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XLIV. Gemma.

Capítulo 44.

Lunedì. Era ufficialmente lunedì. Ed ero già stanca. Stavo cominciando a contorcermi tra le lenzuola quando la odiosa melodia della sveglia cominciò a suonare. Brontolai allungando il braccio per spegnere l'oggetto. Rimasi sdraiata sul letto, potevo rimanere sdraiata tutta la settimana fino a venerdì. Fortunatamente non mancava così tanto alle vacanze estive. Mi gettai il lenzuolo alle spalle mentre distendevo le gambe. Sentii la porta aprirsi insieme ad uno sbadiglio pigro di Devon.

"Che bella postura." Mormorò camminando verso la mia finestra a aprendola.

"Grazie." risposi.

Quando Devon aprì la finestra una ventata d'aria calda entrò immediatamente nella stanza e sprofondai di nuovo il viso sul cuscino senza nemmeno aprire le palpebre. Mi pesava troppo.

"Alzati subito." Si lamentò Devon togliendomi il cuscino da sotto.

"No...Voglio dormire per mille anni."

Proprio quando pensai che se ne fosse andato e finalmente mi avesse lasciata in pace, percepii un peso sopra di me, era Devon che si sdraiava sopra di me come se fossi io il letto.

"Devooooon! Se non ti sposti immediatamente penso che un getto ti sangue schizzerà sul muro." Mi lamentai calciando.

La luce del sole mi diede fastidio quando aprii gli occhi e trovai la faccia assonnata del mio amico che mi guardava dall'alto.

"Pagherei per vederlo." rise.

"Ti faccio mangiare il mio pugno."

"Zitta sciocca."

"Deficiente." Lo spinsi lontano da me e rotoló via verso l'altro lato del letto, ma purtroppo per lui e la mia risata, finì giù dal letto provocando un forte rumore.

"Sfigato!" Scoppiai a ridere quando l'osservai strisciare a terra per risalire sul letto.

"Io cado e tu ridi, sei una brutta persona."

"Vendetta." mormorai lasciandomi cadere sopra di lui.

Devon soffocó un colpo di tosse prima di scoppiare a ridere. Passammo un paio di minuti a parlare fin quando decidemmo che era meglio che io mi preparassi mentre lui preparava la colazione, ovviamente mi aveva obbligato.

Entrai in doccia e lasciai l'acqua fredda accarezzarmi la pelle e sospirai di piacere. Insaponai tutto il corpo per rimuovere l'odore di sudore e passai le mani sui capelli bagnati, uscii dalla doccia travolgendomi con un asciugamano morbido e avanzai in camera mia. Scelsi qualcosa di comodo per oggi, dei pantaloncini di tuta neri e una camicia bianca, le mie inseparabili vans nere e scossi i capelli umidi con un asciugamano, per fare un rapido inchino alla fine. Mi sentivo cambiata quando mi osservai allo specchio, non sapevo, forse alla fine della giornata anche se odiavo studiare, me la sarei sudata.

Scesi le scale due alla volta, raggiungendo sempre di più il dolce profumo della colazione.

"C'è odore di cioccolato." mormorai quando entrai in cucina.

Con mia grande sorpresa Roger era lì, ma aveva la testa tra le mani e non mi guardava. O era ubriaco o drogato o entrambe le due cose.

"Perchè è proprio quello che è. Churros con il cioccolato."

"Oh cazzo. Ti amo Devon."

Al primo morso mi sentii già al settimo cielo, anche Roger riusciva a mordere la colazione, alla fine riuscii a finire, perché non ero abituata alle colazioni così ricche.

Se non avessi finito la colazione qualcuno mi doveva aiutare perché avrei fatto un ritardo, così cominciai a chiamare Kelsey, ma mi chiamó lei prima che potessi anche solo farlo.

"Oh Kels ti stavo chiamando io."

"Heather sei a casa?" sentii qualcosa muoversi nell'altra linea.

"Si..."

"D'accordo, ora ti vengo a prendere e ti spiegherò tutto."

Quando stavo per chiedergli che cosa mi doveva spiegare, chiuse la telefonata. Mi sedetti sul divano dopo aver finito di aiutare a pulire i piatti Devon. Cosa era successo? Sperai niente di male.

