Perchè io, a quell'amore, avrei dato l'impossibile
Perché io, a quell'amore, avrei dato l'impossibile, e poi di più.
Come una frase scritta sulla sabbia, lo vedevo scivolare via, trasportato dalla marea di un destino atroce, per sempre.
Ed ero sola. Brancolavo nel buio come un fantasma che ha perduto la pace ed è costretto all'eterna desolazione.
Quell'amore
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era stato tutto il mio mondo, e adesso cadeva, e cadeva, e cadeva, sempre più veloce, sempre più atroce. Esistevano parole in grado di descrivere quel vuoto nuovo, adesso?
Parigi, Parigi, Parigi.
Parigi e il Fuoco. Quella torre, quel salto nel buio. Notre-Dame, la Senna, il fuoco.
E tu, amore mio, lontano e perduto, chissà come. Chissà dove.
Ed è colpa mia. Lo so, o forse no.
Ma che cosa... che cosa ho fatto? Che cosa ti ho fatto? Come ho potuto lasciarti scivolare via, lontano, mentre i tuoi occhi si riempivano di lacrime nuove, ma che ancora sapevano di me?
La nostra canzone, amore mio. Il nostro ballo in quel locale, quella volta. Quella notte di un anno fa. Un'estate fa. Una vita fa.
Ci sono tante cose che vorrei dirti, adesso. Come un fiore che sta perdendo i petali, e lo sa, così sono anch'io. E le stagioni correranno e si rincorreranno. I cieli cambieranno sfumature, il sole sorgerà ancora, ma lontano da noi.
Sogni frantumati. Meritavo tutto questo? Meritavo tutto quel bene che mi avevi regalato?
Non lo so, oggi. Non lo so.
Parigi e il fuoco. La torre. Rose, svegliati adesso. Rose. Rose.
Rose.
Tu resta, però. Resta ancora qui, su questo letto. Resta nel mio cuore, resta tra questi respiri che hanno rubato l'odore della pioggia. Ebano e vecchie signore che ricamano sedute fuori dal portone di casa, in una terra sconosciuta.
Rose, ti aspettiamo.
Il primo bacio con te, il primo sogno condiviso, amore mio. Ero soltanto una stupida ragazzina. No, non stupida. Sola, sì. E avevo vissuto una vita di provincia, in una cittadina di provincia, con delle non- amiche di provincia e degli sciocchi ragazzi muscolosi di provincia. E poi tu.
Tu e il tuo respiro, tu e il tuo sapore. Tu e tutti i tuoi segreti inconfessabili.
Non conosco il tuo nome, dannazione. Ma ti amo. Nella notte di questo cuore che grida e brucia e si dimena e cade e piange e impara a danzare e a ridere e poi a vivere.
Ti amo e poi ti perdo, perché è così che deve andare.
Parigi e il fuoco. E tu non ci sei più.
Colpa mia. Colpa mia. Colpa...
Brandon che corre verso di me.
Devi farlo, amore mio. Devi imparare a lasciarmi andare. Non era programmato, non era stabilito che andasse così. Non lo volevo, o non credevo di volerlo.
Non importa, ormai.
"The first words that come out, and I can see this song will be about you, I can't believe that I can breath without you, but all I need to do is carry on"
-Song on fire- dei Nickelback. Ancora quella canzone. Ancora...
Una prigione. Un deserto. Una prigione in un deserto, e un confine da superare. La prigione non dista tanto da quel confine.
Avrai paura, Rose. Paura di morire. Oh, sì.
Ma non è una voce normale, adesso. È un sibilo, a parlare. Come un serpente a sonagli.
Ancora il carcere, ancora il deserto. Poi il teschio. Il teschio su tutti quei cartelli. Ma che cosa...?
Ti ho amato davvero, amore mio. Ti ho amato dal primo istante. Ma sono anche umana, non è vero? Sono un essere umano, in parte. E non sono perfetta. C'è un cuore che pulsa e vibra qui dentro, in questo petto. Ci sono le emozioni di tutta una vita, ed io non posso fare altro che viverle, una dopo l'altra.
Perdonami, amore mio.
Quel carcere.
Quei teschi.
Il deserto.
E l'Idra che, ancora una volta, mi sta chiamando.
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