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Capitolo 11: Brutte situazioni

Scusate per eventuali errori di grammatica e/o ortografia.

La mattina dopo mi sveglio più felice del solito, non so perché, ma uscire e stare con la gente del mio paese mi da una strana euforia in tutto il corpo e ammetto che non mi dispiace come sensazione.

Inizio a fare dei piccoli saltelli fino in cucina, ma mi fermo subito vedendo che sono ridicola, quindi ricomincio a camminare normalmente.

Entro in cucina e vado verso Nelly, Jordan e Axel che stanno facendo colazione.

《Ciao ragazzi!》Saluto.
《Ciao Mitsuko.》Risponde Jordan guardandomi sorpreso, il perché non lo so.
《Hey, ti senti meglio? Sicura di star bene? Se vuoi oggi puoi riposarti.》Nelly mi parla con un tono di voce premuroso.

Guardo tutti e due con un'espressione stranita dipinta in viso, mi giro verso Axel.
Quest'ultimo gira la testa dall'altra parte per non incrociare il mio sguardo.
Cosa cavolo ha fatto?!

《Si, sto bene. Perché?》Chiedo alzando un sopracciglio e mettendo le mani sui fianchi.
《Ehm...Axel ha detto che ieri sei stata tutta la notte in bagno...》 Dice Nelly.
《Secondo me, è colpa della tua zuppa Nelly.》Commenta sottovoce il pistacchio.
Ma per sua sfortuna la rossa lo sente.《SMETTILA DI DARE LA COLPA AL MIO CIBO!》

《Comunque è vero che hai avuto problemi di stomaco? -Jordan ignora gli insulti che Nelly continua a mandargli- Stai bene ora? Se vuoi posso parlare con Hunter e vedere se ti lascia riposare per oggi.》

Lo fermo con un veloce gesto della mano.
《Ragazzi, sto bene, ve l'assicuro, non era nulla di grave.》
《Va bene.》Jordan non sembra molto convinto delle mie parole.
In tutto ciò Axel è rimasto in silenzio a mangiare.

《I PRINCIPI SONO ARRIVATI! FORZA AL LAVORO!》La voce di una cameriera ci fa voltare. Nelly, Jordan e io andiamo subito a prendere i soliti vassoi e ci dirigiamo verso la sala.
Prima di uscire guardo Axel.

《Dopo io e lui facciamo i conti.
Penso mentre la porta si chiude alle mie spalle.

☕☕☕

La colazione passa molto velocemente; a Xavier non è venuta nessuna strana idea per umiliarmi e Claude non ha iniziato una guerra del cibo contro se stesso o Bryce.

Mi sono offerta volontaria per pulire i piatti, e per "volontaria" intendo che la capo cuoca mi ha letteralmente placcato e trascinato verso i piatti sporchi.

Vedo con la coda dell'occhio Axel che cerca di sgattaiolare via.

《TU! FERMO LI IMMOBILE!》Lo minaccio con una padella bagnata.
Axel si ferma e si volta verso di me con il volto pallido e un'espressione tesa, mentre solleva lentamente le mani.

《Ora tu mi dici che cavolo di scusa ti sei inventato.》
Axel avanza titubante verso di me, sempre con le mani ben in vista, forse perché sa che con una padella in mano non sono per niente rassicurante o innocua.

Si mette a debita distanza da me e inizia a tormentarsi le mani, con un sorriso nervoso e alcune gocce di sudore si creano agli angoli della sua fronte.

《Hai detto tu che mi dovevo inventare una scusa e io l'ha fatto!》Strilla.
Incrocio le braccia, sempre tenendo in mano la padella, e assottiglio gli occhi.

《Ecco...Potrei essermi inventato che hai avuto un attacco improvviso di...diarrea...》Sussurra.
Spalanco sia gli occhi che la bocca, poi mi tiro una mano sulla fronte, forse un po' troppo forte visto che ha fatto rumore.

《Ma tra tutte le scuse, proprio questa ti dovevi inventare?》Chiedo con ancora la mano attaccata alla mia fronte.
《Oh! Lo sai che faccio schifo a mentire!》Si giustifica lui.

