Capitolo 4
Il cambio d'aria iniziava a farsi sentire. Il respiro si faceva più caldo e carico di energia grazie ai primi raggi solari. Lumir era ormai addestrato a sentire il mattino nel sonno. Come in automatico il suo corpo intorpidito dalla nottata iniziò a riacquisire conoscenza. Prima le gambe con piccoli spasmi, poi le braccia, il cuore che accelerava ed il respiro che si faceva più intenso e profondo, ora era tempo per gli occhi. Mai nessun risveglio fu dolce quanto quel giorno. Il sapore della libertà nella bocca del ragazzo, la brama di avventura gli riempiva lo stomaco e gli occhi.
In pochi istanti tutto era stato smontato e riposizionato all'interno della grande sacca che si portava sulle spalle. Per colazione una razione di Sprak (concentrato di macronutrienti liofilizzati, polverizzati e compressi a forma di barretta) e tre gocce di LuBc (concentrato di acqua e sali minerali, condensati grazie a estratti mucipari ricavati dalla bava di Lumiq e dalla linfa di Bachius) per essere al massimo delle energie. Dopo aver riposto lo zaino in spalla ed essersi preparato alla lunga giornata di camminata, il ragazzo si fermò a dare un ultimo sguardo all'area. «Sembra tutto al proprio posto, come ieri. Anche se devo dire che percepisco tracce di un'energia che non ho avvertito affatto ieri notte. È un energia strana, mi mette i brividi. Non è possibile fossi così stanco ieri da non essermene reso conto.»
L'avventuriero iniziava ad avvertire l'agitazione salirgli dai visceri verso la testa, ma decise di reprimerla e, piuttosto, lasciare immediatamente la zona.
Passarono svariate ore. Il bosco iniziava a farsi rado e in lontananza si udiva forte lo scrosciare dell'acqua. Dopo qualche minuto, finalmente si iniziò a vedere il bagliore della luce rifratta dai turbinii delle acque.
Osservando la bellezza del fiume, Lumir si accorse di alcuni piccoli pesciolini. Erano dei Troe, piccoli pesci argentati che vivono solo nelle acque più limpide e fredde delle regioni centrali, o almeno così aveva letto su qualche libro in biblioteca. Ricordando l'addestramento, il giovane prese subito una roccia piatta nel corso d'acqua e la sollevò. Sotto di essa si dimenavano i piccoli Coelix, larve trasparenti di minuscoli crostacei presenti solo in corsi con acqua incontaminata e quindi potabile. Lumir si affrettò a prendere l'ormai vuota borraccia e a riempirla fino all'orlo, in quanto le gocce di LuBc non è che avessero questo fantastico sapore.
Un ricordo invase la testa di Lumir:
«Bimbi mi raccomando! Appena avvistate un corso d'acqua controllate subito la presenza dei Coelix sotto le rocce piatte»
«Maestra cosa sono i Coelix?»
«Lumir, caro, i Coelix sono questi piccoli crostacei che puoi vedere nella mia mano, sono minuti e proprio per questo riescono a sopravvivere solo in acque più che pure»
«Maestra, ma quindi anche degli esserini così piccoli possono essere importanti?»
«Ma certo Lumi, anche l'essere animato o non più piccolo che esista ha una propria importanza a Roset, ognuno ha il suo ruolo e scopo nella nostra città».
«CHE RABBIA! Quante bugie, quante menzogne! Come facevi Maestra Anne? Come facevi a mentire a dei bimbi pieni di voglia di vivere. Che ingenuo che ero, sarebbe bello se tutti avessero un posto in quella dannata città, peccato, peccato davvero».
Il cuore di Lumir batteva all'impazzata, i denti serrati e lo sguardo iniettato di rabbia. Era difficile reprimere le lacrime provando quell'immenso sentimento di frustrazione. Fu proprio nel bel mezzo di questa crisi che un pensiero si fece strada tra i cupi ricordi che albergavano nella sua mente: non c'erano animali nel bosco.
Un brivido gelato attraversò la schiena del giovane. Non aveva percepito né presenze energetiche né tracce fisiche di animali nel bosco. Come era possibile? In quella foresta dove abbondavano cibo ed acqua non erano presenti animali. Immerso nei suoi ragionamenti Lumir si era rifugiato nella propria mente, disabilitando qualsiasi percezione del mondo esterno.
Fu questione di un attimo. La sensazione sovrumana dettata dall'istinto di sopravvivenza, un senso che prescinde l'umanità ed il fisico: qualcuno era alle sue spalle! Tanto vicino da poterlo uccidere in pochi secondi, ma abbastanza lontano da non poter permettere una difesa adeguata. «Come ho potuto non sentire nulla? Neanche un minimo fruscio. Neanche un respiro. Eppure la sua presenza energetica è così spaventosamente enorme. Sono stato sbadato, non devo mai abbassare la guardia in questi posti. Sono fottuto» pensò una volta accortosi della presenza. Un pizzico. Il calore. Il bianco. Un fischio nelle orecchie. Il vuoto. L'assenza di sé, e tutto era finito, ancor prima di iniziare.
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Parte bonus di oggi 😁 fatemi sapere cosa ne pensate di quest'ultimo capitolo. Cosa succederà secondo voi?
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