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Rude

Draco aveva perso ogni speranza, ormai. Da almeno due mesi la sua relazione con Harry procedeva arrancando sempre nello stesso dannatissimo modo, e la vittima di tutto era lui, che doveva farsi forza per proseguire.
Draco aveva sempre desiderato ardentemente stare con il giovane Grifondoro, fin dai tempi di Hogwarts; ma il corvino mai se ne era accorto. Anni e anni dopo la fine del settimo anno scolastico si erano rincontrati, e qualcosa sembrava essere nato.
Draco stava con Harry da ormai otto mesi. E non era proprio come nelle sue aspettative e nei suoi sogni migliori. All'inizio l'incalzante ritmo della loro vita e della loro relazione era molto gradito da Draco: un misto di amore e calde coccole nel letto tutto il giorno... ma i suoi sogni divennero presto degli incubi. Draco iniziò a vedere un cambiamento in Harry che, giorno per giorno, diventata sempre più menefreghista, cupo e passionale. Dopo ogni atto da loro consumato, Draco si abituò piano piano a rimanere solo nel loro grande e freddo letto. La notte Harry tornava tardi e, quelle volte che Draco riusciva a convincerlo a restare a dormire accanto a lui, il biondo sapeva già che, la mattina del giorno successivo, si sarebbe svegliato da solo. Era la sua routine, ormai. Una notte di uno dei mesi seguenti al cambiamento di Harry accadde una cosa nuova, per Draco: ebbe un incubo. Lui era solo davanti a un cerchio di cristallo contenente una luce grigia; piano piano quel cerchio di cristallo iniziava a creparsi e a fare uscire dell'acqua salata che inondava tutto attorno al biondo, il quale unico pensiero era colmare quella crepa. Ogni notte si svegliava con gli occhi lucidi, solo nel gigantesco letto, e ogni notte la crepa dei suoi incubi si estendeva, facendo sì che il corpo di Draco venisse pervaso dal panico e dalla sicurezza che, da lì a poche notti, sarebbe annegato. Così si decise: non avrebbe dormito, avrebbe impedito alla crepa di espandersi. E quindi ogni notte si metteva a guardare il corvino che accanto a lui riposava beatamente e che, qualche rintocco dopo la mezzanotte, si alzava, indossava un paio di jeans e un giacchino leggero e usciva, facendo ritorno solo all'alba. Draco aveva smetto di chiedersi dove Harry andasse.
Dopo una settimana di sonno mancato, Draco non resistette alla tentazione di lasciarsi andare al calore delle coperte e al sollievo che solo il sonno poteva procurargli, sdraiato accanto al suo dormiente e soddisfatto compagno. Quando la mattina Draco si svegliò, aveva il respiro accelerato e gli occhi lucidi. Nell'incubo, la crepa aveva spezzato in due il cristallo.
Draco si stava guardando in giro cercando di capire se davvero fosse solo o no quando un ragazzo che indossava un paio di jeans e una giacca leggera apparve sulla porta.
«Non ci sarò per qualche giorno»disse Harry con il suo caratteristico tono strafottente.
«Come sempre, dopotutto, non credo cambierà molto»sussurrò in risposta Draco. Harry, con sguardo furente, gli si avvicinò. «Cosa hai detto?»esclamò.
«Lascia stare Harry»disse Draco alzandosi. «Saresti andato via comunque, la mattina, la sera, il pomeriggio... senza motivo! Mi lasci da solo sempre Harry, sempre!»
Il cuore di Draco si stava liberando di un peso, e qualcosa negli occhi del giovane si stava ricostruendo. Draco stava trovando la forza di combattere. «Ho bisogno di amore Harry, non di odio e di essere ignorato! Hai detto di amarmi, e allor-», ma Draco non terminò la frase.
«Non ho mai detto di amarti Draco. Sei tu che lo pensi e che lo credi, io non ho mai detto nulla di simile. Non è una relazione la nostra, non sono tenuto a stare con te sempre...». Il tono di Harry era strafottente, cattivo, pungente, e colpì Draco in profondo. Il cristallo dei suoi occhi di frammentò e cadde in pezzi, lasciando le lacrime cadere come gocce di pioggia. «Lo sai benissimo Draco, lo avevamo già deciso: tutto un gioco, ricordi?».
Draco si avvicinò a Harry in modo minaccioso, ma il corvino non retrocesse. «Cosa vuoi farmi Draco? Picchiarmi, cruciarmi? Uccidermi?». Draco non rispose, i loro nasi erano vicinissimi, le loro labbra si cercavano. Fu allora che il biondo alzò le braccia e si strinse piano al torace del corvino che, allibito, guardava i suoi capelli biondi. «Cosa stai facendo Malfoy? Hai capito quello che ho det-» stava dicendo Harry quando Draco lo zittì con un casto bacio. «Stai zitto idiota, hai già rovinato tutto, non provare a perdermi». Nonostante Draco avesse cercato di nasconderle, la paura e l'insicurezza facevano da sovrane nel suo tono, e dagli occhi grondavano fiumi di lacrime.
Harry lo fece indietreggiare fino al muro e lo baciò in modo leggero e nuovo. Draco si lasciò trasportare dolcemente dalla corrente che quella nuova onda di emozioni aveva portato, finendo in poco tempo con le spalle al muro, e i polsi incatenati tra di loro con delle catene che spuntavano dalla parete candida. Draco non le aveva mai notate, eppure gli sembrava strano: esse, le catene, non erano per nulla piccole e nascoste; stavano lì, nel bel mezzo del muro, come una macchia nera su sfondo bianco. Bhe, erano una macchia nera su sfondo bianco, e nonostante ciò Draco non le aveva notate. Eppure erano nella loro camera... oppure no? Dopotutto, le pareti della loro stanza erano avorio e non bianche come il latte.