《Va bene, per sta volta ti perdono, ma la prossima volta inventati qualcosa di decente.》
《La prossima volta?!》Axel spalanca gli occhi, molto probabilmente credeva che non l'avrei più fatto.
《Si, l'ho promesso a Silvia.》
《Ma perché non riesci a stare ferma e buona, per almeno una volta?!》

Scrollo le spalle.
《Comunque, è meglio se adesso vai, tra poco il viziato arriverà qui.》
《E tu come lo sai?》
《È tipo un sesto senso. -gesticolo indicandomi la testa- Ogni volta che Xavier sta per arrivare sento mal di testa.》
《Davvero?》Chiede il biondo stupefatto.
《No, era solo una scusa per mandarti via.》

🍳🍳🍳

Cammino alla ricerca del pomodoro e compari per vedere se ho altri compiti da fare.

Vediamo...dove può essere? Uhm...Axel ha detto che oggi non prenderanno di sicuro i cavalli, anche perché tra poco inizierà a piovere. In atrio ho appena controllato e non ci sono, in camera di Xavier mi rifiuto di entrare. E se fossero nella sala del trono? No, non credo.
Okey, non ho la più pallida idea di dove siano!

Inizio a girovagare senza meta per i corridoi, potrei andare a trovare Silvia, ma credo che sia anche l'ora che impari ad orientarmi qua dentro.

Giro a destra e sinistra, svolto in alcuni corridoi e continuo dritta fino a quando non mi trovo in atrio...Sono nell'atrio.

MA COME CAVOLO È POSSIBILE?!

Ritorno a camminare nella vaga speranza di trovare Aramis, Athos, Porthos e D'Artagnan.
Tutto ciò è abbastanza comico, quando non voglio tra i piedi Xavier me lo ritrovo a darmi il tormento e quando mi serve scompare!

Continuo a camminare fino a quando mi trovo davanti una porta di legno molto grande, simile a quella della sala da pranzo e quella della sala del Trono.

Ti prego, fa che non sia la sala da pranzo...

Spingo la porta ed entro nella stanza. Vedo subito i quattro moschettieri mettersi delle imbottiture bianche, le riconosco: sono le imbottiture che usano quando fanno scherma.

Faccio un piccolo sorriso quando mi ricordo di quella volta che ho puntato una spada finta al collo del viziato.

Jordan alza lo sguardo e incrocia il mio.
《Ciao Mitsuko!》Urla sventolando in aria la spada finta, anche Claude e Bryce si girano per guardarmi.

Mi avvicino a loro.
《Ciao, vi state preparando per affrontare i villani, moschettieri?》
《Sfortunatamente no, è nell'etichetta del principe saper usare le armi.》Mi spiega Bryce.
《Perché sei qui?》Mi chiede Xavier senza girarsi per guardarmi.
《Oh, sai, anche se adoro non averti immezzo ai piedi, mi devi dare gli incarichi per oggi.》
Xavier sbuffa, ma non dice altro.

《Secondo me, sei venuta qui solo per vedere la nostra figaggine》Claude inizia ad atteggiarsi credendosi figo o altro.
《Ehmmm...Okey.》Dico alzando un soppraciglio.
Mi chiedo quanto abbiamo danneggiato Claude dopo avergli tirato una spazzola e averlo colpito con una pala.

Mi rigiro verso Xavier, ora anche lui è girato verso di me e mi guarda con le braccia incrociate.

《Quindi, quali sono i miei compiti per oggi?》Chiedo con insistenza.
《Oggi mi sento buono...》Dice il rosso 2.

Veramente? Sembra più incazzato del solito.

《Quindi, ti permetto di stare qui per ogni nostra esigenza.》Proclama.

Evviva...》 Penso con ironia.

I ragazzi finiscono di prepararsi, mentre io mi siedo su una sedia davanti a una della grandi finestre presenti nella stanza.
Vedo i ragazzi dividersi in due coppie, Claude con Jordan e Bryce con Xavier, per poi posizionarsi uno davanti all'altro.

Concentro il mio sguardo su Xavier e Bryce, entrambi fanno un inchino, subito dopo Bryce è il primo ad attaccare con un affondo, ma Xavier lo schiva. Ci sono poi un susseguirsi di colpi e parate da entrambi i ragazzi, fino a quando Xavier non fa un mezzo giro portandosi alle spalle di Bryce e puntandogli la finta spada al centro della schiena.
Bryce alza le mani sorridendo e si gira per stringere la mano al pomodoro.

