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Capitolo 10

L'agitazione non sfiorò neanche lontanamente la mia mente. Shilo mi spiegò che per prendere una tenda mi sarei dovuto rivolgere al Capanno Centrale, presso il quartiere di Rocca. Lì, venivano fatte le assegnazioni ed era aperto ad ogni ora per permettere così a chi arrivasse anche in piena notte di trovare sempre un giaciglio su cui dormire.
La situazione si risolse in fretta. Erano ancora disponibili molte tende, per cui ebbi anche il privilegio di poter scegliere quale tra le diverse libere mi aggradasse di più. Riuscii a prenderne una al confine tra Salice, Ginepro e Rocca.

Mi diressi velocemente alla tenda per poter andare a dormire. Ero alquanto stanco e la mattina successiva avrei dovuto iniziare i preparativi per la partenza. Prima di addormentarmi, ripensai a quanto fosse stata gentile Shilo con me quel giorno. Mi uscì un sorriso inaspettato. Mi sentii di nuovo stupido. La situazione era più che sconclusionata, ma non riuscivo a sentire né ansia né preoccupazione. Che fosse una benedizione o una maledizione? Non sapevo come rispondere a questa domanda. In fondo tutta quella quiete mi stava facendo sfuggire di mente qualsiasi tipo di obiettivo. Stavo diventando inetto? Ero appena scappato dalla mia città natale, dalla mia famiglia, da tutto ciò che avevo, eppure non provavo tristezza. Che mondo strano quello al di fuori di Roset!

Preso dai pensieri non mi resi neanche conto della sopraggiunta del sonno. Mi svegliai la mattina seguente che era passata da poco l'alba. Da fuori entrava un forte odore di terra bagnata. Si vede che quella notte aveva piovuto. Mi concessi qualche minuto per osservare la tenda dal suo interno. Era molto simile al sanatorio: c'era sempre quella sorta di resina su tutte le pareti, l'unica differenza era l'arredamento, assolutamente meno austero e molto più confortevole. Anche il letto era davvero comodo. 
Giunse il momento di dover uscire. Dopo essermi preparato e vestito, lasciai la tenda a malincuore. Avrei preferito di gran lunga restare a dormire ancora un po', ma il dovere mi stava chiamando.
Keble mi aveva fornito una lista con tutto il necessario per il viaggio: una corda, nove porzioni di LuBc, nove porzioni di Pappareale (molto simile allo Sprak, però più saporito e meno disidratato) e tante altre cose ancora. Girai per il mercato in cerca dei vari oggetti ed ebbi il piacere di conoscere molte persone e altrettante storie. Sembrava come se chiunque volesse raccontarmi qualcosa di sé. Non avevo mai visto una così tale apertura in un popolo. Di sicuro era merito della loro professione di mercanti. Sono abbastanza certo che alcune delle storie fossero solo scuse per cercare di farmi comprare la merce, ma in altre avvertivo il pathos nella voce di coloro che le raccontavano.

Verso metà mattinata, mentre stavo gironzolando per Rocca per cercare i fabbri e i bottegai che potessero costruirmi gli arnesi necessari che non ero riuscito a trovare al mercato, incontrai Shilo, proprio davanti alla bottega di Mastro Fiamma.
Alla domanda sul perché quei negozi si trovassero a Rocca, Shilo rispose dicendo che la spiegazione era semplice. Infatti, tutte le professioni che per il loro lavoro richiedevano fuoco o forni erano sistemate in quel quartiere per evitare possibili incendi dovuti dalla vicinanza del tendaggio, usato negli altri quartieri, alle fiamme libere. Effettivamente era una motivazione più che logica.
Shilo si propose di accompagnarmi in quegli ultimi giri, così che potessimo pranzare insieme successivamente. Ovviamente accettai.
Girammo qualche altra ora un po' per tutto l'accampamento. Vidi le famose mura, le Grandi Porte e anche qualche posto di cui nessuno mi aveva mai parlato, come per esempio la Fonte Eterna, ossia il pozzo da cui sgorgava l'acqua, che poi veniva distribuita sulle varie fontane e pozzi tramite una fitta rete di canalicoli sotterranei, scavati con l'energia da Keble.
Era giunta l'ora di pranzo ed avevo appena terminato le commissioni. Shilo mi chiese se avevo voglia di mangiare alla Quercia Blu. Ovviamente avevo voglia, soprattutto perché, fino ad allora, ero riuscito ad osservarla solo da lontano.

