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Capitolo 7 - il risveglio

Il risveglio fu improvviso e doloroso. Ero completamente ricoperto di sudore e avevo un panno che stringevo tra i denti.
Sulla pelle del busto mi erano stati incisi con una lama dei caratteri di cui ignoravo il significato. Ancora le ferite sanguinavano, anche se sembrava ci fosse stato messo una sorta di miscuglio di erbe balsamiche e grasso.

Mi trovavo all'interno di un'altra capanna. In questa le pareti erano completamente nere, ricoperte di una strana resina che rilasciava un odore pungente. Ero steso su di un giaciglio costruito con paglia secca e pellicce morbide come copertura. Mischiato al fieno si trovavano di sicuro delle erbe, in quanto c'era un forte profumo floreale. Vicino al giaciglio si trovavano, invece, due piccoli vasi circolari con all'interno degli incensi che stavano bruciando, creando un denso fumo dall'odore acre. La temperatura era assolutamente alta. Che si trattasse di un sanatorio? Quasi sicuramente lo era. Ciò spiegava anche le pareti scure, sicuramente impregnate in qualche resina per mantenere la temperatura alta.

Sputai il panno e mi misi seduto sul materasso di paglia. Passandomi un dito sulle ferite, presi un po' di quella sostanza e me la portai al naso: l'odore era così pungente che mi fece allontanare immediatamente la mano.
«La gamba! Non sembra rotta...» pensai tra me e me. In lontananza dei passi si stavano avvicinando. Questa volta, però, erano molto più delicati, sicuramente non di zoccoli.
Cosa si stava avvicinando? Non si trattava di Keble, di certo.

La pelle, che fungeva da porta, venne scansata e apparve un viso femminile. Una volta entrata, la ragazza si diresse subito verso di me.
Aveva due occhi verdi smeraldo, che brillavano quasi come se avessero vita propria. Il viso era tondo, la bocca faceva scorgere due canini insolitamente lunghi. Gli zigomi erano alti e la fronte spaziosa. La pelle aveva un tono tendente al grigio. Mai avevo visto tale colore su di una persona.
Il fisico era slanciato ed esile, avvolto da drappi. Erano lasciati liberi solo arti e... una coda? Quest'ultima era lunga e pelosa. Sembrava essere prensile e manovrabile con una certa accuratezza. Sicuramente non era una delle cose più strane avvenute nelle ultime ore, pertanto non rimasi neanche troppo stupito.
I capelli folti e maculati erano raccolti in treccine lunghissime, che a tratti nascondevano le orecchie a punta. Molteplici erano i suoi orecchini.

