rendeva conto di quanta gente aveva contro non poteva che essere preoccupata.
In quel momento però sentì qualcosa solleticarle la coscia, e si accorse che William la stava sfiorando e con la coda dell'occhio la guardava.
<< 'Sta calma... >> sussurrò, << Da quanto sei una testa calda del genere? >>.
<< Da quando mi sono stufata di farmi mettere i piedi in testa... >> rispose Irina, a bassa voce, sperando che lui pensasse fosse nervosa per via dell'affronto di prima.
William sembrò ridacchiare, ma Vladimir continuò: << La Lince si è fatta viva, e noi chiaramente approfitteremo della situazione per tenderle una trappola e catturarla. Quand'è il vostro appuntamento? >>.
Irina guardò William, incerta se rispondere o no.
<< C'è un problema >> disse lo Scorpione, tranquillo, << Io non ho intenzione di uccidere la Lince. Mi serve il suo aiuto, e finché mi potrà tornare utile non la eliminerò di certo >>.
Calò il silenzio, e gli occhi di Nikodim si fecero di fuoco.
<< Sei libero, cosa puoi volere ancora? >> chiese, seccato.
<< Mi serve del denaro e la possibilità di rientrare in contatto con alcune mie vecchie conoscenze >> rispose William, << E la Lince può sicuramente aiutarmi, in questo. In più, voglio conoscere quella vera, visto che fino ad adesso ho avuto affari solo con il suo sostituto... >>.
<< Hai già avuto la tua parte, Challagher >> ringhiò Vladimir, facendo un cenno verso Irina, << Avevamo un accordo che non hai rispettato, quindi sei in debito con me. Goryalef... >>.
<< Io non sono in debito con nessuno >> lo interruppe William, << Irina sta dalla mia parte, quindi l'accordo non è valido: non è stata necessaria nessuna cattura. E poi mi sembra di capire che non avrai problemi a trovarlo, quindi... >>.
Irina percepì la tensione salire ancora, e si accorse che di sicuro le cose sarebbero peggiorate: William non voleva collaborare, e Vladimir non volevacedere.
<< Non puoi fare quello che vuoi, Challagher >> ringhiò Nikodim, << Non qui a casa nostra. Quando avete l'appuntamento? >>.
William fece un ghigno, e si mise le braccia dietro la testa, con l'aria di uno che è perfettamente rilassato.
<< Non me lo chiedere, tanto non te lo dirò >> rispose, serafico, << E in ogni caso, sappi che qui l'unica persona che ha un appuntamento con la Lince è lei >>. Fece un cenno verso Irina.
<< Quando devi andare? >> abbaiò Nikodim, sporgendosi sul tavolo che li divideva.
Irina sorrise. << Quando me lo dirà lei >> rispose.
Nikodim puntò il dito verso di lei, infuriato.
<< Non fare la furba, puttana >> ringhiò, << Adesso che non hai più Goryalef che ti gira intorno se vogliamo farti fuori non ci penseremo due volte >>.
A quel punto, William si alzò di scatto, e sembrò sul punto di prenderlo a pugni. Battè le mani sul tavolo, gli occhi di ghiaccio, e disse, a bassa voce, ma gelido: << La nostra collaborazione finisce qui. Non abbiamo punti di incontro. E non minacciare nessuno, figlio di puttana, perché nemmeno io ci penserò due volte, se avrò voglia di ammazzarti, chiaro? >>.
Le fece cenno di alzarsi, e Irina lo seguì fuori dal locale, spaventata dalla sua reazione violenta. Senza dire niente raggiunsero la Bugatti, e risalirono. Solo quando il motore iniziò a rombare, William sembrò calmarsi. Rimase un attimo con la mano stretta sul volante, poi disse: << Domani ce ne andiamo. Non ho più bisogno di Vladimir >>.
<< Ok, va bene >> sussurrò Irina.
Ritornarono verso l'albergo, nel più completo silenzio. Appena furono davanti all'hotel, però, Irina ebbe una strana sensazione, come se qualcuno la stesse osservando. Sbirciò oltre il finestrino, ma non vide nessuno che conosceva.
Scosse il capo, certa di aver sbagliato, e sospirò.
"Le cose si mettono male".
Ore 21.30 – Mosca
<< Almeno siamo sicuri che è viva e sta bene >> disse Dimitri, rimettendo in modo la macchina del cugino, << Soddisfatto, Went? >>.
Xander continuava a fissare il punto dove la Bugatti era scomparsa dentro il parcheggio dell'hotel, con ancora negli occhi il volto di Irina e di Challagher, così vividi anche nell'oscurità.
"Sta bene...".
Non poteva dire di essere soddisfatto, ma almeno era un po' più sollevato: lo Scorpione non l'aveva fatta fuori, aveva deciso di credere almeno un po' alla sua storia. Anche se quello comportava molte altre cose, che potevano comunque essere poco piacevoli per lei.
<< Dove pensi fossero andati? >> chiese, cercando di non pensarci.
