Capitolo 1
Si apriva il cielo squarciando la terra e i monti all'orizzonte, le cime alte ancora piene di neve si mescolavano alle nuvole creando illusioni ottiche che avevano dell'incredibile. La strada risaliva dal mare e s'inoltrava tra quella macchia fitta. Era da ore che Lumir aveva lasciato quella spiaggia bianca, eppure, poteva ancora scorgerne il bagliore alle sue spalle. Fedele compagna del villaggio di Roset, la candida distesa veniva interrotta solo dal piccolo porticciolo della città. La sua infanzia, la sua storia, i suoi ricordi, due giorni fa decise di seppellirli tutti tra i granelli di quella fine arena.
Il villaggio di Roset gli aveva dato i natali e lo aveva sostentato per ben diciassette estati,
tuttavia quella realtà era diventata fin troppo stretta per il giovane e il suo fardello.
Il paese sorgeva tra scogliere frastagliate e litorali bianchissimi. Nata dalla spuma delle onde mandate lì da una qualche divinità, la piccola cittadina si snodava lungo un corso centrale, che sinuosamente si inseriva fino alle verdi collinette dell'entroterra. Una lunga via che dal blu del mare portava al verde rigoglioso dei prati, non a caso il luogo era anche conosciuto come città del verde-blu. Tipica e particolare era anche l'architettura usata in quel posto, basata completamente su argille e legno, preferiva le curve agli spigoli, l'armonico all'austero. Pareva quasi come se quelle costruzioni tanto equilibrate fossero la cristallizzazione dell'atmosfera che si respirava per le strade della città. Larghe piazzette, punti panoramici e un clima mite in ogni stagione rendevano Roset il miglior posto in cui poter vivere una vita felice.
La cultura del posto era evoluta e variegata grazie alla presenza del porto e quindi agli interscambi con le altre città marittime. Si parlava una lingua particolare: l'Anforo, basata su suoni forti accompagnati da vocali dolci che erano ben diciotto.
La scrittura era basata su ideogrammi (Graji), molto spesso rappresentanti elementi del mare. Esistevano ben sei parole per indicare il mare, ma nessuna per tristezza.
Bizzarri erano anche gli usi e i costumi. Nessuno aveva cucine in casa in quanto si mangiava tutti insieme nei ristoranti che erano pieni ad ogni pasto. Era usanza vestirsi di blu il sabato e di verde il venerdì, per richiamare il mare e le colline. Esisteva una sorta di religione, che però non aveva una vera organizzazione. Di base consisteva nel venerare l'ambiente ed il mare, offrendo i propri servigi nel preservarli e onorarli. La preghiera consisteva nel ripulire e curare la città ed il paesaggio circostante, mentre la pratica era totalmente spirituale e individuale. Nella città non esistevano monete, gli scambi avvenivano grazie a favori reciproci per gli elementi di prima necessità, mentre in caso di sfizi o passioni, si poteva richiedere un pagamento tramite metalli preziosi fatto in seguito a lavori extra. Con questo sistema i Rosetiani lavoravano solo quattro ore al giorno, dalla domenica al mercoledì, tuttavia potevano richiedere di lavorare ore extra per esaudire qualsiasi desiderio avessero.
Quindi, perché un ragazzo di soli diciassette anni avrebbe dovuto lasciare un luogo così idilliaco? Bè, perché non è tutto oro ciò che luccica.
All'apparenza Roset era un miraggio, talmente perfetta che quasi non sembrava reale, però la piccola città del verde-azzurro nascondeva un macabro segreto. Per mantenere la città e la comunità all'apice della perfezione, la società escludeva ed emarginava i "diversi", coloro che per problemi o natura non rientravano nei rigide canoni che stabilivano la Normalità, virtù indispensabile per poter far parte della comunità.
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Ciao ragazzi e ragazze, ammetto che mi fa parecchio strano pubblicare qualcosa che ho scritto, in quanto fino ad ora è sempre rimasto tutto solo nella memoria dei miei dispositivi😅
Credo che la lunghezza dei capitoli rimarrà sempre la stessa... più o meno.
Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo. Cosa ne pensate del linguaggio? È troppo contorto?
Ho già pronti altri capitoli, ma devo revisionarli prima di poterli pubblicare.
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