È bravo, lo ammetto.》

Sposto lo sguardo per vedere come procede il finto duello tra Jordan e Claude.

Rimango a bocca aperta non appena vedo Claude puntare la spada sulla fronte di Jordan.
La toglie subite e si porta la mano libera dietro il collo in imbarazzo. Dice qualcosa a Jordan per poi porgergli gli mano.

🌷🌷🌷

I ragazzi continuano gli allenamenti per un'ora buona, devo ammettere che sono veramente bravi, ma stare qui ferma a non fare niente è piuttosto noioso.

Ad un tratto Jordan si gira verso di me, alcune gocce di sudore sono ai lati della sua fronte, mi sorride.

《Mitsuko, puoi passarmi un pezzo di stoffa?》Indica qualcosa alla mia destra, mi giro e vedo una serie di fazzoletti giganti implicati uno sull'altro sopra ad un tavolino, c'è anche un vassoio con 4 bicchieri di vetro, una brocca d'acqua e dei biscotti.

Mi alzo dalla sedia, prendo la stoffa e la porto al pistacchio che mi ringrazia asciugandosi subito la fronte.Gli sorrido e torno a sedermi, non per sembrare pazza ma, mi sento come osservata.

Mi guardo un po' intorno fino a quando il mio sguardo non si va a scontrare con quello di Xavier.
Non mi sta guardando male, mi sta guardando normalmente come farebbe una persona normale a una persona qualunque, ma diciamolo, Xavier non è una persona normale e io per lui non sono una una persona qualunque.

Interrompo il nostro scambio di sguardi concentrandomi su altro, per quanto mi dia fastidio, quando Xavier mi guarda così mi mette soggezione, una tremenda soggezione.

Quando mi guarda male riesco almeno a capire cosa sta provando, ma quando usa quello sguardo...non ho la più pallida idea di cosa sta pensando e la questione mi da fastidio, mi da fastidio il fatto che non riesco a capire cosa gli passa per la testa, cosa sta pensando, cosa sta provando.

Ricomincio a guardare Jordan, con lui, invece, mi sento davvero a mio agio, riesce a capirmi, sa cosa vuol dire avere a che fare con quel viziato per tutto il giorno.

Però da qualche giorno mi risulta strano parlare o stare in sua compagnia da sola e per troppo tempo.
Ogni volta che mi sorride, il mio viso diventa più caldo, mi ritrovo a fare una risatina da ebete che non sopporto e il mio cuore accellera manco avessi corso per 4 kilometri.

Non ho la minima idea di cosa ho...molto probabilmente Jordan mi ha passato qualche virus.

I ragazzi si fermano e si avvicinano a me e al tavolino, molto probabilmente per bere, quindi per essere gentile (almeno una volta), mi alzo dinuovo e inizio a versare l'acqua nei bicchieri per poi porgergli ai ragazzi che mi ringraziano.

In poco tempo la caraffa è vuota, i 4 moschettieri decidono di fare una pausa, vado subito a riempire la caraffa mentre Bryce va in bagno.

Quando ritorno Bryce non è ancora tornato, Claude è disteso per terra, Xavier si sta asciugando il sudore mentre guarda fuori dalla finestra e Jordan duella con l'aria.

Istintivamente vado verso Jordan.
《Chi sta vincendo?》Chiedo con sarcasmo.
Il verde si ferma e si gira per guardarmi.

《Beh, per adesso io.》
《Per adesso?》
《È abbastanza bravo, non so se rimonterá.》

Forse sta prendendo questa storia un po' troppo seriamente...》

Che ne dici di duellare un po' con me?》Chiedo.
《Certo, hai mai duellato a scherma?》

Onestamente, non so se un duello con i manici delle scope, dentro la mia cucina, con Axel, si può considerare scherma...
《Beh...una specie...》Rispondo infine.

Jordan mi passa una spada finta.
Ma da dove cavolo l'ha tirata fuori?》

Ci posiazioniamo uno davanti all'altra e facciamo un piccolo inchino, appena rialzo il capo rimango ferma, non so che fare, in genere con Axel lo inseguo e basta per poi picchiarlo.
L'unica arma che ho mai preso in mano è l'arco e c'è molta differenza tra un arco e una spada, anche se finta.

