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[1] L'invasione

[BUOOOOONGIORGIO, PEOPLE! La canzone sopra accompagna SOLO UNA DELLE SCENE e vi dico io quando attivarla. Ovviamente è soggettivo, chi vuole lo faccia, ma trovo che colori l'atmosfera! Buona lettura.]



Nives' pov

Il mio orecchio si mosse da solo. Non sapevo se alzarmi. Stavo sdraiata sul letto ma non ero riuscita ad addormentarmi. Eppure erano tre mesi che sembrava avessi superato la malinconia di stare da sola in casa. Alcune lacrime mi avevano appena appena inumidito gli occhi alle due di notte quando avevo sussurrato, gli occhi rivolti al letto color verde prato come i miei occhi, vuoto:

-Mi manchi...-

Il mio orecchio si mosse una seconda volta e sentii un suono attutito dalle pareti dell'albero cavo dove ormai vivevo per conto mio. Alzai solo il busto e mi appiattii i tre ciuffi azzurri come il resto del mio pelo sulla fronte. Senza pensarci, accarezzai anche i quattro ciuffi di pelo accanto al mio muso bianco neve. La mia coda con la punta violetto frustò l'aria, disturbata dalla mancanza di sonno. Indossavo il mio pigiama, quello giallo canarino con tre angurie sopra (perché era estate, anche se non la voleva smettere di annuvolare ed occasionalmente piovere) con le maniche larghe un po' scollato, probabilmente solo perché tiravo il collo per controllare come stesse crescendo il mio seno. Biascicai:

-Ma chi è che fa tutto questo rumore?-

Sbadigliai.

-Sono ancora le otto di mattina...-

Mi cambiai ed indossai il mio outfit estivo/sportivo che avevo comprato da poco, dopo il picco di caldo che aveva colpito Snowdrake quest'anno. So che vi sembra strano, ma anche solo avere solo nuvole è raro sul mio pianeta. Durante inverno, autunno e primavera nevica quasi continuamente. Ultimamente, invece, stava cominciando anche a piovere. Indossai la T-Shirt grigia con il colletto alto, un paio di pantacollant leggermente attillati e degli stivali violetto scuro. Un altro colpo, stavolta più forte, ed urla. Urla? Uscii di casa un po' preoccupata che i figli della nuova vicina si fossero feriti con la palla, ma ciò che mi trovai davanti fu peggio. Andava tutto a fuoco. Impallidii. Il mio fiato si fece corto e la frase mi morì in gola. Il mio peso cadde sulla gamba che stava dietro e presi a sudare. La punta delle mie dita  divenne fredda come il ghiaccio e fui tentata di tornare dentro. Ora, vi starete chiedendo come mai l'albero cavo dove vivevo non si fosse incendiato e la risposta arriverà tra poco. Un altro colpo mi fece voltare la testa verso dove proveniva. Mi sentii quasi sollevata al pensiero di poter distogliere gli occhi dalle fiamme. Vidi un individuo fluttuare a pochi metri dalle fronde dell'albero. Sembrava uno sciacallo visto così, dal basso, ma non riuscii a definirlo, dato che il suo visto era coperto da una maschera. Lo sentivo ringhiare, stringendo i suoi artigli. Era molto frustrato. Sul petto stava una gemma rossa che pulsava come di vita propria. Toccai il mio petto, sentendo solo il sudore che mi appiccicava la maglietta al pelo. La paura davanti al fuoco mi aveva fatto dimenticare che non stavo indossando il mio solito vestito celeste con una piccola gemma ovale rosso cardinale.

-È... Quasi come me...-

Qualsiasi pensiero mi distraesse dal voltare di nuovo gli occhi verso l'incendio era il benvenuto.

-Possibile che non riesco a fargli prendere fuoco? RAAAAAGH! NON POSSO ESSERE PIÙ DEBOLE DI UN ALBERO!-

L'unico occhio visibile, dello stesso colore del mio pigiama, si tinse di ira ed una sfera rossa gli apparve tra le dita mentre il rubino era attraversato da linee spezzate, perturbato come il suo possessore. Lanciò la sfera sul tronco che si smosse leggermente, facendo cadere solo una manciata di foglie. Avrei dovuto capirlo dal suo aspetto che non aveva buone intenzioni... Il nero dei suoi occhi mi ricordò Exe per un secondo e rabbrividii.

