La festa delle Luci
Pov Stefan
Presi Elena sottobraccio e nello stesso momento anche Damon fece lo stesso. Lei portava un vestito bianco senza spalline, aveva tacchi così alti che quasi era alta come me. Era molto bella, illuminata dalle luci delle lanterne della festa. Era la festa delle Luci, tradizione tramandata sin da prima della mia stessa nascita. Non partecipavo spesso, ma da quando ero tornato a Mystic falls, con Elena, Bonnie, Caroline e (quel rintronato di) Matt, ci andavo tutti gli anni.
Tornavo a casa ogni trent'anni, dopo ogni 5 che passavo lì. Era doloroso ma per amor di me stesso, lo facevo ed era anche un bel modo per ricordare e non sentirne la mancanza. Il primo anno di quel ventunesimo secolo, che ero tornato a casa, era il 2012, quindi da lì a 3 anni, avrei dovuto cercare un nuovo stabile in cui vivere.
Ma quella volta, probabilmente con me, ci sarà anche Damon.
Non avevo ancora parlato di questo con Elena, certo stavamo insieme, ma non l'avrei mai obbligata ad avere una vita con uno come me. Avevo già obbligato troppe persone a quel triste destino.
Damon stava con Bonnie, che era una strega Bennett, forse lei avrebbe capito, e forse sarebbe stato meno doloroso per lui.
Ma nel frattempo guardavo Elena sorridere, mentre osservava, quelle prime lanterne di quella precoce serata.
-balliamo Stefan?- mi chiede e mi fingo annoiato, ma in realtà, sono solo in vena di vederla arrossire, mentre crede di aver detto una cavolata.
-certo- la accontento. Damon ci saluta mentre va verso la sua ragazza.
Elena è la doppelganger di Katherine. È esattamente come lei, stessi capelli morbidi e mori, stesso viso dolce da bambina che vuole giocare, stesso profumo, con addirittura stesso fisico e altezza, colore d'occhi con la stessa forma, stesso naso e stessa bocca. Stesso colore ambrato della pelle e stessa sensazione al tatto. È esattamente come lei. Gli unici pochi dettagli differenti, erano i capelli, quelli di Elena, lisci, sottili e pareggiato; quelli di Katherine, fluenti, ricci e dalle sfumature ramate. Ma la cosa che più distingueva le due, era il carattere; Elena era dolce, coraggiosa, tenace fin troppo ma anche generosa e gentile, con il bisogno incontrollabile di salvare gli atri, ma non se stessa. Katherine invece era viziata, altezzosa e vanitosa, faceva sempre tutto con un secondo fine. Entrambe sfortunatamente, avevano una cosa ben definita in comune: amavano me. Dettaglio che in un primo luogo puó sembrare quasi divertente se non fosse che Katherine aveva cercato di uccidere Elena per avermi. Cosa che dopo la ricomparsa degli Originali, era vagamente passata in secondo piano, dopo che ovviamente si era fatta "bastare" Elijah.
Portai Elena in un valzer rimodernizzato, nel '64 aveva regole più precise, ma quel 21esimo secolo era una vera e propria pacchia.
-sembra sia arrivata la tranquillità ...- dichiara sovrappensiero. -... abbiamo affrontato Katherine, Elijah, Rebekka, Jeremy é lontano e sta vivendo la sua vita, Alaric é uscito dal controllo maniaco dell'anello della mia famiglia, tu sei tornato in te ... pensi potrebbe essere tutto così tranquillo, per sempre?-
Non so bene cosa risponderle, quindi alzo le spalle sorridendole.
Sto per dirle del piccolo fondamentale problema che si chiama "il tempo", quando una bruna famigliare chioma, entra nel mio campo visivo.
Mi fermo a guardarla, senza la forza di fare altro.
Un solo nome mi riempie la mente, e una serie di ricordi mi riporta a galla quel nome.
Elena mi guarda incuriosita e mi rendo conto che mi sono fermato e quasi incondizionalmente, la porto verso la bruna e quando siamo abbastanza vicini la tocco. La ragazza si gira infastidita, e vedo il suo sguardo volare da Elena a me e quando capisce chi sono, resta di stucco.
-Stefan- dice con voce strozzata.
Il mio nome detto da lei, viene analizzato da me almeno 5 mila volte più di quanto farebbe una persona normale.
Analizzo il suo viso, in ogni angolazione, dalla sfumatura della sua pelle alla chioma bruna di lei.
La mia mente e le mie mani fanno tutto da sole. Le prendo il viso tra le mani e la bacio piano, ma con la lingua, come avevo fatto solo negli ultimi periodi insieme.
Lei risponde al mio bacio poi lo blocco e la guardo in viso. Amo i suoi occhi, color cioccolato e il suo viso fa parte del mio passato.
-mi sei mancata tanto... - subito non reagisce poi si stringe a me. -... perdonami, perdonami tesoro-
Sento occhi curiosi su di noi, ma non mi importa, lei è tornata è farò qualsiasi cosa per tenermela ancora a presso.
-Stefan...- la voce di Elena mi fa rendere conto, che le ho lasciato la mano e che sto abbracciando una donna che lei non ha la minima idea di chi sia; per Elena, lei potrebbe essere chiunque, un'amante, una fidanzata, magari anche mía moglie.
Ma la ragazza bellissima che stringevo a me, come lei aveva fatto con me fin da tempo immemore non era nulla del genere.
Lei era l'unica e la sola da cui avrei mai voluto quell'abbraccio.
-Elena, lei è importante- dico e lei annuisce con le lacrime agli occhi.
-lei, è mia sorella maggiore, Isabella-
Sento lei che si stringe ancora un pò a me, alla mia figura di 17enne e io a lei.
-lei è tornata da me, non la vedo dal '64 questa donna, a cui ho rovinato la vita. Dio solo sa, quanto ho desiderato chiederle perdono... oh Isa mi dispiace così tanto...- dico in lacrime, con la testa completamente immersa nei suoi capelli. Lei piange su di me e insieme siamo un mare di emozioni. Finalmente siamo entrambi a casa, dopo troppe decine di anni. I Salvatore erano tornati insieme ed eravamo insieme a Mystic Falls, di nuovo
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