«D-Dove siamo, Harry?» domandò Draco. Il suo fiato si condensò in una piccola nuvola chiara. Non ottenne risposta. Che il corvino lo avesse abbandonato in quella gelida camera a congelare, legato come le bestie? Gli occhi di Draco si inumidirono a quel pensiero, ma il biondo si dette dello stupido mentalmente: si fidava di Harry, e lo amava. Non gli avrebbe mai fatto male.
Ad un tratto, una porta che Draco non aveva notato si aprì, rivelando una figura famigliare.
«Piccolo, ingenuo Malfoy...» la voce era quella di Harry, senza dubbio. «Ti sei fatto legare alla catena, come le vere cagne...». Il tono del corvino era tagliente e cattivo, e penetrava dentro Draco raggiungendo le sue ossa. Faceva freddo anche dentro di lui. «Sei una cagna, Malfoy? Oh sì che lo sei... una cagna in cerca di amore, vero? Sì che lo sei... sai cosa c'é? Nessuno ti ama Draco, e mai nessuno lo farà, ficcatelo bene in testa!». La risata di Harry riecheggiò a lungo nella stanza, facendo pesare a Draco ogni singolo istante. Lo aveva solo usato, allora... senza che se ne fosse accorto, lacrime salate avevano iniziato a sfuggirgli, e stavano scorrendo giù degli occhi del biondino già da tempo. Lacrime fredde che in pochi istanti si sarebbero congelate se Harry non si fosse avvicinato e non avesse iniziato a baciare dolcemente il viso del ragazzo, scaldandolo e inebriandolo con un forte aroma di pergamena, torta alla melassa e... whiskey incendiario. Da quando Harry aveva l'abitudine di bere? Non se ne era accorto... e non se ne meravigliava. L'ultimo mese trascorso, tra notti in bianco, incubi e solitudine, era stato molto stancante. Harry avrebbe anche potuto iniziare a bere che Draco non se ne sarebbe accorto...
«Il mio piccolo, indifeso Malfoy... legato qui... cosa non ti farei cucciolo» sussurrò Harry al suo orecchio. Il tono era trascinato ma dolce e calmo, totalmente diverso dal precedente. Draco arrossì leggermente, sentendo un calore provenire dal basso ventre e irradiarsi in tutto il resto del corpo. Cosa gli stava succedendo? Era da molto tempo che lui non provava tutto quello... e gli era mancato tutto terribilmente. In un secondo, le mani di Harry avevano iniziato a spogliarlo piano, accarezzando ogni centimetro del suo corpo con dolcezza e decisione, e facendolo gemere estasiato. Harry aveva poi iniziato a torturare con la lingua i capezzoli rosa di Draco che, dopo poco, erano diventati rossi e turgidi. Il corvino procedeva a spogliarlo con lentezza, ma Draco seppe che, se il ritmo non fosse aumentato, sarebbe impazzito. «Ti piace, piccolo, vero?» gli domandò il corvino, a un soffio dalle sue labbra. Draco le schiuse leggermente. «S-Sì Harry...» sussurrò guardandolo. Il corvino si avvicinò di più. «Ripetilo...» «S-Sì Harry...». E fu allora che il corvino lo baciò di nuovo, portando le mani sul suo petto. Sembrava che lo amasse davvero, il quell'istante, mentre i loto cuori battevano all'unisono.
«Ti amo» singhiozzò Draco, tra un respiro e una spinta. Erano entrambi sul letto, la figura di Harry che troneggiava dolcemente sul corpo del biondo. Si stavano amando lentamente e nel profondo, senza barriere e senza paura, con la mente annebbiata e le labbra gonfie. «Ti amo, Harry James Potter» aveva urlato poi, prima di riversarsi sporcando i loro corpi sudati. Harry si era invece lasciato andare nel corpo di Draco po un altro paio di spinte dolci e attente. Era poi uscito del suo corpo con innata delicatezza e si era steso al suo fianco, stringendo i fianchi del biondo e portandoli contro i suoi. Era poi crollato, non prima però di aver sussurrato un dolce saluto nell'orecchio del biondo, nonché alle sue soffici labbra.
Per Draco, quella fu la notte migliore della sua vita. L'aveva amato davvero, lui se lo sentiva dentro, una sensazione di completezza e protezione. Non aveva fatto incubi. Si era semplicemente accoccolato e addormentato, senza pensieri. Voleva godersi il calore delle sue braccia consapevole che, quando avrebbe aperto gli occhi, non l'avrebbe più trovato.
La notte passò velocemente per entrambi i giovani. Draco decise a malincuore di aprire gli occhi, per trovare il letto vuoto, ancora. Ma quel mattino, qualcosa era diverso dal solito. Solo che il biondo non lo capiva. L'unica cosa che fece fu girarsi a pancia in su per guardare il soffitto, con gli occhi lucidi. Lo aveva abbandonato ancora...
«Amore, sei sveglio? Ti ho preparato i waffle con lo sciroppo che tu ami tanto, e... piccolo? Perché piangi?» la voce di Harry giunse alle sue orecchie nitida e chiara, facendogli alzare lo sguardo verso la porta dove un giovane corvino vestito solo in boxer stava reggendo un vassoio con del cibo e una tazza fumante. Draco sorrise e si asciugò gli occhi. «Mi mancavi» sussurrò semplicemente, lasciando che il suo principe lo baciasse prima di stendersi accanto a lui a gustare la loro prima colazione insieme.

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