-Guarda che è tutto inutile! Questo albero non può prendere fuoco!-

Lo sciacallo posò l'occhio su di me, sorpreso di vedermi (o almeno così sembrava). Io mi ero posizionata in posizione di difesa, un piede davanti all'altro e le gambe leggermente piegate, le mani chiuse a pugno davanti al corpo.

-È protetto da non so quale incantesimo che ha fatto Psi...-

Non me la sentii di pronunciare il suo nome.

-Gliel'avevo chiesto io.-

-E tu chi sei?-

-Eri tu a fare rumore, non è così? Questa sarebbe la mia casa...-

Nel frattempo, si era posato a terra.

-Sei un altro dei moscerini che vive su questo pianeta.-

-Com... Come ti permetti?-

La mia coda frustò l'aria ed irrigidii i muscoli.

-Non sono affatto un moscerino! Si dà il caso che non sia nemmeno male  combattere!-

-Scopriamolo.-

E scomparve in un fascio rosso. Lì per lì persi la mia fiducia e mi guardai intorno. Le fiamme tornarono nel mio raggio visivo e ripresi ad ansimare. Qualcosa mi colpì da dietro e caddi in avanti. Per riprendermi, rotolai di lato, alzandomi dal terreno con una spinta del braccio, e riuscii a vedere il mio nemico. Per fermare il mio rotolare, mi girai faccia verso di lui e conficcai le dita delle mani nel terreno secco. Strusciai al terreno creando dei solchi anche con i piedi, che dovetti imputare a gambe piegate, per inerzia. Lo sciacallo non si mosse, sperai fosse per lo stupore. Mi lanciò due sfere rosse che io provai a respingere. La prima si distrusse, ma la seconda venne solo attutita e riuscì comunque a colpirmi il ventre. Indietreggiai, tenendomi il punto colpito. Il mio avversario mi stava squadrando, dicendo con tono appena udibile:

-Nemico che oppone resistenza. Unico a causare veri problemi. Dati rilevati: individuo di sesso femminile. Età: approssimativamente 14/15 anni. Poteri: ghiaccio. Elaborazione...-

-A me non sembra un robot! Forse quella maschera, però...-

Una lingua di fuoco colpì il terreno accanto a me. Presi a correre verso la piazza della nostra città. La nostra casa era a solo trecento metri fuori città e siccome tutto era bruciato non ebbi difficoltà a trovare la piazza. Cercavo di ignorare la mia paura del fuoco facendomi domande in testa:

-Quando è arrivato questo? È da solo? È un demone? Non mi sembra un demone... Ma anche Exe assumeva un altro corpo, quello di Sonic... Pek sta bene? E tutti gli altri abitanti? Non conosco nessun altro... Ah no, la vicina ed i figli! Stanno bene?-

Distratta com'ero, non mi accorsi di un pezzo di casa a terra, una maceria, ed inciampai. La caviglia prese a dolermi quando la muovevo. Strinsi i denti mentre mi sforzavo di metterla in una posizione comoda. Lo sciacallo mi aveva raggiunto e mi stava già lanciando tre sfere rosse. Io le schivai spostandomi con le braccia. Il respiro si era fatto corto. Sentivo le fiamme scaldare l'ambiente intorno a me, il crepitio spezzava l'usuale silenzio, l'aria che si era fatta quasi irrespirabile. Mi portai una mano al muso mentre l'altra era pronta ad alzarsi per, alla meglio, proteggermi. Il mio avversario mi fissava, stavolta in silenzio, poi prese a ridere, sempre più forte ed in maniera sempre più maniacale.

-La sento... Riesco a sentire la tua paura, ragazzina! Ed è deliziosa!-

Non dissi nulla. Tentavo invano di regolarizzare il respiro.

-Almeno, a differenza degli altri abitanti di questo posto, sarai più soddisfaciente da terminare!-

Alzò i due palmi all'aria ed una scia di cubi rossi cominciò a fluttuare sopra entrambi. Avvicinò le mani rivolgendo i palmi verso di me e fu allora che il mio braccio destro si mosse da solo: si alzò e si mise in orizzontale davanti al mio viso, creando uno scudo spesso di ghiaccio. Un raggio di quegli strano cubetti mi investì, cozzando sullo scudo gelato. Dopo meno di un minuto, divenne difficile tenere la mia protezione e incominciai a stancarmi. Sentivo il mio avversario urlare di sforzo. Nessuno saprà mai chi di noi avrebbe mollato per primo.