Finalmente Jordan si decide e mi attacca con una botta dritta, lo schivo, proprio come aveva fatto Xavier con Bryce. Con la spada colpisco la sua per allontanarla e deviarla il più lontano possibile da me, ma non funziona; il secondo dopo Jordan è dinuovo all'attacco e io cerco di parare e/o schivare i suoi colpi mentre indiettreggio.

Ad un certo punto ci troviamo in una situazione di stallo: la mia spada è sopra la mia testa, ho entrambe le mani posizionate sul manico per impedire a Jordan di fare un fendente.

Cerco di trovare alcune strategie per uscire da questa situazione, guardo istintivamente Jordan che è a pochi centimetri da me. I suoi occhi sembrano due pozzi neri profondissimi nei quali potrei cadere se anche mi avvicinassi troppo a loro. La sua espressione concentrata mi procura una stana sensazione allo stomaco, peggio di quando mangio del cibo cucinato da Nelly.
Le mie guance si scaldano e sto pregando Dio che non siano diventate inesorabilmente rosse.

Giro dinuovo lo sguardo e vedo Xavier guardarci, impugna saldamente la spada finta nella mano destra e la sua espressione si fa sempre più dura.

Se gli occhi di Jordan sono dei pozzi bui, quelli di Xavier sono i fondali oceanici.
In genere l'azzurro e il verde acqua mi rilassano, amo quei colori, ma i suoi occhi mi mettono in uno stato di trance per niente piacevole.
Quando li guardo mi sembra di non capire più niente, i miei pensieri razionali sfumano, la mia lucidità se ne va, odio questo senso di impotenza, odio quello che Xavier mi sta facendo solo guardandomi.

I miei occhi viola sono ormai incatenati ai suoi, non so a cosa pensare, non so cosa fare, so solo che non riesco a smettere di fissarli.

Il nostro gioco di sguardi viene interrotto da qualcosa di duro che preme sul mio fianco sinistro.
Abbasso lo sguardo solo per vedere che Jordan mi ha colpito delicatamente con la spada, segno che ha vinto.

《Sei stata brava, anche se non ha mai duellato seriamente.》Dice Jordan mentre mi stringe la mano.

Guardo dinuovo verso Xavier e poi torno a guardare Jordan

《Grazie.》Sorrido, trovando riparo in quei profondi occhi bui.

👀👀👀

《Quindi, ricapitolando, hai o non hai una cotta per Jordan?》Chiede Silvia cercando di non cadere dal muretto dove sta camminando.
Do un altro morso alla mela che tengo in mano, io invece sono seduta sul muretto, vicino alla mia vecchia scuola.

《Non lo so...e stai attenta a non cadere.》L'avviso.
《E tu non cambiare discorso.》 Puntualizza la verde mentre cerca di sollevare l'orlo del vestito marrone, con qualche rifinitura oro, che indossa.

《Non lo so, ogni volta che vedo i suoi occhi...》
《Si, i suoi occhi ti sembrano due pozzi neri e temi di poterci cadere dentro e bla, bla, bla. Queste cose me le avrai dette minimo dieci volte.》
Mi gratto il retro del collo in imbarazzo.

《Però è strano...》Continua Silvia fermando la sua camminata da "acrobata".
《Cosa?》Chiedo lanciando il torsolo della mela tra qualche cespuglio.
《Vederti così. Sai ormai mi ero fatta l'idea che tu eri la ragazza indipendente e solotaria che non ha bisogno di nessuno, che sa cavarsela da sola, e poi mi vai a cadere nel classico "colpo di fulmine" o "cotta".》

La guardo confusa, non so se prenderlo come un complimento o un insulto.

《Così non aiuti per niente.》Dico infine.
《In realtà il mio ruolo non è quello di consigliarti, io sono solo lo spettatore che a volte compare per non far fare scelte stupide alla protagonista.》
《Ripeto: Non sei per niente d'aiuto!》Appoggio i gomiti sulle mie gambe, mi prendo la testa tra le mani e guardo dritto davanti a me.
《E poi qua non siamo in un libro, ma nella vita reale. Dubito che tutto si può risolvere per il meglio.》
《Sai, ho notato che quando le cose non vanno come speri diventi un tantino pessimista.》
Alzo leggermente la testa per guardare il profilo di Silvia, per poi continuare a guardare dritto davanti a me.