"Oh piccola, ho sentito un segnale acustico fuori, penso che sia Kelsey."

Devon entró nel salone e mi alzai rapidamente.

"Va bene. Ci vediamo Dev, ti voglio bene." Risposi rapidamente lasciando Devon con una faccia perplessa.

Uscii di casa e trovai la macchina di Kelsey, all'interno c'era Kelsey che agitava la mano rapidamente nella mia direzione.

"Cosa c'è, cosa succede?" Domandai a Kelsey mentre entravo in macchina e immediatamente partì accelerando, dandomi appena la possibilità di allacciarmi la cintura. 

"Quello stronzo del tuo ragazzo, è in una rissa."

"Cazzo, dovevo immaginarmelo." Sbattei la testa contro il finestrino mentre osservavo Kelsey guidare a tutta velocità mentre superava un paio di curve fin quando non ci trovammo di fronte al parcheggio della scuola. Riuscivo di già ad intravedere una folla di persone, erano tutti tra gruppetti quindi si riusciva ad avere una vista migliore della rissa mentre lasciavamo l'auto dietro di noi.

I miei polmoni bruciavamo mentre arrivai a destinazione sentendo già degli incoraggiamento verso Rude e degli strilli da parte di alcune troie che facevano il tifo tra i due combattenti. Diedi una gomitata a qualcuno per passare all'interno della cerchia e immediatamente intravidi le due persone. Guardai Harry che stringeva il colletto della camicia a Kyle mentre quest'ultimo riuscì a colpirlo nella mascella, Harry grugnì e immediatamente gli diede una testata e un calcio nello stesso momento.

"Cazzo Harry!" Mi lamentai facendo un paio di passi e afferrandolo per le spalle.

In un primo momento rimase impassibile, non provava nemmeno a respingermi, ma quando gli diedi uno schiaffo in testa avevo già la sua attenzione. Si voltò guardandomi con rabbia. Arrabbiata dovevo esserlo io.

"Tu!" Gridai verso Kyle, mi incamminai verso di lui tirandogli uno schiaffo, "Fottiti ritardato, e datti una regolata pezzo di idiota."

Kyle mi guardava come se fosse sorpreso dalle parole che mi erano uscite di bocca e la sua mano si alzò verso la zona da me schiaffeggiata. Mi rivolsi a Harry che mi guardava con un sorrisetto arrogante sul volto ovviamente perché avevo colpito Kyle, così gli rivolsi lo stesso trattamentro, sufficientemente per farlo smettere di sorridere e mi guardò con una faccia sorpresa.

"Adesso tu mi spiegherai perché diavolo sei entrato a far parte di una rissa."

La gente stava cominciando a disperdersi quando Zayn apparse minacciandoli che sarebbero stati loro ad essere pestati così eravamo ormai soli. 

"Non ti interessa."

Socchiusi gli occhi alla sua risposta e alzai la mano per tiragli un'altra schiaffo, ma mi afferrò fortemente il polso e fece lo stesso con l'altro.

"Sei uno stronzo!" gridai, "Deficiente, vanitoso, bastardo!" Tentai di tirargli un calcio ma riuscì a parlarlo quando mi girò in fretta così che rimanessi con la gamba all'aria.

"Calmati cazzo." Sbuffò.

Mi trascinò all'interno dell'istituto con me che continuavo ad urlare fino a quando non mi girò così che colpissi con le mani il suo petto e le sue labbra contro le mie.

"Sta zitta." brontolò, "Non essere così fottutamente ficcanaso. Dopo ti porto ad un posto ed è meglio che porti quel tuo bel culo dentro la mia auto appena esci."

Detto questo mi lasciò sola, mentre a grandi passi camminò in un'altra direzione.

"Vaffanculo Styles!" Gridai frustata.

(...)

Incrociai le braccia e guardai fuori dal finestrino completamente infuriata con Harry. Mi aveva - letteralmente - sequestrata e trascinata dentro la sua auto mentre facevo del mio meglio per ignorarlo anche se non sapevo dove cazzo mi stava portando. 