-ALLA CARICAAAAAAAAAA!-

Sentii tante voci diverse, tra cui quella di... Pek? Mi tolsi lo scudo ormai completamente infranto da davanti e vidi i due figli della vicina appesi allo sciacallo, mentre provavano a schiaffeggiarlo. Questi non contrattaccò più per stupore che per altro.

-Mila! Sebastian!-

La cagnolina ed il lupo si staccarono, tornando dalla loro madre prima che il nemico potesse anche solo provare ad attaccarli. Tre raggi partirono da tre direzioni diverse. Come lo sciacallo, guardai gli artefici di quell'attacco: una volpe nera con gli occhi gialli, i capelli ondulati corvini raccolti in una coda dietro la testa, una mantella con un cappuccio marroncina ed un paio di jeans elastici teneva una rudimentale pistola laser in mano puntata verso lo sciacallo. Un coniglio albino, invece, aveva un'arma molto più sofisticata che gli copriva la mano e parte dell'avambraccio sinistro. Infine c'era Pek, che reggeva il manico della sua elico-spranga con due mani, il foulard giallo che portava al collo sporco di terra, i suoi occhi gialli che lanciavano fulmini e le piume verdi che si muovevano alla leggera brezza causata dalle eliche. Non avevo mai notato che sull'attacco di queste ultime ci fosse un buco che serviva da pistola, oppure è solo nuovo... La prima a muoversi fu la volpe: buttò la sua arma a terra come se nulls fosse e corse fino allo sciacallo, saltando e mollandogli tre calci aerei. Al quarto, si era ripreso e si era teletrasportato costringendola ad atterrare, guardandosi intorno circospetta. Il coniglio vide con la coda dell'occhio delle sfere rosse puntare verso di lui e sparò a sua volta dei proiettili blu. A contatto, i due esplodevano. Poi mosse il braccio verso il basso con un movimento secco e la sua arma prese a scomporsi per poi risistemarsi a forma di spada. Provò a colpire lo sciacallo che si teletrasportava, visibilmente infastidito da tutta quella gente. Pek, invece, voltò le eliche verso l'alto e prese a volare, poi mollando un calcio all'avversario che stava cercando di difendersi dagli altri due.

-BASTA!-

Un'esplosione rossa fece cadere a terra tutti e tre, mentre io mi abbassavo e la vicina abbracciava i suoi figli costringendoli a terra.

-Non ho più ragione di perdere tempo con voi... Questa città e questo pianeta sono ormai conquistati! Morirete di fame o bruciati dalle fiamme mentre sono via...-

E scomparve in una scia rossa. Mio cugino adottivo si alzò, scuotendo la testa.

-State tutti bene? Fiocco di neve?-

Rifiutai la sua mano e mi alzai da sola, avvicinandomi a lui solo per essere piu lontana dalle fiamme. Odiavo quando mi chiamava così, ma ormai ci avevo fatto l'abitudine. Il coniglio aiutò la volpe ad alzarsi e fu in quel momento che un tuono scosse l'ambiente. Una debole piogerellina che si fece via via più scrosciante prese a bagnarci spegnendo l'incendio. Lì mi rilassai.

-Pek! Che diavolo sta succedendo?-

-Come mai non sei venuta a dare una mano: questa è la vera domanda! Sei una delle poche ad avere poteri in questa città!-

-Abbiamo bussato alla tua porta per ore ieri finché questo giovanotto non ci ha convinti a lasciar stare e ad unirci alla resistenza.-

Continuò la vicina.

-Resi...stenza? Io ieri mi stavo facendo una passeggiata al lago ghiacciato che ora si è sciolto! Dovresti sapere che amo l'acqua!-

-Mentre tu ti facevi una passeggiata piacevole, noi combattevamo!-

-Mi dispiace... Ma che è successo a tutti gli altri abitanti?-

Altre massimo venti persone sbucarono da dietro un palazzo in rovina ad un cenno della volpe.