Forse ha ragione.
《Beh, io ho esperienza solo leggendo i miei libri e quindi non so come vanno realmente i rapporti tra le persone reali.》Dice abbassando un po' la testa.
Non dico niente, non so che dire, non so come continuare il discorso, ma a volte fa bene smettere di parlare e riordinare i pensieri.

Penso dinuovo a Jordan, a quanto sto bene con lui , a quando non ho nientre da fare e lo vado a cercare.
Poi il mio pensiero cambia, penso a Xavier.
Non so perché, ma mi trovo sempre a pensare a lui, è come una maledizione, ogni cosa che faccio, ogni posto che vado, io mi trovo a pensare a quel rosso.

《Onestamente non so se Jordan mi piace...》Do voce ai miei pensieri.
《Non so se considerarla fortuna o sfortuna.》Dice Silvia prendendosi il mento tra le mani.
《Perché?》
《Beh...ti prego non arrabbiarti, ma io ti vedrei veramente bene con Hunter...》
《COSA?!》Urlo così forte che molto probabilmente mi hanno sentito anche a castello.

《Si, insomma, leggo ogni volta di due persone che si odiano a morte e poi alla fine si rendono conto che si amano.》Silvia guarda un punto indistinto nel cielo grigio con fare sognante.

La guardo abbastanza con una espressione mista tra il basito e il "cosa cavolo ha fumato?".
Alla fine inizio a ridere e con me anche Silvia.

《No, sul serio, ero seria quando ho detto che ti vedrei bene con Hunter.》Dice tra le risate.
《Mi dispiace deluderti, ma non ci sarà mai niente tra me e quel viziato.》
《Sperare con costa nulla.》Mi tira qualche leggera gomitata ammiccando.

《Sarà meglio tornare a castello.》Dico scendendo con facilità dal muretto seguita da Silvia.
Il cavallo l'ho lasciato a casa, quindi dovremo comminare un po'
Le strade sono deserte, cosa strana dato che brullicano sempre di gente.

I cumoli grigi sopra di noi preannunciano che tra poco pioverà, dobbiamo sbrigarci se vogliamo ritornare in tempo.
Inizio a parlare di scemenze con Silvia, non accorgendoci di alcune figure che si muovono nei vicoli ai nostri lati.

Ad un certo punto mi sento osservata, non ci do molto caso e continuo a camminare, ma anche Silvia se ne accorge.

《Mitsuko...》Sussurra lei.
《Tranquilla, accellera il passo e non fermarti, parla come se non stia succedendo niente.》Dico io in tono fermo.

Neanche un minuto dopo che la nostra strada viene fermata da alcuni ragazzi. Li conosco, sono dei componenti della banda che circola nel paese.
Non creano molti problemi, giusto quelli che commetterebbero tutti i ragazzi, dai 10 ai 19 anni, senza una famiglia o con dei problemi finanziari, insomma rubare e commettere atti vandalici verso le proprietà altrui.

Come li conosco?
Io e Axel abbiamo fatto parte della banda per un annetto circa, poi l'abbiamo lasciata.
Facevamo affari con loro principalmente perché ricavavamo molti soldi con la selvaggina e altri prodotti, però non abbiamo mai rubato.

È stato Axel a insistere di lasciare la banda e io l'ho seguito.
Sfortunatamente il capo non l'ha presa molto bene, anche perché...diciamo che...aveva una cotta per la sottoscritta.

Neanche farlo apposta ci troviamo la banda al completo davanti a noi.
Dalla folla di ragazzi si apre un varco e con passo lento, si presenta davanti a noi il capo di tutto ciò: Archer Hawkins.

《Mitsuko, tu lo conosci?》Mi chiede Silvia aggrappandosi spaventata alla manica del mio vestito verde scuro.
《Sfortunatamente si.》Rispondo continuando a guardare Archer.

《Mitsuko! che piacere vederti!》Archer mi guarda ghignando divertito.
《Vorrei dire lo stesso...》

Xavier pov's (ammettetelo che non ve l'aspettavate!)