<< Forse dovevano incontrare qualcuno >> rispose Dimitri, << Ma non credo si tratti della Lince, non ancora perlomeno... Vladimir non è tornato con loro, però... >>. Apparve improvvisamente dubbioso, << Meglio che ce ne andiamo, prima che qualcuno ci noti >>.
Fece sgusciare l'utilitaria nera fuori dal parcheggio e si avviò verso il loro appartamento, con Xander che sentiva salire la preoccupazione al pensiero di cosa potesse succedere in quell'albergo...
Per un attimo ebbe l'impulso di far fermare Dimitri, fare irruzione dell'hotel e portare via Irina, ammazzando anche Challagher, se era necessario, ma qualcosa lo trattenne: improvvisamente si rese conto che Irina non avrebbe apprezzato quella mossa, non questa volta. Era stata lei a prendere l'iniziativa, e sicuramente non avrebbe voluto intromissioni di alcun genere, come in effetti aveva chiesto...
<< Cazzo, quanto è stata stupida >> ringhiò a denti stretti, << Poteva esserci un altro modo... >>.
Si trattava di un pensiero che in preda alla rabbia aveva espresso ad alta voce, e che forse avrebbe preferito tenere per sé. Dimitri lo sentì, e mentre guidava nella notte di Mosca, sul suo volto si dipinse un sorrisetto difficile da decifrare.
<< Sta facendo il suo lavoro, Went >> disse, quasi serafico, << Sta facendo esattamente quello per cui è stata ingaggiata... Come me, come te, come tutti. E' adulta, sa prendere le sue decisioni >>.
Fu come ricevere uno schiaffo in faccia, e Xander si irritò. Però era vero ciò che il russo diceva, e non poteva negarlo. Soprattutto ora che era stato escluso dalla vita di Irina, ed era stata lei a farlo.
<< Forse hai ragione >> disse alla fine, << Ma non per questo smetterò di preoccuparmi per lei >>.
<< Allora impara a preoccuparti delle cose giuste >> ribatté Dimitri.
Ore 21.30 – Mosca, Hotel Laveredìc
William precedette Irina nell'ingresso dell'hotel, nervoso per come era andata la serata, poi però inchiodò di fronte al bar, ricordandosi che in ogni caso avevano saltato la cena. Irina gli andò quasi a sbattere addosso, e lo guardò confusa.
<< Hai fame? >> domandò lui, con un tono piuttosto imperioso.
Irina sembrò incerta su cosa rispondere, forse presa alla sprovvista dalla domanda, e si guardò intorno, dubbiosa.
<< Ehm... A dir la verità non molta... Ma... >>.
William si rese conto che forse era stato eccessivamente aggressivo, visto che non era colpa sua se la serata era andata male, e cercò di darsi una calmata. Non aveva certo più voglia di uscire, ma dopo tutti i pasti insipidi che si era dovuto sorbire in carcere non era disposto a saltare una cena se proprio non avesse potuto farne a meno.
<< Mangiamo qualcosa >> disse, indicandole la sala da pranzo vicino al bar, << Tanto non credo che avremo modo di concludere alcun accordo con nessuno, stasera >>.
Irina annuì, dubbiosa, ma lo seguì senza aggiungere altro. Solo in quel momento William si accorse che forse non aveva il coraggio di parlare, vedendolo così nervoso...
Si sedettero a un tavolo un po' più appartato, sotto la luce del lampadario stile minimal, nella sala mezza piena e piuttosto tranquilla. Il cameriere prese le loro ordinazioni, e solo mentre aspettavano William si diede il tempo di studiare nuovamente Irina, cosa che ormai faceva da quando si erano riuniti. Serviva a distrarlo dal pensiero di come era andata la cena, e a farlo calmare... Tanto aveva già un piano pronto, che avrebbe rimesso tutto a posto.
Appena l'aveva vista bussare alla sua porta l'aveva trovata più bella del passato, e come sempre Irina non si era smentita nella sua personalità: niente di troppo sexy, di vistoso o volgare in ciò che si era messa. Tutto molto semplice, come piaceva a lei, discreto e in un certo qual modo di classe. E anche se la sua espressione era più adulta, rimaneva comunque la stessa di sempre.
Forse fu quella continuità con il passato, quella vaga impressione che le cose non fossero cambiate, che fecero sentire William quasi felice. Irina era sempre Irina, e l'unica cosa che era mutata era il modo in cui si comportava nei suoi confronti: un cambiamento che era positivo, che metteva le cose come lui aveva sempre voluto che andassero.
E poi non poteva negare di essere colpito da come Irina aveva risposto a Nikodim, di come gli aveva tenuto testa, e soprattutto di come gli aveva confermato la sua fedeltà, non rivelando la data di incontro con la Lince...
Non toccò subito il piatto quando gli venne messo davanti, e per la verità non lo guardò nemmeno: i suoi occhi erano incollati sul volto di Irina, a studiarne i lineamenti, l'espressione... Per scoprire che la voleva come il primo giorno che l'aveva vista, che la desiderava più di allora, che il carcere non era riuscito a rompere quel legame che lui aveva con lei, perché proprio lei lo aveva tenuto in vita...