-Questi sono tutti i sopravissuti.-

La voce del coniglio era stranamente grave, ma non eccessivamente. Mila mi si avvicinò, con gli occhi in lacrime:

-Il nostro papino non ce l'ha fatta! La civetta verde ha detto che sei brava a combattere e che hai sconfitto un demone! Ci puoi aiutare, per favooooore?-

I suoi occhioni verdi lucidi mi fecero tenerezza.

-Ehm... Non è andata... Esattamente così... Ma... Proverò...-

I due bambini mi abbracciarono ed io ricambiai. Adoro i bambini... Sono così piccoli e carini!

-Il tuo albero non prende fuoco.-

La voce autoritaria della volpe mi fece sobbalzare.

-Magari possiamo farne la nostra base.-

-Aspetta... Non ho mica spazio per tutta quella gente!-

Riflettei.

-A meno che... Non vi vada bene usare una biblioteca! È pieno di libri di magia là... E non rompete niente!-

-A loro ci penso io.-

Si intromise Pek.

-Facci strada.-

-Sai dove andare, sacco di patate!-

E presi a correre in testa con tutti i cittadini ancora vivi al mio seguito, sotto la pioggia battente. Entrati in casa, li condussi al seminterrato. Lì tutto era fatto di libri: c'erano muri coperti di tomi e volumi, scale per raggiungerli composti di libri impilati ed alcuni erano anche sparpagliati per terra. Ne raccolsi uno.

"L'arte delle visioni tomo n.3"

Avanzai verso un tavolo e ne presi un altro.

"Sogni premonitori e come capirli di Fabrizio Garzilli"

Sospirai, sforzandomi di non piangere. Questi erano gli ultimi libri che Psiky aveva consultato per aiutarmi a trovare i miei genitori. Ogni notte mi svegliavo ed avevo fatto lo stesso incubo... Il solo annusare quelle pagine e mi sembrò di rivedere i suoi occhi viola, le sue piume beige, la sua maglia larga verde con una stella sopra e la sua gonna lunga color violetto... E sentivo anche il suo profumo, rimasto nei capitoli che aveva sfogliato, quel sentore di vaniglia che la accompagnava quando mi cucinava dei dolci. Notai che mi stavano fissando tutti straniti e sentii anche qualcuno bisbigliare:

-Che fa? Sniffa i libri?-

Chiusi di scatto il volume e lo riposai sul tavolo.

-Chi di voi è il capo qui?-

Alzarono la mano in tre, ovviamente, i tre che avevano combattuto prima. Appena si resero conto di non essere stati né i primi né i soli a prenotarsi, si fissarono di sbieco, infuriati. Evanna, questo il nome della vicina, alzò la mano incerta, forse solo per calmarli, mentre il figlio Sebastian la fissava confuso.

-Voi tre! Di sopra! Con me!-

Lasciai una ventina di sconosciuti in uno dei miei posti preferiti della casa solo per far ragionare un gruppo di bambinoni.



(Premete play ora)




-Non te la passi per niente male! Che lavoro fai?-

Chiese il coniglio.

-Non è casa mia! Cioè... Ora lo è. Ma era di una mia amica ricca.-

-C'è pure un garage attrezzato dove costruisco macchine come quella!-

Si intromise Pek tronfio puntando la mano del coniglio che sorrise.

-Non ti ringrazierò mai abbastanza, amico! Grazie a te, ora sono più forte!-

-Esatto! Per non parlare che il garage è dove dormi!-

La civetta verde abbassò lo sguardo imbarazzato mentre la volpe rideva.

-Ok. Devo sapere chi ospito qui. Quindi presentazioni.-

Pek si schiari la gola, facendo un passo in avanti.

-Il mio nome è Pek e...-

-È metà della mia vita che mi sorbisco la tua voce e la tua faccia! So chi sei!-

Lui fece un passo indietro, offeso.

-Tocca a me, credo. Io mi chiamo Cassandra. Dovrei essere una volpe artica, ma qualcosa è andato storto con i miei geni ed il mio pelo è nero. Sono in'esperta di arti marziali di tutti i tipi: Kung-Fu, Taekwondo ed anche Resetti!-

Io e Pek ci fissammo per un attimo perplessi.

-Anche cosa, scusa?-

-Oh. L'ho inventato io!-

Spiegò, alzando la gamba tesa quasi volesse darmi un calcio.

