La pioggia non aveva mai smesso di cadere, neanche per un attimo.

Precedetti Desmond fuori dalla capanna e ci fermammo nell'unico punto al riparo da quel diluvio, sotto una piccola sporgenza di tetto.

Rimasi immobile per non so quanti istanti a fissare i suoi occhi verdi, che avevano mantenuto ben salda quella vecchia, atroce disperazione che anche io non ero mai più riuscita a dimenticare.

Strinsi con forza le dita delle mani fino a che i miei pugni non furono chiusi, poi lasciai che la rabbia provasse a scappare dal mio corpo e dal mio cervello. Se non avessi voluto così tanto bene a Desmond, gestire quelle emozioni sarebbe stato infinitamente più semplice. Sapevo che anche lui aveva le sue ragioni, eppure non riuscivo ancora ad accettare ciò che era successo.

Feci un passo indietro, abbassai la testa.

Avrei voluto dire qualcosa, ma la sua voce riuscì infine a rompere quel silenzio pieno di elettricità che si era creato tra noi.

<<Nulla mi ha fatto più male di lasciarvi, Rose. Eravate tutta la mia famiglia. Tu, lui e Jackson. Se avessi potuto, sarei rimasto. Ma certe notti... certe notti il dolore era troppo forte da sopportare. Mi affacciavo alla finestra e le immagini tornavano a galla, come pezzi di legno trasportati chissà dove dalla corrente di un fiume in piena. Rivedevo Joey, rivedevo Susan. Mi alzavo dal letto e prendevo a pugni il muro, fino a che le mie mani non incominciavano a sanguinare. Sapevo che tu... sapevo che voi c'eravate e che ci sareste stati sempre, ma non era abbastanza. Non in quel momento. Quanto vorrei che tu possa capire. Quanto vorrei che...>>
<<Desmond, tu... forse ho sbagliato anche io. Ma avevo bisogno di sapere. Adesso, non tra un po'. Non tra una settimana o tra un mese. Eravamo grandi insieme, e ora... ora credo che sia successo qualcosa a lui. Ho avuto una delle mie visioni e devo sapere. Sei qui per restare?>>

Desmond fece un passo verso di me e in una frazione di secondo capì tutto. Capì me e tutto il tormento che mi stavo portando dentro, e colse il sibilo atroce della mia paura più grande.

Restare sola.

<<Non me ne andrò, Rose. Sono qui per rimanere. Rimanere accanto a te. Te lo prometto.>>

Provai un brivido forte come il tuono che era esploso a pochi metri da noi.

Desmond era sempre stato di poche parole, e non era cambiato. Ora come allora, però, in pochi secondi era stato capace di sentire che cosa stessi provando. Come se uno specchio riflettesse le mie angosce peggiori dentro il suo cervello.

Ero arrabbiata, stanca, tesa, eppure la sua presenza mi tranquillizzava in una maniera che io stessa stentavo a comprendere.

<<Non sei cambiato così tanto come sembra guardandoti in tv, non è vero?>>

Sorrise, per la prima volta.

<<Sono tutte sciocchezze, Rose. In qualche modo sono stato assorbito dal sistema. Credevo che fuggire via... pensavo che quella sarebbe stata l'unica strada per la mia salvezza. Per la mia sanità mentale. Ma mi sbagliavo. Ho trovato un mondo pieno di luci in California, è vero. Ma il vuoto rimaneva.>>
<<Perché l'amore è così, non è vero? Fa male.>>
<<Fa male, sì. Ma il dolore dopo un po' diventa abitudine. È il resto, ciò che distrugge davvero.>>
<<Che cosa?>>
<<La voglia di vendicarsi. Il desiderio di distruggere ogni centimetro di pelle di chi ha causato quel dolore. Ed è così che mi sono sentito, laggiù. Pieno di rabbia ma con gli occhi del mondo puntati costantemente addosso. Ho indossato una maschera perché credevo che quella fosse la soluzione migliore per riuscire ad andare avanti. Mi sbagliavo.>>
<<È per questo che sei tornato?>>

L'ennesimo lampo squarciò il cielo, preparando l'esplosione del prossimo tuono.

<<No. Sono tornato perché ho avuto paura, improvvisamente. Per Jackson, e per tutti voi. C'è stato un momento preciso in cui la distanza che mi separava da questa parte della mia vita mi è sembrata grande, troppo grande. Così ho preso il primo volo e sono tornato qui. A quanto pare non mi sbagliavo, Rose. Siete davvero in pericolo.>>

Sorrisi. L'acqua gelida cadeva sulla mie braccia, facendomi tremare. Non mi importava. Des era tornato, e ancora facevo fatica a crederci.

<<Sono qui per restare, Rose. E per dare a quei figli di puttana una lezione che non scorderanno mai più.>>