Mi guardo intorno, è da più di due ore che non sento la fastidiosa voce di quella presuntuosa.

Dopo la lezione di scherma è praticamente sparita e a cena non c'era.
Forse c'entra qualcosa quello che è successo durante il finto duello con Jordan.
Onestamente non so nemmeno io cosa sia successo, ma vedere quei due guardarsi così intensamente, non so, mi ha dato fastidio, un grande fastidio.

Io, Jordan, Claude e Bryce ci troviamo in un piccolo salotto nel castello, siamo tutti seduti a fare quello che vogliamo.
Distolgo lo sguardo dalla mia spada che sto lucidando e smetto di pensare a quella ragazzina insopportabile.

《Ragazzi, sapete dov'è la ragazzina?》Chiedo con indifferenza.
《Mitsuko?》Chiede Claude.
《Si, lei.》Roteo gli occhi, non ho voglia di chiamarla per nome.
《Non lo so...Onestamente in questi giorni mi sta preoccupando.》Jordan da voce hai suoi pensieri.
《Cioè?》Chiedo forse fin troppo curioso.
《Sparisce dal nulla, a volte non c'è nemmeno a cena e la vedo andare sempre in biblioteca.》

Mi ricordo che mi aveva parlato di una biblioteca e successivamente mi ricordo anche a cosa stavo per fare qualche minuto dopo che siamo caduti sul mio letto.
Cerco di non arrossire per quel pensiero; onestamente non lo so perché la stavo per baciare, forse era un modo per cercare di chiuderle la bocca.

《Magari Axel ne sa qualcosa.》 Azzarda Bryce.
《Chi è Axel?》Possibile che la maggior parte delle volte non so nemmeno di chi stiamo  parlando?
《Axel, lo stalliere, quello a cui hai dato tu stesso il lavoro, nonché migliore amico di Mitsuko.》

No, non mi viene in mente nessuno, ma per non perdere tempo annuisco e basta.

《Io propongo di andare a parlare con lui.》Dice Claude alzandosi dalla poltrona su cui era seduto, azione che copiamo anche noi altri.

Ci dirigiamo verso le scuderie e una volta arrivati vediamo un ragazzo della nostra stessa età, girato di spalle mentre sistema una sella su un gancio.
Ha i capelli biondo platino e non so con quale forza di gravità riescono a rimanere dritti, ma se si parla di capelli e gravità nemmeno i miei si possono ritenere normali.

《Hey tu!》Urlo attirando la sua attenzione, si gira sorpreso nel vederci.
《Mi hanno riferito che tu sei il migliore amico di Mitsuko.》 Continuo avvicinandomi.
《E allora?》Il suo sguardo si assottiglia sempre di più.
《Lei dov'è?》Arrivo al punto.
《...In camera sua...》Ha esitato, con un gesto veloce l'afferro per il colletto della sua bisacca e l'avvicino a me.

《Mi credi stupido? Hai esitato e so di certo che lei non è in camera sua.》Sputo acido.
《Come fai a dirlo?》Mi afferra il polso e lo stringe.
《Manca una cavallo.》Dico infine.

Lo vedo sbiancare e spalancare gli occhi, ho indovinato.
《Ora lo ripeto: Lei dov'è?》Ripeto scandendo meglio le parole.

Il ragazzo sospira e io lascio il suo colletto.
《È in paese con Silvia.》Risponde seccato.

Ma chi cazzo è sta Silvia?

《SILVIA? -Chiede stupito Jordan- Ma lei non esce mai dalla biblioteca...》
《Sentite, parleremo dopo di chi è sta Silvia e perché si rifiuta di uscire da una biblioteca, adesso dobbiamo solo pensare ad andarle a salvare.》Interviene Bryce.
《Ma non hai pensato che sono solo in ritardo? Magari stanno ritornando.》Azzarda Claude.
《No, il portone si è chiuso più di un'ora fa, Mitsuko non se l'avrebbe dimenticato.》Dice il biondo.
Sospiro esasperato. 《Ma perché quella deve sempre incasinarmi la vita?

❌❌❌

Qualche minuto dopo ci troviamo tutti e cinque in una piazza desolata, mi guardo attorno ma non vedo nessuno, in un certo verso sembra quasi inquietante.
Scendo da cavolo e mi sistemo meglio il cappuccio che copre sia la mia testa che quelle di Bryce e Claude, così da non farci riconoscere.