"Hai intenzione di essere arrabbiata tutto il pomeriggio?"

Lo guardai. Aveva i pugni stretti contro il volante e la mascella serrata. Deve essere per il pugno che gli avevo tirato quando aveva cercato di farmi salire in macchina.

"Sì."

Grugnì e schiacciò sull'acceleratore. Tornai con lo sguardo verso il finestrino finché non arrivammo ad un compresso residenziale alla periferia della città, completamente sconosciuta per me.

"Dove siamo?" Chiesi guardando le case gialle come crema, tutte in fila con i loro giardini.

Ci fermammo di fronte ad una casa bianca, molto moderna, Harry si fermò davanti al cancello che dava al giardino.

"Andiamo." Scese dalla macchina e non mi aprì nemmeno la portiera.

Sbuffai e uscii dall'auto sbattendo lo sportello, guadagnandomi uno sguardo furioso di Harry mentre si avvicinava a grandi passi.

"Comportati bene." Minacciò afferrandomi per un braccio.

Lo ignorai e scossi il braccio dalla sua presa.

Harry camminò attraverso il giardino e bussò alla porta più volte. Sentì uno strillo femminile all'interno della casa e un paio di colpi

"Cogliona." Harry sbuffò colpendo con la testa la porta nera. 

E per poco non scivolò quando una ragazza con dei capelli lunghi e castani aprì la porta. Gli occhi verdi della ragazza brillarono quando gridò saltando addosso ad Harry come un koala. In un primo momento una fitta di gelosia mi colpì duramente e mi venne voglia di attaccarla, ma mi calmai quando Harry pronunciò il suo nome.

"Gemma, così mi soffochi."

"Scusa, scusa, scusa." Si scusò baciando il volto di Harry.

La guardai trattenendomi dal ridere. Era uguale ad Harry da vicino.

"Oh Gem...questa è Heather, uh, eh è la mia.."

Per la prima volta nella mia vita volevo essere gentile con una persona a me sconosciuta così allungai la mano inghiottendo il groppo in gola. 

"La tua fidanzata." Canticchiò Gemma.

Gemma ignorò la mia mano avvicinandosi a me per inghiottirmi in un abbraccio da orso.

"Sono entusiasta! Entrate pure!"

Harry mi guardò con una faccia da coniglio torturato mentre entrava. Non potevo fare a meno di sorridere quando lo vidi entrare, girandosi su se stesso, osservando ogni angolo della casa. Passai davanti a Gemma mentre chiudeva la porta.

"Vado al bagno, ragazze." Harry annunciò scomparendo in fondo al corridoio.

Guardai nella direzione in cui scomparse fin quando Gemma non mi chiamò, chiedendomi se volevo aiutarla a fare i caffè. Annuii rimanendo dietro di lei per seguirla.

In un primo momento risposi gentilmente alle sue domande riferite ai miei capelli o al mio aspetto fisico direttamente, ma con l'andare avanti della conversazione era più facile parlare con lei, come se la conoscessi già. E in realtà, omettendo tutte le altre cose, sapevo già gran parte della sua infanzia.

Pensai che Harry ci stesse mettendo troppo tempo al bagno, così mi girai verso Gemma, la quale stava mangiando un biscotto.

"Gemma, vado a cercare Harry, credo che si sia addormentato sulla tazza del water."

Stavo già lasciando la cucina quando la sua voce mi interruppe, suonava morbida, come se mi stesse chiedendo qualcosa di delicato.

"Heather...tu ami Harry?"

Mi girai lentamente, senza guardarla, lo amavo? Lo amavo davvero? Alzai lo sguardo verso di lei, completamente determinata.

"Sì ."

Un sorriso si diffuse sul viso di Gemma lentamente. Corse verso di me abbracciandomi.

"Harry in fondo è sensibile Heather, so che si comporta come un coglione, ed è insopportabile, ma sono veramente contenta che ti abbia incontrata. Grazie per farlo felice."

Inevitabilmente, sorrido. La verità era che ero anche io felice di averlo incontrato.

Scusatemi per gli errori, ma non ho corretto per nulla, ops.

Cosa avete fatto ad Halloween?

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