-Io invece sono Clayton! Sono nato albino ed ho perso una mano! Ma il tuo amico qui mi ha reso completo!-

E diede un pugnetto sulla spalla della civetta usando l'arma. Questi tossì un attimo e poi annuì con la testa.

-Wow. Avete avuto un passato tragico entrambi!-

I due si strinsero in un abbraccio laterale.

-Ed è per questo che siamo diventati migliori amici!-

-Le esperienze traumatiche uniscono le persone più che la felicità! Lo sanno tutti! Succede anche nei film!-

Ripensai a come io e Psiky ci fossimo incontrate ed in quale situazione avessi conosciuto Tails e tutti gli altri.

-Suppongo tu abbia ragione, ma non sempre è così...-

-Insomma. Chi di noi è il capo? Pensavo fossimo d'accordo dovessi essere io!-

-Nessuno era d'accordo! Tu lo eri!-

Controbatterono i due amici.

-Davvero? Chi ha spazzato via tutti quei robot, eh?-

-Solo la metà! Il resto l'hai lasciato a noi due perché, a detta tua, dovevi andare in bagno!-

Urlò Cassandra infastidita.

-Aspettate un attimo... Robot?-

Clayton annuì.

-Una roba mai vista. Erano un plotone intero di robot arancioni con un logo con i baffi!-

Io mi illuminai.

-Per tutti i ghiaccioli... Eggman! Ecco chi c'è dietro a questo attacco!-

I tre si squadrarono confusi.

-Chi?-

-Lo conosco solo per sentito dire... È l'acerrimo nemico di Sonic! Costruisce robot e cerca di conquistare Mobius per trasformarla in un parco a tema. Ed ha i baffi! Lui e lo sciacallo devono essersi alleati!-

-Quindi in sostanza?-

-Quindi in sostanza voi dovete allenare quel gruppo di cittadini a combattere!-

-Eh? Io non posso!-

Pek scosse la testa. La volpe rise:

-Se tu costruisci armi, io insegno loro a difendersi! So anche tagliare una pizza a fette con le mie mani!-

Io non seppi cosa rispondere, se complimentarmi o prenderlo per uno scherzo.

-Guarda che è utile per le serate davanti alla tele!-

E lei ed il coniglio risero. Cavolo, dovevano essere amici da un sacco di tempo!

-Ma tu, fiocco di neve? Che farai?-

-Io vado a cercare aiuto! Chi sa meglio di Sonic come sconfiggere il dottor Eggman? Pek, prepara la tua navicella!-

Seguì un minuto di silenzio.

-Pilota automatico, non è così?-

-Ti prego, sì! Io non ci capisco un tubo con tutti quei pulsanti!-

-Dove vai con la navicella spaziale?-

La voce di Mila mi colse di sorpresa.

-Ci abbandoni?-

-No! Sto andando a cercare aiuto a Mobius!-

-Mo-Mobius?-

Inclinò la testa lateralmente.

-È un pianeta che si trova in questo Sistema Solare, ma un po' più vicino al sole... Così hanno temperature normali durante le stagioni e non tre inverni ed un autunno...-

-Che forza! Mamma, voglio andare lì da grande!-

Esclamò Sebastian. Evanna, che li aveva rincorsi su per le scale, aveva il fiatone. Dovevano esserle sfuggiti di vista un attimo.

-Un giorno, forse, quando sarai più grande, potrai venire! Solo col permesso della mamma, però...-

Affermai con un occhiolino.

-Signora Evanna: se i bimbi si annoiano, io quand'ero piccola, mi portavo sempre il mio gomitolo quando Psiky si fermava a leggere. Dovrebbe stare ancora lì!-

-YEEEE PALLAA!-

Ed i due bambini tornarono giù mentre la madre li seguiva.

-Bene, Pek! Navicella!-

Ed uscii col cuore che batteva per l'emozione. Sarei tornata a Mobius! E forse, sarei riuscita a ricongiungermi con Tails!




























ANGOLO DEI GHIACCIOLI

Ehilà, wattpad! Come andiamo? Io sto letteralmente morendo nel tentativo di finire i compiti per le vacanze... Ma riesco sempre a ritagliare un po' di tempo per scrivere!

E voi? Come va la vita?





PROSSIMO CAPITOLO====》 LA RESISTENZA

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