《Forza andiamo.》Axel mi passa affianco con un'espressione seria in volto, stringe saldamente l'arco che ha in mano al punto di farsi diventare biance le nocche, e la spada che ha legata in vita si intravede da sotto la mantella ad ogni passo che fa.

《Perché hai portato anche arco e freccie?》Chiede Claude camminando appena dietro di lui.
《Fidati, servirà.》Non aggiunge altro e noi non chiediamo altro.
Il biondo non ci ha spiegato niente di quello che stiamo per fare, ha solo detto che se è successo quello che pensa allora quell'incosciente è in un mare di guai.
Tutta questa faccenda mi sta innervosendo di brutto.

Iniziamo a controllare tutti i vicoli del paese, fino a quando non sentiamo un urlo.
Corriamo verso la voce che sta protestando e urlando alcuni insulti, subito ci troviamo in un vicolo senza vie di fuga, buio, sporco e abbandonato.

Spalanco gli occhi per la scena che vedo: una ragazza dai capelli verdi è tenuta ferma da due ragazzi più grandi di lei, urla e si dimena per cercare di liberarsi, urla anche di fermarsi ad una figura davanti a lei.

Si tratta di un ragazzo, forse della mia stessa età o più piccolo, ha una stana capigliatura viola.

Sembra un'alce...》Penso.

Tiene ferma al muro un'altra ragazza, che sfortunatamente conosco bene; con la sua mano sinistra blocca entrambe le mani di quest'ultima sopra la sua testa, inchiodandole al muro, mentre con la sua mano destra stringe il mento di Mitsuko facendola avvicinare troppo a lui per i miei gusti.

Non so perché o come, ma le mie gambe si muovono da sole, la mia mano afferra la spalla di questo qui facendolo voltare verso di me e il secondo dopo si ritrova un mio pugno sulla faccia che lo fa cadere a terra.

Prendo il polso dell'albina, che vorrei con piacere strozzare, e la trascino dietro la mia schiena mentre sguaino la spada.
Il tizio leva la mano dalla sua faccia scoprendo il sangue che gli scende dal naso, un lampo illumina il suo sguardo furente di rabbia.

Alcune goccie si pioggia cominciano a cadere, Mr. Alce afferra dalla sua cintura un pugnale e corre verso di me.
Lo schivo e iniziamo a lottare, cioè io lo schivo e basta non ho voglia di  ferire questa feccia della società.

Con una spallata lo al lontano da me, però sta volta non mi attacca, anzi, sta faremo e mi sorride vittorioso.

《XAVIER!》Sento qualcuno urlare, mi giro e mi trovo davanti un altro tizio alto come una montagna e mezzo, quest'ultimo tiene in mano un tubo di ferro ed è pronto a colpirmi.

Cerco di fermarlo con la spada, ma neanche il tempo di fare un movimento che il tubo di ferro cade di mano al ragazzo e un tuono ovatta le sue urla di dolore, una freccia è conficcata nella sua mano dove prima stringeva il tubo.

Cade a terra in ginocchio rivelando Mistuko con un arco in mano, già pronta a scagliare un'altra freccia.
Ecco a cosa serviva l'arco.

Sento un urlo alle mie spalle e faccio appena in tempo a schivare il ragazzo dai capelli viola, però riesce ad abbassarmi il cappuccio.

Rimane sconvolto vedendo il mio volto.
《Il...il....p-principe Hunter...》
《Sparisci.》Il mio sguardo in questo momento lo potrebbe benissimo uccidere.

Esita un po' ma alla fine se ne va sconfitto insieme ad alcuni della sua banda che si reggono ancora in piedi.

Emetto un sonoro ed esasperato sospiro, ormai ha iniziato a piovere a dirotto e siamo tutti fradici.
Inizio a camminare, voglio solamente tornare a casa.

《Xavier....io...》Mistuko prova a parlare.
《Taci.》Non dico altro e superandola scontro la mia spalla con la sua.









QUESTO CAPITOLO È STATO UN FOTTUTO PARTO!

Vabbé non so che altro dire....*cof* contiene 4440 parole *cof*
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Ciaone!

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