Giù nell'oscurità
I sicari erano sempre più vicini. Sentivo che avevamo poco tempo, e che per salvarci questa volta avremmo dovuto correre il più lontano possibile, ma qualcosa mi bloccava.
Jackson. Non potevo lasciarlo. Lo sceriffo non era presente. Lo Sconosciuto nemmeno. Desmond neanche. Probabilmente non gli avrebbero fatto del male, ma potevo esserne certa? Avrei dovuto salvare anche gli altri ospiti della locanda, ma non era possibile. Quindi, presi una decisone.
<<Rose!>> esclamò Brandon <<dove stai andando?>>
<<Dobbiamo tornare dentro, Brandon. Devo farò uscire da lì.>>
<<Chi?>>
Brandon non poteva capire, naturalmente. Ma mi seguì, e lo fece senza esitare. Come anche Zeus.
Scavalcai i corpi dei sicari stesi ancora a terra. Qualcuno si muoveva, qualcun altro no.
Le persone nella hall, quelle che si erano bloccate di colpo, stavano lentamente ricominciando a riattivarsi. Come se fossero state messe in pausa da qualcuno. Da qualcosa.
Raggiunsi Jackson e lo afferrai per un braccio.
<<Riesci a sentirmi, Jackson? Sono io, Rose! Dobbiamo andare via da qui, subito! Jackson!>>
<<Stanno arrivando, Rose! Dobbiamo fare in fretta. Ci penso io!>>
Mi spostai e lui sollevò il vecchio Jackson e lo appoggiò sulle proprie spalle, senza alcun apparente sforzo.
<<Andiamo, adesso.>>
Già, ma dove?
Stavamo per uscire ancora una volta dalla porta principale quando Zeus incominciò ad abbaiare concitatamente, indicando con il corpo e con il muso la direzione opposta alla nostra.
Il retro della locanda.
<<Credi che dovremmo..?>>
<<Sì, seguilo. Non sbaglia mai, sai?>>
Sorrisi, nonostante la frenesia e l'adrenalina che attraversavano il mio corpo, e seguimmo Zeus verso l'uscita secondaria.
Attraversammo la parte esterna del locale, quella dove - un anno prima - io e mia madre Cecile avevamo cenato insieme.
La notte in cui Joey e Sudan erano morte.
Rividi immagini di quel momento, come flash nitidi nella mia mente. Ritrovai lo Sconosciuto e Desmond. Ripensai al terrore nel quale era piombata Saint Claire poco dopo e allo sceriffo O'Hara.
Provai un brivido forte, violento. Triste, forse.
Senza rendermene conto, mi ero fermata vicino a uno dei tanti tavolini ancora apparecchiati.
<<Rose! Che cosa stai facendo?>>
Esitai, poi la mano di Brandon afferrò il mio avambraccio. Lo guardai e scossi la testa.
<<Niente. Io..>>
<<Sono entrati, Rose. Non abbiamo tempo. Qualsiasi cosa sia, ci penserai dopo, intesi?>>
Annuii, e con la mente cancellai tutte quelle immagini che erano tornate a galla dai ricordi della scorsa estate.
Lasciammo la locanda oltrepassando il grande cancello che separava l'area aperta dalla strada. Avevo le chiavi di ogni entrata e uscita principale o secondaria da quando quel posto si era trasformato nella mia seconda casa, e fu una fortuna. Scavalcare il cancello sarebbe stato semplice per me, ma con Zeus e Jackson avremmo rischiato di perdere tempo che, purtroppo, non avevamo.
Eravamo fuori, ma non avevo idea di che cosa avremmo potuto fare da quel momento in poi.
Ci fu un attimo di silenzio durante il quale rimanemmo immobili, io e Brandon, ad ascoltare soltanto più i nostri respiri.
I sicari ci avrebbero raggiunti in pochi, pochissimi minuti. Ad essere ottimisti.
Di fronte a noi avevamo più possibilità: potevamo correre verso il centro di Saint Claire oppure cercare di raggiungere la zona in cui abitavo. Forse, se fossimo stati fortunati, avremmo trovato lo sceriffo O'Hara insieme a mia madre Cecile. In realtà, non avevamo tempo neanche per continuare a pensare alla direzione da scegliere.
Sentivo che loro erano sempre più vicini.
<<Brandon>> dissi, in un sussurro, come se stessi cercando una soluzione in lui.
Dove sei? Perché non sei con me, adesso?
Ero arrabbiata, forse? Era possibile che fossi arrabbiata con lo Sconosciuto, perché non era con me? E dov'era?
Mi resi conto, in quel preciso istante, quando avrei dovuto pensare a tutt'altro, che a volte era come se lo Sconosciuto fosse distante anni luce da me.
Perché? Eppure eravamo una squadra, oltre che due innamorati. Avevamo combattuto insieme, avevamo attraversato l'oscurità insieme. L'alba dell'oscurità, contro un mondo diverso, orribile.
Forse c'era una ragione se... se adesso non era con me. E poi mi aveva lasciata sola per appena poche ore. Il tempo che avevo impiegato a rischiare la vita.
E Brandon..
<<Rose, da questa parte!>> gridò Brandon all'improvviso, allontanandomi ancora una volta dai quei pensieri che, in quell'istante, non avrebbero dovuto occupare il mio cervello.
Mi voltai nella direzione che stava indicando e vidi che Zeus aveva raggiunto la grata di un tombino e si era girato verso di noi, come per invitarci a seguirlo.
<<Vuoi scendere... nelle fogne?>> domandai a Brandon.
<<Non credo che abbiamo molte alternative. Stanno arrivando, Rose.>>
Sapevo che aveva ragione. Così, senza esitare, lo seguii. Raggiungemmo la grata del tombino, diversi metri oltre l'uscita della locanda, sul lato opposto della strada. Brandon la spostò ed io rimasi stupita dalla sua forza.
Sentii i passi dei sicari infrangersi nelle pozzanghere insieme al rumore incessante della pioggia. Dovevano essere usciti dalla locanda. Alcuni venivano nella nostra direzione.
Chiusi gli occhi, li riaprii. Poi seguii Brandon e Zeus giù nell'oscurità, sotto terra.
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