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Capitolo 9

Uscito dal sanatorio, presi la strada in direzione della Grande Quercia. Camminando incrociai l'osteria e diverse bancarelle con cibo di strada. Tra i fumi di quelle pietanze cotte alla brace incrociai lo sguardo di Shilo, anche tra gli odori delle spezie e dei vari piatti riconobbi quell'inebriante profumo di glicine.
«Ei Shilo!» esclamai avvicinandomi.
«Ei Lumir! Come vanno le rune?» chiese indicandomi l'addome.
«Meglio, hanno smesso di sanguinare anche se ancora mi fanno male, ma posso sapere a cosa servono?»
«Beh, le rune sono necessarie a rendere cosciente un'individuo del proprio flusso energetico. Ognuno di noi ne ha almeno 3 disegnate sull'addome. Diciamo che fungono da legame tra la coscienza e l'energia»
«Capisco. Tipo un legame...» iniziai a riflettere sull'affermazione, tutto d'un tratto diventai cosciente della stranezza nella mia reazione: mi avevano letteralmente inciso la pelle e non mi ero neanche minimamente preoccupato di ciò. Shilo mi vide pensieroso e, pertanto, mi chiese se andasse tutto bene, rivolsi immediatamente lo sguardo verso di lei e le domandai con voce preoccupata: «Com'è possibile che non abbia avuto nessuna reazione di panico alla viste dei tagli nel sanatorio?», lei rise.
«Che carino che sei quando ti preoccupi. Non hai avuto nessuna reazione di panico grazie a Keble»
«Keble? E cosa c'entra Keble?»
«Il Maestro prima di inciderti ha svolto un rituale di purificazione e ha rimosso tutta l'energia ristagnante che avevi a livello della pancia. Ora per qualche tempo non proverai più sentimenti negativi, o almeno non dureranno più di qualche secondo. Sei tornato energicamente neonato, non sei felice?»
«Diciamo di sì...»
«Devi ringraziare l'anziano Keble, il rituale di purificazione richiede un enorme sforzo in quanto è necessaria una quantità enorme di energia per poterti purificare, più del doppio rispetto a quella stagnante, e a quanto pare ce n'era tantissima in te»
«Ma perché il maestro Keble tiene così tanto a me?»
«A sua detta, frugando nella tua coscienza ha visto una grande potenza, è da anni che parla di una profezia, credo proprio si sia convinto che sarai tu a farla avverare»
«Io? Ma di che profezia stai parlando?»
«Ora non ho voglia di parlarne è una storia lunga, prova a chiedere direttamente a lui. Più che altro, ma come hai fatto ad accumulare tutta quell'energia stagnante in così pochi anni?»
«È una storia lunga...» dissi sarcasticamente.
«Non sei simpatico...» disse ridacchiando. Il vederla ridere mi fece nascere spontaneamente un sorriso. Mi sentii stupido.

Shilo propose di farmi da guida per visitare l'accampamento, ed io accettai. Girammo un po' per le varie vie e viottoli, mi mostrò alcuni punti panoramici e dove si trovavano le principali botteghe (ce ne erano davvero poche, la maggior parte delle merci si vendevano al mercato). Mi spiegò che quello in cui mi trovavo era l'avamposto centrale e che si chiamava La Quercia. Questa fungeva da sede logistica di un sistema di milioni di villaggi che, invece, avevano la funzione di città satellite.
I villaggi satellite potevano avere diverse funzioni, per la maggior parte erano zone di sosta per i diversi mercanti ed esploratori, ma a volte potevano anche fungere da avamposti militari o roccaforti per proteggere le merci da incursioni. Questo tipo di organizzazione aveva garantita l'ascesa economica del complesso di cittadelle che non aveva un nome e che per tanto io ribattezzai il Non Regno.
«Ahahah, quanto sei sciocco!» esclamò ridendo Shilo
«A me sembra un nome più che azzeccato» ribattei ridacchiando, «in ogni caso cosa mi stavi dicendo riguardo al Non Regno?»
«Ah sì, stavo dicendo che i villaggi satellite variano tantissimo in grandezza e architettura, ci sono alcuni villaggi satellite che sono delle vere città con tanto di mura, mentre altri sono accampamenti composti da sole tende senza neanche un mercato o una taverna»
«E tu hai mai visto uno di questi villaggi satellite?»
«Sì, ovvio. Quando il mio regno cadde riuscii a fuggire grazie alle guardie reali, ma non potettero aiutarmi molto, si limitarono a lasciarmi scappare per un vicolo segreto fuori dalle mura. Una volta all'esterno dalla città mi ritrovai da sola nella natura. Non credo sarei riuscita a sopravvivere se non fosse stato per una di queste città satellite. Vuoi che continui? Ti vedo un po' distratto»
«Oh sì, assolutamente. Scusami è che stavo pensando a ciò che hai detto poco fa», in realtà avrei voluto chiederle della caduta del suo regno, ma credo non sarebbe stata cosa molto gradita.
«Ah ok... quindi dove ero arrivata?»
«Mi stavi raccontando del quando un villaggio satellite ti ha salvata»
«Giusto, in pratica camminai per diverse ore nella foresta senza una meta precisa fino a che, all'improvviso, sentii odore di legna bruciata. Ero davvero al limite, il mio corpo reclamava acqua e cibo, ma riuscii comunque a fare una corsa fino all'accampamento. Caddi ai piedi del primo avventuriero che incontrai e pregai per la sua protezione, la sorte volle che quel avventuriero fosse proprio Keble. Mi nutrì e dissetò, condivise con me la propria tenda e mi spiego come funzionava il Non Regno. Mi colpì il suo non far domande, l'aiutarmi senza chiedere nulla mi fece subito capire che si trattava di una persona dal cuore d'oro. Compresi qualche tempo dopo che non fece domande solo perché già sapeva tutto, in quanto mi aveva letto nella mente, ma ciò non toglie che abbia un animo buono»
La discussione continuò ancora per diverso tempo. Scoprii che Shilo aveva visto diverse città satellite perché tra di esse e La Quercia si snodava una vastissima rete di percorsi segreti e non per lo spostamento delle merci e lei ne seguì uno proprio per arrivare fino a La Quercia: la Via del Mare.
Questa è una delle vie più importanti che parte dai porti dei regni del nord per arrivare fino al mare delle regioni centrali. Shilo l'avrebbe dovuta attraversare completamente con Keble, ma una volta arrivati a La Quercia, il maestro, sentì il Richiamo di Oak, ossia un richiamo che l'albero fa una volta ogni 333 anni per stabilire il saggio istruttore di manipolazione dell'energia della propria città per gli anni successivi.

Si era ormai fatto tardi, il sole iniziava a farsi rado tra le chiome degli alberi della foresta e Shilo mi suggerì di mangiare qualcosa insieme prima di rincasare. Accettai. Ci dirigemmo verso il mercato, io decisi di mangiare una strana zuppa viola a base di succhi floreali e ortaggi, mentre Shilo prese degli spiedini di uno strano crostaceo dei ghiacciai, a quanto pare era una cucina tipica delle sue terre. Ci divertimmo immensamente quella sera, tra chicchere e risate il tempo volò. Arrivò, però, l'ora di tornarsene a casa e fu qui che mi resi conto che a me non era stata assegnata nessuna tenda.

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Ciao a tutti ragazze e ragazzi 🥰 sto per finire di scrivere il capitolo 12, non vedo l'ora di poterlo pubblicare. Come sta procedendo la lettura?

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