<< Che cosa vuoi, quando torneremo a Los Angeles? >> domandò all'improvviso, prendendo la forchetta per iniziare a mangiare, ma senza infilzare la sua bistecca.
Irina alzò lo sguardo. << Cosa intendi? >> domandò, confusa.
William fece un sorrisetto.
<< Cosa vuoi quando avrò riorganizzato la Black List? >> chiese, tranquillo, << Visto l'aiuto che intendi darmi, meriterai una ricompensa... Oltre al tuo posto nella Lista, cosa vorresti ancora? >>. Le rivolse un'occhiata, poi aggiunse: << Una Ferrari potrebbe piacerti? >>.
Vide Irina spalancare gli occhi per un momento, presa alla sprovvista. Sorrise di fronte alla sua reazione: non le aveva mai fatto un'offerta del genere, e ricordava perfettamente quando lei adorasse le Ferrari...
<< Dici davvero? >> esalò.
<< Non sto scherzando >> rispose lui, << E' il premio per avermi cercato e per avermi aiutato >>.
"E qualsiasi cosa tu mi chieda, io te la darò... Se non mi stai mentendo, sono disposto a qualunque cosa per fare in modo che tutto questo continui".
Irina abbassò gli occhi per un momento, poi mormorò: << Non... Non voglio niente. Non ti ho liberato, lo hai fatto da solo. E poi, finché non saremo tornati a Los Angeles, meglio non farsi troppe illusioni... >>.
Il sorriso di William si allargò, mentre intuiva quello che passava nella sua testa: diversamente da lui, dubitava che potesse tornare tutto come prima. Ma lui era certo che la Black List sarebbe stata di nuovo sua, che Los Angeles sarebbe tornata sotto il suo controllo: non aveva dubbi, perché era determinato a tornare a tutti gli effetti lo Scorpione.
<< Credi che possa partecipare a qualche gara, da queste parti? >> domandò lui.
<< Penso di sì... >> rispose Irina, << Posso telefonare a uno dei Referenti e chiedere quando ce ne sarà una. Non dovrebbero esserci problemi... >>.
William finì rapidamente gli ultimi bocconi, poi annuì. Aveva bisogno di mettere qualche altro soldo da parte, in caso di bisogno, e aveva anche voglia di fare una gara come si deve. Si alzò, e Irina fece lo stesso, in automatico, anche se non aveva terminato di mangiare.
<< Non finisci? >> chiese, facendo un cenno verso il suo piatto.
Lei scosse il capo.
<< Non ho più fame >> rispose.
Ancora una volta si confermava quella che era in passato: quante volte aveva sentito quella frase, da lei? Certe volte si era chiesto se vivesse d'aria...
Si avviarono verso l'ascensore, in silenzio, e quando arrivarono davanti alla porta della stanza di Irina rimasero fermi l'uno davanti all'altra. Lei aprì la stanza, ma prima che potesse entrare William la afferrò per un braccio e la intrappolò in un bacio passionale, un bacio che non vedeva l'ora di dare da quando l'aveva davanti.
Tanto ormai si fidava di lei, e l'unica cosa che voleva veramente era farla sua, per la prima volta e per davvero... Tanto non gli importava se lo stessefregando di nuovo.
Aveva resistito due giorni, aveva tenuto il piede sul freno perché non voleva cedere subito, ma ora basta.
La spinse nella sua stanza, la porta che si chiudeva rumorosamente alle loro spalle, senza che si staccassero l'uno dalle labbra dell'altro... Irina non protestò, non si tirò indietro, e William capì che non fingeva, che era tornata davvero per lui...
E allora decise di metterla alla prova. Tutto dipendeva da quello che sarebbe accaduto.
"Dimmi di no, Irina, Ed è finita per entrambi".
Lui aveva già deciso; spettava a lei scegliere come si sarebbe consumata la notte. L'uno per l'altro, o uno contro l'altro.
La stese sul letto, e allora iniziò a spogliarla.
Ma Irina non si tirò indietro. Non cercò di fermarlo... Non fece niente.
Sarebbe stata sua senza lottare.
E lui andò in estasi.
Se ne fregò di tutto quello che era successo, di quello che aveva perso, di quello che non avrebbe più riavuto, di quello che aveva patito... Se ne fregò dell'orgoglio, che in quel momento gli permetteva di andare a letto con la donna che lo aveva tradito. Se ne fregò del rischio, del pericolo che correva di essere nuovamente pugnalato alle spalle. Se ne fregò di se stesso, perché l'unica cosa che voleva era lei.
E lei... Lei ora voleva lui.
Come lo Scorpione aveva sempre desiderato.
Spazio Autrice: prosegue la mia partecipazione al concorso 2016 di Mystifique. Questa volta è il tema è il litigio, e io ho deciso di partecipare con Russian Roulette e il litigio tra Irina e Xander.
Se vi va, vi lascio il link. Passate a dare una stellina, mi farete felice.
http://www.wattpad.com/209776662-concorso-2016-russian-roulette-_lhea_
Grazie mille
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