Più ci avvicinavamo, più diventava enorme. Credo che mai avevo osservato qualcosa di così grande e maestoso. Eppure le barche di Roset erano davvero giganti. Il tronco aveva una grande apertura a livello delle radici da cui si poteva entrare all'interno. Shilo si raccomandò di tenere gli occhi chiusi fino a che non fossimo entrati perché, a sua detta, voleva vedere la mia faccia stupita dalla visione dell'interno. Appena entrato, nonostante avessi gli occhi chiusi, percepii una fortissima forza pervadermi tutto il corpo.
«Ora puoi aprire gli occhi» mi disse entusiasta Shilo.
Aprii gli occhi e... «Wow!». Non seppi aggiungere altro.
L'interno della Quercia Blu sembrava un altro mondo. Regnava l'oscurità in quel posto, ma tutto sembrava fuorché spaventoso. Milioni erano gli insetti luminosi che sciamavano da un lato all'altro del tronco. Funghi, felci, muschi, licheni e altri piccoli arbusti creavano un fenomeno di fluorescenze da lasciare a bocca aperta. Si passava dalle luminescenze verdi e blu a quelle gialle. Non c'era nessuna fonte di luce esterna, se non quella poca che filtrava dall'ingresso e, tantomeno, artificiale, infatti non ce n'era alcun bisogno.
Quell'ecosistema riusciva a essere il sole di sé stesso. Mi colse di sorpresa la metafora: quella quercia era l'aspirazione di qualsiasi essere vivente, riuscire a essere il proprio sole!
Ero immerso nei miei ragionamenti quando Shilo mi richiamò all'attenzione muovendo la mano davanti alla mia faccia.
«Dobbiamo salire per poter arrivare alla Taverna della Lucciola. Facciamoci dare un passaggio dagli arrampicatori!» disse, indicando degli strani animali in lontananza. Erano un miscuglio tra un orso ed una lince. Avevano zampe robuste, munite di artigli enormi, un enorme schiena piatta fitta di peluria ed un muso rotondeggiante dalle orecchie a punta.
«Lumir, ora proverò a spiegarti come si cavalcano, ma sappi che è più difficile a dirsi che a farsi. In pratica devi attaccarti alla groppa. Non avere paura di fargli male i peli della groppa sono in realtà degli aculei mutati, pertanto non hanno alcun terminale nervoso che gli permetta di sentire se toccati. Riescono a resistere anche a due tonnellate di peso, quindi tranquillo non si staccheranno», detto ciò si attaccò all'arrampicatore più a destra, lasciando quello di sinistra libero per me.
Mi avvicinai. L'animale emanava un forte odore di muschio e terriccio, i movimenti erano goffi e lenti, quasi come quelli di un bradipo. Presi cinque o sei aculei per mano e mi sedetti sul dorso dell'animale.
«Visto? È più facile di quello che sembra», effettivamente lo era, «ora per farlo salire sulla parete devi infondere il tuo volere tramite un flusso energetico: fai scorrere le tue energie dal cuore attraverso la mano e, dalla mano fino al cuore dell'arrampicatore. Così!», Shilo posò la mano sulla pelle dell'arrampicatore e l'animale subito mosse i primi passi verso la parete. Si muoveva dondolando e faceva oscillare Shilo a destra e sinistra. Non sembrava molto comodo a dire la verità!
Provai a posare la mano sul dorso dell'animale, concentrai il pensiero sul cuore come mi era stato insegnato da Keble, ma subito sentì la mente turbarsi. Ci volle qualche secondo per farmi tonnare la lucidità, ma una volta rasserenatomi provai a riconcentrarmi sul mio cuore, questa volta tutto andò liscio come l'olio. Sentì un immensa quantità di energia passare dal mio cuore alla mia mano. Come una scintilla lanciai tutto ciò che avevo accumulato su di essa al cuore dell'animale che grugnì e con un piccolo scatto in avanti cercò di scrollarmi di dosso.
«Lumir con più calma!» urlò Shilo «lo hai spaventato!»
«Scusami...» dissi sottovoce «ma ancora non sono molto capace a controllarmi» risposi ponendomi la mano tra i capelli.
Riuscì, poco dopo, a fare muovere l'arrampicatore in maniera costante e quieta.
«Bravo Lumi! Ora inizia la parte più difficile, ossia l'arrampicata sulla parete. Gli arrampicatori sono goffi a terra, ma si muovono maestosamente sulle pendenze. Mi raccomando tieni salda la presa e stringi le gambe, chinati sul dorso dell'animale ed evita di farti prendere dal panico, capito?», annuii con la testa, «Limitati a fargli seguire il mio» mi ordinò Shilo. Posi la mano sul dorso dell'arrampicatore ed infusi una lieve energia con l'intento di salire la parete. Iniziò a muoversi.
Mi misi in posizione, pronto all'arrampicata, sentivo il respiro dell'animale farsi più leggero, ad un tratto emanò uno strano suono simile ad un muggito breve, fece un enorme salto e si appese alla parete. Sobbalzai sulla groppa, il cuore mi batteva a mille, ci eravamo staccati di tre metri da terra! L'arrampicatore iniziò a salire con i suoi enormi artigli che staccava e infilzava nuovamente nella corteccia. Procedeva a balzi di due o tre metri ogni volta e io sulla groppa sobbalzavo ad ogni slancio, venendo attaccato al suo manto per ogni atterraggio.

Eravamo ormai ad almeno una ventina di metri quando mi venne l'idea di voltarmi ad ammirare la vista. Girai la testa e scorsi parecchi metri sotto di noi un'altro animale, di sicuro non un arrampicatore, inerpicarsi su per la parete ad una velocità elevatissima.
«SHILO!» urlai «COSA È QUELL'AFFARE?» Shilo si girò ed impallidì in volto.

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Ciao a tutti ☺️ scusate per il giorno di ritardo, ma purtroppo questo capitolo è parecchio più lungo degli altri e pertanto ci ho impiegato molto a revisionarlo.
A livello di scrittura sono arrivato al 12esimo capitolo. Finito di pubblicare quello, mi dedicherò per un bel periodo alla revisione di tutta l'opera.

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