La sua presenza energetica era praticamente nulla e anche i suoi movimenti erano quasi impercettibili a un orecchio normale. Devo ammettere che a colpirmi, tuttavia, non fu né il suo aspetto, né la sua presenza, bensì il suo profumo.
Appena entrata nel sanatorio, infatti, l'intero ambiente fu pervaso da un forte odore di glicine, fiore tipico delle foreste dell'est. Quella fragranza era molto ricercata a Roset, data la reputazione di fiore afrodisiaco e le sue note sfiziose, ma raffinate.
«Piacere, sono Shilo» sussurrò guardandomi negli occhi. «Sono stata mandata da Keble per medicarti».
Non ci stavo capendo più nulla, non comprendevo assolutamente niente di ciò che stesse succedendo.
«Shilo! Tu sei Shilo?», replicai un po' in preda al panico.
Con uno sguardo confuso, piegò la testa di qualche grado a destra. Le orecchie e i capelli seguirono il capo, emanando un forte aroma di glicine. La folta coda si mosse leggermente. «Sì... sono Shilo» replicò confusa.
«Quindi tu saresti Shilo, l'ultima della stirpe dei felinidi del nord?».
«Sì, sono proprio io».
«Wow, pensavo si trattasse soltanto di una storia per bambini, ma a quanto pare mi sbagliavo. A Roset vengono narrate le gesta della vostra gente, anche se spacciate per racconti di fantasia».
«Roset? Cosa sarebbe Roset?».
«Non conosci Roset? Pensavo fosse conosciuta anche qui nelle Terre Centrali! Roset è la città da cui vengo, la roccaforte della "Normalità"... Non credo che tu sappia di cosa io stia parlando, in quanto non sapevi neanche dell'esistenza della città stessa».
«No... infatti non ho mai sentito parlare né di Roset né della Normalità».
«La storia è lunga, ma se hai tempo posso provare a raccontartela». Shilo annuì con la testa.
«Fin dalla sua creazione, Roset venne considerata la città perfetta. Fu fondata dai Tre Grandi Saggi, all'inizio del calendario di Spuma, ossia il calendario utilizzato dai Rosetiani. Attualmente siamo all'anno 342, sono passate quattro generazioni dalla fondazione. Quella attuale è la quinta. Concludendo questa piccola digressione, in pratica i Tre Grandi Saggi scelsero quel luogo perché, a loro dire, rappresentava la perfezione. Nell'esatto punto in cui ora sorge il centro di Roset, si narra che fu trovato un'albero ardente cresciuto all'interno di un fiume: l'incontro di tutti gli elementi. Fuoco, aria, acqua e terra. Fu deciso così che lì sarebbe stata fondata la città».
«Ma i Tre Saggi da dove venivano?» mi chiese Shilo con aria curiosa.
«Beh, la storia narra che i Tre Grandi Saggi non avessero una patria, in quanto mandati dal Primo Dio per creare uno spazio sicuro dove replicare la perfezione del suo stesso reame. Io non ci ho mai creduto sinceramente, ma non sono ammesse domande sul passato della città, quindi facciamo finta che sia così». Percepì una lieve risata sfuggirle dalle dita della mano poggiata a tappare la bocca. Le aveva perse dalla presa come dei granelli di sabbia ed ora l'idea che fossero giunte fino al mio orecchio la stava facendo arrossire.
Oppure, forse, il rossore era dovuto al mio sguardo troppo persistente? No, non credo. Forse il silenzio la stava mettendo a disagio? Non ne ero sicuro, ma di certo la situazione doveva essere ripresa prima che sfuggisse del tutto di mano.
«Ehm... comunque stavo dicendo...»continuai io per smorzare l'imbarazzo che si era creato, «purtroppo il passato di Roset è al quanto fumoso. Non si sa niente di tante cose e tante altre si affidano ai miti e alle leggende. L'unico documento arrivatoci direttamente dai Tre Grandi Saggi è stato il Tomo Divino, ossia una raccolta di principi e norme che sanciscono i diritti e i doveri, sia morali che sociali, necessari a mantenere la propria vita più vicina possibile a quella del Primo Dio. Il Primo Dio viene chiamato così perché si dice essere la creatura più perfetta mai esistita, ma in realtà in città non viene venerato come una divinità. Più che altro, lo si considera come un obiettivo. In effetti, più che di una persona, sembra di parlare di uno stile di vita, di un insieme di abitudini e comportamenti. Comunque tutto questo discorso serve a farti comprendere meglio la Legge della Normalità, che poi in realtà non è una vera e propria legge, ma più che altro sono un insieme di norme, che molto spesso non sono neanche scritte.
Ah sì! Mi sono dimenticato di specificare che il Tomo Divino non può essere mostrato al popolo, per evitare che venga contaminato dall'imperfezione, quindi non si sa veramente cosa ci sia scritto. Tutto questo ovviamente ha fatto si che le norme venissero parzialmente scelte anche dal popolo stesso. Infatti alcuni usi e costumi considerati non normali al tempo dei mie nonni, ora vengono visti di buon occhio. È proprio questo a farmi chiedere quanto ci sia effettivamente di vero nelle storie e nelle leggende che ci vengono insegnate da piccoli.
Tornando alla Normalità, credo che la cosa migliore sia spiegarti in cosa consistono queste norme...». Si udirono in lontananza passi pesanti.
Shilo, persa nel discorso, si alzò di scatto al suono del primo zoccolo battere per terra, senza permettermi di continuare oltre. Tolse velocemente il grasso dalle mie ferite, raccolse tutti i suoi strumenti e, con un rapido inchino, si congedò con passo svelto. Prima di uscire dal sanatorio si girò un'ultima volta: «Avremo sicuramente tempo per parlarne in futuro». Accennò un sorriso e se ne andò.
Keble entrò pochi secondi dopo nella tenda.
«Credo sia giunta l'ora di spiegarti un paio di cose» risuonò la sua voce cupa.

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Ciao ragazze e ragazzi 😘 come avrete notato ho cambiato tipo di narrazione, ora è in prima persona!
Ho scelto di fare questo cambio per permettere una migliore introspezione del personaggio.
Ah, avete notato che ci sono stati 6 capitoli  precisi in terza persona? Non è una casualità.
Piccolo spoiler: la narrazione cambierà ancora in futuro.
Mi scuso se ieri non sono riuscito a pubblicare nulla, ma ammetto di essere stato parecchio impegnato.

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